ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01084

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 651 del 18/06/2012
Abbinamenti
Atto 1/00975 abbinato in data 18/06/2012
Atto 1/00986 abbinato in data 18/06/2012
Atto 1/01082 abbinato in data 18/06/2012
Atto 1/01083 abbinato in data 18/06/2012
Atto 1/01085 abbinato in data 18/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: ADORNATO FERDINANDO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 18/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
BOSI FRANCESCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012
MARCAZZAN PIETRO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 18/06/2012


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 18/06/2012
Resoconto ADINOLFI MARIO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 18/06/2012
Resoconto DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/06/2012

DISCUSSIONE IL 18/06/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 18/06/2012

Atto Camera

Mozione 1-01084
presentata da
FERDINANDO ADORNATO
testo di
lunedì 18 giugno 2012, seduta n.651

La Camera,

premesso che:

gli eventi che hanno interessato nell'arco di un anno l'area nordafricana e mediorientale non hanno precedenti nella storia di quella macroregione;

le proteste di massa in quei Paesi, accomunati dalla presenza di sistemi autarchici e lontani dal modello di democrazia, hanno portato alla caduta di regimi che in alcuni casi duravano da oltre trent'anni (Tunisia e Egitto), ad una sanguinosa guerra civile (Libia) o spinto le leadership di altri Paesi a intraprendere una serie di riforme per venire incontro alle richieste delle piazze (Marocco e Giordania);

la «Primavera araba» ha investito anche la Siria, che ha cercato di soffocare subito le proteste di piazza con l'arresto e la probabile tortura dei rivoltosi, per lo più studenti;

attualmente è ancora in atto una dura rivolta contro il regime imposto dalla dinastia alawita Al Assad, che governa il Paese ininterrottamente dal 1971;

il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di pace, Herve Ladsous ha detto chiaramente che la Siria è in «guerra civile», che il Governo ha perso grandi parti di territorio, molte città sono passate all'opposizione e che il Governo medesimo vuole riprenderne il controllo;

l'Osservatorio dei diritti umani ha comunicato che, dall'inizio della rivolta contro il regime di Bashar al Assad nel marzo 2011, le violenze in Siria hanno fatto oltre 14.400 morti, per la maggior parte civili. Di questi, 2.300 persone sono rimaste uccise soltanto nel mese di maggio 2012. Delle «14.475 persone, 10.117 sarebbero i civili, 3.552 i soldati e 807 i disertori», secondo quanto dichiarato dal presidente dell'organizzazione non governativa che ha sede in Gran Bretagna;

le Nazioni Unite hanno denunciato in un rapporto le atrocità commesse contro i bambini, affermando che vengono uccisi, incarcerati e torturati, sono vittime di violenza sessuale e addirittura utilizzati come scudi umani;

in un nuovo rapporto pubblicato in questi giorni, Amnesty international fornisce nuove prove delle ampie e sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui crimini contro l'umanità e crimini di guerra, perpetrate nell'ambito di una politica di Stato destinata a compiere rappresaglie contro le comunità sospettate di sostenere l'opposizione siriana e a intimidire e assoggettare la popolazione;

in ritardo rispetto ai continui massacri, il Consiglio di sicurezza dell'Onu, prima con la risoluzione 2042, in cui si consentiva l'invio immediato di una missione esplorativa in Siria, e poi con la risoluzione 2043 del 21 aprile 2012, ha approvato la missione Unsmis, United nations supervision mission in Syria, con l'invio progressivo di un contingente di osservatori militari disarmati, oltre alla necessaria componente civile;

anche Russia e Cina hanno sottoscritto la ferma condanna del Consiglio di sicurezza, dopo che per due volte avevano esercitato il potere di veto;

i violenti scontri e l'elevato numero di morti, nonostante la presenza della missione Onu, hanno indotto il Governo prima a ritirare la delegazione diplomatica italiana in Siria e poi, in data 29 maggio 2012, unitamente ai Governi di Germania, Spagna, Francia, Canada, Australia, Olanda (seguiti poi anche dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Turchia), ad espellere gli ambasciatori e altri diplomatici siriani dal Paese (mentre la Russia ha criticato l'espulsione degli ambasciatori siriani, definendola una mossa «controproducente»);

