ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01128

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 682 del 10/09/2012
Abbinamenti
Atto 1/01118 abbinato in data 10/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: CICCHITTO FABRIZIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 10/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CORSARO MASSIMO ENRICO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
SANTELLI JOLE POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
GALATI GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
DIMA GIOVANNI POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
GOLFO LELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
FOTI ANTONINO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
TRAVERSA MICHELE POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
ARACU SABATINO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
BERTOLINI ISABELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
BIANCONI MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
CICU SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
DI VIRGILIO DOMENICO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
LAFFRANCO PIETRO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
NAPOLI OSVALDO POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012
SALTAMARTINI BARBARA POPOLO DELLA LIBERTA' 10/09/2012


Stato iter:
26/09/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 10/09/2012
Resoconto GALATI GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/09/2012
Resoconto MARINI CESARE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LARATTA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LO MORO DORIS PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LAGANA' FORTUGNO MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 10/09/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/09/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/09/2012

RITIRATO IL 26/09/2012

CONCLUSO IL 26/09/2012

Atto Camera

Mozione 1-01128
presentata da
FABRIZIO CICCHITTO
testo di
lunedì 10 settembre 2012, seduta n.682

La Camera,

premesso che:
il contesto recessivo, che investe l'economia dell'Occidente e il Paese, rischia di travolgere in maniera più incisiva le regioni del Mezzogiorno e, in particolare, la Calabria, come confermano autorevoli centri di ricerca istituzionali e come può agevolmente evincersi dagli indicatori economici e sociali, i quali evidenziano che il dato regionale dell'occupazione, già gravemente in affanno, nella prima parte del 2012 è diminuito in Calabria di circa il 5 per cento ed il prodotto interno lordo procapite permane nettamente il più basso d'Italia, ben al di sotto della soglia dei 18.000 euro, considerata la frontiera della vivibilità;

il dato occupazionale desta maggiore preoccupazione se si considera che il tasso di disoccupazione complessivo della Calabria (19,5 per cento) è circa il doppio della media nazionale (10 per cento) e cresce, in particolare, per le donne;

proprio nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dei ministri ha ribadito che il Mezzogiorno è parte determinante della strategia di crescita ed equità dell'Italia. Tuttavia, il Sud nel suo insieme non offre ai cittadini e alle imprese, rispetto ad altre aree del Paese, quei servizi necessari, tanto da creare una «lesione» del contratto sociale;

i principi di coesione territoriale, sociale ed economica, su cui si fonda il Trattato dell'Unione europea, individuano, infatti, nella riduzione delle disparità regionali la condizione per la crescita e lo sviluppo dell'Unione europea intera; tale quadro, quindi, impone un'attenzione specifica da parte del Governo, finalizzata a ridurre la disparità tra i territori, promuovendo iniziative imprenditoriali pubbliche e private, completando l'infrastrutturazione primaria del territorio calabrese ed avviando più rapidamente quella secondaria;

la giunta che oggi guida la regione Calabria è impegnata in un progetto di riforma che prevede, tra le altre cose, il recupero del gap economico innanzitutto attraverso il taglio degli sprechi nel settore sanitario e quello degli enti sub regionali «inutili»; ciò in controtendenza rispetto all'assenza precedente di una politica di intervento mirata e complessiva, con una visione d'insieme;

nello specifico, tenendo conto dei settori di valenza strategica per la regione, il piano di riforma già avviato dalla regione ha mostrato segni di ripresa in diversi ambiti di riferimento;

per quanto riguarda il settore infrastrutturale, premesso che il processo di sviluppo e di ammodernamento della Calabria è stato senz'altro ostacolato negli anni da una situazione orografica assai difficoltosa, che ha molto condizionato sia la scelta dei tracciati che la costruzione delle ferrovie e di tutta la linea viaria, la regione risulta ancora priva di un sistema adeguato al proprio territorio;

in uno scenario in profonda evoluzione dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità, in cui l'Italia stessa è chiamata ad individuare possibili traiettorie di sviluppo e competitività, la Calabria è ora più che mai chiamata ad individuare in tempo strategie di posizionamento all'interno dei mercati globali in grado di moltiplicare gli effetti positivi presenti nel nuovo contesto che, tuttavia, una infrastrutturazione di base alquanto carente rispetto al resto del Paese può rischiare di compromettere: l'assetto attuale delle infrastrutture e dei servizi di trasporto e logistica disponibili nel Mezzogiorno, ed in Calabria in particolare, condiziona, infatti, la mobilità delle merci a scala nazionale ed internazionale;

