DI BIAGIO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
presso ciascuna delle grandi stazioni ferroviarie italiane dal 2008 non è più presente l'ufficio oggetti smarriti e la società Trenitalia ha giustificato la decisione in ragione dell'esigenza di razionalizzare i servizi accessori, priorità di una società per azioni;
gli oggetti smarriti sui treni della società Trenitalia - non essendo più prelevati e conservati dal personale di Trenitalia al capolinea - sono oggetto di depredazione da parte di saltuari avventori a conoscenza della ignobile prassi;
l'assenza di un ufficio competente non è resa pubblica né spiegata agli utenti del servizio ferroviario che, in caso di smarrimento, - a partire dal giugno 2009 - sono costretti a fare riferimento ad un call center a pagamento, dove un operatore prende in carico la richiesta nel tentativo di ritrovare l'oggetto smarrito dall'utente denunciante;
dal 2009 la competenza in materia di conservazione di quel poco che viene recuperato sui treni al capolinea è passata agli uffici comunali competenti;
per un utente, contattare gli uffici comunali diventa un'impresa quasi impossibile, e molto spesso presso gli stessi uffici gli impiegati ammettono che da circa 2 anni Trenitalia non provvede a collocare gli oggetti smarriti nei treni anche in considerazione delle procedure farraginose e complesse che accompagnano la notifica di ciascuno degli oggetti smarriti;
attualmente soltanto i cosiddetti oggetti identificabili - partendo dai quali è possibile identificare il proprietario - sono custoditi presso gli uffici della polizia ferroviario all'interno delle stazioni con ovvie criticità sotto il profilo logistico ed organizzativo, considerando le complessità di stoccaggio e di mantenimento degli oggetti, talvolta ingombranti, rinvenuti nelle vetture da Trenitalia;
l'assenza di un riferimento preciso per l'utente che malauguratamente perde un oggetto durante il suo viaggio in treno, rappresenta un vero e proprio incubo senza dimenticare che nella maggior parte dei casi gli oggetti smarriti hanno anche un significativo valore;
le difficoltà sono amplificate nel caso di utenti stranieri che nella maggiori parte dei casi sono completamente abbandonati. Questo stato di cose non contribuisce al mantenimento ed al rafforzamento della nostra immagine di Paese moderno ed efficiente;
la sussistenza di un ufficio oggetti smarriti all'interno di una delle stazioni ferroviarie più grandi e frequentate in Italia - come ad esempio la Stazione Termini di Roma - rappresenta un requisito indispensabile per poter parlare di efficienza e soprattutto di rispetto verso il consumatore di una azienda di servizio pubblico;
la mancanza di rispondenza delle strategie operative nonché delle dinamiche gestionali della citata società per azioni alle reale esigenze nonché alla tutela delle garanzie degli utenti lascia emergere delle criticità in merito alle scelte e alle programmazioni del corpo dirigenziale di Trenitalia -:
se sia a conoscenza di quanto evidenziato in premessa;
se si ritenga di sollecitare attraverso gli opportuni mezzi ed iniziative la riapertura degli uffici oggetti smarriti nelle principali stazioni ferroviarie italiane, in quanto espressione della piena tutela dei diritti del consumatore;
se si ritenga auspicabile una rinnovata valutazione in itinere dell'efficienza nonché della capacità di gestione del patrimonio della società per azioni da parte del corpo dirigenziale di Trenitalia utilizzando come parametri di riferimento anche il livello di qualità dei servizi ed il grado di tutela riservato ai consumatori. (4-08229)