ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02331

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 649 del 13/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: TASSONE MARIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 13/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/06/2012
D'IPPOLITO VITALE IDA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 13/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02331
presentata da
MARIO TASSONE
mercoledì 13 giugno 2012, seduta n.649

TASSONE, OCCHIUTO e D'IPPOLITO VITALE. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

i lavoratori dello stabilimento industriale della Italcementi di Vibo Marina che vivono da mesi una situazione molto preoccupante, nei giorni scorsi hanno dato vita ad un lungo corteo per ribadire con forza e determinazione il loro no alla messa in mobilità ed al futuro licenziamento collettivo;

la fabbrica, infatti, chiuderà al termine del secondo trimestre di quest'anno, secondo quanto deciso dal gruppo Italcementi di Bergamo. La chiusura dello stabilimento è stata certificata di recente in una lettera consegnata ai dipendenti dell'impianto vibonese;

l'iniziativa è stata promossa e organizzata dalle rappresentanze sindacali unitarie della stessa cementeria e dalle organizzazioni sindacali del Vibonese. I lavoratori del cementificio di Vibo Marina protestano e non intendono smettere, dunque, continueranno ad occupare lo stabilimento fino a quando l'azienda non farà un passo indietro;

la vertenza occupazionale che ha colpito il vibonese ha ripercussioni profonde sull'intera economia locale che rischia di trascinare dietro di sé diversi settori. Ci sono state reazioni di ferma e dura condanna per la decisione dell'azienda, leader in Italia nella produzione del cemento e del calcestruzzo, di procedere in autunno allo smantellamento dell'impianto industriale di Vibo Marina;

è un duro colpo per l'intera comunità vibonese anche perché l'Italcementi nasce nel 1944, anche se l'inizio dei lavori di costruzione dell'azienda è databile al 1939, quando la società italiana per la produzione di calce e cementi di Segni, costituita nel 1921 su iniziativa dell'ingegner Leopoldo Parodi Delfino, inizia la costruzione dello stabilimento con il dichiarato intento di «promuovere l'industrializzazione delle aree meridionali»;

dopo 73 anni Vibo Marina rischia di ritrovarsi al punto di partenza, con possibili conseguenze anche sugli altri comparti produttivi del «piccolo» polo industriale che si sviluppa intorno agli anni Sessanta, all'ombra della cementeria e che rappresenta l'ossatura della classe operaia vibonese;

questa struttura ha rappresentato un polo, un tessuto importante nell'industrializzazione dell'area vibonese, ed è stata un forte richiamo per l'economia e per una realtà che era stata ed è continuamente avvilita, mortificata e umiliata nelle sue aspirazioni più vere e più profonde di sviluppo economico;

si tratta di circa 82 dipendenti dello stabilimento che perderanno il posto di lavoro, ma anche di circa 400 lavoratori impiegati nell'indotto che saranno a breve accomunati dal drammatico destino che ha colpito i colleghi siciliani dello stabilimento di Porto Empedocle -:

se non ritengano opportuno avviare un tavolo tecnico con le istituzioni nazionali e locali interessate, finalizzato ad attivare la produzione attraverso investimenti futuri e a garantire i posti di lavoro oggi in essere nell'azienda vibonese.
(3-02331)