ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02648

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 731 del 07/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: GALLI DANIELE
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 07/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 07/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02648
presentata da
DANIELE GALLI
venerdì 7 dicembre 2012, seduta n.731

GALLI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

da recenti articoli apparsi sulla stampa nazionale e internazionale si evince che la società ENEL spa, rinuncia alla collaborazione con l'analoga francese Edf e lascia i progetti per la costruzione di nuovi reattori in Francia, e che la risoluzione dell'accordo porterà nelle tasche della società un maxi-rimborso da 613 milioni di euro;

a detta delle fonti di stampa sembra che «a far decidere la società, che ha lasciato il progetto della costruzione del reattore nucleare EPR di Flamanville, in Normandia, e altri cinque progetti sul suolo francese, siano i ritardi e il conseguente aumentare dei costi. Ad aggiungersi a questo aspetto una flessione nella domanda di energia elettrica e l'esito del referendum del giugno 2011, che ha impedito lo sviluppo nucleare in Italia, togliendo rilevanza all'accordo con i francesi», e che «Enel sarà rimborsata delle spese già anticipate, rispetto alla sua quota, che copre il 12,5 per cento del progetto totale. Cessa, con la risoluzione dell'accordo, il contratto di anticipo di capacità da parte della Edf, per 1200 MW nel 2012. Sarà ridotto a 800 MW nel primo anno. Poi a 400 MW, per azzerarsi al terzo anno. La presenza della società elettrica in Francia continuerà sul fronte delle energie rinnovabili, nelle attività di trading di gas ed energia elettrica»;

contraddicendo quanto affermato ieri rispetto alla ventilato motivo di abbandono delle fonti nucleari, oggi un nuovo comunicato di Conti informa: «Enel: Conti, continueremo sviluppo nucleare in Spagna e Slovacchia. Mercato elettrico francese resta strategico» (Il Sole-24 Ore Radiocor) - Roma, 6 dicembre - L'addio di Enel al progetto del nucleare in Francia non significa l'abbandono dell'atomo per il gruppo». Lo ha chiarito l'amministratore delegato Fulvio Conti a margine della celebrazione del cinquantenario di Enel: «Le energie nucleari - ha detto - sono in questo momento in sviluppo in Slovacchia e in Spagna». L'uscita di Enel dal progetto EPR in Francia, ha ribadito Conti, «è legata al fatto che questo prototipo ha costi superiori alla media del mercato francese». Un mercato, secondo Conti, «che resta strategico per il gruppo: continueremo ad essere presenti sul mercato libero, abbiamo sviluppato investimenti nelle rinnovabili e aspettiamo con molto interesse le gare per le concessioni idroelettriche che il governo francese dovrebbe varare quanto prima». La separazione da Edf, per Conti, «non avrà ripercussioni tra Italia e Francia, perché è una decisione tra due aziende che hanno opportunità diverse ma che continuano ad essere amiche»;

lo sviluppo di tale nuovo reattore francese, di terza generazione, rappresenta una nuova frontiera per il sistema nucleare francese, il migliore, il più sicuro e il più economico del mondo, dove il ciclo del combustibile è ottimizzato e rende i costi di esercizio molto più bassi delle centrali slovacche, spagnole e russe, tanto che la Francia sta vendendo con successo questo tipo di centrali, notevolmente efficienti e sicure alla Cina rendendo questa potenza economica, indipendente da un punto di vista energetico;

l'energia francese sarebbe stata impiegata in Italia mentre è impossibile per le energie prodotte in Slovacchia e Spagna;

le scelte dell'Enel sembrano quindi più dettate da politiche da multinazionale oligopolista, che non conseguenti ad una analisi attenta dei bisogni dell'industria e della popolazione italiana;

l'Italia aveva l'opportunità di partecipare in una quota sopportabile ad un sistema tecnologico e scientifico notevolmente più avanzato delle analoghe esperienze slovacche e spagnole, rimanendo agganciata ad un sistema energetico leader nel mondo;

l'energia nucleare spagnola e slovacca non raggiungerà mai l'Italia, mentre già oggi l'energia nucleare francese viene consumata in Italia, e quindi questa nuova energia a buon prezzo avrebbe avuto un benefico effetto sulla nostra economia che riscontra i prezzi elettrici più alti in Europa;

