ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01785

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 734 del 13/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: MOFFA SILVANO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, INTESA POPOLARE)
Data firma: 13/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOTI ANTONINO POPOLO DELLA LIBERTA' 13/12/2012
FONTANA VINCENZO ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA' 13/12/2012
MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, INTESA POPOLARE) 13/12/2012
D'ANNA VINCENZO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, INTESA POPOLARE) 13/12/2012
POLIDORI CATIA POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, INTESA POPOLARE) 13/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 13/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01785
presentata da
SILVANO MOFFA
giovedì 13 dicembre 2012, seduta n.734

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

il decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2008, n. 166, «recante disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi», introdotto dal precedente Governo Berlusconi in coerenza con gli obiettivi di politica economica e industriale prefissati, ha consentito la ristrutturazione di grandi imprese in crisi non solo finanziaria ma anche di tipo industriale, individuando una specifica disciplina per le grandi imprese operanti nei settori dei servizi pubblici essenziali, volta a garantire la continuità nella prestazione di tali servizi;

all'interno del medesimo provvedimento legislativo sono state introdotte numerose disposizioni finalizzate a rilanciare la società Alitalia, garantendone la continuità aziendale, in considerazione del preminente interesse pubblico dettato dalla necessità di assicurare il servizio di trasporto aereo di passeggeri e merci in Italia, in particolare nei collegamenti con le aree del Mezzogiorno e in quelle periferiche;

l'intervento di salvataggio nei riguardi della principale compagnia di navigazione aerea italiana, avvenuto a distanza di oltre quattro anni, rientrava, pertanto, all'interno di una strategia prioritaria del medesimo Governo, per accrescere i livelli di competitività del sistema-Paese, con il convincimento che l'intero sistema aeroportuale rappresentava, come lo è tuttora, uno dei fattori essenziali per uscire dalla crisi economica e favorire al contempo lo sviluppo del commercio, del turismo, dei servizi, oltre che la tutela e la salvaguardia occupazionale dei dipendenti che operano nell'ambito del settore del trasporto aereo civile;

il citato decreto-legge n. 134 del 2008, che ha introdotto apposite modifiche al decreto-legge n. 347 del 2003 (cosiddetta legge Marzano), in materia di ristrutturazione industriale di grandi imprese in crisi, era stato previsto a seguito delle precedenti decretazioni d'urgenza n. 80 e n. 97 del 2008, che hanno disposto rispettivamente: l'erogazione di un prestito a breve termine di 300 milioni di euro, da utilizzare per coprire le perdite di Alitalia, nonché per la salvaguardia degli interessi pubblici di particolare rilevanza, rivolti proprio alla medesima compagnia aerea, in deroga a quanto disposto dalla vigente normativa;

a seguito dell'entrata in vigore del suddetto decreto-legge n. 134 del 2008, che ha previsto la cessione di Alitalia alla Compagnia Aerea Italiana - Cai, nell'ambito di un percorso di privatizzazione connesso alla crisi finanziaria della compagnia di bandiera, i primi anni di attività della nuova Alitalia-Cai (2009-2010) sono stati contraddistinti da risultati nel complesso soddisfacenti, sia con riferimento ad una particolare attenzione per la politica tariffaria, che nei riguardi della qualità e puntualità del servizio, nonché dalla necessità di aumentare il tasso di riempimento degli aerei, tuttora piuttosto ridotto;

il piano industriale e le azioni d'intervento per il rilancio di Alitalia-Cai, nel corso della fase d'avvio del subentro della nuova compagine societaria, erano quindi posizionate verso un mercato diversificato rispetto a quello tradizionalmente perseguito in precedenza dalla compagnia aerea italiana;

gli interpellanti rilevano tuttavia come, a distanza di pochi anni dal salvataggio finanziario, la situazione della nuova Alitalia-Cai sia ritornata nel complesso a livelli estremamente critici e difficili, sia nell'ambito delle condizioni finanziarie, tornate ad essere nuovamente allarmanti, che per la qualità dei servizi offerti ai viaggiatori, con particolare riguardo alla continuità territoriale e alle limitazioni offerte nei confronti dei viaggiatori, residenti all'interno di regioni caratterizzate da particolari elementi distintivi che le differenziano dal resto dell'Italia;

