CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 agosto 2012
693.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 122

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI.

  La seduta comincia alle 12.40.

Sulla missione svolta l'8 e il 9 maggio 2012 a La Spezia presso l'Arsenale Militare Marittimo, al Comando Subacquei ed Incursori, agli stabilimenti Oto Melara e a Livorno presso l'Accademia Navale e alla Brigata «Folgore».
(Svolgimento e conclusione).

  Edmondo CIRIELLI, presidente, rende comunicazioni sulla missione in titolo (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 12.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gianluigi Magri.

  La seduta comincia alle 12.45.

DL 95/2012: Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini.
C. 5389 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

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  Antonio RUGGHIA (PD), relatore, osserva che nel disegno di legge all'esame della Commissione è confluito, come noto, anche il testo di un ulteriore decreto-legge, relativo alle dismissioni del patrimonio pubblico.
  Gli aspetti di interesse della Commissione sui due provvedimenti, ora confluiti in un unico testo, sono molteplici.
  In primo luogo, evidenzia che l'articolo 1, comma 21, dispone una riduzione delle spese per acquisto di beni e servizi per le amministrazioni centrali dello Stato a decorrere dall'anno 2012, cui è chiamata a concorrere anche il Ministero della difesa. La tabella allegata pone l'obiettivo di risparmio, che si traduce in importi accantonati e resi indisponibili, pari a 148 milioni di euro per gli anni 2013 e 2014 che, peraltro, costituisce un contributo tra i più cospicui nel triennio rispetto a quello degli altri ministeri. Analogo obiettivo di risparmio è disposto dall'articolo 7, comma 12, e dalla allegata Tabella 2, con riferimento alle riduzione di spesa in termini di saldo netto da finanziare e di indebitamento netto per il triennio 2013/2015, cui il Ministero della difesa contribuisce nella misura più rilevante rispetto agli altri ministeri.
  La norma di maggior impatto è comunque quella recata all'articolo 2, comma 3, che impone una riduzione delle dotazioni organiche delle Forze armate.
  In particolare, la disposizione in esame prevede che, con lo strumento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sia disposta una riduzione della dotazione organica delle Forze armate in misura non inferiore al 10 per cento e sia rideterminata anche la ripartizione dei volumi organici.
  Con un emendamento, approvato al Senato, che ha aggiunto un ulteriore periodo al comma in commento, viene adesso prevista l'adozione di una apposito regolamento di delegificazione al fine di: determinare le dotazioni organiche degli ufficiali di ciascuna Forza armata, suddivise per ruolo e grado; ridurre il numero delle promozioni a scelta, esclusi l'Arma dei carabinieri, il Corpo della guardia di finanza, il Corpo delle capitanerie di porto e il Corpo della polizia penitenziaria; c) dettare disposizioni transitorie per realizzare la graduale riduzione dei volumi organici entro il 1o gennaio 2016; disporre, infine, l'esplicita estensione dell'istituto del collocamento in aspettativa per riduzione di quadri al personale militare non dirigente.
  Quanto al personale in eccedenza, la norma detta specifiche disposizioni che riguardano la predisposizione di un piano di pensionamento biennale, la previsione di pensionamenti agevolati, la valutazione dei soprannumerari, la mobilità con salvaguardia dello status retributivo e previdenziale.
  Inoltre, si prevede che il personale non riassorbibile in base alle predette disposizioni, sarà collocato in aspettativa per riduzione quadri (ARQ), ai sensi e con le modalità previste dal codice dell'ordinamento militare.
  Segnala, altresì, che sebbene il Senato abbia apportato alcune modifiche migliorative alla disposizione in commento, risultano ancora taluni dubbi interpretativi. In particolare, il richiamato regolamento di delegificazione sembra intervenire anche su materie che il primo periodo affida al citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ad esempio con riguardo alla riduzione dei volumi organici delle Forze armate e delle relative dotazioni organiche, con specifico riferimento agli ufficiali.
