ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08258

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 361 del 29/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: ORLANDO LEOLUCA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 29/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 29/07/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/07/2010
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/05/2011
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08258
presentata da
LEOLUCA ORLANDO
giovedì 29 luglio 2010, seduta n.361

LEOLUCA ORLANDO e EVANGELISTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:


Faith Aiworo è una ragazza nigeriana di 23 anni arrivata in Italia nel 2007. Dalla Nigeria, suo Paese di origine, a quanto si apprende dal suo avvocato, è stata costretta a scappare perché accusata di omicidio, in quanto avrebbe provocato la morte dell'uomo che aveva tentato di violentarla, probabilmente un ex datore di lavoro. Arrestata in Nigeria e uscita di prigione dietro cauzione lascia, quindi, il paese;

giunta «irregolare» in Italia, per due anni non ha trovato modo di ottenere un permesso di soggiorno, ma neppure sarebbe stata informata del diritto a conseguire l'asilo proprio perché, nel suo Paese, avrebbe rischiato la pena di morte;


nel corso di questi anni le vengono notificati ben due decreti di espulsione, ma lei continua a rimanere nel capoluogo emiliano dove riesce anche a costruirsi una vita. Ha un compagno, e nel 2009 aveva anche trovato un lavoro regolare che le aveva consentito di fare richiesta di permesso di soggiorno. Un permesso mai arrivato;

qualche settimana fa un suo connazionale tenta di usarle violenza mentre sta in casa. I vicini allarmati dalle urla chiamano i carabinieri, che arrivati sul posto, dopo aver constatato che il tentativo di violenza c'era stato, non solo arrestano lui, ma portano via anche lei a causa di quei due decreti di espulsione non ottemperati. Faith finisce nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Bologna dove il decreto di espulsione diventa effettivo;


il 20 luglio 2010 viene prelevata dal Cie e rimpatriata; questo nonostante la richiesta d'asilo presentata dallo stesso avvocato e la domanda di sospensiva presentata al giudice di pace per motivi di giustizia;


ciò che stupisce e amareggia è la velocità con cui è stato eseguito il rimpatrio, avvenuto ancor prima della decisione da parte del giudice sulla sospensiva;

la polizia, inoltre, sostiene che dalla banca dati Interpol non risultava nessun provvedimento di cattura nei confronti della ragazza e che quest'ultima, «serena e tranquilla» durante la permanenza al Cie non avrebbe «mai manifestato in alcun modo l'intenzione di chiedere la protezione internazionale», né avrebbe raccontato a nessuno la vicenda dell'uccisione avvenuta nel tentativo di stupro, mentre per l'avvocato di Faith: «Il punto è che non spetta a loro questa valutazione, lo deve fare una commissione ad hoc» e che «Faith non parla minimamente l'italiano, tanto che per l'udienza di convalida al Cie c'è stato bisogno dell'interprete»;

il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) ha scritto all'ambasciatore italiano in Nigeria, e i sindacati Cgil, Cisl, e Uil di Bologna, in un comunicato unitario, denunciano che «La Costituzione Italiana è contro la pena di morte perché questa rappresenta la violazione più brutale del più basilare dei diritti umani. Ed è per questa ragione che Cgil Cisl e Uil - ancora increduli della rapidità con cui si è deciso e provveduto alla espulsione - condannano l'accaduto, denunciano una legge che non ha mai permesso a Faith di poter richiedere un regolare permesso di soggiorno, e chiedono al Governo e alle Istituzioni tutte di attivarsi nei tempi utili per salvare la vita a Faith»;


l'articolo 19, paragrafo 2, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea testualmente recita: «Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti»;


questa Carta (2000/C - 364/01) proclamata solennemente a Nizza il 7 dicembre 2000, vincola irrevocabilmente lo Stato italiano, al pari degli altri Stati membri dell'Unione europea, al suo rispetto, tanto più che la Costituzione, all'articolo 2, impone alla Repubblica l'osservanza dei diritti inviolabili dell'uomo (tra cui quello alla vita) ed il successivo articolo 10 impegna l'ordinamento a conformarsi alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute;


l'ordinamento italiano deve conformarsi ai principi e agli obblighi derivanti dai trattati internazionali e tra questi è previsto il divieto di espellere uno straniero verso un Paese in cui rischia la pena di morte;


la ragazza africana è ora detenuta a Lagos ed è in attesa della pena di morte per impiccagione - che potrebbe accadere più velocemente di quanto si speri non accada , in un Paese la Nigeria, dove la Convenzione delle Nazioni Unite sulle donne non trova applicazione, e almeno 58 persone sono state giustiziate negli ultimi 12 mesi; Faith potrebbe essere uccisa da un momento all'altro -:



quali siano state le ragioni di un allontanamento di Faith Aiworo dal territorio nazionale, ad avviso degli interroganti, così disumano, irragionevole e contrario al buon senso, prima ancora che non conforme alla normativa vigente;


quali urgenti iniziative intendano assumere nei confronti del Governo nigeriano per salvare la vita di Faith Aiworo, rimpatriata inumanamente e in modo che desta dubbi sul piano della legittimità;


quali urgenti misure organizzative delle pratiche amministrative di espulsione intendano assumere, allo scopo di assicurare che, nel rispetto delle disposizioni di legge che disciplinano la materia, simili tragici errori non abbiano a ripetersi, ciò anzitutto per proteggere la vita delle persone che chiedono asilo nel nostro Paese, ma anche al fine di tutelare l'immagine ed il buon nome dell'Italia nella comunità internazionale e nei confronti delle organizzazioni internazionali, le cui norme e decisioni vengono in tal modo platealmente disattese.(4-08258)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Carta dei diritti dell'uomo

carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea

diritti umani

diritto di soggiorno

espulsione

omicidio

pena di morte

sanzione penale

trattamento crudele e degradante