le numerose riduzioni di rotte interne avvenute negli ultimi due anni, nei confronti delle principali regioni del Mezzogiorno e dei collegamenti settimanali con le maggiori città meridionali, confermano a giudizio degli interpellanti, come siano ritornate scarsamente competitive le proposte di offerta da parte di Alitalia-Cai, rispetto ad altre compagnie di trasporto aereo e a quelle low cost in particolare;

il calo dei dati del traffico aereo e del flusso dei passeggeri che si registrano ad esempio per l'aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria, negli ultimi mesi pari a -12,7 per cento, a causa di riduzioni delle frequenze delle rotte, decise dalla suddetta compagnia aerea, che si segnalano essere un numero di diverse decine tra il 2011 e il 2012, oltre a determinare evidenti disparità di trattamento della qualità dell'offerta proposta, rispetto a rotte verso altre aree regionali del Centro-nord, contribuiscono a diminuire in modo notevole le opportunità di attrazione di flussi turistici per la Calabria, riducendo lo sviluppo e la competitività del sistema regionale;

i continui aumenti delle tariffe causati sia dall'aumento del costo del petrolio e conseguenti anche alla crisi economica, che tuttavia, a giudizio degli interpellanti, non rappresentano una valida giustificazione o attenuante delle inefficienze che attualmente si riscontrano da parte della nuova compagnia aerea Alitalia-Cai, contribuiscono altresì ad alimentare i livelli di insoddisfazione degli utenti, accresciuti inoltre dalla insufficiente funzionalità dei servizi resi ai viaggiatori e dai persistenti ritardi di arrivi e partenze, nonostante Alitalia-Cai operi di fatto, a parere degli interpellanti, in un regime di incontrollato monopolio;

fra i principali elementi distorsivi delle regole di mercato che tuttora caratterizzano negativamente il comparto aereo e che determinano squilibri che alterano la concorrenza e il libero mercato, gli interpellanti rilevano infatti come in Italia permangano condizioni di evidenti criticità nell'ambito della disciplina dei servizi di trasporto, che non giustificano i comportamenti di società come ad esempio Alitalia-Cai, né in termini di spostamento (di una parte sostanziale del servizio di trasporto aereo a quello ferroviario), né soprattutto di effettiva riduzione delle tariffe, tali da produrre effettivi benefici per i passeggeri;

l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, a tal proposito, ha infatti imposto il 25 ottobre 2012 alla predetta compagnia aerea, di cedere gli slot su determinate tratte aeree, ribadendo il principio secondo cui occorra ampliare ad altri vettori aerei, in particolare quelli low cost, lo spazio di assegnazione;

il provvedimento dell'autorità Antitrust, sebbene in attesa di giudizio da parte del Consiglio di Stato, a seguito del ricorso effettuato da Alitalia-Cai, conferma, a giudizio degli interpellanti, a prescindere dall'esito del sentenza amministrativa, la necessità di definire in tempi rapidi l'avvio di un concreto processo di liberalizzazione di tutte quelle rotte che Alitalia non è in grado di sostenere, come precedentemente evidenziato, a seguito della riduzione delle tratte verso il Mezzogiorno ed in particolare nei riguardi della Calabria, a cui si affianca una politica dei prezzi da parte della stessa compagnia aerea, evidentemente penalizzante;

gli interpellanti giudicano, inoltre, incomprensibili le scelte aziendali di Alitalia-Cai di ridurre in modo drastico il numero dei voli nei riguardi dello scalo reggino, le cui conseguenze rischiano di infliggere un colpo definitivo ai tentativi di rilancio e di sviluppo dello scalo aeroportuale dello Stretto;

nel presente periodo, in particolare, in cui gli spostamenti aerei avvengono con maggiore intensità in considerazione dell'elevato numero di studenti e lavoratori che svolgono la propria attività in altre regioni e che rientrano per trascorrere le ferie natalizie, la decisione di ridurre o addirittura sopprimere una serie di voli per Reggio Calabria, conferma, a giudizio degli interpellanti, la scarsa attenzione da parte della più importante azienda di trasporto aereo italiana, nei confronti del Mezzogiorno e più specificatamente dell'intera regione calabrese;