  Inoltre, rimangono alcuni dubbi. In particolare, occorrerebbe specificare: quale sia l'entità della riduzione con riferimento agli organici di fatto; se si intenda effettuare una riduzione proporzionale oppure differenziare la percentuale di taglio tra i diversi ruoli; se la disposizione sia compatibile con il processo di revisione dello strumento militare in discussione presso l'altro ramo del Parlamento. Al riguardo, la Commissione difesa del Senato nell'esprimere un parere favorevole Pag. 124sul decreto-legge in esame ha osservato la necessità di armonizzare i due provvedimenti.
  Un'ulteriore disposizione di interesse della Commissione è recata nell'articolo 3, comma 11 e riguarda la semplificazione delle procedure di alienazione di immobili della Difesa.
  Integrando con un comma aggiuntivo (4-bis) l'articolo 306 del codice dell'ordinamento militare, si prevede che i contratti di compravendita, stipulati tra l'Amministrazione della difesa e gli acquirenti, producano effetti anticipati dal momento della loro sottoscrizione e siano immediatamente trascrivibili e sottoposti esclusivamente al controllo di gestione successivo della Corte dei conti, anziché a quello ordinario di carattere preventivo.
  La norma affida a un decreto del Ministro della difesa – sottoposto al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti – la definizione dei contenuti essenziali dei contratti di compravendita stipulati con gli acquirenti. Inoltre, attribuisce a tali contratti effetti anticipati dal momento della loro sottoscrizione e li sottopone esclusivamente al controllo successivo della Corte dei conti, la quale si pronuncia sulla regolarità, sulla correttezza e sull'efficacia della gestione. Nella relazione illustrativa del Governo, si afferma come l'esigenza dell'intervento discenda dagli aspetti di criticità e di discrasia emersi sul piano applicativo nel corso delle procedure di vendita degli alloggi, legate alla sottoposizione dei numerosi relativi decreti di approvazione dei contratti di alienazione all'ordinario controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti.
  Al riguardo osserva che, se da un lato, sono evidenti i benefici che la disposizione tende a realizzare in termini di maggiore celerità del provvedimento, dall'altro lato appare opportuno che la Commissione rifletta sul fatto che si elimina un passaggio importante, quello del controllo preventivo della Corte dei conti su di un atto di rilevante interesse patrimoniale della pubblica amministrazione, nell'ambito delle disposizioni generali che regolano i procedimenti amministrativi dello Stato.
  Sempre in materia di immobili, ricorda che una disposizione – originariamente contenuta nel decreto-legge n. 87/2012, all'articolo 2, comma 1, lettera g) ma adesso transitata nel testo in esame all'articolo 23-ter – inserisce tre nuovi commi (8-ter, 8-quater e 8-quinquies) all'articolo 33 del decreto-legge n. 98 del 2011, al fine di introdurre nuove modalità operative della Società di gestione del risparmio (SGR).
  Il comma 2 dell'articolo 5 nell'ambito delle disposizioni recanti la riduzione delle spese per l'acquisto, il noleggio o l'esercizio di autovetture, introduce una deroga per i servizi istituzionali svolti nell'area tecnico-operativa della Difesa.
  Ulteriore norma da esaminare è l'articolo 7 che reca diverse disposizioni finalizzate alla riduzione della spesa del Ministero della difesa.
  In particolare, il comma 5, lettera a) diminuisce ulteriormente i contributi erogati dal Ministero della difesa in favore dell'Agenzia Industrie Difesa, organo istituito con il compito di coordinare e gestire gli stabilimenti industriali appositamente assegnati all'Agenzia. Per effetto della modifica in esame, i contributi a favore dell'Agenzia sono così ridotti da, rispettivamente, euro 6.000.000 a euro 5.500.000 nell'anno 2012, da euro 5.000.000 a euro 3.800.000 nell'anno 2013 e da euro 4.000.000 nell'anno 2014 a euro 3.000.000; a decorrere dall'anno 2015 i suddetti contributi sono soppressi.
  Il comma 5, lettera b) riduce di 56 milioni di euro (da 459.330.620,21 a 403.330.620,2 euro) gli oneri per il 2012 per la professionalizzazione delle Forze armate. Tali erano gli oneri previsti, a seguito della trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale, per ridurre l'organico complessivo delle Forze armate a 190.000 unità.
  Il comma 6 dell'articolo in commento stabilisce che per il 2012 vengano rideterminate le consistenze organiche delle Forze armate, con il decreto di cui all'articolo 2207 del codice dell'ordinamento militare. In base a tale disposizione, le Pag. 125consistenze organiche delle Forze armate sono annualmente determinate (fino al 2020), con decreto del Ministro della difesa secondo un andamento delle consistenze del personale in servizio coerente con l'evoluzione degli oneri indicati nell'articolo 582 del codice e nel rispetto della ripartizione indicata nell'articolo 799. A seguito di tale intervento, per il 2012 gli oneri vengono ridotti di 56 milioni, mentre la ripartizione dei volumi organici sarà definita ai sensi del citato articolo 2, comma 2 del provvedimento in esame.
