Atto Camera
Mozione 1-01109
presentata da
ROCCO GIRLANDA
testo di
mercoledì 18 luglio 2012, seduta n.668
La Camera,
premesso che:
le agenzie di rating sono enti privati partecipati da società, banche e fondi di investimento con sedi in vari Paesi del mondo, in particolar modo gli Stati Uniti, dove le tre maggiori agenzie rappresentano i soggetti i cui giudizi riscuotono generalmente maggior credito sui mercati;
nell'ultimo anno le tre maggiori agenzie statunitensi sono state particolarmente prodighe di giudizi negativi sul debito pubblico italiano e degli altri Paesi dell'Unione europea, nonché su istituti di credito ed enti locali del nostro Paese;
nell'attività di annuncio dei giudizi di rating è innato, tra gli altri, un potenziale conflitto di interesse che riguarda i soggetti che pubblicano i rating e nel contempo svolgono attività di banca di investimenti, in quanto il rating potrebbe essere strumentalizzato nell'interesse della banca ovvero dei clienti per attività speculativa in borsa, o per l'acquisizione di asset a prezzi di realizzo;
le agenzie di rating sono state criticate dagli analisti finanziari per la non piena affidabilità delle loro analisi di rating in quanto società private non esenti da conflitti di interessi col resto del mercato;
viene spesso citata al riguardo l'analisi di rating positiva fornita nei confronti dell'istituto di credito Lehman Brothers appena una settimana prima del suo fallimento all'interno della crisi finanziaria americana dei mutui subprime del 2008 oppure di Parmalat poco prima del suo crack finanziario;
le difficoltà provocate dalla crisi economica e finanziaria globale, che ha colpito in maniera particolare alcuni Paesi dell'eurozona con un forte debito pubblico, ha imposto ai rispettivi Governi scelte drastiche in materia di politiche economiche, tanto da produrre veri e propri cambiamenti politici o elezioni anticipate, come accaduto in Spagna e Grecia, configurandosi quindi tali agenzie quali strumento e leva per favorire cambiamenti di natura politica, economica e finanziaria all'interno di Stati sovrani, anche a dispetto della volontà popolare;
la crescita degli interessi sul debito pubblico deprime le prospettive di crescita e si ripercuote negativamente sul Pil dei vari Paesi, costringendo i Governi ad aumentare la pressione fiscale sui contribuenti, annullando anche gli effetti positivi a medio e lungo termine di manovre economiche correttive;
lo stesso governatore della banca centrale europea, Mario Draghi, ha recentemente affermato come «bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating o quanto meno imparare a fare meno affidamento sui loro giudizi»;
in Italia nel 2012, nell'ambito della crisi economica del 2008-2012, è stata aperta un'inchiesta da parte del pm della procura di Trani, Michele Ruggiero, per valutare l'affidabilità e l'oggettività delle agenzie di rating sotto l'ipotesi di reato di manipolazione di mercato; in particolare tra le conclusioni dell'inchiesta si contesta all'agenzia americana Standard & Poor's, in merito al declassamento delle banche italiane, di aver posto in essere «una serie di artifici concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari» a causa anche di «analisti (non identificati) inesperti e incompetenti» a mezzo di comunicazioni ai mercati fatte «in maniera selettiva e mirata in relazione al momento di maggiore criticità della situazione politica economica italiana cagionando alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità»;
diversi importanti Paesi nel mondo hanno istituito agenzie di rating di carattere nazionale, tra cui la Cina, il Giappone, il Canada, l'Australia e la Russia, risultando ad oggi assenti nei Paesi membri dell'eurozona;
l'istituzione di un soggetto analogo di valenza comunitaria, realizzato e partecipato dai Paesi membri, potrebbe rappresentare un valido contraltare ai giudizi delle agenzie statunitensi, ritagliandosi anche un ruolo di controllo, verifica e supporto delle politiche economiche dell'eurozona e dei suoi componenti, in vista di un'auspicata politica comune di coordinamento delle politiche economiche,
impegna il Governo
a proporre ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri dell'Unione europea le valutazioni e gli approfondimenti necessari per l'istituzione di un'agenzia europea di valutazione del merito di credito, promossa da tutti i Paesi membri.
(1-01109)
«Girlanda, De Luca, Barani, Castellani, Bocciardo, Abelli, Vincenzo Antonio Fontana, Antonino Foti, Giammanco, Crolla, Mancuso».