lo stesso piano per il Sud, su cui il Governo ha concentrato attenzioni e risorse in coerenza con i principi europei di coesione territoriale, crescita e competitività, ha individuato, tra le priorità strategiche, «l'obiettivo infrastrutturale di realizzazione nel Sud di un sistema ferroviario, stradale e portuale moderno capace di favorire l'unificazione nazionale del Paese ed accrescere le possibilità di sviluppo del mercato interno»;

è noto, tra l'altro, che il divario in termini di dotazione infrastrutturale e in termini di qualità dei servizi offerti di trasporto e logistica del Sud rispetto al resto del Paese è elevato. Questa situazione, oltre a limitare le possibilità di crescita delle imprese e a deprimere le condizioni sociali dei cittadini del Mezzogiorno costituisce, evidentemente, un elemento di criticità per la crescita dell'intero Paese, soprattutto in termini di impatti sulla competitività e sulla sostenibilità dello sviluppo;

una più adeguata dotazione di reti infrastrutturali e logistiche è la principale leva capace di offrire al Mezzogiorno, ed in particolare alla Calabria, nuove ed importanti opportunità di sviluppo, offerte dalla sua naturale proiezione nel Mediterraneo, storico crocevia di scambi internazionali. Diviene, quindi, sempre più pressante l'esigenza di rivedere, nel suo insieme ed in maniera organica, il «sistema infrastrutturale», cioè il complesso di istituzioni, regole, strumenti e risorse che ne determinano il funzionamento;

in un simile contesto, la questione del coordinamento delle politiche tra i diversi livelli di governo interessati - variabile capace di garantire gli auspicati effetti virtuosi - diventa cruciale ed acquista maggiore rilievo se letta alla luce delle recenti politiche del Governo in tema infrastrutture, con collegamenti e servizi di trasporto che «moltiplicano» la necessità di importanti meccanismi di interlocuzione;

il sistema ferroviario della Calabria vive un momento difficile; il porto di Gioia Tauro, inserito fra i porti che saranno connessi al sistema ferroviario europeo Ertms, ha bisogno di interventi strutturali finalizzati all'ammodernamento entro il 2015 dei collegamenti su rotaia, pena la possibile esclusione dello stesso dal sistema ferroviario;

tra l'altro, è recente la notizia dell'interesse di diversi armatori sullo scalo di Gioia Tauro, su cui l'autorità portuale sta proficuamente lavorando, tra cui la sigla in corso di perfezionamento di un accordo di cooperazione con la «Port Authority» (committente dei lavori a Ground zero di New York) nella logica della promozione della cosiddetta rotta di Suez che unisce tre mercati, quello orientale, mediterraneo e americano;

per creare condizioni realmente incentivanti per gli investitori e per rendere effettivamente Gioia Tauro un hub internazionale che restituisca all'Italia la centralità nel Mediterraneo, è necessaria una visione diversa e uno sforzo comune attraverso l'istituzione di una zona economica speciale; l'8 settembre 2012 la giunta regionale della Calabria, su proposta del presidente Scopelliti, ha, infatti, deliberato gli indirizzi per la richiesta al Governo di misure straordinarie per lo sviluppo dell'area di Gioia Tauro, proprio attraverso la creazione di una zona economica speciale;

in questo contesto appare, quindi, ineludibile la necessità di uno sforzo unitario che porti alla costituzione di un piano strategico dei trasporti e della mobilità, individuando le vere priorità sulle quali puntare;

in tal senso è necessario anche assumere una posizione chiara e netta rispetto al ponte sullo stretto di Messina, affinché si possano rivendicare con fermezza le risorse economiche già investite ed evitare possibili ricorsi, con ulteriore aggravio per le casse statali, da parte delle imprese che già hanno firmato accordi, tenendo conto che un collegamento stabile con la Sicilia è fondamentale per completare e sviluppare l'autentico nodo strategico delle direttrici transeuropee;