  Il comma 7 riduce di 5,6 milioni di euro l'autorizzazione di spesa relativa al 2012 per la cosiddetta «mini Naja», di cui all'articolo 55, comma 5-bis del decreto-legge n. 78 del 2010. In virtù dell'intervento qui proposto, l'autorizzazione di spesa della cosiddetta «mini Naja» per il 2012 risulterebbe pari a 1,9 milioni di euro.
  Il comma 8 dispone la riduzione di 17,9 milioni di euro, a decorrere dal 2012, delle dotazioni del fondo concernente la ripartizione delle risorse per le quali non si dà più luogo alle riassegnazioni allo stato di previsione del Ministero della difesa. Si interviene, quindi, sul fondo istituito ai sensi dell'articolo 2, comma 616, della legge finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244).
  Il comma 9 prevede la riduzione di 8,7 milioni di euro per il 2012 e di 7,9 milioni di euro a decorrere dal 2013 delle dotazioni del fondo di cui all'articolo 613 del codice dell'ordinamento militare. Quest'ultimo dispone che, per provvedere alle eventuali deficienze dei capitoli riguardanti il pagamento degli emolumenti al personale, ai fornitori e agli altri creditori (di cui all'articolo 550) e alle deficienze di cassa dipendenti da forza maggiore o anche da dolo o negligenza di agenti dell'amministrazione (di cui all'articolo 552), è istituito nello stato di previsione del Ministero della difesa un fondo a disposizione. Il prelevamento di somme da tale fondo e l'iscrizione nei capitoli suddetti viene operata con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. I capitoli a favore dei quali possono farsi prelevamenti dal detto fondo sono indicati in un elenco da annettersi allo stato di previsione del Ministero della difesa.
  Il comma 10 reca modificazioni all'articolo 536, comma 1, lettera b) del codice, prevedendo per i contratti di forniture pluriennali relativi al rinnovamento e all'ammodernamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che siano finanziati attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio, il concerto del Ministro dell'economia e delle finanze con il Ministro della difesa per i decreti di approvazione.
  Il comma 19 riduce di 8,9 milioni di euro per l'anno 2012 la dotazione del fondo per il finanziamento delle missioni di pace di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge n. 296 del 2006, mentre il successivo comma 6 dell'articolo 23 provvede al rifinanziamento del medesimo fondo per 1.000 milioni di euro per l'anno 2013, al fine di consentire la proroga per l'anno 2013 della partecipazione italiana a missioni internazionali.
  L'articolo 11 reca disposizioni volte al riordino delle Scuole pubbliche di formazione.
  Per i profili di interesse della Commissione, evidenzia che il comma 2 prevede che entro 180 giorni dall'entrata in vigore del presente decreto si provveda, mediante uno o più regolamenti adottati su proposta del Ministro della difesa di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al riordino delle scuole militari e degli istituti militari di formazione in conformità con i criteri indicati al comma 1.
  Infine, l'articolo 23, comma 7, consente di prorogare, a decorrere dal 1o gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2013, gli interventi di impiego del personale delle Forze armate per le operazioni di controllo del territorio L'ultimo periodo del comma dispone che per la proroga del piano di impiego del personale delle Forze armate sia autorizzata per l'anno 2013 una spesa di 72,8 milioni di euro, dei quali 67 milioni di euro destinati al personale Pag. 126della Forze armate di cui al comma 74 del decreto-legge n. 78/2009 e 5,8 milioni di euro a beneficio del personale delle Forze di polizia impiegato ai sensi del comma 75 del medesimo decreto legge.
  Il sottosegretario Gianluigi MAGRI, ringrazia l'onorevole Rugghia per aver svolto una relazione esaustiva e ricca di importanti valutazioni politiche. Condivide, infatti, quanto evidenziato dal relatore riguardo il fatto che, assommata alle riduzioni già operate dai precedenti provvedimenti, la notevole partecipazione della Difesa alla politica di risparmi attuata dal provvedimento in esame pone seri problemi per l'efficiente funzionamento della macchina militare.
