ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01141

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 689 del 20/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: BORDO MICHELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
GINEFRA DARIO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012
D'ANTONA OLGA PARTITO DEMOCRATICO 20/09/2012


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01141
presentata da
MICHELE BORDO
testo di
giovedì 20 settembre 2012, seduta n.689

La Camera,


premesso che:

nel gennaio 2011 la società Petroceltic Elsa ha presentato al Ministero dello sviluppo economico un progetto per la ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico che, pur escludendo le aree interdette ai sensi del decreto legislativo 128 del 2010, prevede la perforazione del fondo marino fino ad una profondità massima di 2.800 metri;

nel giugno 2011 la commissione per la valutazione di impatto ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato che tali attività potevano essere ammesse esclusivamente per la ricerca sismica con tecnica air-gun;

nel mese di giugno 2012 i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e per i beni e le attività culturali hanno sottoscritto il richiesto parere di compatibilità ambientale relativamente alla prospezione geofisica dell'area interessata dal progetto di ricerca;

tale attività è propedeutica alla ricerca e coltivazione di idrocarburi;

la decisione dei Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per i beni e le attività culturali e dello sviluppo economico è stata contestata formalmente, con ricorso al TAR del Lazio, dalle regioni Molise e Puglia già nel 2011, forti del consenso di gran parte delle istituzioni locali rivierasche e del sostegno popolare delle associazioni ambientaliste e di migliaia di cittadini organizzati in comitati civici;

il Ministro dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini ha dichiarato che il Governo, con la decisione di autorizzare le ricerche, non ha fatto altro che applicare la legge esistente, a suo parere una delle più rigide tra i Paesi del Mediterraneo a tutela dell'ambiente;

il 9 novembre 2012 a Trieste è stata convocata una conferenza internazionale delle regioni adriatiche allo scopo di valutare le potenzialità di valorizzazione energetica del mare ed eventualmente pianificarne l'attuazione operativa;

l'estrazione del petrolio e la sua raffinazione comportano un notevole dispendio di acqua che aggraverebbe il deficit idrico della zona costiera adriatica;

l'acqua utilizzata per l'attività di ricerca rischierebbe di inquinare il terreno e la falda per via della sua contaminazione da zolfo e metalli pesanti;

le perforazioni determinano l'incremento del rischio subsidenza, l'abbassamento del terreno a causa delle estrazioni di idrocarburi, talvolta accompagnato da micro terremoti e dissesti geologici particolarmente pericolosi in zone sismiche e ben noti nell'Alto Adriatico, dove le attività di estrazione sono state sospese anche per lunghissimi periodi a causa di tale fenomeno;

l'attività di perforazione determina l'insorgenza di almeno 3 tipologie di incidente industriale, come esplosione di gas, fuoriuscita incontrollata di petrolio, collisioni di navi con la piattaforma, con il rischio di gravi conseguenze per gli addetti al ciclo produttivo e all'ambiente;

il petrolio del basso Adriatico è valutato di pessima qualità, perché particolarmente bituminoso e contenente un alto grado di idrocarburi pesanti e zolfo;

la salubrità delle acque marine dell'Adriatico è decisiva per valorizzare e promuovere il turismo e la pesca;

le popolazioni, le istituzioni locali e regionali, i parlamentari, le organizzazioni economiche e le associazioni ambientaliste hanno contestato esplicitamente, con atti formali e manifestazioni pubbliche, la previsione che l'Adriatico possa diventare un bacino petrolifero,

impegna il Governo:
a sospendere l'autorizzazione già rilasciata alla ricerca di petrolio nell'Adriatico, in attesa di conoscere gli esiti della conferenza internazionale di Trieste del 9 novembre 2012;

ad assumere iniziative normative urgenti per l'istituzione nell'Adriatico della zona di protezione ecologica e della pesca, coincidente con la zona economica esclusiva, in cui siano vietate le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi.

(1-01141)
«Bordo, Bellanova, Ginefra, Servodio, Vico, Mastromauro, Boccia, Fontanelli, Maurizio Turco, Naccarato, D'Antona».