la situazione relativa all'autostrada Salerno-Reggio Calabria registra, a fronte di un'estesa complessiva in territorio calabrese di 294 più 920 chilometri, lavori ultimati per 101 più 200 chilometri, lavori in corso per 118 più 720 chilometri, appalti in corso per 16 più 400 chilometri, lavori da finanziare per 58 più 600 chilometri; i lavori di completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, la cui completa ristrutturazione è stata avviata con la legge obiettivo del 2001, devono essere portati a compimento nel più breve termine possibile, in quanto i cantieri sempre aperti di una delle più grandi arterie del Paese costituiscono un grave ostacolo alle esigenze di mobilità dei cittadini e un danno all'immagine dell'Italia; nel luglio 2012, il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, ha dichiarato che «il primo obiettivo dell'Anas per l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria è quello di completare tutti i lavori finanziati e già avviati entro la fine del 2013, aprendo al traffico ulteriori 93 chilometri. L'andamento dei lavori a tutt'oggi consente di confermare tale obiettivo, che si pone come una sfida in termini di impegno costruttivo e di risorse finanziarie»;

con riferimento alla tratta calabrese dell'autostrada jonica E90-strada statale 106, sull'estesa complessiva pari a circa 400 chilometri, risultano lavori finanziati e/o in corso esclusivamente per 82 chilometri;

i rallentamenti che impediscono lo sviluppo di un adeguato sistema infrastrutturale concorrono ad aggravare le già annose problematiche relative ai trasporti su gomma e i disagi strutturali legati alla presenza di cantieri ed interruzioni presenti, soprattutto, sulla principale arteria di comunicazione rappresentata dalla Salerno-Reggio Calabria, aumentano i costi di gestione e non consentono un'efficiente programmazione delle attività di trasporto;

sul fronte della direttrice ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria si registra l'assenza di previsione di adeguati finanziamenti e interventi finalizzati all'estensione del sistema alta velocità/alta capacità che, al contrario, rappresentano un elemento preminente per le strategie di sviluppo della regione nel comparto; dato poi il grande sviluppo dell'alta velocità già consolidato fino alla città di Salerno, è necessario il suo completamente sino a Reggio Calabria, per ottenere un collegamento reale sia per merci che per viaggiatori sull'intero Paese;

la consistente riduzione dei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, che ha riguardato sia i servizi di Trenitalia sul libero mercato che i servizi universali, da un lato, ed il paventato declassamento degli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone a scali di «interesse locale» nel contesto del piano nazionale degli aeroporti, dall'altro, concorrono ad ostacolare ulteriormente la competitività e la sostenibilità dello sviluppo calabrese;

il trasporto ferroviario in Calabria è stato, infatti, negli ultimi anni particolarmente trascurato, attraverso una politica di investimenti in tale settore che ha fortemente penalizzato la regione; era tra l'altro previsto per il 9 settembre 2012 un'ulteriore riduzione di treni, attraverso la soppressione delle sei coppie di convogli che viaggiano tra la Campania e l'alto tirreno calabrese. Un'ipotesi scongiurata grazie all'intervento della regione Calabria che si è attivata, di concerto con le regioni Campania e Basilicata, avviando la procedura per il ripristino;

su questo fronte, non basta però l'intervento delle regioni, ma è necessaria un'azione mirata da parte del Governo nei confronti di quelle aziende che gestiscono i servizi del trasporto pubblico, e che, quindi, non possono ragionare esclusivamente sulla base di «tratte in perdita», proprio perché si tratta di servizi primari per i cittadini;

sempre in ambito infrastrutturale, come accennato, meritano particolare menzione le realtà aeroportuali calabresi: Crotone, che ha visto circolare quasi 400.000 passeggeri negli ultimi quattro anni con un incremento del 18 per cento nel solo 2011; Lamezia Terme, aperto al traffico commerciale nazionale ed internazionale e gestito in concessione dalla Società aeroportuale calabrese spa per la durata di 40 anni a decorrere dal 10 luglio 2008; l'aeroporto civile di Reggio Calabria, che ha fatto registrare nel 2011 un traffico nazionale di oltre 511.000 passeggeri con un incremento del 12,8 per cento rispetto al 2010, aperto al traffico commerciale nazionale ed internazionale e gestito a titolo parziale dalla Società di gestione per l'aeroporto dello Stretto spa;

