ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06704

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 304 del 08/04/2010
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/04/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 08/04/2010
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 08/04/2010
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 08/04/2010
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 08/04/2010
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 08/04/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 08/04/2010
Stato iter:
16/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/07/2012
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 01/07/2010

SOLLECITO IL 12/10/2010

SOLLECITO IL 01/12/2010

SOLLECITO IL 12/01/2011

SOLLECITO IL 03/02/2011

SOLLECITO IL 03/03/2011

SOLLECITO IL 06/04/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/07/2012

CONCLUSO IL 16/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06704
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
giovedì 8 aprile 2010, seduta n.304

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

secondo il rapporto «comuni rinnovabili 2010» di Legambiente, realizzato in collaborazione con Gse e Sorgenia emerge che sono 6.993 i comuni italiani dove è installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili. Erano 5.580 nel 2009, 3.190 nel 2008, con un aumento del 13 per cento di produzione. Le fonti pulite che fino a dieci anni fa interessavano, con il grande idroelettrico e la geotermia, le aree più interne e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nell'86 per cento dei comuni;

in particolare, 6.801 comuni usano impianti per la produzione di energia solare, 297 l'eolica, 799 la «mini idroelettrica» e 181 la geotermica. Le biomasse vengono invece utilizzate in 788 comuni dei quali 286 utilizzano biomasse di origine organica animale o vegetale;

825 comuni grazie all'installazione di una fonte rinnovabile - mini-idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica - producono più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti. 24 invece i comuni che grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti da biomasse o da geotermia superano il proprio fabbisogno termico;

a giudizio degli interroganti per rafforzare ulteriormente questo trend positivo occorre con chiarezza assumere gli obiettivi UE al 2020 come scenario di riferimento delle politiche energetiche definendo innanzitutto il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili che occorre presentare a Bruxelles entro il mese di giugno 2010 -:

se e quando il Ministro intenda rendere pubblico lo stato di definizione del «piano d'azione nazionale in materia di energie rinnovabili»;

per quali motivi non si siano ancora emanate le linee guida sulle fonti rinnovabili che si attendono da anni, che dovrebbero rendere più semplici le autorizzazioni;

per quali motivi, nonostante la normativa vigente preveda che entro il 31 dicembre 2009 si dovessero stabilire «nuovi incentivi» sul conto energia per il solare fotovoltaico che dovrebbero valere dal 2011, ciò non sia stato fatto;

se non intenda chiarire quando verranno stabiliti, d'intesa, con la conferenza Stato-Regioni, gli obiettivi per le fonti rinnovabili per ciascuna regione, così come prevede la legge. (4-06704)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 16 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 666
All'Interrogazione 4-06704 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - Relativamente alle argomentazioni e alle richieste degli interroganti, si premette che i provvedimenti, da loro auspicati, sono stati per la gran parte emanati da tempo e sono quindi operativi.
In particolare, il Governo, in attuazione degli impegni comunitari, nel luglio 2010, ha inviato alla Commissione europea il piano di azione nazionale per le fonti rinnovabili, in cui sono delineate sia la strategia per il settore che le principali misure di attuazione.
In coerenza con le indicazioni rese dal Parlamento con la legge n. 96 del 2010 - comunitaria 2009 - il suddetto Piano disegna la strategia e le relative misure di attuazione, aggiuntive ed in alcuni casi correttive, di quelle esistenti. Il documento indica in dettaglio le misure per raggiungere l'obiettivo comunitario al 2020, attraverso il perseguimento di obiettivi strategici che, grazie ad un piano di governance istituzionale, mirano ad un maggiore coordinamento tra la politica energetica e le politiche industriale, ambientale e della ricerca per l'innovazione tecnologica, per un'efficienza complessiva del sistema.
Le linee di azione si articolano dunque su due piani: la governance istituzionale e le politiche settoriali. Gli elementi fondanti sono:

a) quantificazione dell'obiettivo vincolante complessivo e degli obiettivi settoriali (elettricità, calore e trasporti); all'interno di ciascun settore, inoltre, sono stati delineati sub-obiettivi specifici per tecnologie e applicazioni, sulla base del potenziale, in modo da fornire una base indicativa per orientare le politiche pubbliche e indirizzare gli operatori verso una più efficiente allocazione di risorse;

b) elevato grado di condivisione degli obiettivi con le Regioni, in modo da favorire l'armonizzazione dei vari livelli di programmazione pubblica, delle legislazioni di settore e delle attività di autorizzazione degli impianti e delle infrastrutture e definizione di un «burden sharing regionale» - cioè la decisione di suddividere tra le Regioni gli oneri per il raggiungimento, entro il 2020, del target assegnato dall'Unione europea all'Italia, del 17 per cento del consumo totale da fonti rinnovabili - che possa responsabilizzare le Istituzioni coinvolte nel raggiungimento degli obiettivi;

c) criteri di riordino dei sistemi di incentivazione alle fonti rinnovabili, con particolare riferimento al settore elettrico, per una progressiva riduzione degli oneri e allineamento degli incentivi alle medie europee;

d) priorità delle azioni di accompagnamento e supporto, volte a fronteggiare le barriere extra-economiche non riconducibili agli incentivi, quali lo sviluppo intelligente delle reti per la raccolta intensiva della produzione da fonti rinnovabili, la semplificazione dei procedimenti autorizzativi, l'inserimento nella programmazione nazionale e regionale dell'uso del territorio, la certificazione dei prodotti e degli installatori;

e) rafforzamento delle politiche e degli strumenti di sostegno della ricerca tecnologica e della ricerca industriale, con priorità per le fonti con maggiore potenziale e/o con elevata possibilità di riduzione dei costi, con lo scopo di recuperare efficienza nello sfruttamento delle rinnovabili e ridurne i costi nel lungo termine;

f) sostegno alla creazione di una industria «verde» nazionale, sia attraverso poli tecnologici avanzati, sia attraverso una rete di piccole e medie imprese diffusa sul territorio, di servizio integrato anche sul versante dell'efficienza energetica.
Per quanto riguarda le linee guida, queste sono state emanate con il decreto ministeriale 10 settembre 2010 e definiscono il quadro normativo unitario nazionale, secondo criteri di efficienza, efficacia e trasparenza, entro cui le regioni esercitano la propria potestà legislativa e amministrativa al fine di superare la frammentazione normativa del settore, con l'obiettivo di favorire la diffusione degli impianti e salvaguardare le aree più sensibili dal punto di vista ambientale e del patrimonio paesaggistico, storico ed artistico. In tale quadro le Regioni stanno provvedendo, altresì, ad individuare siti ed aree non idonei all'insediamento di impianti.
Il Ministero dello sviluppo economico sta quindi monitorando il recepimento e l'attuazione delle linee guida nelle diverse Regioni, con l'emanazione di atti di individuazione delle aree non idonee alla installazione degli impianti da fonte rinnovabile, anche con riferimento alle attività di cui sono titolari, o delegati gli enti locali, per poter favorire un'attuazione coordinata delle nuove disposizioni procedimentali e di inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio. Il monitoraggio delle Linee Guida riguarda altresì la raccolta dei dati numerici sui procedimenti amministrativi per l'autorizzazione degli impianti, e soprattutto, le proposte regionali per il miglioramento dell'efficacia dei procedimenti amministrativi. Tale ultimo aspetto è funzionale anche all'eventuale revisione e aggiornamento delle Linee Guida. Il quadro completo della situazione verrà naturalmente definito quando le Regioni, che stanno ancora deliberando in materia, forniranno le relative informazioni.
Per quanto riguarda il burden sharing, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 78 del 2 aprile 2012, uno degli attesi decreti attuativi del decreto legislativo n. 28 del 2011, il decreto ministeriale 15 marzo 2012 che fissa gli obiettivi regionali per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il citato decreto ripartisce fra le Regioni e le Province di Trento e di Bolzano la quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili, necessaria per raggiungere l'obiettivo dell'Unione europea del 17 per cento del consumo interno lordo entro il 2020. Per la definizione delle quote spettanti a ciascuna regione si è tenuto conto dell'attuale livello di produzione di energia da rinnovabili, dell'introduzione di obiettivi comunitari intermedi al 2012, 2014, 2016 e 2018 e di quanto previsto dal piano di azione nazionale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili (PAN) che definisce gli obiettivi nazionali al 2020. Il decreto prevede un sistema di monitoraggio e di verifica del raggiungimento degli obiettivi, coordinato dal Ministero dello sviluppo economico e definisce le modalità di gestione dei casi di mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle Regioni e delle Province autonome.
Inoltre, in attuazione del citato piano di azione nazionale ed in linea con le deleghe conferite con la legge n. 96 del 2010 (comunitaria 2009), è stato emanato il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, di recepimento della direttiva 2009/28/CE sulle fonti rinnovabili. Il decreto reca una serie di misure idonee ad attuare la strategia delineata dal piano attraverso l'azione combinata di una maggiore efficienza energetica e della promozione efficiente di energia da fonti rinnovabili. In particolare, sono introdotti:

