ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01565

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 656 del 26/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: CIMADORO GABRIELE
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 26/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 26/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01565
presentata da
GABRIELE CIMADORO
martedì 26 giugno 2012, seduta n.656

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) è un ente pubblico italiano che opera nei settori dell'energia, dell'ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile, ad oggi controllato dal Ministero dello sviluppo economico;

l'entrata in vigore della legge 23 luglio 2009, n. 99, che, al suo articolo 37, prevede l'istituzione della suddetta Agenzia in sostituzione del precedente ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, ha in tal modo consentito che, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, si procedesse alla nomina di un commissario e due subcommissari per il tempo utile a garantire l'ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività istituzionali fino all'avvio del funzionamento dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile;

l'Agenzia, attiva nei settori chiave dell'energia e dell'innovazione tecnologica, risente più di altri enti di ricerca delle ricadute negative determinate dalla progressiva riduzione degli investimenti pubblici in campi quali la ricerca e lo sviluppo;

il risultato del referendum del 2011 con cui gli italiani hanno ribadito la contrarietà all'utilizzo dell'energia nucleare, con conseguente sguardo rivolto al ricorso ad energie alternative e da fonti rinnovabili, avrebbe potuto restituire all'Agenzia la propria ragion d'essere, riportando al centro dell'attenzione l'urgente necessità di nuove ricerche che ben si adattassero alle esigenze contingenti;

nonostante ciò, dopo ben tre anni di commissariamento, l'Agenzia si avvia oggi ad un lento depauperamento del capitale umano e all'inesorabile riduzione delle risorse ritenute essenziali per il proseguimento dell'attività;

il triennio commissariale sembra, infatti, non aver offerto all'Agenzia alcuna effettiva ristrutturazione organizzativa, se non un marginale tentativo di ridefinizione totalmente manchevole di una reale e programmata riorganizzazione dei laboratori, in funzione di un piano strategico basato su indirizzi ben individuati;

sebbene l'esito del referendum del 2011 potesse creare le basi per un nuovo rilancio dell'Agenzia, nelle attività dell'attuale dirigenza, da quanto risulta all'interpellante, sembrerebbe vi sia stata una completa assenza di ruolo e di collocazione strategica di un organismo considerato secondo solo al Consiglio nazionale delle ricerche per numero di centri e personale impiegato;

a ciò si aggiunge un imperdonabile sottoutilizzo di strutture e personale in grado di fornire il know how necessario per l'innovazione e la riqualificazione del tessuto produttivo;

al quadro sopra descritto si rileva la riduzione a 166 milioni di euro del contributo ordinario dello Stato nel corso del 2011, con una decurtazione di circa 30 milioni di euro rispetto al 2010, ulteriormente scesi a 158 milioni nel 2012;

conseguentemente, per sopperire alla riduzione dei fondi ordinari, si assiste al ricorso sistematico alle risorse provenienti dai progetti faticosamente ottenuti grazie all'elevata professionalità dei ricercatori, spesso sviliti dall'utilizzo delle stesse per il mantenimento di strutture disfunzionali e frequentemente inutili;

tali tagli non consentono un'adeguata copertura delle spese di funzionamento corrente, di allestimento dei laboratori e di avvio di tutte le attività ritenute essenziali sia nel contesto nazionale, che in un'ottica di competitività internazionale;

in Europa, tale situazione risulta completamente in controtendenza rispetto a quanto emerge dall'atteggiamento degli altri Paesi: basti pensare che in Gran Bretagna si investe in ricerca circa l'1,8 per cento del Prodotto interno lordo, in Francia il 2,2 per cento, in Germania il 2,6 per cento, in Svezia addirittura il 3,2 per cento, contro il bassissimo 0,56 per cento registrato in Italia nell'anno 2011;

con determinazione n. 10/2012, la Corte dei conti, in Sezione del controllo sugli enti, ha comunicato a norma dell'articolo 7 della legge n. 259 del 1958, alle Presidenze delle due Camere del Parlamento, insieme con il conto consuntivo per l'esercizio 2010 - corredato delle relazioni degli organi amministrativi, del Commissario e di revisione dell'EMEA - Agenzia per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - la relazione con la quale la Corte riferisce il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Agenzia stessa per l'esercizio 2010 (depositata in segreteria in data 27 marzo 2012);