tali aeroporti costituiscono, per la Calabria, una non trascurabile fonte di opportunità occupazionale per la popolazione locale e di sviluppo economico per il sistema imprenditoriale regionale;

la presenza dei tre scali rappresenta, inoltre, un canale indispensabile e imprescindibile per la crescita del settore turistico che, ad oggi, rappresenta ben il 5,6 per cento del prodotto interno lordo regionale, generando ricchezza per gli operatori pari ad oltre 2 miliardi di euro e che, secondo i dati riportati nel rapporto del 2012, dal titolo «L'economia della Calabria», della Banca d'Italia, ha fatto registrare un incremento delle presenze complessive negli esercizi ricettivi calabresi pari al 3,5 per cento e addirittura del 15,7 per cento per le sole presenze straniere;

nell'ottica di rilancio della produzione e dell'occupazione calabrese, sarebbe poi auspicabile l'inserimento di alcune aree già individuate dalla giunta regionale (Gioia Tauro, Crotone, Vibo Valentia) tra le «aree di crisi industriale complessa», attivando le procedure previste dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante «Misure urgenti per la crescita del Paese»;

si tratta di territori soggetti a recessione economica e a perdita occupazionale di rilevanza nazionale, derivante soprattutto da crisi di più imprese con effetto sull'indotto. In caso di esito positivo e, pertanto, soltanto a seguito dei criteri che saranno stabiliti con decreto del Ministro dello sviluppo economico, sarà possibile attivare le procedure di cui all'articolo 27 del «decreto sviluppo» con i progetti di riconversione e riqualificazione industriale;

per quanto riguarda il settore ambientale, dato che la Calabria è una terra ricca di parchi e di oasi protette, che offre all'intero Paese la ricchezza di un territorio dal valore inestimabile, è nell'interesse nazionale la tutela dell'ambiente e della biodiversità del paesaggio calabrese; oltre ai tre parchi naturali nazionale del Pollino, della Sila ed dell'Aspromonte, occorre infatti considerare i parchi naturali regionali, le riserve naturali terrestri, le riserve marine e le aree protette;

in particolare, il Parco della Sila è stato riconosciuto patrimonio dell'Unesco, entrando a far parte dei siti più belli del mondo considerati patrimonio mondiale dell'umanità. L'inserimento del parco nella lista dell'Unesco è stato reso possibile grazie all'importante progetto di rilancio e di promozione avviato dall'ente parco, nonché all'attenzione dimostrata dal governo regionale;

data la particolare conformazione, non va trascurato in Calabria il fenomeno dell'erosione costiera, che sta «consumando» da alcuni anni in Italia oltre il 42 per cento dei litorali (Lo stato dei litorali italiani - Gruppo nazionale per la ricerca sull'ambiente costiero - Cnr - 2006); si tratta di un fenomeno in atto al livello globale che, secondo alcune stime, riguardano fino all'80 per cento delle spiagge esistenti sul pianeta. Gli studi di settore stimano che in Italia oltre 1600 chilometri di costa sono soggetti a fenomeni di erosione e si tratta, per la maggior parte, di spiagge «adatte» alla balneabilità;

anche se si tratta di un fenomeno nazionale, in molte regioni l'erosione costiera raggiunge punte davvero allarmanti; in particolare in Calabria, regione caratterizzata da una grandissima estensione costiera, colpisce ben 300 chilometri su 700 chilometri regionali, ovvero il 43 per cento della sua costa;

il 20 gennaio 2012 il Cipe, con l'approvazione della delibera cosiddetta «Frane e versanti», ha sbloccato 679,7 milioni di euro per interventi contro il dissesto idrogeologico nel Mezzogiorno, grazie ai quali verranno finanziati 518 interventi identificati tra il 2010 e il 2011, attraverso un processo di collaborazione tra le sette regioni del Sud interessate e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sulla cifra totale, 352 milioni di euro sono messi a disposizione dalle regioni sui programmi attuativi regionali e 262 milioni di euro attraverso i programmi attuativi interregionali. Le sette regioni del Mezzogiorno che beneficeranno degli interventi sono, oltre alla Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; in particolare, per la Calabria l'accordo sottoscritto prevede un importo complessivo di 220 milioni di euro;

sul versante della giustizia, è necessario ricordare che la presenza dei tribunali costituisce un baluardo di garanzia di legalità irrinunciabile per assicurare il rispetto della legge;

