ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02614

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 719 del 15/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: GALLI DANIELE
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 15/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02614
presentata da
DANIELE GALLI
mercoledì 3 ottobre 2012, seduta n.696

GALLI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
la RAI Radio Televisione Italiana - società per azioni partecipata quasi interamente dal Ministero dell'economia e delle finanze (circa il 99,56 per cento) e concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo - è una delle più grandi aziende di comunicazione d'Europa e rappresenta il quinto gruppo televisivo del continente;
la natura di servizio pubblico che essa essenzialmente svolge presuppone che si debba coniugare al meglio lo scopo puramente economico dell'utile di esercizio con quello - di preminente interesse generale - di fornire agli utenti, tra l'altro assoggettati al pagamento di un canone obbligatorio, un servizio di informazione il più aderente a criteri di modernità, di completezza e di pluralismo oltre che volto ad ampliare la partecipazione dei cittadini e a concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese in conformità ai principi sanciti dalla Costituzione;
con determinazione n. 72 del 2012 la Corte dei conti in sezione del controllo sugli enti, nell'adunanza del 17 luglio 2012 riferisce alle Presidenze delle due Camere del Parlamento il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società per l'esercizio 2010, in cui si legge «ritenuto che dall'analisi del bilancio e della documentazione acquisita della Società è emerso che:
1. il conto economico chiude con una perdita di 128,4 milioni di euro, in peggioramento rispetto all'esercizio precedente;
2. il patrimonio netto evidenzia una riduzione complessiva del 25 per cento rispetto all'esercizio 2009;
3. il conto economico consolidato espone un risultato negativo per 98,2 milioni di euro;
4. anche per il 2010 l'evasione dal pagamento del canone di abbonamento è stata elevata (26,7 per cento per il canone ordinario e 60 per cento per il canone speciale);
5. non sono state introdotte misure volte ad arginare il fenomeno;
6. il ricavo derivante dalla pubblicità ha evidenziato consistente flessione rispetto agli esercizi pregressi (circa 200 milioni di euro in meno rispetto al 2007);
7. il contenimento dei costi della produzione non è apparso adeguato in relazione alla situazione economico-finanziaria della Società;
nonostante la pessima situazione di bilancio, il monito della Corte dei conti e le previsioni di bilancio per l'anno in corso che attesterebbero le perdite a circa 200 milioni di euro, la RAI continua a elargire compensi ai propri conduttori a dir poco spropositati, di cui i seguenti vogliono essere solo un mero esempio: Fabio Fazio 2 milioni di euro (in esclusiva, al lordo per tre anni), la Littizzetto 1 milione e 800 mila (per due anni, in esclusiva), Antonella Clerici 1 milione e 800 mila, Milly Carlucci 1 milione e 200 mila euro, Pippo Baudo 900 mila euro, Giletti 600 mila euro, 300 mila euro la Balivo, Veronica Maya e Elisa Isoardi per finire con Giovanni Floris che guadagna 500 mila euro (dati consultabili in diversi siti on line anche di testate di informazione pubblica) ed il presidente percepisce 336.000 euro l'anno, mentre il direttore generale 650.000 in tre anni;
tali «investimenti» in anchormen e women non ha altrettanto ritorno in share ascolti, come anche evidenziato da numerose rilevazioni e dalle dichiarazioni di Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità di garanzia nelle comunicazioni nel mese di maggio 2012; «le reti generaliste Rai detengono il 38,3 per cento dello share»;
una sana strategia aziendale imporrebbe una revisione dei costi ed un progetto di miglioramento del servizio pubblico, mentre insistenti voci di corridoio in ambienti limitrofi a RAI riferiscono dell'intenzione dell'azienda di ripianare il disavanzo di bilancio attraverso l'imposizione di aumenti tariffari in bolletta sul consumo di energia, in particolare energia elettrica, come è anche prassi consolidata per altre società, quali GSE, TERNA, SOGIN, il ricorrere ad aumenti della componente A3 della bolletta per provvedere a proprie esigenze finanziarie a prescindere dalla oculata gestione;
il costo dell'energia elettrica grava sugli italiani di un consistente 30 per cento in più rispetto alla media europea, e non va sottaciuto come tra le prime cinque cause dei mancati investimenti in Italia vi sia un troppo gravoso costo dell'energia;
il caricare sulle spalle, già provate dalla crisi attuale, di cittadini e imprese anche il peso delle perdite di un'azienda come RAI, senza che questa abbia fatto nulla per ridurre gli esagerati costi richiamati più sopra, né abbia intrapreso azioni idonee a recuperare la massa di canoni insoluti, come evidenziato dalla Corte dei conti, né sostanzialmente migliorato il servizio, come dimostra il calo di spot pubblicitari e dello share è ad avviso degli interroganti non solo ingiusto e scorretto, ma è anche e soprattutto indice di un malcostume che pone i cittadini in uno stato di sudditanza intollerabile, senza difesa dal dover essere costretti, loro malgrado, a dover pagare le mancanze e mantenere i privilegi di una serie di società che appaiono dedite alla propria autoconservazione (e a quella del proprio entourage «artistico culturale») senza che vi siano corrispondenti benefici per la comunità;
non solo, Enel risulta essere un assiduo acquirente ai spazi pubblicitari RAI, ponendosi quindi nella posizioni di cliente dell'azienda, e una sua eventuale parte da protagonista nell'aumentare le proprie bollette di fornitura al fine di ripianare i debiti RAI pone una preoccupante legittima suspicione in merito ai rapporti tra le due aziende -:
se il Ministro, peraltro azionista di amplissima maggioranza della RAI non ritenga di chiarire se il Governo abbia intenzione di assumere iniziative per ripianare le perdite RAI attraverso un aumento di alcune voci tariffarie nelle bollette energetiche, o di qualsiasi altra natura, a carico degli italiani o intende escludere totalmente tale soluzione come praticabile anche in futuro;
quali, iniziative intenda assumere al fine di ottenere il rispetto di quanto esposto dalla Corte dei conti in premessa, introducendo azioni idonee ad arginare il fenomeno dell'evasione del canone e a contenere il costo della produzione adeguandolo alla situazione economico-finanziaria;
se non si ritenga di approfondire nel caso tale meccanismo di ripianamento delle perdite RAI fosse realmente allo studio, dati i rapporti Enel - cliente/RAI - fornitore, se esso non possa integrare gli estremi di aiuto di azienda di Stato in favore di altra azienda di Stato. (3-02614)