BORGHESI, ZAZZERA e BARBATO. -
Al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
- Per sapere - premesso che:
l'articolo 39, commi 2 e 3, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, dispone che l'attività di amministrazione e intermediazione dei diritti connessi degli artisti è libera;
la norma aveva un duplice obiettivo: quello di chiarire che l'intermediazione dei diritti connessi al diritto d'autore fosse libera e quello di promuovere la nascita di nuove imprese e nuovi posti di lavoro;
la stessa legge prevede che entro tre mesi dalla sua entrata in vigore il Presidente del Consiglio dei ministri adottasse - previo parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - un proprio decreto con l'indicazione dei requisiti minimi necessari al corretto sviluppo del mercato degli operatori per l'intermediazione dei diritti connessi;
ad oggi, nonostante siano abbondantemente trascorsi i termini di legge e nonostante le società di collecting abbiano più volte richiamato l'attenzione del Governo, l'anzidetto decreto non è stato ancora emanato;
i nuovi operatori continuano a incontrare indebiti e, ad avviso degli interroganti, illegittimi ostacoli a operare, anche a causa della mancata emanazione dell'anzidetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, posto che quest'ultimo viene pretestuosamente richiesto dagli utilizzatori quale condizione necessaria alla conclusione di qualsiasi accordo;
con tale ritardo perdura la disparità di trattamento tra gli artisti, gli interpreti, gli esecutori e i produttori; questi ultimi godono da sempre della piena libertà di rappresentanza e non soggiacciono ad alcun monopolio, né pubblico né privato;
fin dalla pubblicazione del citato decreto-legge, il nuovo Imaie - creato ex lege per perpetuare la medesima fallimentare organizzazione di quello «vecchio» - ha messo in atto tutte le azioni possibili per ostacolare il processo di liberalizzazione sancito dal citato decreto-legge;
è di questi giorni la pubblicazione di una lettera al Governo nella quale artisti aderenti al nuovo Imaie, alcuni dei quali hanno partecipato alla gestione del precedente istituto, prospettano che la liberalizzazione sia un danno per la categoria. La tesi è il tipico refrain di quando si interviene per rompere un monopolio inefficiente di oltre trent'anni: ovvero che ci siano i barbari alle porte;
il 26 novembre 2012 il pubblico ministero Luca Tescaroli ha rinviato a giudizio 205 persone con le accuse di concorso in truffa, riciclaggio e falso in scrittura private ai danni del vecchio Imaie, legate alla vicenda della liquidazione. Il meccanismo era semplice: venivano creati dei «falsi artisti», che poi ricevevano soldi e finanziamenti, creando così un danno enorme nei confronti di chi doveva effettivamente percepire i diritti;
il nuovo Imaie mantiene la stessa struttura amministrativa del precedente istituto e lo stesso, attuale presidente è stato per anni consulente legale dell'Imaie;
il direttore generale dell'Imaie è rimasto al suo posto anche nel nuovo istituto, nonostante appaia agli interroganti di tutta evidenza che, non solo non abbia dimostrato alcuna capacità di carattere manageriale - vista la necessità dello scioglimento dell'istituto stesso per incapacità di adempiere ai propri obblighi statutari -, ma abbia anche un'evidente e grave culpa in vigilando;
lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dà conto del fatto che sono stati sentiti il Ministero per i beni e le attività culturali e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, cosa non prevista dalla legge, mentre è stato escluso il Ministero dello sviluppo economico, vero proponente della norma di liberalizzazione e che ripetutamente aveva chiesto un concerto;
agli interroganti risulta che nella riunione del 28 novembre 2012 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato abbia approvato il parere sull'anzidetto schema di decreto;
la Presidenza del Consiglio dei ministri non ha reso pubblico il suddetto parere e non è, quindi, dato di sapere agli artisti interessati quale sia il giudizio dell'autorità sui requisiti minimi previsti;
la Commissione europea l'11 luglio 2012 ha approvato la proposta di direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d'autore e dei diritti connessi (COM 2012/372) che a tutela degli artisti prevede la libertà di scelta dei propri rappresentanti (collecting) per la raccolta e la distribuzione dei diritti d'autore e dei diritti connessi;
risulta agli interroganti che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri intenda aggiungere, al già lunghissimo iter di emanazione del decreto, il coinvolgimento del comitato consultivo permanente sul diritto d'autore, che non appare rappresentativo dei soggetti direttamente interessati alla percezione dei diritti -:
quale sia il motivo per il quale non sia reso immediatamente pubblico il parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sul sito internet della Presidenza del Consiglio dei ministri e quali siano le ragioni per le quali il Governo non completi rapidamente la liberalizzazione del mercato dell'intermediazione dei diritti connessi al diritto d'autore, con l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dal comma 3 dell'articolo 39 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27. (3-02653)