CARDINALE, BURTONE, CAPODICASA, ANTONINO RUSSO, SIRAGUSA e GENOVESE. -
Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per la coesione territoriale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
il recente orientamento della Commissione Europea sugli «aiuti di Stato» - a seguito della sentenza emessa il 24 marzo 2011 dalla Corte di giustizia europea (2011/C 145/38) «Aeroporto di Lipsia» - desta enorme preoccupazione per il fatto che numerose procedure per la costruzione e gestione di infrastrutture del nostro Paese, per la loro stessa tipologia, sono sotto il vaglio della Commissione;
la realizzazione di infrastrutture - e in particolare di quelle già previste con specifica individuazione nei programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali - sarebbero di grande ausilio per il superamento dell'attuale stato di crisi in cui versa il Paese;
secondo l'attuale indirizzo della Commissione europea, il finanziamento di porti, aeroporti, interporti, stadi, impianti di trattamento rifiuti, infrastrutture di ricerca, energetiche e relative alla banda larga, sarebbe da inquadrarsi come aiuto di Stato;
ai sensi dell'articolo 87, n. 1, CE, per qualificare un provvedimento come aiuto è necessario che tutti i presupposti previsti da tale disposizione siano soddisfatti: (i) deve trattarsi di un intervento dello Stato o effettuato mediante risorse statali, (ii) tale intervento deve poter incidere sugli scambi tra gli Stati membri, (iii) deve concedere un vantaggio al suo beneficiario favorendo talune imprese o talune produzioni, (iv) deve falsare o minacciare di falsare la concorrenza;
la nozione di impresa, nel contesto del diritto della concorrenza, comprende ogni entità che svolge un'attività economica, indipendentemente dallo statuto giuridico di tale entità e dalle sue modalità di finanziamento;
essendo talune infrastrutture gestite da soggetti terzi, a fronte del pagamento di un canone, si ritiene che il soggetto che percepisca il canone svolga attività economica, indipendentemente dalla natura pubblica del soggetto stesso (esempio: autorità portuali);
in presenza di aiuti di Stato, lo strumento ordinario per ottenere l'autorizzazione da parte della Commissione europea è quello della «notifica preventiva dell'aiuto»;
la quantità di notifiche inviate dagli Stati a Bruxelles rischia di rallentare ulteriormente le procedure per la realizzazione delle infrastrutture, non disponendo la Commissione europea di risorse necessarie a garantire decisioni in tempi ragionevoli;
in particolare, la regione Sicilia - con riguardo ai grandi progetti relativi agli interporti di Termini Imerese e Catania, al porto Hub di Augusta, ad alcune infrastrutture aeroportuali per interventi di safety e security, eccetera - dovrà inviare «notifica preventiva dell'aiuto»;
è di tutta evidenza che l'obbiettivo della Commissione europea è quello di analizzare preventivamente i progetti infrastrutturali, al fine di verificare se la realizzazione dell'infrastruttura comporti, a valle, l'esercizio di un'attività economica;
nelle more della preannunciata «modernizzazione» della politica in materia di aiuti di Stato, con una iniziativa strategica da parte della Commissione europea per la razionalizzazione delle regole esistenti, l'attuale sistema normativo appare complesso ed incerto;
una check-list della Commissione europea - onde identificare celermente le tipologie di investimento che costituissero aiuti di Stato e creare una corsia preferenziale per gli investimenti dei programmi operativi regionali e del P.O.N 2007-2013 - avrebbe già dovuto vedere la luce nei mesi scorsi;
numerose opere - soprattutto quelle finanziate nella programmazione 2007-2013 dal PON «Reti e mobilità» del Ministero delle infrastrutture e trasporti e, per ciò che concerne la Sicilia, dal programma operativo FESR - risultano di fatto bloccate;
l'utilizzo delle risorse del programma operativo FESR Sicilia 2007-2013 nel settore delle infrastrutture ha registrato un altro significativo arresto a causa dell'adozione delle delibere CIPE 79/2010 e n. 1/2011, finalizzate alla riprogrammazione finanziaria ma che hanno - di fatto - reso impossibile l'aggiornamento degli accordi di programma quadro anche mediante l'introduzione di nuovi interventi (in alcuni casi già cantierabili e rispondenti ai criteri dello stesso programma operativo FESR Sicilia 2007/2013) -:
se non ritengano urgente:
a) adoperarsi nei confronti della Commissione europea per ottenere una check-list onde poter effettuare celermente lo screening delle opere da sottoporre eventualmente a notifica di aiuto di Stato;
b) interloquire con la Commissione europea per semplificare le procedure ed avere certezza sulla tempistica di esame dei progetti;
c) assicurare un adeguato e competente supporto per l'accelerazione delle procedure di notifica, avendo particolare attenzione per le regioni impegnate nell'attuazione dei programmi cofinanziati con fondi comunitari;
d) impegnarsi per altre significative iniziative da assumere per rimuovere i vincoli derivanti dalle delibere CIPE 79/2010 e 11/2011. (3-02344)