ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07311

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 326 del 24/05/2010
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/05/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2010
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2010
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2010
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2010
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 24/05/2010
Stato iter:
02/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2012
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 15/06/2010

SOLLECITO IL 12/10/2010

SOLLECITO IL 01/12/2010

SOLLECITO IL 12/01/2011

SOLLECITO IL 03/02/2011

SOLLECITO IL 03/03/2011

SOLLECITO IL 06/04/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2012

CONCLUSO IL 02/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07311
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
lunedì 24 maggio 2010, seduta n.326

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:


secondo quanto riferisce un articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno del 3 maggio 2010, l'ufficio minerario idrocarburi e le georisorse (UNMIG) del Ministero dello sviluppo economico ha concesso alla Shell Italia l'autorizzazione per la ricerca petrolifera offshore nel golfo di Taranto. Le zone interessate coprono un'area di 1.356 chilometri quadrati tra le coste pugliesi e quelle calabre. Ad annunciarlo è stata il 2 maggio 2010 la stessa compagnia petrolifera che attendeva una risposta dal novembre del 2009. «Con questa nuova opportunità - ha commentato Marco Brun, country manager Shell in Italia e ceo (chief executive officer) Shell Italia E&P spa - nel Golfo di Taranto potremo ulteriormente espandere i nostri interessi esplorativi offshore andando oltre la presenza già in essere dall'inizio dello scorso anno nel Canale di Sicilia. Speriamo davvero che entrambe le opportunità esplorative possano porre le basi per un futuro di crescita in Italia»;


la multinazionale con sede amministrativa a Milano confida di poter eseguire presto una campagna di acquisizione sismica dei dati che saranno la base per valutare ogni decisione su eventuali pozzi esplorativi. Le concessioni avute dall'UNMIG daranno il via ai battelli di ricerca muniti di sonar che scandaglieranno i fondali nei quadranti di mare concessi, in cerca di conformazioni bidimensionali idonee alla trivellazione. Individuati i punti, i programmi di sperimentazione prevedono i primi sondaggi tridimensionali che consistono nella perforazione dei fondali con fori di piccole dimensioni. Solo dopo, spiegano alla Shell, potranno iniziare i lavori di costruzione delle piattaforme per le trivellazioni. Non prima, comunque, di aver chiesto e ottenuto ulteriori e più specifiche autorizzazioni dai Ministeri, enti, Agenzia del demanio, regioni e province interessate. Quello che parte oggi è solo l'inizio di un lavoro di ricerca che può avere una durata variabile da uno a cinque anni;


l'Italia (e i mari della Puglia in particolare) è posizionata sulla mappa del gruppo Royal Dutch Shell come uno dei Paesi più importanti per l'Europa continentale con opportunità di crescita nel settore dell'esplorazione e produzione di idrocarburi;


nell'esplorazione off-shore, già nel 2009 la Shell ha acquisito importanti quote di partecipazione in sei permessi esplorativi nel canale di Sicilia e ora anche in Puglia con le due licenze nel golfo di Taranto. Alle stesse aree del golfo erano interessate anche i concorrenti Nautical Petroleum, Transunion Petroleum Italia e Northern Petroleum che comunque hanno ottenuto autorizzazioni nel tratto di Adriatico di fronte alle coste pugliesi e abruzzesi nonostante il petrolio del basso Adriatico sia di bassa qualità e non di quantitativi rilevanti -:


se l'autorizzazione alla Shell Italia spa sia stata sottoposta alla prevista procedura di assoggettabilità alla valutazione d'impatto ambientale;


se non ritengano necessario avviare una moratoria immediata che sospenda tutte le attività di prospezione ed esplorazione per gli idrocarburi nel Mar Adriatico;