il decreto legislativo approvato nell'agosto 2012 dal Consiglio dei ministri e recante la nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, nel dare attuazione alla delega prevista dall'articolo 1, commi da 2 a 6, della legge 14 settembre 2011, n. 148, volta a riorganizzare la complessiva distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, ha recepito purtroppo solo in parte i rilievi posti dalle Commissioni giustizia della Camera dei deputati e del Senato, confermando la soppressione del tribunale di Rossano;

la soppressione del tribunale di Rossano rappresenta la perdita di un importante presidio di giustizia che abbraccia uno dei territori più popolosi e complessi dell'intera regione, caratterizzato da enormi flussi di traffico lecito ed illecito, ed il cui controllo è fortemente ambito da una criminalità organizzata sempre più intraprendente e violenta; la cancellazione del tribunale di Rossano danneggia, quindi, ulteriormente la già precaria organizzazione giudiziaria della regione Calabria, sia per la situazione di forte deficit delle infrastrutture esistente, sia per la purtroppo non trascurabile presenza di organizzazioni malavitose sul territorio, oltre che causare un aggravio di lavoro sugli uffici rimanenti, già ora oberati di procedimenti pendenti;

l'organizzazione giudiziaria della Calabria, tra l'altro, era stata oggetto di un'importante relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, che aveva proposto un piano straordinario con interventi immediati a sostegno degli uffici giudiziari e della polizia giudiziaria calabresi, dando la possibilità agli stessi di acquisire risorse umane (anche temporaneamente), tecnologie, strutture e mezzi adeguati; tali interventi si rendono necessari dopo una serie di gravissimi episodi che hanno caratterizzato l'ultimo anno e che «confermano ancora una volta l'inquietante potenza criminale della 'ndrangheta, che ormai si è insinuata in tutto il paese, in Europa e nel mondo»;

occorre, inoltre, tener conto della circostanza che la geografia giudiziaria della Calabria rispettava sostanzialmente i parametri di una dislocazione per territori omogenei, senza disfunzioni o presenza di tribunali di piccole dimensioni; semmai il problema è sempre stato costituito da una perenne carenza degli organici giudiziari e dal mancato allargamento delle piante organiche degli stessi, nonostante le ripetute richieste d'intervento. Richieste che non hanno mai trovato accoglimento da parte del Consiglio superiore della magistratura, nonostante le sollecitazioni pervenute tanto dal territorio quanto dai Ministri della giustizia che si sono succeduti;

sul fronte della sanità, va innanzitutto rilevato che la Calabria è soggetta al piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario; in due anni, il commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro, ovvero il presidente della regione, ha praticamente dimezzato il debito originario (pari a 259 milioni di euro), riducendolo di ben 140 milioni di euro, attraverso piani di razionalizzazione e potenziamento delle strutture esistenti, tenendo conto della necessità di mantenimento e miglioramento del livello di servizio;

grazie a questi risultati, è stata erogata alla regione l'anticipazione della premialità per gli anni pregressi in relazione al debito ante 2007, è stato autorizzato un mutuo contratto con la Cassa depositi e prestiti, ed è stato altresì autorizzato l'utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate per la copertura del debito sanitario;

lo stallo imposto alle attività avviate dal commissario delegato per l'emergenza socio-economico-sanitaria in Calabria ha, di fatto, posto un drammatico freno all'iter che, virtuosamente avviato, ha consentito, tra l'altro, l'avvio concreto delle attività legate alla realizzazione dei nuovi ospedali previsti dall'accordo di programma integrativo, sottoscritto dal Ministro della salute e dal presidente della regione Calabria in data 6 dicembre 2007 (ospedali della piana di Gioia Tauro, della Sibaritide, di Vibo Valentia e di Catanzaro), tappa imprescindibile del difficile percorso di miglioramento dell'offerta sanitaria in tutto il territorio regionale;

con riguardo all'area relativa all'agricoltura, punto di forza del tessuto economico regionale, il fatto che la Calabria sia fra le prime tre regioni italiane per numero di aziende agricole garantisce anche la manutenzione ed il governo del territorio sia da un punto di vista orografico, sia da un punto di vista paesaggistico, aspetto non secondario rispetto al connubio con il turismo;

