ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01699

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 700 del 10/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: MAZZUCA GIANCARLO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 10/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 10/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01699
presentata da
GIANCARLO MAZZUCA
mercoledì 10 ottobre 2012, seduta n.700

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:

in un'area di circa 160 ettari di terreni ex industriali a Porto Marghera, in prossimità di Venezia, lo stilista francese Pierre Cardin intende realizzare, con capitali interamente privati, un intervento edilizio del costo di circa 2,1 miliardi di euro, nell'ambito del quale spicca un grattacielo alto 256 metri, il «Palais Lumiere». La struttura, alta 66 piani, si basa sulla sovrapposizione di più cerchi che uniscono 3 torri, all'interno delle quali sono previsti alberghi, ristoranti, appartamenti di lusso e la sede dell'Accademia della moda voluta da Cardin;

stando al progetto presentato, Palais Lumiere sarà al centro di un'area con circa 35.000 metri quadrati di residenzialità, 25.000 metri quadrati di alberghi e ristoranti, 115.000 metri quadrati destinai a servizi, direzionale e commerciale, 60 ettari di area verde e circa 100.000 metri quadrati di parcheggi. La realizzazione darà lavoro a circa 10.000 persone per la costruzione e a 4.500 lavoratori una volta costruito il complesso, cui si aggiungono circa 2.500 lavoratori dell'indotto;

inoltre, nella cifra complessiva, a fianco dei 758 milioni di euro destinati alla realizzazione del «Palazzo di luce» sono previsti 240 milioni di euro per opere di interesse pubblico regionale, in particolare in materia di mobilità, e 475 milioni di euro per opere di riqualificazione ambientale delle aree interessate. Inoltre, l'intervento immobiliare sarà ad «energia zero», sfruttando fotovoltaico, eolico e geotermico. Altro punto di vanto del progetto è che non appesantirà il tessuto urbano, perché non sarà aumentata la cubatura della zona e anzi, la verticalità della costruzione permetterà di lasciare a verde circa l'80 per cento dell'area interessata dalla riqualificazione;

nel mese di marzo 2012, dopo un primo assenso del comune di Venezia, la regione Veneto, ha dichiarato la sussistenza dell'interesse regionale per la realizzazione della struttura, in deroga alle procedure urbanistiche ordinarie, ai sensi delle norme sulla programmazione di cui alla legge regionale n. 35 del 2001; anche la provincia ha espresso il suo sostegno all'opera;

il 7 giugno ad appena quindici giorni dalla presentazione del progetto di massima del «Palais Lumiere» agli uffici comunali, la giunta di Venezia espresso il suo assenso alla redazione di un accordo di programma fra il comune e gli investitori; il 23 luglio il consiglio comunale di Venezia, con esecutività immediata, ha dato mandato al sindaco Giorgio Orsoni di avviare la conferenza di servizi, che si è svolta il 26 con risultato favorevole;

l'11 luglio 2012 l'ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) ha espresso parere negativo alla richiesta di deroga all'altezza massima di 145 metri, prevista per tutti gli edifici che si trovano nell'area di 18 chilometri attorno allo scalo, che è sottoposta ai vincoli derivanti al traffico aereo; la torre infatti sorgerebbe a circa 10 chilometri in linea d'aria dall'aeroporto Marco Polo e l'altezza prevista supera di 110 metri quella consentita; tuttavia l'ENAC si è riservata di fornire un parere definitivo dopo la valutazione del risk assessment presentato dai progettisti del Palais Lumiere, con le integrazioni concordate;

altre preoccupazioni riguardano la tenuta del terreno sottostante l'oggetto dell'intervento, che non è stato ancora testato; si tratta delle ex barene su cui nella prima metà del secolo scorso è sorta la zona industriale veneziana. Gli scavi delle immense fondazioni, che secondo gli esperti dovranno scendere almeno 100 metri nel sottosuolo, rischiano di alterare l'equilibrio idrogeologico e delle falde, con il pericolo di subsidenza nelle zone limitrofe, da Venezia al Mose e il rischio di inquinamento delle falde, in un'area, quella di porto Marghera, dove l'inquinamento del suolo è altissimo; gioverà ricordare che la mancata prospezione del suolo nell'area dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo Palazzo del cinema, è costato al comune di Venezia 40 milioni di euro di maggiori spese;

il 2 agosto 2012 il coordinamento associazioni ambientaliste del Lido di Venezia, in una lettera indirizzata alla direzione regionale urbanistica e paesaggio del Veneto ha chiesto di assoggettare la struttura del Palais Lumiere alle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica. Per il coordinamento l'allegato IV testo unico ambientale «progetti sottoposti alla verifica di assoggettabilità di competenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano» individuerebbe «le categorie nelle quali potrebbe ricadere l'intervento: "progetti di riassetto o sviluppo aree urbane all'interno di aree urbane esistenti che interessano superfici superiori a 10 ettari" o "parcheggi di uso pubblico con capacità superiore a 500 posti auto"»;