quali iniziative concrete di vigilanza intendano assumere a tutela del patrimonio naturalistico dell'Unesco presente nel Mare Adriatico.(4-07311)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 2 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 676
All'Interrogazione 4-07311 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - La zona marina compresa nel golfo di Taranto è interessata da alcune istanze di permesso di ricerca per idrocarburi presentate da diverse società, come peraltro evidenziato dagli interroganti, tra cui quelle presentate in data 23 novembre 2009 dalla società Shell Italia E&P denominate convenzionalmente «d 73 F.R.-SH» e «d 74 F.R.-SH».
A tale riguardo, occorre evidenziare che trattasi di domande per la ricerca di idrocarburi in mare e non già di autorizzazioni rilasciate per la ricerca.
Pertanto, non può trovare conferma la notizia stampa relativa all'esecuzione dell'attività di ricerca e di perforazioni.
Inoltre, occorre precisare che l'attività di ricerca potrà essere sviluppata solo sulla base dello svolgimento di uno specifico «procedimento unico» svolto in base alla normativa di settore.
Tale procedimento prevede la preventiva valutazione di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e pertanto, soltanto a seguito di tale valutazione positiva, potrà avere seguito la procedura di conferimento del permesso di ricerca per idrocarburi che prevede la partecipazione delle amministrazioni statali interessate quali il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Al riguardo, giova evidenziare che con decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128 è stato stabilito il divieto assoluto di ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi all'interno delle aree marine e costiere protette e per una fascia di mare di 12 miglia attorno al perimetro esterno delle zone di mare e di costa protette. Inoltre, le attività di ricerca ed estrazione di olio sono state vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo l'intero perimetro costiero nazionale.
Inoltre, con il decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121 recante «Attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 1o agosto 2011, in parziale riforma del comma 17 dell'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è stato stabilito che «per la baia storica del golfo di Taranto di cui all'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1977, n. 816, il divieto relativo agli idrocarburi liquidi è stabilito entro le cinque miglia dalla linea di costa».
Il legislatore delegato, quindi, con riguardo alla baia storica del golfo di Taranto ha ridefinito i limiti del divieto delle attività in questione. Al di fuori di questa area, in cui vige il divieto, le attività di ricerca ed estrazione saranno sottoposte comunque alla valutazione di impatto ambientale sentiti, tra l'altro, gli enti territoriali costieri interessati.
L'acquisizione di tale parere costituisce una rilevante novità introdotta dal decreto legislativo n. 128 del 2010.
Nell'ambito della Via, quindi, saranno sentiti la regione Basilicata, Calabria e gli enti territoriali costieri i quali potranno esprimere il proprio avviso ed eventuali opposizioni.
In applicazione delle suddette disposizioni, il Ministro dello sviluppo economico ha provveduto, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, decreto legislativo n. 625 del 1996, a riperimetrare l'area su cui insiste l'istanza di permesso di ricerca «d 73 F.R-.SH», attesa la sua interferenza con l'area interdetta del solo 0,19 per cento, mentre, con riguardo all'istanza «d 74 F.R-.SH», ha formalmente invitato la società Shell Italia E&P a presentare una propria proposta di riperimetrazione, stante l'interferenza con l'area interdetta pari a circa il 55,94 per cento e, pertanto, ostativa al rilascio del permesso.
Infine, si evidenzia che non è stata rilasciata alcuna autorizzazione alla società Shell Italia E&P S.p.a, né il relativo programma di ricerca è stato sottoposto alla prevista procedura di valutazione d'impatto ambientale.
Al riguardo anche il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare rappresenta che non sono pervenute istanze di valutazione di impatto ambientale da parte della Shell Italia, sia in merito a progetti di ricerca di idrocarburi localizzati nel golfo di Taranto sia in merito a progetti localizzati in altre aree. Inoltre, ribadisce che il parere dell'ufficio minerario per gli idrocarburi e le georisorse (Unmig) del Ministero dello sviluppo economico, citato nell'interrogazione, non è affatto un'autorizzazione, in quanto ogni istanza di conferimento di un nuovo permesso di ricerca deve preventivamente ottenere il parere favorevole da parte dell'Unmig, organismo, quest'ultimo, deputato a valutare anche gli aspetti di competenza tecnica e solidità finanziaria della società istante, al quale seguirà, come in precedenza rappresentato, l'acquisizione di un decreto favorevole di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cessazione d'attivita'

durata del lavoro

flotta fluviale

idrocarburo

impatto ambientale

industria petrolifera

Mar Adriatico

protezione dell'ambiente

ricerca

studio d'impatto

sviluppo economico

trivellazione