BERNARDINI, GIULIETTI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
in un comunicato stampa diramato il 26 luglio 2010, il gruppo EveryOne, organizzazione per i diritti umani con sede in Italia, ha denunciato la vicenda di Faith Aiworo, 23 anni, nigeriana, la quale è stata arrestata e rimpatriata dall'Italia nel suo Paese di origine, la Nigeria, il tutto in spregio alla Convenzione di Ginevra e alle normative internazionali sulla protezione umanitaria e sussidiaria, atteso che nel suo Paese d'origine la donna rischia il patibolo;
Faith Aiworo è arrivata in Italia nel 2007, dopo aver subito una condanna penale per l'omicidio del suo datore di lavoro, che aveva tentato di violentarla. Uscita su cauzione, si è rifugiata a Bologna. Secondo le leggi nigeriane e considerato il potere economico e politico della famiglia dell'uomo che aveva provato a stuprarla, Faith potrebbe essere condannata a morte;
in Italia la donna non ha ricevuto asilo né permesso di soggiorno umanitario, quindi è divenuta clandestina sulla base di quanto disposto dalla legge n. 94 del 2009, dopodiché ha ricevuto due decreti di espulsione;
alcune settimane fa, a Bologna, Faith Aiworo ha subito un nuovo tentativo di stupro. Il presunto violentatore è finito in carcere, mentre lei è stata rinchiusa nel Centro di identificazione ed espulsione bolognese di via Mattei e il 20 luglio è stata prelevata e trasferita in Nigeria, dove è stata immediatamente arrestata e imprigionata;
il gruppo EveryOne, insieme alla Rete Antirazzista, ha chiesto al Ministro degli affari esteri Frattini, di avviare nell'immediato attraverso i propri consiglieri diplomatici le procedure di trasferimento sicuro della giovane donna, attualmente a rischio di vita, nel territorio italiano, ciò al fine di scongiurare trattamenti inumani e degradanti o addirittura la sua messa a morte;
il gruppo EveryOne ha inoltre sollecitato un intervento del Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg, e dell'Alto Commissario ONU per i rifugiati Antonio Guterres affinché intraprendano «con la massima urgenza presso le autorità nigeriane azioni per scongiurare la messa al patibolo di Faith Aiworo e favorire quindi il suo ritorno a Bologna, dove si è costruita una nuova vita e dove è innegabile il suo diritto all'asilo politico»;
anche la segretaria e portavoce dell'associazione Migrare, Shukri Said, ha lanciato un appello affinché Faith Aiworo venga immediatamente trasferita in un luogo sicuro e, quindi, sottratta al controllo delle autorità nigeriane;
l'Italia è promotrice della moratoria sulla pena di morte, eppure ha permesso che una cittadina straniera fosse estradata in un Paese dove le garanzie dei diritti non ci sono e dove vige la pena di morte -:
quali siano state le circostanze di diritto e di fatto che hanno determinato l'espulsione di Faith Aiworo, ponendo potenzialmente in pericolo la sua vita, anche in considerazione del dettato costituzionale e dell'interpretazione che ne ha dato la giurisprudenza della Corte costituzionale stessa;
se, e nell'eventualità positiva, quali siano state le richieste di garanzie formulate dal Governo italiano a quello nigeriano ed eventualmente quali garanzie siano state fornite dal Governo nigeriano a quello italiano, al fine di scongiurare la comminazione della pena capitale a Faith Aiworo;
se non ritengano di dover intraprendere le azioni diplomatiche necessarie per conoscere la sua sorte. (4-08256)