ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riporta La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 29 luglio 2010, nel territorio di Rotondella, provincia di Matera, a pochi chilometri dal centro abitato, in una località denominata «Trisaia» è situato l'impianto «Terre Rare», al quale possono accedere solo gli addetti ai lavori, perché si trova nella zona sottoposta a controllo militare del centro di ricerche Itrec, acronimo di Impianto di trattamento e rifabbricazione elementi di combustibile;
si tratta di un impianto in cui vengono trattati i minerali estratti da rifiuti industriali e c'è un laboratorio di analisi in cui tecnici specializzati controllano che il processo sia stato eseguito in modo corretto;
secondo due tecnici sorpresi dai carabinieri dell'aliquota di polizia giudiziaria di Potenza a chiacchierare in auto, proprio in tale laboratorio sarebbero accaduti alcuni incidenti. I carabinieri, guidati dal colonnello Antonio Massaro, in un'informativa spiegano che "«fonti confidenziali" avevano indicato due persone in grado di poter riferire particolari importanti sui movimenti avvenuti nel centro di ricerche di Trisaia». I due sono Agostino Massi e Gaetano Trezza e, negli anni dell'indagine sulla produzione di materiale nucleare sporco, lavoravano a Rotondella. Nella conversazione tra i due uomini, captata dai carabinieri, i due si confrontano su un incidente accaduto nel centro di ricerche di Trisaia e sui metodi usati per far sparire le «terre contaminate». Parlano, inoltre, di un certo Giovanni Fraschetti, un fisico che lavorava con loro ed ora è in pensione, il quale, secondo i due, «sarebbe stato a conoscenza di quali fossero le zone nel sito di Trisaia in cui non era opportuno stazionare, perché fortemente contaminate». La zona «pericolosa» sarebbe proprio quella nelle vicinanze dell'edificio delle «Terre Rare»;
in un articolo pubblicato sempre da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 30 luglio 2010 emerge anche che in uno dei siti dell'incidente sarebbe stato costruito un edificio; scrivono i carabinieri; «Fraschetti ha svolto mansioni di esperto qualificato in radio protezione per quasi tutta la sua vita professionale nel centro di ricerche di Rotondella. È risultato a conoscenza delle varie vicende relative alla presenza nel centro di materiale che non doveva esserci (parafulmini radioattivi e rifiuti ospedalieri), ma non ha fornito indicazioni utili alle indagini»; scrivono inoltre gli investigatori: «Considerando che le lavorazioni nel campo del nucleare sono state dal principio un po' pionieristiche e le misure di sicurezza spartane, le conseguenze degli errori non erano note. Gli incidenti accaduti nel corso degli anni sono stati trattati, pare, con una certa superficialità e le conseguenze sarebbero ancora attuali»; nell'informativa i carabinieri chiedono al sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini un supporto tecnico. Viene nominato un consulente, per verificare «se all'interno vi fossero eventuali interramenti o comunque infiltrazioni di materiale radioattivo che avessero contaminato l'area. L'attenzione si è concentrata - continua Basentini - su un edificio particolare, il laboratorio delle "Terre Rare"... Il Ctu non evidenziò alcunché di anomalo. E anche le indicazioni acquisite in via ambientale, di fatto, non ebbero riscontro»; l'inchiesta, pertanto, pare non avere dato i risultati sperati. Nel frattempo, il fascicolo, a lungo secretato, a gennaio è finito in archivio -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa e di quali dati dispongano; quali misure di competenza intendano adottare in merito alle notizie della presenza di materiali pericolosi nell'area considerata, al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente.
(4-08304)