ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01255

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 375 del 29/09/2010
Firmatari
Primo firmatario: DELLA VEDOVA BENEDETTO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Data firma: 29/09/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 29/09/2010
Stato iter:
30/09/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/09/2010
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2010
Resoconto GALAN GIANCARLO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 30/09/2010
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/09/2010

SVOLTO IL 30/09/2010

CONCLUSO IL 30/09/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01255
presentata da
BENEDETTO DELLA VEDOVA
mercoledì 29 settembre 2010, seduta n.375

DELLA VEDOVA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 19 gennaio 2005 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare («Prescrizioni per la valutazione del rischio per l'agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agro-alimentare, relativamente alle attività di rilascio deliberato nell'ambiente di OGM per qualsiasi fine diverso dall'immissione sul mercato», pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 marzo 2005) definisce i criteri per la valutazione dei rischi per l'agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agro-alimentare, derivanti dall'immissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, a fini di ricerca e sperimentazione;

su questa base, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, avrebbe dovuto definire con proprio decreto i protocolli operativi per la gestione del rischio delle singole specie geneticamente modificate, acquisito il parere di un comitato tecnico di coordinamento, composto da rappresentanti ministeriali e da rappresentanti delle regioni e delle province autonome designati dalla conferenza Stato-regioni;

in data 20 novembre 2008 il comitato tecnico di coordinamento ha espresso parere favorevole allo schema di nove protocolli tecnico-operativi, relativi ad altrettante colture geneticamente modificate (actinidia, agrumi, ciliegio dolce, fragola, mais, melanzana, olivo, pomodoro, vite);

nel frattempo, nelle more di un procedimento la cui lunghezza ha scontato pregiudizi ideologici e ostacoli burocratici, alcune regioni hanno provveduto ad individuare i siti utilizzabili per la sperimentazione, valutando concretamente l'applicabilità dei protocolli definiti dal comitato tecnico;

un anno e mezzo dopo le conclusioni del comitato tecnico, l'allora Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, rispondendo all'interrogazione n. 4-04893, che chiedeva conto dei ritardi nell'emanazione del decreto relativo ai protocolli operativi, ha giustificato la mancata adozione del provvedimento sulla base di una perplessità della conferenza permanente Stato, regioni e province autonome a proposito del protocollo relativo al solo mais e, più in generale, senza far riferimento ad alcun rischio di contaminazione scientificamente dimostrato, ha sostenuto che il ritardato avvio delle sperimentazioni avrebbe garantito «il diritto del sistema agro-alimentare italiano di essere esente dal transgenico»; d'altra parte le stesse linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, affidate ad un tavolo tecnico interregionale, non erano ancora state perfezionate, perché «subordinate ad una approvazione politica dei contenuti»;

se questo uso politico e irrazionale del principio di precauzione venisse esteso ad ogni forma di sperimentazione scientifica, il nostro Paese uscirebbe nel giro di pochi anni dal novero dei Paesi avanzati;

il perdurare del vuoto regolatorio rispetto alla coltivazione ed alla sperimentazione di sementi geneticamente modificate inibisce lo sviluppo in Italia di un importante filone di ricerca scientifica, su cui fino a una decina di anni fa l'Italia era all'avanguardia -:
se non ritenga di dovere emanare, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il decreto ministeriale sui protocolli tecnici operativi relativi alle seguenti colture geneticamente modificate: actinidia, agrumi, ciliegio dolce, fragola, mais, melanzana, olivo, pomodoro, vite, approvate dal comitato tecnico di coordinamento in data 20 novembre 2008, e se non ritenga di dovere inaugurare un approccio diverso rispetto a quello del suo predecessore sul tema della sperimentazione delle colture geneticamente modificate, considerando che il progresso scientifico sottopone all'attenzione dei ricercatori - purtroppo fuori dall'Italia - sempre nuove specie da studiare e sperimentare in campo aperto.(3-01255)