ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08234

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 361 del 29/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 29/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARLUCCI GABRIELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 09/02/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 29/07/2010
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 09/02/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08234
presentata da
GIORGIO JANNONE
giovedì 29 luglio 2010, seduta n.361

JANNONE e CARLUCCI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
lo sviluppo dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo è l'asse portante dello sviluppo dell'intera Unione europea. In quest'area negli ultimi anni vi sono stati segnali molto interessanti: i Paesi della sponda sud hanno avuto uno sviluppo economico molto più sostenuto rispetto ai Paesi della sponda nord, con una crescita media del prodotto interno lordo, stimata da World Bank, al 3,7 per cento in area MENA per il 2010, dopo il + 2,9 per cento segnato nel 2009 con un - 1 per cento di crescita previsto in area euro per il 2010, dopo il - 3,9 per cento del 2009. Questo sviluppo economico verrà sostenuto dal cosiddetto «piano solare», che può costituire un forte contributo a supportare la crescita nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Crescita che avrà benefici rilevanti anche per i Paesi della sponda nord;
le energie rinnovabili sono viste in tutti i Paesi come una leva per stimolare la ripresa economica e la sponda sud del Mediterraneo è il luogo ideale per sviluppare questa forma di produzione di energia elettrica. La costa sud del Mediterraneo possiede, infatti, alcuni tra i più promettenti siti al mondo per lo sviluppo della tecnologia solare ed eolica. Ad esempio, le ore di sole oscillano entro un limite compreso tra 2.650 e 3.400 ore all'anno, con una radiazione media che parte dai 1.300 chilowattora per metro quadrato all'anno nelle aree costiere per raggiungere i 3.200 chilowattora per metro quadrato all'anno nelle aree interne. Si tratta di valori nettamente più elevati rispetto alle medie europee. Grazie a queste condizioni, gli impianti rinnovabili daranno un contributo importantissimo per soddisfare la crescente domanda di energia di questi Paesi e potranno altresì costituire una rilevante fonte di esportazioni. Tali progetti per essere realizzati necessitano di una forte collaborazione fra le aziende della sponda sud e quelle della sponda nord, che dovranno offrire il necessario supporto tecnologico nonché progetti di capacity building mirati alla produzione in loco di componenti. In questo quadro, l'iniziativa del piano solare mediterraneo (Psm) per lo sviluppo delle rinnovabili, lanciata nell'ambito dell'Unione per il Mediterraneo sotto la presidenza franco-egiziana, costituisce certamente un punto di riferimento importante per gli operatori del settore e i Governi. L'obiettivo del Psm è l'installazione di 20 gigawatt di nuova capacità da fonti rinnovabili (prevalentemente solare ed eolico) entro il 2020 e lo sviluppo delle interconnessioni;
attualmente sono stati proposti da vari Governi più di centocinquanta progetti di impianti rinnovabili per una capacità teorica di circa 12 gigawatt. Ogni progetto è localizzato in un Paese a sud o a est del Mediterraneo, con una densità particolarmente elevata in Giordania, Tunisia, Marocco ed Egitto. Tra questi il Psm ha in fase di individuazione venticinque progetti pilota «prioritari» per oltre 4 mila megawatt da sottoporre all'attenzione degli investitori internazionali. Attraverso lo sviluppo di questi primi progetti, i partecipanti al Psm dovrebbero poter definire e testare il contesto regolativo e i meccanismi di finanziamento. Il Piano sarà sviluppato su larga scala e dovrebbe raggiungere il target di 20 gigawatt. Per la fase realizzativa sarà sviluppata una road map in grado di definire il potenziale delle risorse, la selezione dei siti, le capacità locali industriali e lo sviluppo del mercato nella regione;
dopo diversi mesi di stallo il Psm sta riprendendo vigore e potrebbe trovare concreta realizzazione nella forma di un accordo quadro transregionale all'interno del quale valorizzare i singoli piani rinnovabili nazionali. La Commissione europea ha, infatti, lanciato nella primavera del 2010 un'iniziativa per facilitare l'attuazione del «piano solare» chiamata Paving the way to the Msp, con l'obiettivo di contribuire ad affrontare in modo concreto le problematiche emerse nella prima fase del piano. Peraltro, nel corso del 2009, in Europa sono stati avviati altri interessanti progetti che sostengono l'idea del Psm, come il consorzio Desertec, inizialmente di patrocinio tedesco, ma oggi arricchito da diverse società delle due sponde del Mediterraneo, tra le quali Enel Green Power. Tali iniziative valorizzeranno la posizione geografica di Spagna e Italia come hub naturali per il collegamento elettrico tra le due sponde, in grado di agire da catalizzatore per futuri ingenti investimenti. Il piano solare mediterraneo, infatti, a seconda degli scenari di mix energetico (eolico, solare termodinamico e solare fotovoltaico), potrà richiedere un investimento complessivo compreso tra i 38 e i 46 miliardi di euro per le nuove centrali, due miliardi per il loro collegamento alle reti, e quattro per i sistemi di interconnessione intraregionali (sud-sud) e interregionali (sud-nord) necessari al trasferimento di una parte dell'energia in Europa. Il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali sarà determinante per poter garantire le adeguate coperture finanziarie e mobilitare gli investitori privati. In questo senso molto importante è stato il 26 maggio 2010, a Parigi, l'annuncio della partenza dell'InfraMed Infrastructure Fund, che, con un capitale iniziale di 385 milioni di euro e l'obiettivo di una dotazione prossima al miliardo di euro, è il primo strumento di finanziamento dell'Unione per il Mediterraneo;
tuttavia, al fine di assicurare la piena sostenibilità dei progetti occorrerà ripensare il meccanismo dei sussidi alle fonti possibili, che oggi costituisce un ostacolo alla diffusione delle fonti rinnovabili in tutto il mondo, non ultimo in numerosi Paesi del Mediterraneo. Un importante passo avanti in questa direzione è stato compiuto con la direttiva 28 del Parlamento europeo sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili al di fuori della Comunità, a condizione che vi sia il trasferimento fisico dell'energia, ai fini del conseguimento degli obiettivi degli Stati membri entrati in vigore con il pacchetto europeo clima ed energia per la lotta ai cambiamenti climatici. Questa norma, una volta definite le modalità di attuazione, potrebbe rivelarsi uno degli strumenti più efficaci per la bancabilità dei progetti previsti dal «piano solare»-:
quali iniziative i Ministri intenda attuare al fine di far ricoprire all'Italia un ruolo di primaria importanza all'interno del «piano solare» riguardante tutti i Paesi del Mediterraneo.
(4-08234)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

energia dolce

energia rinnovabile

energia solare

industria elettrica

Mar Mediterraneo

pianificazione nazionale

politica energetica

regione mediterranea CE

risorse rinnovabili

sicurezza d'approvvigionamento

sistema di finanziamento

sviluppo economico