appare pertanto evidente come la suesposta decisione, a parere degli interpellanti, si inserisca in un più ampio contesto dell'isolamento della Calabria sul terreno della mobilità e del trasporto collettivo, che coinvolge un drastico ridimensionamento delle tratte che riguardano non solo il trasporto aereo, ma anche ferroviario, se si valuta che la riduzione del numero dei collegamenti dei treni ha provocato nel 2012 una diminuzione di 2 milioni circa di passeggeri dalla Calabria verso il Centro-nord e viceversa e la cancellazione dei voli di Alitalia-Cai, ha determinato una riduzione di centinaia di migliaia di viaggiatori;

in considerazione di quanto esposto, gli interpellanti rilevano come la compagnia aerea non solo stia determinando un grave danno al diritto alla mobilità nonché l'emarginazione sociale ed economica della Calabria, ma rischi di produrre un'ulteriore contrazione occupazionale, con inevitabili tensioni sociali per l'intera area regionale;

necessitano in definitiva interventi urgenti e prioritari nei riguardi di Alitalia-Cai, affinché riveda l'intera strategia aziendale per le rotte da e verso la Calabria, attraverso il ripristino del numero dei collegamenti pesantemente ridimensionato nel corso degli ultimi due anni, unitamente ad una rivisitazione delle tariffe i cui costi sono diventati esorbitanti ed esageratamente elevati -:

quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;

se si intendano attuare, in coerenza con le disposizioni comunitarie, interventi rapidi volti a consentire maggiori liberalizzazioni degli slot nei riguardi degli scali aeroportuali nazionali ed in particolare verso quelle regioni del Mezzogiorno per le quali dovrebbe essere garantita la continuità territoriale per un principio di equità del diritto della mobilità, i cui elementi ostativi derivano principalmente dal perpetuarsi di politiche di dismissione messe in atto da Alitalia-Cai, che ha diretto nel 2012, la propria azione, concentrandosi solo verso una parte del Paese, determinando una graduale e costante riduzione del numero di tratte di percorrenza, in particolare verso la Calabria;

se non convengano altresì che, le politiche tariffarie e di traffico, in base al regime di liberalizzazioni di cui al regolamento (CE) n. 1008/2008, che ha sancito la facoltà per gli operatori comunitari titolari di licenza di trasporto aereo sia di scegliere liberamente le rotte sulle quali operare in ambito comunitario, sia di fissare le tariffe aeree per il trasporto di passeggeri e merci, siano evidentemente disattese stante l'attuale situazione nel nostro Paese;

se non ritengano conseguentemente opportuno, per quanto di competenza, intervenire nei confronti di Alitalia-Cai affinché la medesima compagnia aerea riveda il piano aziendale con specifico riferimento alla riduzione delle rotte aeree verso la Calabria e al ripristino dei collegamenti inizialmente previsti;

quali iniziative inoltre, intendano intraprendere per quanto di competenza, nei riguardi di Alitalia-Cai, affinché la medesima compagnia aerea riesamini le politiche tariffarie evidentemente non competitive anche e soprattutto a causa del persistente regime monopolistico con cui di fatto continua ad operare in particolare per specifiche rotte del Mezzogiorno, che non favoriscono l'ingresso di altri vettori stranieri nel nostro Paese;

se non ritengano opportuno, infine, prevedere un piano di monitoraggio al fine di verificare le conseguenze sul piano occupazionale e dell'indotto, che deriverebbero a seguito della riduzione delle rotte che Alitalia-Cai ha intrapreso, nei riguardi della Calabria, che rientra all'interno di un più ampio piano di dismissione del servizio di trasporto aereo nei confronti della medesima regione e stabilire un quadro generale in termini numerici dei rischi derivanti dal ridimensionamento del servizio di trasporto aereo nel rispetto dei principi del diritto alla mobilità garantiti dall'ordinamento costituzionale.

(2-01785)
«Moffa, Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana, Mottola, D'Anna, Polidori».