ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01611

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 671 del 24/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: TASSONE MARIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 24/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01611
presentata da
MARIO TASSONE
martedì 24 luglio 2012, seduta n.671

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:

nei giorni scorsi, trentaquattro arresti hanno decapitato la cosca di 'ndrangheta dei Giampà, una delle più potenti della Calabria: è questo il risultato dell'operazione «Medusa» (condotta da carabinieri, polizia e guardia di finanza) che ha evidenziato anche il ruolo svolto dalle donne della famiglia quale «collante» tra i boss detenuti e gli affiliati liberi, ai quali venivano impartite le direttive dei capi;

le accuse per gli arrestati vanno, a vario titolo, dall'associazione mafiosa alle estorsioni, dall'usura al danneggiamento, alle armi e al favoreggiamento; agli atti dell'inchiesta anche le dichiarazioni di dieci collaboratori di giustizia (tra cui cinque divenuti pentiti nell'arco dell'ultimo anno), nonché le intercettazioni telefoniche ed ambientali predisposte;

l'importante operazione messa in atto nel territorio di Lamezia Terme costituisce il frutto di un costante e forte impegno della magistratura e delle forze dell'ordine che, pur nella esiguità delle risorse e dei mezzi a loro disposizione hanno inferto un duro colpo ad una parte della criminalità lametina che controlla l'intero tessuto economico e sociale della città;

notevoli sono infatti le lacune nella procura distrettuale di Catanzaro, a partire dall'assenza di un dirigente amministrativo (le cui funzioni sono svolte dai magistrati costretti a trascurare il loro lavoro) fino alla mancanza di carta negli uffici;

la procura ordinaria conta 10 magistrati a fronte di 7 (c'è la scopertura di un sostituto) in forza all'Antimafia: un numero decisamente esiguo per un distretto che copre i due terzi del territorio calabrese e, in particolare, 8 tribunali di cui il più lontano è a 200 chilometri da Catanzaro;

una criticità pesante che si traduce nell'assenza «giustificata» dei magistrati che hanno un periodo di permanenza in ufficio estremamente limitato, a scapito di una sempre più avvertita esigenza di coordinamento e di circolazione di notizie tra i vari sostituti;

ciò che pesa maggiormente, secondo il procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia Borrelli, non è la sopravvenienza dei fascicoli - circa settemila l'anno quelli che arrivano a carico di noti, ai quali vanno ad aggiungersi le svariate migliaia di quelli a carico di ignoti - ma l'arretrato che fa accrescere in maniera considerevole il numero dei processi attribuibili a ciascun magistrato (1.200, destinati ad aumentare a causa di due congedi per maternità e un trasferimento) -:

se non intenda, al fine di superare questa grave situazione di empasse organizzativo, aumentare l'organico o assumere eventuali iniziative di competenza per una applicazione temporanea di giudici che collaborino alla definizione dell'arretrato.

(2-01611) «Tassone».