BINETTI, CALGARO, NUNZIO FRANCESCO TESTA, DE POLI e ANNA TERESA FORMISANO. -
Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
sono sette gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) ancora aperti: Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere (Mantova), Napoli e Aversa; dovrebbero chiudere il 31 marzo 2013, dopo che una recente Commissione d'inchiesta ha decretato non solo l'assoluta mancanza di adeguate iniziative di carattere terapeutico e riabilitativo, ma anche l'oggettivo squallore in cui vivono per la sporcizia che li circonda e che spesso si estende anche alle persone in condizioni di effettivo abbandono;
la mancanza di risorse di ogni tipo sembra riservare a queste persone un destino assai peggiore di quello, pur pesante, che riguarda le persone in carcere. In questi mesi che avrebbero dovuto precedere la chiusura di queste strutture erano state ipotizzate tre diverse tipologie di soluzione a seconda dei casi: dal reinserimento in famiglia alla collocazione in strutture tipo casa-famiglia, fino al trasferimento in appositi reparti presso le carceri in grado di accoglierli;
sono 1400 e un terzo di loro avrebbe potuto essere già dimesso: si tratta di 445 persone per un complessivo 31,7 per cento. Ma solo 160 persone sono tornate in famiglia, mentre per 261 di loro è scattato il meccanismo della proroga: a Barcellona Pozzo di Gotto per 74 persone c'è stata l'ennesima proroga, ad Aversa per 44; viceversa Castiglione delle Stiviere, l'ospedale che ne ha dimessi di più, ne ha dimessi 40. Ogni persona ha una storia diversa, ha commesso un reato di diversa gravità. Ma soprattutto ha alle spalle una famiglia più o meno in grado di accoglierla;
in ogni caso per 1000 persone non sussistono le condizioni di una dimissione e l'ipotesi di trasferirle nelle attuali carceri già caratterizzate da un eccessivo sovraffollamento desta notevoli perplessità e non poche preoccupazioni per loro, per gli altri detenuti e per tutte le loro famiglie;
il Ministro Balduzzi questa volta ha agito con tempestività, non solo provvedendo allo stanziamento di 174 milioni di euro (117 per questo anno e 57 per il 2013), ma definendone anche il piano di ripartizione, che, oltre alle spese di realizzazione e di riconversione delle strutture, prevede 38 milioni di euro per il personale nel 2012 e 55 milioni di euro per il 2013;
eppure a meno di un mese dalla fine del 2012 nulla è stato ancora speso per questa grande operazione di civiltà e sembra proprio che i fondi non spesi possano andare persi, confermando ancora una volta queste strutture come luoghi di tortura, per dirla con parole del Consiglio d'Europa. La vera tortura, a giudizio degli interroganti, in questo momento sembra l'indifferenza di una burocrazia che non ha neppure saputo approfittare della fortunata coincidenza presenza effettiva degli stanziamenti ad hoc -:
quali urgenti iniziative intenda attuare il Governo per evitare che si crei la sciagurata circostanza sopracitata, che perpetuerebbe uno stato di sofferenza davvero eccessivo per tante persone che per altro hanno già scontato la loro pena ma non sanno dove andare e cosa intenda fare, o meglio cosa stia facendo, per accogliere questi nuovi 1000 carcerati che hanno bisogno di cure psichiatriche e di un piano di riabilitazione ad hoc, in un contesto che sembra esplodere ogni giorno di più, per sovrappopolazione e per carenza di risorse. (3-02635)