si teme che il conflitto possa ripercuotersi sull'intera area geografica e che possa crearsi una nuova emergenza umanitaria nello scacchiere mediorientale, che già sconta una precaria situazione;

il complesso quadro regionale e internazionale in cui si colloca la crisi siriana non ha favorito un'azione forte e decisa da parte delle istituzioni europee finalizzata a ricercare una soluzione alla drammatica vicenda;

una soluzione della crisi, attraverso la mediazione delle istituzioni europee ed internazionali, non è agevolata dall'atteggiamento indulgente nei confronti del regime di Assad da parte della Russia, che vuole continuare ad avere una sua zona d'influenza in quell'area mediorientale, mentre un'escalation della guerra civile potrebbe accentuare i rischi di un intervento diretto iraniano, con tutto quello che ne conseguirebbe, compresa un'azione decisa e diretta di Israele;

sono certamente da tenere in considerazione le implicazioni derivanti dall'eterogenea composizione delle forze che si oppongono al regime siriano di Assad, in cui si registra una forte presenza sunnita e in cui convivono un insieme di gruppi in esilio denominato Consiglio nazionale siriano (Cns), con una prevalenza sempre più consistente di movimenti e partiti islamisti sunniti, a fronte della presenza sciita di matrice iraniana;

il Ministro degli affari esteri, Giulio Terzi, ha recentemente avuto una conversazione con il nuovo Presidente del Consiglio nazionale siriano, Abdel Basset Sieda, al quale ha espresso la forte preoccupazione dell'Italia per la situazione, sottolineandone i riflessi sulla sicurezza regionale e i gravi risvolti umanitari e confermando l'imminente invio in Siria e in Giordania di aiuti italiani per la cura dei feriti e la prossima attivazione di un ospedale da campo in Giordania. Il capo della diplomazia italiana si è, in particolare, soffermato sulla necessità che le opposizioni si uniscano attorno ad una piattaforma comune, inclusiva di tutte le componenti della società siriana;

secondo quanto emerge dagli ultimi incontri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, non è previsto nessun accordo ufficiale per un intervento militare in Siria, anche se l'opinione internazionale è unanime nell'affermare che il regime siriano sia responsabile della violazione del diritto internazionale;

nella giornata di giovedì 14 giugno 2012 il Senato della Repubblica ha approvato il decreto-legge sulla partecipazione dell'Italia alla missione degli osservatori Onu in Siria, che passerà ora all'esame della Camera dei deputati;

sabato 16 giugno 2012 il generale norvegese Robert Mood, a capo della missione Onu in Siria Unsmis, ha annunciato la sospensione della missione internazionale, a causa dei crescenti atti di violenza nel Paese che mettono a rischio gli osservatori e tutto lo staff, e che la missione riprenderà solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie al suo svolgimento;

la sospensione della missione decreta, di fatto, il fallimento dello stesso piano Annan per la Siria, che aveva l'obiettivo di fermare le ostilità tra i due fronti, ma il massacro di Hula di maggio 2012 ha ridestato i combattimenti in tutto il Paese,
impegna il Governo:
ad intraprendere ogni utile iniziativa, d'intesa con le istituzioni europee ed internazionali, per porre fine alle violenze in atto ai danni della popolazione siriana ed organizzare i soccorsi alla popolazione sofferente;

a sostenere la necessità di un'intesa tra l'Unione europea e la Lega araba per favorire un'evoluzione positiva della situazione con il più ampio consenso possibile delle popolazioni e dei Paesi interessati;

a favorire, tenuto conto degli ottimi rapporti esistenti con la Federazione russa, un maggior coinvolgimento della stessa nel ricercare una soluzione condivisa di una vicenda che rappresenta un'emergenza internazionale di primaria importanza;

a valutare l'opportunità di sostenere presso le istituzioni internazionali la necessità di una nuova e determinante risoluzione dell'Onu, anche alla luce della sospensione della missione Unsmis.

(1-01084)
«Adornato, Galletti, Volontè, Tassone, Compagnon, Ciccanti, Rao, Naro, Bosi, Marcazzan».