la semplificazione delle procedure autorizzative;

la definizione dei criteri per la revisione del sistema di incentivi, senza oneri a carico della finanza pubblica, ma con conseguenze per i prezzi dell'energia e quindi per i consumatori;

un sistema di controlli e sanzioni in materia di incentivi e di sanzioni per la violazione delle norme sulle autorizzazioni degli impianti;

il rafforzamento dell'efficienza energetica e delle infrastrutture di rete necessarie al miglior utilizzo dell'energia rinnovabile prodotta;

la promozione di progetti comuni con gli Stati membri e con i paesi terzi e di sistemi di collaborazione tra le Regioni, per il conseguimento degli obiettivi loro assegnati tramite il cosiddetto burden sharing.

L'obiettivo generale del decreto legislativo è la definizione di un quadro di regole e strumenti idoneo al conseguimento degli obiettivi sulle fonti rinnovabili, da raggiungere entro il 2020, come previsto dalla direttiva 2009/28/CE.
Sotto questo profilo, il decreto legislativo interviene in modo complessivo su diverse parti del processo che conduce alla realizzazione degli impianti, in modo da ridurre le barriere non tecniche alla diffusione delle fonti rinnovabili.
Rispondono a questa esigenza le innumerevoli disposizioni di semplificazione degli iter autorizzativi, di sviluppo delle reti elettriche, delle smart grid, (rete cosiddetta «intelligente» per la distribuzione di energia elettrica ovvero un sistema fortemente ottimizzato per il trasporto e diffusione della stessa evitando sprechi energetici), delle reti di teleriscaldamento e delle reti del gas naturale, di regolamentazione tecnica e di sostegno alla formazione e all'informazione.
In parallelo con tali misure, finalizzate a ridurre i costi indiretti delle fonti rinnovabili, il decreto legislativo promuove lo sviluppo tecnologico e industriale, allo scopo di favorire l'offerta di componenti e impianti e cogliere le opportunità connesse all'elevata domanda conseguente al perseguimento degli obiettivi.
Tuttavia, il perseguimento degli obiettivi non può essere disgiunto da un processo di razionalizzazione degli strumenti, in particolar modo di quelli incentivanti, per la promozione e il sostegno delle fonti rinnovabili. Riguardo specificamente agli incentivi, il decreto ridisegna il regime di sostegno attraverso la definizione di criteri generali e specifici di riferimento per la predisposizione dei vari decreti attuativi, che disciplineranno l'incentivazione alla produzione da nuovi impianti a partire dal 2013, fatto salvo quanto si dirà per il sostegno al fotovoltaico.
Il citato decreto legislativo prevede inoltre numerosi decreti di attuazione negli altri ambiti disciplinati ed interviene anche in materia di biocarburanti innalzandone la quota minima, entro il 2014, nella misura del 5 per cento e disponendo che dal 1° gennaio 2012 i biocarburanti immessi in consumo siano conteggiati ai fini del rispetto dell'obbligo solo a condizione che rispettino i criteri di sostenibilità.
Per quanto concerne la definizione degli incentivi per la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici è stato emanato il decreto ministeriale 6 agosto 2010 (terzo conto energia) per la rimodulazione delle tariffe incentivanti, allo scopo di promuovere la maggiore diffusione del fotovoltaico, favorendo l'integrazione architettonica e i processi di sviluppo tecnologico.
Tuttavia, la validità del terzo conto energia, originariamente fissata fino al 2013, è stata limitata dal citato decreto legislativo n. 28 del 2011 alla produzione da impianti che sono entrati in esercizio entro il 31 maggio 2011, mentre per quelli entrati in esercizio successivamente si applica il decreto ministeriale del 5 maggio 2011 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 109 del 12 maggio 2011) per l'incentivazione del fotovoltaico, previsto dall'articolo 25, comma 10, del decreto legislativo n. 28 del 2011.
