ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01670

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 689 del 20/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: VICO LUDOVICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
VENTURA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
RUSSO ANTONINO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
CAPODICASA ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
VACCARO GUGLIELMO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
BOFFA COSTANTINO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
ADINOLFI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
BERRETTA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
FERRANTI DONATELLA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
POMPILI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
CORSINI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
CUPERLO GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
PEPE MARIO (PD) PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
SANTAGATA GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
MIGLIOLI IVANO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/09/2012
Stato iter:
04/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/10/2012
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 04/10/2012
Resoconto VARI MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 04/10/2012
Resoconto LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 04/10/2012

SVOLTO IL 04/10/2012

CONCLUSO IL 04/10/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01670
presentata da
LUDOVICO VICO
giovedì 20 settembre 2012, seduta n.689

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

il progetto «Fabbrica Italia» avviato da Fiat nel 2010 prevedeva 20 miliardi di euro di investimenti e un milione e quattrocento mila auto prodotte in Italia;

secondo tale piano a Mirafiori la produzione doveva essere aumentata di circa 100 mila vetture, a Melfi di 400 mila e a Pomigliano di 250 mila, mentre a Cassino i volumi dovevano essere quadruplicati, alla Sevel dovevano essere prodotti 240 mila veicoli commerciali all'anno, mentre era confermata la chiusura di Termini Imerese;

a Mirafiori nel 2011 la produzione di auto si è fermata a quota 63 mila, dal 2007 al 2011 la produzione di Melfi è scesa da 300 mila a 230 mila automobili, e quella di Cassino da 150 mila a 131 mila, mentre lo stabilimento di Pomigliano l'anno scorso non ha sfornato più di 12 mila macchine;

del progetto «Fabbrica Italia» rimane solo la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese;

la cassa integrazione è ormai arrivata in tutti e quattro i grandi stabilimenti del gruppo Mirafiori, Melfi, Cassino e a Pomigliano, dove pochi mesi fa è uscita la prima nuova Panda, che non vende come sperato e dove la cassa integrazione ha riguardato 2.150 dipendenti tra il 20 e il 31 agosto 2012;

è stato invece posticipato nello stabilimento di Melfi, il lancio di una nuova versione della Punto, nell'attesa di una ripresa del mercato che per ora sembra molto lontana, dove lavorano 5.300 dipendenti, e la cassa integrazione ha già colpito a «macchia di leopardo», a seconda dell'andamento degli ordini, così come a Cassino, la fabbrica che produce Lancia Delta, Fiat Bravo e Alfa Giulietta;

l'unico stabilimento dove il lavoro viaggia a ritmi regolari è Sevel che produce veicoli commerciali vicino a Chieti;

dei 190 mila dipendenti del gruppo sparsi nel mondo, 25 mila sono gli operai occupati nei quattro stabilimenti italiani (Mirafiori, Cassino, Pomigliano e Melfi);

a livello mondiale il mercato delle auto non è in crisi, nel primo semestre 2012 sono stati venduti sul pianeta 40 milioni e 466 mila auto, il 6,7 per cento in più dello stesso periodo del 2011, che pure era stato un anno record; i costruttori europei che si sono attrezzati prima per essere presenti su quei mercati hanno retto meglio la crisi, la Fiat, da parte sua, si è limitata al solo insediamento in Brasile;

il crollo delle vendite nell'area euro è conseguenza delle politiche recessive dei Governi per far fronte alla crisi del debito; i mercati dei Paesi del Sud Europa vanno peggio degli altri; i cali più vistosi nell'area euro sono quelli di Fiat (-16,5 per cento) e Renault (-16,1);

il calo di Fiat è dovuto al fatto che il mercato di riferimento, quello italiano, è quello che ha perso di più (- 19,9) tra i cinque grandi del continente;

con le attuali condizioni di mercato e all'attuale livello di vendite non c'è lavoro per tutti i dipendenti FIAT e si affacciano le ipotesi dell'affitto degli impianti, del prolungamento della cassa integrazione o del dirottamento di pezzi di produzioni dagli Stati Uniti;

a Mirafiori è prevista la produzione di due piccoli suv, uno della Jeep e uno della Fiat (la 500X) che entreranno in produzione solo nel 2013 e nel 2014, per essere venduti in Europa e nel resto del mondo;

oltre a questi modelli non c'è nulla, considerato che i progetti delle vetture che dovranno sostituire la Punto e la Bravo non sono stati ancora deliberati e che dalla fase di avvio alla produzione ci vogliono non meno di diciotto mesi;

dei 20 miliardi di euro promessi, la FIAT fino ad oggi ha investito in Italia 800 milioni di euro per Pomigliano e un miliardo di euro per la produzione di una Maserati nell'ex Bertone di Grugliasco;

si conferma con ciò che la Fiat sta perdendo quote di mercato perché non ha fatto investimenti e non ha nuovi prodotti; in tale contesto l'annuncio dell'amministratore delegato FIAT suscita allarme tra i lavoratori soprattutto nel Mezzogiorno e crea un clima di incertezza e di paura;

prima dell'estate, tramite la banca Lazard, la Volkswagen aveva fatto sapere di essere pronta a trattare il marchio Alfa Romeo, che da vent'anni la Fiat non riesce a valorizzare, e uno dei grandi stabilimenti italiani del gruppo;

nel Governo tale notizia non sembra avere suscitato interesse, mentre sarebbe utile accertare la consistenza di tale proposta; se la FIAT non dovesse rivelarsi in grado di mandare avanti gli stabilimenti, è necessario trovare alternative per scongiurare l'ipotesi che l'Italia rimanga senza industria automobilistica;

gli stabilimenti sono in gran parte fermi, i lavoratori provano la paura di non avere un futuro, la prospettiva industriale del Paese è messa fortemente in discussione, il piano «Fabbrica Italia» non c'è evidentemente mai stato;

è necessario che il Governo capisca la reale strategia del gruppo, i dossier sui quali poteva e può far pesare un proprio intervento: Termini Imerese, Irisbus, Sevel, non sono da considerarsi chiusi;

è forse il caso di affrontare la questione Fiat come una grande questione industriale del Paese, nel rispetto dei ruoli di ciascuno -:

quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Ministro interpellato;

se ritenga una priorità la salvaguardia e lo sviluppo della base industriale del Paese e se, all'interno di questa priorità, l'industria automobilistica abbia ancora un ruolo o se l'abbia perduto;

se intenda verificare le reali intenzioni della FIAT a investire ancora in Italia, assicurando le migliori condizioni di contesto anche in termini di ammortizzatori sociali straordinari;

se, nel caso in cui Fiat non intendesse mantenere alcuni degli stabilimenti, intenda favorire soluzioni che prendano seriamente in considerazione altri soggetti ed iniziative industriali.

(2-01670)
«Vico, Lulli, Ventura, Antonino Russo, Capodicasa, Vaccaro, Colaninno, Boffa, Adinolfi, Berretta, Iannuzzi, Misiani, Amici, Boccia, Margiotta, Ferranti, Argentin, Pompili, Corsini, Cuperlo, Zaccaria, Graziano, Mario Pepe (PD), Santagata, Miglioli».