il territorio regionale, con le sue specificità ambientali e paesaggistiche, rappresenta un elemento fondamentale per l'agricoltura: infatti, per effetto del microclima e per le condizioni morfologiche ed identitarie del territorio, l'agricoltura calabrese è di nicchia e fornisce prodotti di grande qualità. Tutto ciò che rappresenta ricchezza può venire meno se, in futuro, non si sapranno rappresentare, in sede di revisione della politica agricola comune, le istanze di questi territori e di queste specificità. Per cui il fatto stesso che la politica agricola comune porterà alla diminuzione di pagamenti diretti può rappresentare un elemento di debolezza per il futuro dell'agricoltura calabrese;

in merito alle politiche di innovazione, dato il contesto europeo (in particolare il programma europeo Horizon 2020), nonché quello nazionale, che vede agenda digitale e start up innovative tra gli argomenti principali in fase di discussione all'interno del Consiglio dei ministri, la Calabria non può non essere destinataria ma, soprattutto, protagonista di una nuova stagione di progettazione nel settore dell'innovazione, dell'economia della conoscenza e dello sviluppo di nuove infrastrutture immateriali;

le aree strategiche su cui appare opportuno definire azioni di intervento sono: politiche ed azioni a sostegno delle smart city, finalizzate all'adozione di modelli integrati di sviluppo urbano poggiati sui criteri di sostenibilità ambientale e sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione; politiche ed azioni a sostegno dell'ormai noto paradigma «Internet delle cose»: dotare cioè il territorio della Calabria, come sta già avvenendo in tutta Europa, di sensori e oggetti intelligenti finalizzati alla governance del territorio, nonché politiche ed azioni a sostegno delle prescrizioni dell'agenda digitale italiana,
impegna il Governo:
a sostenere il rilancio e lo sviluppo della regione Calabria e del Mezzogiorno attraverso un lavoro sinergico con le istituzioni locali, seguendo la strada già tracciata con una serie di iniziative che mirano:

a) a valorizzare e rendere protagonista la porta sul mondo del Mezzogiorno che è l'infrastruttura di Gioia Tauro, sostenendo e supportando la regione presso la Commissione europea, nel percorso di definizione di misure di fiscalità di vantaggio nell'area retroportuale di Gioia Tauro attraverso la costruzione di una zona economica speciale, sul modello di quanto già sperimentato in svariati poli produttivi situati a ridosso di realtà portuali consolidate, che sia in grado di stimolare una rapida crescita attirando investimenti, e ad avviare un'interlocuzione con i gruppi imprenditoriali nazionali ed internazionali per l'insediamento di attività produttive rilevanti nell'area retroportuale di Gioia Tauro, attesi anche i benefici discendenti dalle misure proposte e dalle attività in corso legate alle misure di sostegno alle attività produttive incluse nell'accordo di programma quadro «Polo logistico intermodale di Gioia Tauro»;

b) a predisporre un piano unitario strategico e condiviso per il rilancio del sistema infrastrutturale della regione e del Mezzogiorno, attraverso un'importante e mirata azione nei confronti delle aziende che operano per garantire il servizio pubblico, affinché siano assicurati investimenti e politiche di innovazione, con particolare riferimento alla realizzazione dell'alta velocità fino a Reggio Calabria;

c) ad assicurare un nuovo approccio alla questione infrastrutturale per non rischiare un'ulteriore contrazione dei livelli occupazionali e un ridimensionamento delle esigenze di mobilità da parte dei cittadini calabresi, attivandosi per completare i lavori dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e della strada statale 106 jonica;

d) a sostenere forme di tutela nei confronti dei disagi e degli squilibri che la presenza di particolari vulnerabilità del tessuto socio-economico calabrese amplifica nel contesto dei servizi di trasporto su gomma, le cui irregolarità sul fronte dell'offerta creano disagi ed evidenti squilibri agli operatori di un comparto il cui efficiente funzionamento dipende, in primis, dal rispetto delle precise disposizioni legislative in materia;