contemporaneamente si sono levate autorevoli voci contrarie alla realizzazione dell'opera: il professor Settis, ex presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, gli architetti di chiara fama Gregotti e Portoghesi, il professor Miracco, consulente del Ministero per i beni e le attività culturali e l'associazione Italia Nostra hanno espresso perplessità riguardo alla possibilità di inserire un'opera siffatta nel contesto lagunare; in sostanza, a parte i pericoli per la navigazione aerea e i rischi idrogeologici, l'opinione degli studiosi e degli esperti di settore che sono contro il Palazzo Lumiere è che lo skyline di Venezia finirebbe per essere alterato dall'immensa struttura: chi ama veramente Venezia si dovrebbe inchinare a lei e non viceversa; un progetto analogo, per una torre alta circa 400 metri da erigere a S. Pietroburgo è stato spostato di 10 chilometri dal centro storico dopo che l'Unesco ha minacciato di togliere l'antica capitale russa dalla lista dei siti patrimonio dell'umanità, tra cui figura anche la città lagunare;

secondo i progettisti invece, che dichiarano di aver già operato una riduzione rispetto al progetto d'origine da 306 ai 256 metri. Il Palais Lumiere non si vede né dal Lido né da San Marco. Disterebbe circa 12 chilometri dal centro monumentale e 4 dal bordo lagunare, ove peraltro già compaiono ciminiere, una stazione petrolifera e Fincantieri. Gli unici punti della laguna da cui lo si può scorgere sono la punta estrema della Giudecca e Tronchetto. Da questi due luoghi, in prospettiva, il Palais risulterebbe sulla stessa linea nella torre di una fabbrica, solo che invece di emettere fumo nero è trasparente ed ecologico;

il 28 agosto 2012 il Ministro dell'ambiente Clini ha presenziato a Venezia alla presentazione alla stampa del «Palais Lumiere»; in tale sede, e ad avviso dell'interpellante del tutto inopinatamente per il ruolo che riveste, ha espresso il proprio apprezzamento dichiarandosi sicuro dell'approvazione dell'ENAC; a seguito di ciò è stato denunziato per abuso d'ufficio assieme al presidente della regione e al sindaco della città, per le presunte indebite pressioni esercitate sull'ENAC;

autori della denuncia sono Carlo e Marina Ripa Di Meana, in qualità di privati cittadini, ma anche iscritti ad Italia Nostra; Carlo Ripa Di Meana in particolare è stato Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e presidente di Italia Nostra, attualmente è presidente della sezione romana dell'associazione; il procedimento giudiziario instaurato si fonda sulla convinzione che le dichiarazioni alla stampa di autorità pubbliche di massimo livello, riferite ad un fare o non fare spettante ad altra autorità, costituiscono di per sé una indebita pressione e lasciano presagire ben altro tipo di pressione;

l'interpellante esprime la sua perplessità sui comportamenti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sia per l'entusiastica, unilaterale adesione ad un progetto i cui impatti ambientali sono ancora tutti da valutare, sia per la scortese reazione nei confronti degli autorevoli personaggi che (secondo l'interpellante non senza fondamento) l'hanno denunciato;

conclusivamente va osservato che anche i più accesi fautori dell'opera si rendono conto dei suoi impatti, tuttavia sottolineano anche come, nell'attuale situazione economica, il risanamento senza costi per lo Stato di una vasta area degradata e la possibilità di lavoro duraturo per 5.000-7.000 persone siano una occasione da non perdere, soprattutto se si considera che si tratta di un'opera di ingegneria avanzata, che occuperà professionalità, anche artistiche, di primissimo ordine;

l'interpellante pertanto ritiene che sia dovere per i Ministri interpellati intervenire nell'ambito delle proprie competenze, in modo rendere il più sollecite e corrette possibile le decisioni da adottare, che siano in un senso o nell'altro, anche a tutela dell'immagine dell'Italia nel mondo -:

se non ritengano opportuno fornire elementi riguardo i tempi di emissione del parere dell'ENAC, in relazione alla richiesta di deroga sull'altezza dell'edificio denominato «Palais Lumiere»;

se non ritengano opportuno acquisire sul complessivo intervento il parere dell'Ufficio patrimonio mondiale UNESCO, operante presso il Ministero per i beni e le attività culturali:

in che veste siano state rilasciate le dichiarazioni del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 28 agosto alla presentazione alla stampa del «Palais Lumiere» posto che l'interpellante ritiene che esse travalichino il ruolo istituzionale del Ministro medesimo.

(2-01699) «Mazzuca».