nell'ambito delle considerazioni conclusive di tale determinazione, la Corte dei conti evidenzia che «L'articolo 37, al comma 5, della legge 23 luglio 2009, n. 99, prevede che "Per garantire l'ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività istituzionali fino all'avvio del funzionamento dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, nomina un commissario e due sub Commissari". Con decreto del Ministro dello sviluppo economico dell'11 settembre 2009 è stato nominato, per un periodo di dodici mesi, il Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), con i poteri già intestati agli organi di amministrazione dell'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente e con le funzioni già intestate al Direttore Generale dell'Ente medesimo. Con il decreto ministeriale di cui sopra, all'articolo 1 punto 3, sono stati nominati i sub Commissari con il compito di coadiuvare il Commissario nelle sue attribuzioni, svolgendo le attività loro delegate. L'insediamento della struttura commissariale è avvenuto in data 15 settembre 2009. Con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 9 settembre 2010 gli incarichi di Commissario e di sub Commissari dell'Agenzia sono stati prorogati di dodici mesi. Con nota del 28 gennaio 2011 sono state rassegnate le dimissioni dall'incarico da parte di un sub Commissario. Con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 27 settembre 2011, gli incarichi di Commissario e di sub Commissario sono stati prorogati sino alla data di approvazione del decreto interministeriale di cui all'articolo 37, comma 4, legge 23 luglio 2009, n. 99 e, comunque, non oltre dodici mesi dalla data del decreto. Con il medesimo decreto è stato nominato un sub Commissario in sostituzione di quello dimissionario». In merito al suindicato decreto interministeriale, la cui emanazione è stata prevista dal comma 4 dell'articolo 37 della predetta legge n. 99, va evidenziato che appare grave che a distanza di più di due anni dal varo della legge 99/2009 il provvedimento non sia stato ancora approvato. L'esigenza primaria sottesa dal decreto è quella di assicurare alla struttura organizzativa dell'Agenzia la massima snellezza e flessibilità, il monitoraggio della realizzazione dei progetti, la funzionalità, l'efficienza ed l'economicità della gestione, le specifiche funzioni, gli organi di amministrazione e controllo, la sede, le modalità di costituzione e di funzionamento, le procedure per la definizione e l'attuazione dei programmi, per l'assunzione e l'utilizzo del personale nonché direttive per l'erogazione delle risorse dell'Agenzia. Occorre quindi ribadire la necessità che il decreto venga emanato in tempi brevissimi e che il suo contenuto sia coerente con la «mission» affidata dalla legge all'Agenzia la quale dovrà concretamente sperimentare un compiuto sistema di misurazione dell'impatto degli interventi programmati che attui il valore aggiunto che il legislatore ha affidato alla «nuova» ENEA, rispetto a quella soppressa;

alla luce di quanto precede appare evidente che il protrarsi del commissariamento dell'Enea, che va avanti dal settembre del 2009, deriva dalla mancata emanazione del citato decreto interministeriale che determini la riorganizzazione dell'Agenzia;

tale situazione, ad avviso degli interpellanti, appare particolarmente grave e preoccupante considerata l'imminente scadenza del commissariamento prevista per il prossimo mese di settembre, cui si associa la perdurante e totale assenza delle condizioni normative in forza delle quali l'ENEA può essere messo in condizione di recuperare un ruolo significativo nell'ambito degli enti pubblici di ricerca con valorizzazione del proprio ruolo tecnico-scientifico -:

se e quando sarà varato il citato decreto interministeriale di cui al comma 4 dell'articolo 37 della legge n. 99 del 2009;

quali siano le intenzioni del Ministro interrogato in merito al futuro dell'Agenzia, anche alla luce dei corposi e continui tagli imposti alle attività di ricerca;

quali iniziative il Ministro interrogato intenda predisporre, in conformità al programma di Governo, al fine di restituire all'Agenzia un ruolo centrale che tenga conto dell'esito del referendum suddetto, in una prospettiva di crescita nazionale e di mantenimento di un lavoro di ricerca essenziale per il futuro del Paese;

quali siano i risultati ottenuti nei tre anni di commissariamento, e se non si ritenga opportuno porre fine ad una tale situazione di instabilità che colpisce nel complesso la generale attività dell'Agenzia e, in particolare, i ricercatori e l'intero personale dipendente, attualmente in uno stato di insicurezza profonda e impossibilitati a svolgere dignitosamente le proprie mansioni;

se non si ritenga opportuno e vincente per l'economia nazionale ricorrere alla definizione di un preciso piano strategico che restituisca progettualità alla ricerca pubblica, coerentemente con i propositi governativi di crescita e rilancio economico del Paese.

(2-01565)«Cimadoro, Piffari».