L'emanazione del successivo provvedimento ministeriale, cosiddetto quarto conto energia, si è resa necessaria considerato che la potenza installata avrebbe potuto superare, prima del 2013, l'obiettivo fissato al 2020, con un costo annuo degli incentivi crescente fino a oltre 6,5 miliardi di euro l'anno, per 20 anni, e con un onere per il Paese pari a circa 130 miliardi sull'intero periodo.
Il citato decreto ministeriale 5 maggio 2011 provvede a salvaguardare gli investimenti effettuati mantenendo lo stesso livello di incentivazione per gli impianti che entrano in esercizio entro agosto 2011, a definire un sistema di controllo sulla spesa e sulla potenza installata, relativo ai grandi impianti, sulla base di criteri che privilegiano comunque gli investimenti effettuati e a ridurre gradualmente gli incentivi per un progressivo allineamento ai livelli europei, in prospettiva del raggiungimento della cosiddetta grid parity, ovvero di un insieme di condizioni economiche caratterizzate dalla coincidenza del costo del kWh fotovoltaico con il costo del kWh prodotto da fonti convenzionali, per tutte le categorie di utenti e per tutte le fasce orarie.
Va, infatti, sottolineato che se, da un lato, la crescita del settore rientra nella politica di promozione delle energie rinnovabili, dall'altro la rapidità del ritmo di crescita e, soprattutto, un'incentivazione molto superiore a quella che sarebbe necessaria, rischiano di generare un costo sul sistema, non bilanciato da una parallela crescita di un'economia reale e da una filiera produttiva sottostante.
Una strategia orientata, invece, a sostenere lo sviluppo del settore fino al previsto raggiungimento della cosiddetta grid parity, con strumenti efficienti e razionali, è quella che garantisce le maggiori ricadute, non solo in termini di produzione energetica, ma anche in termini industriali, sociali ed occupazionali.
Recentemente, inoltre, sono stati concordati fra i Ministeri concertanti due schemi di decreto che attualmente sono all'esame della conferenza unificata. I due provvedimenti recano rispettivamente una nuova disciplina delle modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici (cosiddetto quinto conto energia) e le modalità di incentivazione della produzione da impianti rinnovabili non fotovoltaici (decreto ministeriale Elettrico). Il nuovo regime pone le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi a livelli europei ed adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). L'intento principale del Governo è programmare una crescita dell'energia rinnovabile più equilibrata che, oltre a garantire il superamento degli obiettivi comunitari al 2020 (dal 26 per cento a circa il 35 per cento nel settore elettrico), consenta di stabilizzare l'incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica.
Si fa presente, infine, che in attuazione dell'articolo 40, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, è stato anche emanato il decreto ministeriale 14 gennaio 2012. Il decreto reca l'approvazione della metodologia che, nell'ambito del sistema statistico nazionale in materia di energia, è applicata per rilevare i dati necessari a misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi nazionali in materia di quote dei consumi finali lordi di elettricità, energia per il riscaldamento e il raffreddamento, e per i trasporti coperti da fonti energetiche rinnovabili. Il citato decreto ministeriale è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale serie generale n. 37 del 14 febbraio 2012 - supplemento ordinario n. 28.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

energia rinnovabile

energia solare