ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01200

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 725 del 28/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: TEMPESTINI FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRANCESCHINI DARIO PARTITO DEMOCRATICO 28/11/2012


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01200
presentata da
FRANCESCO TEMPESTINI
testo di
mercoledì 28 novembre 2012, seduta n.725

La Camera,

premesso che:

una gravissima crisi a Gaza ha fatto precipitare nuovamente i rapporti tra Israele ed Hamas in un conflitto militare che ha causato oltre 100 morti e che ha innescato a sua volta un odioso atto di terrorismo che conferma quanto siano pericolosi i nemici della pace che vogliono compromettere il diritto irrinunciabile dello Stato di Israele alla sicurezza;

gli sforzi della comunità internazionale per determinare una tregua immediata dei combattimenti sono stati premiati con un accordo positivo che ha visto giocare un ruolo certamente positivo gli Stati uniti e l'Egitto. Occorre mantenere una precisa assunzione di responsabilità di tutti gli attori per rendere la tregua un fatto duraturo. Bisogna avere la consapevolezza che si è evitato il peggio: un allargamento del conflitto con esiti disastrosi sulla stabilità dell'intera regione mediorientale;

l'attuale crisi di Gaza infatti è caduta in un tornante storico di grande incertezza: il cambiamento della leadership in Egitto, in cui gli equilibri politici sono ancora da stabilizzarsi, e la situazione di sostanziale guerra civile in Siria vanno a complicare un quadro in cui gli altri nodi (dalla situazione libanese a quella iraniana che incombe con tutta la sua complessità) non sono certo stati sciolti mentre il quadro politico dei Paesi arabi è ancora scosso dagli eventi della primavera araba e attraversato da un aumento dell'influenza dei partiti islamici in tutti i Paesi;

non vedere i nodi politici da sciogliere e puntare, come si è fatto sinora, sulla pura e semplice prosecuzione dello status quo si è rivelato un gravissimo errore: sono proprio il mutato contesto regionale ed i rischi che derivano dalla sua instabilità ad imporre la riapertura del confronto politico;

la situazione di possibile isolamento politico di Israele, la concomitanza di elezioni prossime nel Paese, l'instabilità sociale e politica in molti Paesi arabi, la crisi siriana tuttora aperta e il tema del nucleare iraniano rappresentano una miscela che rischia di infiammare l'intera regione e impone un ritorno in scena della politica per uno sbocco e una prospettiva che vada oltre la semplice ricostruzione delle responsabilità delle parti nell'attuale crisi e assuma delle scelte più forti per risolvere un conflitto che si rivela, ancora una volta, l'epicentro dell'instabilità mediorientale;

in questo contesto l'Europa deve assumersi tutte le sue responsabilità anche perché le mutate condizioni geopolitiche, come ha dimostrato la crisi libica, fanno ritenere che il ruolo americano, ancora essenziale, non può non essere accompagnato da un più attivo e consapevole ruolo politico dell'Unione europea in Medioriente;

in particolare, l'obiettivo di raggiungere una tregua duratura comporta che si lavori per un impegno delle Nazioni Unite sul terreno che assicuri il rispetto del cessate il fuoco e garantisca la ripresa della normalità e la sicurezza per le popolazioni civili;

il Governo italiano, per il ruolo svolto in questi anni e la presenza rispettata da parte di tutti gli interlocutori, può e deve fare ogni sforzo perché questi obiettivi vengano raggiunti;

assume, a questo punto, ancora più rilevanza sul piano del rilancio di una strategia politica complessiva, il prossimo voto, in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, della richiesta dell'ANP di ottenere il riconoscimento di «Stato osservatore non membro» dell'Onu, richiesta presentata nel settembre 2011 e poi rinviata a una data successiva alle elezioni statunitensi; il segretario di Stato USA H. Clinton ha chiesto il 21 novembre 2012, al presidente palestinese, senza però ottenerlo, il consenso ad un differimento della data del voto in Assemblea generale;

sulla richiesta dell'ANP, che verosimilmente sarà accolta dalla maggioranza dell'Assemblea generale, è indispensabile che l'Unione europea esprima una posizione unitaria, dimostrando la necessaria maturità e responsabilità per ambire a giocare un ruolo di effettivo attore nello scenario internazionale;

tuttavia, mentre in occasione di analoghi voti, nell'ottobre 2011 all'Unesco e al Consiglio d'Europa, con l'approvazione di un sostanziale riconoscimento della Palestina, non si era riusciti a trovare una posizione comune europea e l'Italia aveva fatto ricorso all'astensione è indubbio che la gravità dell'attuale crisi e il mutato scenario politico rendono indispensabile in questo caso una maggiore assunzione di responsabilità;

in particolare, nella malaugurata ipotesi si tornasse a non definire una posizione comune europea, sarebbe necessario per il nostro Paese assumere responsabilmente una posizione più chiara e politicamente significativa, assicurando per lo meno la coerenza anzitutto con le posizioni espresse dai partner europei mediterranei, in particolare Francia, Spagna e Grecia e Cipro,
impegna il Governo:
a fare ogni sforzo, in sede europea e nei consessi multilaterali internazionali, perché l'accordo di tregua si consolidi, sia duraturo e garantisca la sicurezza delle popolazioni e il ritorno alla normalità, affinché la sicurezza di Israele sia garantita dalle continue incursioni missilistiche da Gaza, che hanno purtroppo fatto riesplodere la crisi, facendo sì che sia rimosso ogni ostacolo perché possa riprendere il negoziato di pace sulla base del principio «due popoli due Stati»;

a ricercare e favorire una posizione comune dell'Unione europea in occasione del prossimo voto in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite relativamente alla richiesta di concessione dello status di «Paese osservatore non membro» all'Autorità nazionale palestinese e a evitare un voto di semplice astensione dell'Italia nel caso in cui lo stesso non fosse utile ad assicurare una comune posizione europea, assicurando piuttosto un voto coerente e unitario con quello dei Paesi europei meditteranei.

(1-01200)«Tempestini, Franceschini».