ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08001

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 351 del 13/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: SCILIPOTI DOMENICO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 13/07/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • PARI OPPORTUNITA'
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/07/2010
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/07/2010
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA 16/07/2010
PARI OPPORTUNITA' 13/09/2010
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 11/10/2011
Stato iter:
25/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2012
GUERRA CECILIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/06/2012

CONCLUSO IL 25/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08001
presentata da
DOMENICO SCILIPOTI
martedì 13 luglio 2010, seduta n.351

SCILIPOTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per le pari opportunità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
- Per sapere - premesso che:


nel 1925 (durante il periodo fascista) veniva istituita l'Opera nazionale maternità e infanzia (ONMI), con prevalenti orientamenti di carità, assistenza e di istruzione dei bambini verso il regime. Gli asili nido nascono anche quale supporto alle famiglie per l'incremento delle nascite. Nel 1971 viene approvata la legge 1044 che colloca gli asili nido nell'ambito della sanità dei servizi a domanda individuale, insieme ai servizi funerari, ai parcheggi, ai mattatoi, e altri;


a distanza di anni, in una realtà che cambia costantemente, ricca di nuove opportunità ma anche di crescenti degradi, le bambine e i bambini crescono in situazioni sempre più precarie, in famiglie ansiose, in molti casi impreparate nel delicato compito «educativo» verso i propri figli, afflitte da difficoltà relazionali, economiche, da disoccupazione e, al tempo stesso, da pressanti condizionamenti, superficialità e sistemi consumistici che creano frammentazioni e individualismi che favoriscono i gruppi e le istituzioni forti e ben organizzate, non sicuramente le famiglie;


dalla famiglia i bambini passano all'asilo (dove esistono). Nota è purtroppo l'assenza e la carenza di asili nido in gran parte di comuni, soprattutto nel centro e nel sud del nostro Paese;


nei confronti dei bambini, dalla famiglia all'asilo nido, a gran parte delle scuole dell'infanzia, persistono conoscenze e sistemi di allevamento sostanzialmente datati («la persona oggi non è più quella di ieri»), estese mentalità e pratiche «formative» fuori dal tempo che, al di la di vani auspici e rare realtà, di fatto agiscono dalla prima infanzia, con prevalenti funzioni di «cura» e di «assistenza» che, pur significative, non rispondono ai nuovi bisogni e soprattutto allo sviluppo delle «potenzialità» della persona oggi, a modalità di vita che richiedono aggiornate competenze e abilità, in particolare delle nuove generazioni;


in certi asili privati le famiglie arrivano a pagare rette altissime, e in gran parte di altri casi i genitori devono integrare il nido con la baby sitter, lasciare i propri figli per ore davanti alla TV o in situazioni precarie, che non incentivano sicuramente le nascite dei bambini nel nostro Paese;


nel nostro Paese hanno competenze in materia di asili nido, con iniziative che costituiscono un «campionario» di interventi segmentati e dispersivi, il Ministero della salute, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il dipartimento delle pari opportunità, il dipartimento delle politiche per la famiglia presso la Presidenza del Consiglio: il Ministro delle pari opportunità ha stanziato diversi milioni di euro per gli asili nido di condominio ispirati all'esperienza delle Tagesmutter - mamme di giorno e anche il Ministro per la pubblica amministrazione, con le maggiori entrate ricavate dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, ha annunciato l'obiettivo di istituire asili nido su un'amministrazione pubblica ogni tre, entro i prossimi dieci anni;


al di là di scoordinati o impropri interventi e spesso di confusioni, che poco hanno a che fare con il primario obiettivo del diritto dei bambini allo sviluppo delle loro «qualità», gli oneri della organizzazione e della gestione degli asili nido (ancora classificati servizi a domanda individuale e non sociali e/o educativi), di fatto pesa soprattutto sulle famiglie e sugli enti locali che sono indotti a stabilire rette di frequenza sempre più costose e, in sempre più casi, ad affidare la gestione di asili e di pseudo iniziative educative dell'infanzia (sezioni primavera, asili nido aziendali, ludoteche e quant'altro), a realtà private, a strutture e gestioni in molti casi improprie e professionalmente impreparate, in relazione alle delicatissime e importantissime competenze, necessarie per un qualificato sviluppo psico/fisico/relazionale delle nuove generazioni, anche in funzione del fatto che saranno le future classi «dirigenti» di domani;


