ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01478

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 628 del 08/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: FORMISANO ANNA TERESA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 08/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 08/05/2012
Stato iter:
10/07/2012
Fasi iter:

RITIRATO IL 10/07/2012

CONCLUSO IL 10/07/2012

Atto Camera

Interpellanza 2-01478
presentata da
ANNA TERESA FORMISANO
martedì 8 maggio 2012, seduta n.628

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:

l'articolo 1 della legge 14 settembre 2011 n. 148 di conversione del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, contiene una delega a riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza;

la lettera a) dell'articolo citato, dispone che, nell'opera di riduzione degli uffici giudiziari di primo grado, deve essere garantita la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011;

la lettera f) dell'articolo 1, tuttavia, precisa che occorre «garantire che, all'esito degli interventi di riorganizzazione, ciascun distretto di corte d'appello, incluse le sue sezioni distaccate, comprenda non meno di tre degli attuali tribunali con relative procure della Repubblica»;

dal combinato disposto dei due principi, però, possono derivare conseguenze che vanno nella direzione opposta a quella della ratio della norma: il risparmio di spesa e l'efficienza;

in effetti, vi sono molti tribunali ubicati nelle province che sono dimensionalmente molto più piccoli di tanti altri, così come vi sono tanti tribunali, che andrebbero a formare i tre di una corte d'appello, che sono molto più modesti di tanti altri. In entrambi i casi il rischio è che, senza alcuna logica dettata dal risparmio di spesa o dall'efficienza, permarrebbero in vita tribunali piccoli e piccolissimi a danno di tribunali medi e in qualche caso anche grandi;

per fare un esempio concreto, e avendo a riferimento la relazione che il gruppo di studio del Ministero della giustizia ha preparato al Ministro Severino basandosi proprio sulla legge delega n. 148 del 2011, il tribunale di Cassino rischierebbe la soppressione pur collocandosi, su un totale di 165 tribunali, all'83° per popolazione (sopravanzando ben 36 tribunali capoluogo di provincia), al 60° per superficie (sopravanzando ben 53 tribunali capoluogo di provincia), all'81° per numero di magistrati (sopravanzando ben 40 tribunali capoluogo di provincia), all'81° per numero di amministrativi (sopravanzando ben 40 tribunali capoluogo di provincia), al 107° per numero amministrativi/magistrati (sopravanzando ben 37 tribunali capoluogo di provincia), al 77° per sopravvenienze medie (sopravanzando ben 42 tribunali capoluogo di provincia), al 71° per carico di lavoro unitario (sopravanzando ben 52 tribunali capoluogo di provincia), al 78° per definiti medi (sopravanzando ben 41 tribunali capoluogo di provincia), al 79° per produttività (sopravanzando ben 46 tribunali capoluogo di provincia);

ovviamente in questa classifica non si tiene conto di tanti tribunali che formano il terzo di una corte d'appello, ma tutti inferiori al tribunale di Cassino;

nonostante la fonte di questi dati inoppugnabili sia il Ministero della giustizia, secondo la relazione del gruppo di studio del Ministero e secondo l'articolo 1 della legge n. 148 del 2011, il tribunale di Cassino dovrebbe essere soppresso;

dalla relazione stilata dal gruppo di studio del Ministero, inoltre, si evincerebbe che la delega non è stata rispettata perché in essa è stata prevista esclusivamente la soppressione di tribunali esistenti (facendo sempre riferimento a quegli assurdi parametri della legge delega) ma non ha attuato un principio che la delega stessa aveva posto come possibilità all'articolo 1 comma 2b), e cioè la ridefinizione dell'assetto territoriale degli attuali uffici giudiziari mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi;

questa possibilità, che concretizzerebbe al tempo stesso sia un risparmio di spesa sia l'efficienza, non è stata presa in considerazione mentre per il tribunale di Cassino, secondo i parametri utilizzati dal gruppo di studio del Ministero, sarebbe auspicabile l'accorpamento del territorio del sud pontino (sede distaccata di Gaeta), un territorio che peraltro fino all'anno 1927 faceva già parte dello storico tribunale di Cassino, che proprio l'anno passato ha festeggiato, insieme alla Nazione, i suoi 150 anni di vita;

la lettera g) dell'articolo 1, inoltre, stabilisce che i magistrati e il personale amministrativo entrino di diritto a far parte dell'organico dei tribunali e delle procure accorpanti. Nel caso del tribunale di Cassino, ma in tutti gli altri casi di eventuale soppressione di tribunali di rilevante dimensione, il tribunale accorpante (Frosinone) vedendosi raddoppiare da un giorno all'altro l'organico non ha alcun possibilità infrastrutturale di accogliere magistrati ed amministrativi, per non parlare degli avvocati, delle parti processuali, e altro, per cui si dovrebbe necessariamente far luogo al reperimento di nuovi locali con un aggravio di spesa per il Ministero;

la delega prevede, oltre a ciò, di tener conto delle specificità territoriali del bacino di utenza anche in riferimento al tasso d'impatto della criminalità organizzata. Nel caso del tribunale di Cassino (e della procura) la sua presenza è stato un baluardo contro la minaccia camorristica ed ha garantito fino ad oggi un bassissimo tasso di infiltrazione della criminalità organizzata, che, nel caso di soppressione, si vedrebbe spianare la strada per una immediata «colonizzazione»;

la soppressione di un tribunale di rilevante dimensione come quello di Cassino comporterebbe un forte e negativo impatto anche dal punto di vista socioeconomico su tutto il territorio provinciale e del basso Lazio, venendo così a determinarsi un impoverimento del tessuto sociale con forte e rilevante impatto economico per una popolazione che va ben oltre le 222.000 persone circa che «serve» direttamente il tribunale, coinvolgendo un bacino d'utenza molto più grande (Cassino è sede di una università, tra cui la facoltà di giurisprudenza, di un importante stabilimento industriale come la FIAT, di un importantissimo centro di culto come l'Abbazia di Montecassino) -:

se non ritenga, alla luce delle considerazioni suesposte e dei dati forniti dal gruppo di studio del Ministero, di escludere il tribunale di Cassino dal processo di riorganizzazione degli uffici giudiziari in atto in quanto la sua chiusura, oltre a non realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, produrrebbe un negativo impatto socio-economico e costituirebbe un segnale inopportuno nella lotta alla criminalità organizzata.

(2-01478) «Anna Teresa Formisano».