ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08247

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 361 del 29/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: GHIZZONI MANUELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/07/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 29/07/2010
Stato iter:
10/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/01/2011
GELMINI MARIASTELLA MINISTRO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 10/01/2011

CONCLUSO IL 10/01/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08247
presentata da
MANUELA GHIZZONI
giovedì 29 luglio 2010, seduta n.361

GHIZZONI. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

secondo il «Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133», emanato con decreto del Presidente della Repubblica il 15 marzo 2010, gli istituti «tecnici chimico-biologici» rientrano nell'indirizzo C1 «produzioni industriali ed artigianali», articolazione «industria», settore produttivo «industria chimico-biologica»;

il percorso formativo degli istituti tecnici chimico-biologici non prevede la «produzione di un prodotto» né deve «selezionare e gestire i processi di produzioni in rapporto ai materiali ed alle tecnologie specifiche» (come invece accade per il tecnico ceramico, edile, del legno, e altri);

nel nuovo quadro-orario assegnato agli istituti citati, compaiono materie legate alle tecnologie grafiche e della comunicazione, ai processi produttivi, alle tecniche di gestione macchine, di produzione ed organizzazione , mentre non sono più previsti lo studio della biologia e della microbiologia applicate, seppure i diplomati di laboratorio debbano saper analizzare e controllare i parametri biologici, microbiologici e chimici in ambito ospedaliero, farmaceutico, alimentare, della chimica e della microbiologia di aria, suolo, acque, reflui, della diagnostica strumentale ed immunologica;

il citato regolamento non prevede la figura professionale del tecnico di laboratorio, sostituito da quella del tecnico dei processi industriali: si tratta di categorie diverse perché impegnate in campi differenti e con specificità difformi rispetto alla formazione professionale assunta negli anni di studio;

per il settore produttivo assegnato all'industria «chimico-biologica», inoltre, si prevede una incongrua riduzione delle ore di biologia a 4 nel solo primo biennio: ovvero a sole 132 ore in 5 anni. Peraltro, nel precedente ordinamento lo studio della chimica e della biologia avveniva fino alla classe quinta, in un rapporto indivisibile e complementare, anche attraverso un percorso teorico e pratico fortemente integrato svolto nei laboratori delle analisi chimiche, biologiche, microbiologiche;
rispetto al nuovo quadro-orario, sarebbe necessario riorganizzare le ore di indirizzo a favore di biologia, microbiologia e chimica, con i rispettivi laboratori, per poter: apprendere come amplificare e sequenziare il DNA; trasferire le informazioni genetiche tra microrganismi; studiare a quali processi degenerativi vanno incontro gli alimenti; esaminare come avviene la depurazione delle acque reflue; definire quali sono i microrganismi utili e quali quelli patogeni, come isolarli e identificarli;

a fronte della genericità del titolo di studio previsto dal nuovo ordinamento e in considerazione del fortissimo ridimensionamento orario della terza area - che assume paradossalmente una connotazione residuale nell'impianto del percorso professionalizzante - pare a rischio l'effettivo inserimento nel mondo del lavoro del diplomato di istruzione professionale dell'indirizzo produzioni industriali e artigianali, articolazione industria, settore produttivo «industria chimico-biologica», mentre fino ad ora il tecnico chimico-biologico ha adeguatamente risposto alle attese degli studenti e del mondo del lavoro -:

se il Ministro interrogato, alla luce di quanto illustrato in premessa, non ritenga opportuno confermare il profilo dei «tecnici di laboratorio chimico-biologico» anche modificando il quadro orario in favore dell'apprendimento e delle attività laboratoriali di biologia, microbiologia e chimica. (4-08247)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 10 gennaio 2011
nell'allegato B della seduta n. 414
All'Interrogazione 4-08247 presentata da
MANUELA GHIZZONI

Risposta. - Con l'interrogazione in esame, l'interrogante ritiene opportuno confermare il profilo dei «tecnici di laboratorio chimico-biologico» anche modificando il quadro orario in favore dell'apprendimento e delle attività laboratoriali di biologia, microbiologia e chimica.
Al riguardo, nel premettere che non è prevista alcuna modifica al regolamento in merito al profilo «tecnici di laboratorio chimico-biologico», si fa presente che con il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, contenente il regolamento sul riordino degli istituti professionali, è stata profondamente modificata l'identità degli istituti interessati. Il nuovo assetto prevede il rilascio di un diploma di istruzione secondaria superiore al termine di un percorso di durata quinquennale e demanda alle regioni, per effetto della modifica del titolo V della Costituzione, l'offerta di percorsi di istruzioni; e formazione triennali e quadriennali che si concludono rispettivamente con il rilascio dei titoli di qualifica e dei diplomi professionali.
In sostanza si è inteso affidare prioritariamente agli istituti professionali il compito di far acquisire agli studenti i saperi e le competenze necessari per rispondere alle esigenze formative del mondo del lavoro, e gli strumenti per accedere all'università e all'istruzione tecnica superiore.
Si deve aggiungere che con il riordino del sistema di istruzione professionale sono stati ridotti il numero degli indirizzi e le numerose e dispersive proposte formative del vecchio ordinamento. L'offerta formativa è confluita in due settori e sei indirizzi che fanno riferimento a filiere produttive di rilevanza nazionale e che possono essere oggetto di ampliamento attraverso l'introduzione, per la singola istituzione scolastica, di opzioni di percorso.
Va altresì rilevato che con il processo di riforma si è inteso evitare di irrigidire l'offerta formativa delle scuole in un mero rispetto dei quadri orari e degli assetti curricolari definiti a livello nazionale, introducendo e valorizzando strumenti di innovazione organizzativa, quali l'autonomia e la flessibilità, al fine di rispondere in modo appropriato alle esigenze delle singole istituzioni scolastiche.
A questo riguardo si evidenzia che il ricorso agli strumenti dell'autonomia e della flessibilità consente ora agli istituti professionali di declinare l'offerta formativa in modo da consentire una risposta efficace alla molteplicità degli interessi e delle aspirazioni dei giovani ed alle esigenze del territorio.
In particolare con le modalità e con i limiti previsti all'articolo 5, comma 3, lettere a) e b), del decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 15 marzo 2010, potranno essere utilizzati:

la quota di autonomia del 20 per cento dei curricoli, sia per potenziare gli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, con particolare riferimento alle attività di laboratorio, sia per attivare ulteriori insegnamenti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano dell'offerta formativa;

gli spazi di flessibilità (il 35 per cento in terza e quarta e il 40 per cento in quinta), intesi come possibilità di articolare le aree di indirizzo in opzioni, per offrire risposte efficaci e mirate alle esigenze del territorio ed ai fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro e delle professioni. Questo strumento va ricondotto, tuttavia, ad un quadro di criteri generali definiti a livello nazionale per prevenire il rischio del ritorno ad una frammentazione e disarticolazione dell'offerta formativa.
Sarà proprio dal modo in cui, nella loro autonomia e sulla base delle risorse messe a disposizione dal nuovo ordinamento, gli istituti professionali si avvarranno di questi fondamentali strumenti di innovazione didattica ed organizzativa, che sarà possibile dare puntali risposte alle legittime attese degli studenti e del mondo del lavoro.

Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Mariastella Gelmini.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

acque di scarico

biologia

chimica

gestione delle acque

impresa artigiana

produzione artigianale

produzione industriale

professioni tecniche

tecnica di gestione