e) a potenziare l'aeroporto internazionale di Lamezia Terme per permettere collegamenti di passeggeri e merci sempre maggiori, e ad attivarsi, in conformità a quanto previsto dal piano nazionale degli aeroporti elaborato dall'Enac, per consentire il potenziamento degli aeroporti calabresi, affinché questi possano essere pienamente inseriti nella riorganizzazione e nella razionalizzazione del settore dei trasporti aerei al rango di aeroporti nazionali, tenendo conto della pluralità di azioni avviate tanto dalla regione quanto dalle società di gestione, nonché dell'impatto strategico delle strutture nel contesto regionale e dell'intero Mezzogiorno;

f) a promuovere un piano di valorizzazione delle risorse ambientali calabresi, prestando particolare attenzione ai parchi naturali, alle riserve naturali terrestri ed alle riserve marine, oltre a potenziare gli interventi di tutela ambientale, con attente attività di controllo;

g) ad attivare un tavolo tecnico tra Governo e regione a sostegno dell'attuazione della riforma del settore idrico regionale e dell'elaborazione di un piano coordinato di misure tese alla valorizzazione della risorsa idrica, anche in linea con le politiche nazionali e comunitarie, favorendo un'interlocuzione con gruppi imprenditoriali attivi nel settore dell'uso produttivo delle risorse idriche, attese le rilevanti potenzialità del territorio calabrese;

h) a sostenere gli sforzi profusi dalla regione per l'attuazione di interventi strutturali di contrasto ai movimenti franosi, alle esondazioni e all'erosione costiera, mediante la previsione di uno sforzo eccezionale in termini di priorità di scelte e di risorse finanziarie, per la messa in sicurezza dei centri urbani e degli insediamenti produttivi, che consentirà di assicurare ai cittadini ed agli operatori economici un contesto di generale sicurezza e di più salda certezza degli investimenti effettuati;

i) a sbloccare il finanziamento di 220 milioni di euro previsti per la Calabria dall'accordo Cipe del 20 gennaio 2012 richiamato in premessa, al fine di attuare gli interventi per la messa in sicurezza del territorio;

l) a realizzare, secondo le linee tracciate dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, con la relazione approvata all'unanimità il 25 gennaio 2012, un'organizzazione degli uffici giudiziari calabresi che non faccia abbassare i livelli dei presidi di legalità nell'interesse dei cittadini, per le evidenti ragioni legate alla specificità territoriale ed all'impatto della criminalità organizzata, rivalutando la decisione relativa alla soppressione del tribunale di Rossano;

m) in materia di sanità, a mantenere gli impegni recentemente assunti, adottando ogni possibile iniziativa diretta a superare l'attuale blocco delle attività del commissario ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari, predisponendo ogni atto utile alla prosecuzione dell'attuale fase commissariale in gestione ordinaria, al fine di procedere al raggiungimento di un obiettivo strategico per il miglioramento della sanità calabrese, che è rappresentato dalla realizzazione delle nuove strutture ospedaliere (di Sibaritide, Gioia Tauro e Vibo Valentia) già finanziate e in fase di procedura di aggiudicazione;

n) a riconoscere alcune aree già individuate dalla giunta regionale (Gioia Tauro, Crotone, Vibo Valentia) quali «aree di crisi industriale complessa», attivando le procedure previste dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante «Misure urgenti per la crescita del Paese»;

o) a promuovere la realizzazione di un fondo per le imprese calabresi con applicazione del credito d'imposta, strumento molto apprezzato dalle aziende per le sue caratteristiche di semplicità, automaticità e trasparenza, concesso sempre nel rispetto dei criteri e dei limiti di aiuto stabiliti dalla Commissione europea;

p) a sostenere, nell'ambito dei negoziati per la riforma della politica agricola comune, una politica non penalizzante dei pagamenti diretti, e a individuare interventi specifici per il sostegno all'agricoltura calabrese e alla produzione di alta qualità;

q) ad attuare specifiche politiche ed azioni a sostegno delle prescrizioni dell'agenda digitale italiana all'interno del territorio della regione Calabria, attraverso il completamento della banda larga, l'avvio di azioni nell'area dell'open government e degli open data per «aprire» gli strumenti di governance politica alle esperienze locali di cittadinanza attiva.

(1-01128)
«Cicchitto, Corsaro, Santelli, Baldelli, Galati, Dima, Golfo, Antonino Foti, Traversa, Aracu, Bertolini, Bianconi, Cicu, Di Virgilio, Laffranco, Osvaldo Napoli, Saltamartini».