la nuova energia dall'estero avrebbe contribuito a ridurre il potere monopolistico che oggi sta esercitando l'obsoleta ed inefficiente produzione nazionale enel, alla quale il Governo si appresterebbe, appoggiando tale monopolio, addirittura a distribuire contributi, pagati dagli italiani, come riportato dal Fatto Quotidiano del 1o dicembre 2012;

l'Italia, con tale nuova energia, avrebbe diversificato l'importazione di elettricità che sicuramente nei prossimi anni continuerà ad essere superiore (almeno 5.000 megawatt) alla quota di partecipazione del nuovo nucleare francese che era prevista in 1.200 megawatt, per poter continuare ad ottenere energia a buon prezzo rispetto a quella troppo costosa prodotta in Italia e quindi aiutare l'industria di base nazionale e mantenere posti di lavoro;

in tutti i casi questa energia, che sarebbe stata garantita per almeno trent'anni, sarebbe costata meno della metà di quello che costa in Italia, rappresentando una ottima diversificazione;

non risulta tuttora presentato ufficialmente il nuovo piano energetico nazionale che avrebbe dovuto finalmente far chiarezza su queste delicate questioni di lunghissimo termine visto che queste centrali durano come minimo trent'anni;

il costo dell'energia in Italia è uno dei più cari nel mondo;

a fronte delle dichiarazioni rese dal Ministro dello sviluppo economico alla Camera il 5 dicembre 2012, in cui si afferma: «Nel breve termine non vediamo la necessità di sviluppare la capacità produttiva» e si annuncia, «data la forte sovra capacità produttiva e le attuali condizioni di mercato, una riduzione della capacità di generazione termoelettrica, con ristrutturazione e ridimensionamento del parco elettrico», e si rileva che «a fronte di una potenza installata pari a 120 gigawatt, il consumo supera di poco la metà», la logica di mercato in un Paese liberale vorrebbe che a una flessione della domanda corrispondesse una diminuzione del prezzo, cosa che in Italia non avviene per il mercato elettrico, anzi accade il contrario, come in un tipico sistema monopolista;

la partecipazione di Enel all'iniziativa nucleare francese avrebbe generato della marginalità favorevole rispetto al costo dell'energia sul libero mercato;

la diminuzione dei consumi in Italia conseguente alla progressiva deindustrializzazione è certo dovuta alla crisi strutturale e finanziaria in corso, ma anche all'impraticabilità delle forniture energetiche totalmente fuori mercato per i costi, tali da rappresentare un pesante fattore penalizzante del sistema industriale italiano;

le scelte di incentivazione delle rinnovabili secondo l'interrogante assume, in particolare sul fotovoltaico, hanno causato vertiginosi aumenti tariffari a fronte di picchi di energia non gestibili e a costi proibitivi -:

se tale decisione sia o no corrispondente alle previsioni del piano energetico nazionale in corso di definizione;

se il Governo sia stato informato preventivamente di tale decisione ed abbia provato a valutare di sostituire Enel nel progetto proposto dalla Francia con altre istituzioni, al fine di non perdere l'offerta dello stato francese, che ha voluto coinvolgere, solo in quota per rendere economicamente sopportabile la partecipazione, lo Stato italiano in un settore tecnologico notevolmente avanzato, permettendo di poter usufruire di tale energia a buon prezzo in Italia;

se il Governo abbia o no assentito preventivamente a tale decisione;

se non ritenga di dover intervenire sulla ratio di tale decisione anche al fine di aiutare la nostra industria di base che ha fame di energia a buon prezzo, in quanto la improvvisa e non meditata decisione dell'Enel, unita alla sua carente gestione, a parere dell'interrogante, non è coerente con le esigenze della nostra nazione, in quanto è evidente che con le sue scelte nucleari intenda di perseguire solo mire da multinazionale privata, producendo, con questi errori strategici, gravi danni al sistema economico nazionale e minandone le possibilità di ripresa con il mantenimento di prezzi elettrici impossibili da sostenere.(3-02648)