il perdurare di un'infanzia assistita da forme di asilo e, a seguire, da insegnamenti preformulati, da consuetudini e nozioni uguali per tutti i bambini, da una progressiva «formazione» che, pur significativa in vari aspetti è sostanzialmente «preparatoria» ai successivi ordini scolastici, non contempla e non promuove, sin dall'infanzia, le proprietà della «ricerca», dell'«osservazione», della «creatività» delle idee e del saper fare, hanno prodotto e continuano a produrre «disequilibri», analfabetismi di andata e ritorno, inerzie e rassegnazioni o viceversa quelle «violenze» che colpiscono soprattutto le bambine e i bambini e che i media (con più che discutibili etiche e professionalità) ci rappresentano quotidianamente, insieme a reality, notti bianche e lotterie;


esperienze e accreditate verifiche sostengono che l'auspicato e sempre più necessario sviluppo della persona, delle sue idee ed esperienze, evolvono (o viceversa regrediscono) soprattutto sulla base delle «qualità delle relazioni, in particolare dell'offerta educativa» vissuta nella prima infanzia -:


se i Ministri interrogati non ritengano opportuno avviare, in tempi e modalità spedite, appositi approfondimenti e concrete iniziative per lo sviluppo della «qualità dell'offerta educativa», a partire dalla prima infanzia, (nel periodo in cui si definiscono le strutture neuro-anatomiche della persona) e non dopo (quando è difficile e forsanche impossibile modificare, evolvere schemi mentali e mentalità acquisite), raccordabili con le esigenze e le potenzialità dei successivi ordini scolastici;


se e quali iniziative si intendano adottare per l'avvio di chiare e coordinate azioni, soprattutto educative, per scoprire, promuovere, investire sullo sviluppo dei valori e delle «qualità» della persona, a partire dalla sua prima infanzia, che superino gli anacronistici sistemi di assistenza e insegnamento ancora largamente estesi, fondati su conoscenze, concetti, strutture c pratiche di «asilo» datate (nel nome e nei fatti), realizzando effettive istituzioni educative, i «laboratori educativi dell'infanzia», quali prime qualificate sequenze educative di una «innovativa filiera formativa» che, proprio dai primi anni di vita, offrano a tutti i bambini e costruiscano con loro progressivi e lungimiranti processi di qualità del pensare e del fare. (4-08001)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 25 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 655
All'Interrogazione 4-08001 presentata da
DOMENICO SCILIPOTI

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, inerente agli interventi per la prima infanzia, sulla base dei dati informativi trasmessi dalla competente Direzione generale per l'inclusione e le politiche sociali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si rappresenta quanto segue.
A partire dal 2001, i servizi per la prima infanzia sono stati trasformati da servizi a prioritaria finalità assistenziale (custodia, sostegno alla famiglia e al lavoro femminile) in servizi educativi e sociali finalizzati a garantire «la formazione e la socializzazione delle bambine e dei bambini di età compresa tra i tre mesi ed i tre anni ed a sostenere le famiglie ed i genitori», volti anche a favorire la conciliazione tra esigenze professionali e familiari (legge 28 dicembre 2001, n. 448, finanziaria per il 2002, articolo 70, commi 2 e 5).
Il carattere socio-educativo dei servizi per la prima infanzia, è stato ribadito successivamente con la legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 1259), sulla base della quale, a seguito dell'intesa raggiunta il 26 settembre 2007 in sede di Conferenza unificata, è stato avviato il Piano straordinario per lo sviluppo della rete integrata dei servizi socio-educativi per la prima infanzia con la finalità di promuovere il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno del ruolo educativo dei genitori e della conciliazione dei tempi di lavoro e di cura e a rafforzare il sistema nazionale dei servizi.
Il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per garantire la qualità di tale rete integrata, hanno avviato l'attività di monitoraggio per la valutazione del livello di attuazione del predetto Piano, avvalendosi anche del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza e in collaborazione con l'Istat.
In particolare il monitoraggio ha riguardato i seguenti ambiti:

quantità dei servizi presenti sul territorio regionale;

tipologie diverse di offerta ricondotte alle due macro-aree riferite al nomenclatore statistico Cisis (nido d'infanzia e servizi integrativi costituiti da spazio gioco per bambini, centro per bambini e famiglie, servizi in contesto domiciliare);

normativa regionale e gli atti regolamentari;

risorse destinate ed utilizzate ai servizi nella regione;

dati sulla rete dei servizi.
In tale contesto, nel gennaio 2009, è stato avviato il progetto «Azioni di sistema e assistenza tecnica per gli obiettivi di servizio» per i servizi di cura alla persona, tra cui quelli socio-educativi per l'infanzia, finanziato nell'ambito del Quadro strategico nazionale per la politica regionale aggiuntiva 2007-2013 (Qsn), con l'obiettivo di sostenere le otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Sardegna, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) nella realizzazione dei Piani regionali.
Lo scopo del progetto è di rafforzare le azioni congiunte tra le amministrazioni centrali del Ministero e della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia e i livelli di governo regionale e locale, al fine di raggiungere l'obiettivo di servizio «servizi di cura per l'infanzia e per gli anziani - aumentare i servizi per l'infanzia e di cura per gli anziani per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro» i cosiddetti «obiettivi di servizio» attraverso l'aumento:

della percentuale di Comuni con servizi per l'infanzia dal 21 per cento al 35 per cento;

della percentuale di bambini che usufruiscono di servizi di cura per l'infanzia dal 4 per cento al 12 per cento;

della percentuale di anziani beneficiari di assistenza domiciliare integrata (Adi) dall'1,6 per cento al 3,5 per cento.
Le azioni del progetto di assistenza tecnica sono:

implementare e migliorare la qualità dell'offerta dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (0-3 anni), tramite la programmazione, il controllo e l'innovazione nel settore dei servizi socio-educativi;

sviluppare e integrare i sistemi di monitoraggio regionali dei servizi offerti basati anche sulla valutazione delle condizioni quantitative e qualitative di erogazione dei servizi da parte della utenza;

favorire il confronto, lo scambio di esperienze per promuovere innovazioni e sperimentazioni e lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi (best practices).
Tutte le attività realizzate sono state finalizzate all'eliminazione delle criticità presenti nel sistema integrato dei servizi per la prima infanzia per promuoverne la qualità anche con riferimento ai requisiti strutturali e organizzativi; all'interno di questi ultimi, particolare rilevanza assumono le figure professionali dell'educatore e del coordinatore pedagogico per la validità dei progetti educativi.
Mentre proseguono le attività relative al monitoraggio del Piano, a testimonianza dell'attenzione che si intende rivolgere alle tematiche ed alle iniziative rivolte allo sviluppo dei valori e delle qualità della persona fin dalla sua prima infanzia, con l'intesa del 2 febbraio 2012 in Conferenza unificata, il Governo ha trasferito 25 milioni di euro, stornati da precedenti finalizzazioni di competenza statale, alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, in accordo con le Autonomie locali, per la realizzazione di azioni in favore della famiglia, tra le quali i servizi socio-educativi per la prima infanzia e di assistenza domiciliare integrata.
Infine, con l'intesa del 19 aprile 2012, il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e le Autonomie locali hanno stabilito in Conferenza unificata i criteri di ripartizione di ulteriori 45 milioni di euro da destinare al finanziamento di servizi socioeducativi per la prima infanzia e azioni in favore degli anziani e della famiglia, stabilendo modalità, tempi di realizzazione degli interventi e il monitoraggio.
In entrambe le intese è presente la previsione che stabilisce che le regioni concorreranno ai finanziamenti in base alle rispettive disponibilità.
Si fa presente, infine, che il Governo, nell'ambito della riprogrammazione dei fondi comunitari, aggiornamento n. 2 al Piano di azione coesione, ha previsto di destinare 845 milioni di euro ad obiettivi di inclusione sociale, di cui 400 alla cura dell'infanzia.

Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali: Cecilia Guerra.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

centro di ricerca

custodia dei bambini

diritti del bambino

fanciullo

istruzione

parita' di trattamento

politica familiare

prima infanzia

pubblica amministrazione

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