  Segnala tuttavia che, durante l'esame al Senato, sono state affinate alcune precedenti discrasie contenute nel testo originario del provvedimento. In particolare, si riferisce alla modifica apportata all'articolo 2, comma 3, che prevede l'emanazione di un regolamento di delegificazione al fine di consentire la riduzione in misura non inferiore al 10 per cento delle dotazioni organiche delle Forze armate mediante l'emanazione di un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Nel raccogliere le preoccupazioni manifestate dal relatore riguardo la riduzione del personale, sottolinea, tuttavia, che sebbene le disposizioni della spending review non possano essere considerate parte integrante del più ampio provvedimento di revisione dello strumento militare in discussione al Senato, non si pongono comunque in contrasto con esso. Le differenze rilevabili tra le disposizioni dei due provvedimenti sarebbero, quindi, compatibili e non concettuali in quanto le prime anticiperebbero alcune misure previste dal secondo soltanto ai fini di ottenere gli obiettivi di risparmio di spesa, mentre le disposizioni sulla revisione dello strumento militare opererebbero ad invarianza di spesa.
  Segnala, poi, che la norma recante disposizioni in materia di razionalizzazione del patrimonio pubblico (articolo 3) è stata integrata con l'inserimento dell'articolo 19-bis che prevede il trasferimento del compendio dell'Arsenale di Venezia, con esclusione delle aree utilizzate dal Ministero della difesa per i suoi compiti istituzionali da definire d'intesa con l'Agenzia del demanio, in proprietà al Comune di Venezia che a sua volta ne affiderà la valorizzazione e la gestione alla società Arsenale di Venezia Spa.
  Quanto alle disposizioni recate dai commi 1-8 dell'articolo 4, dirette in via generale a mettere in liquidazione e privatizzare le società a partecipazione pubblica o quantomeno a ridurne le capacità operative, esse hanno subito una serie di modifiche, la più importante delle quali – per gli aspetti di interesse legati alla società Difesa servizi spa, società in house direttamente partecipata dal Ministero della difesa – appare essere quella della sostituzione del comma 3 che, nell'attuale formulazione, ha ampliato le tipologie di società e le fattispecie in cui non si applicano le disposizioni di cui al comma 1 del medesimo articolo 4, che prevedono l'obbligo di scioglimento o di alienazione per le società partecipate dalla pubbliche amministrazioni che abbiano conseguito nel 2011 il 90 per cento del fatturato complessivo per servizi resi in fare di pubbliche amministrazioni.
  Si sofferma, quindi, sulla modifica prevista all'articolo 7, comma 12. In particolare l'allegato 2, cui fa riferimento la norma, recante gli importi delle riduzioni della spesa delle amministrazioni centrali nel triennio 2013-2015, è stato modificato allo scopo di dare ulteriore copertura alle misure dirette a favorire la ricostruzione nei territori dell'Emilia Romagna, Lombardia e Veneto colpiti dal recente sisma. Per la difesa rimangono invariate le riduzioni previste per gli anni 2013 e 2014 pari, rispettivamente, a 236,1 milioni di euro e a 176,4 milioni di euro, mentre la riduzione originariamente prevista per l'anno 2015, pari a 256,8 milioni di euro, è stata portata a 269,5 milioni con un incremento di 12,7 milioni di euro.
  In ultimo, sebbene non abbia subito modificazioni rispetto alla formulazione originaria ritiene opportuno richiamare l'attenzione sull'articolo 14, comma 2, che Pag. 127ha disposto la riduzione del turn over per l'assunzione da parte dei Corpi di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, portando l'attuale percentuale del 100 per cento al 20 per cento nel triennio 2012-2014 e al 50 per cento per l'anno 2015, e prevedendo il ripristino del completo turn over solo a decorrere dall'anno 2016. Tale misura, infatti, oltre ad avere un diretto impatto sulla funzionalità delle Forze di polizia, compresa l'arma dei Carabinieri in relazione agli specifici compiti militari, ad un diretto e significativo effetto sulla concreta possibilità per le amministrazioni cui fanno capo le Forze di polizia ad ordinamento militare e civile di assumere in via definitiva i volontari di truppa in ferma prefissata quadriennale al termine di tale ferma, come previsto nei bandi di concorso, acuendo in tal modo la problematica della stabilizzazione dei VFP4. Si tratta, in sostanza, di soggetti che pur vincitori di concorso bandito dalla Forze di polizia non potranno essere assunti, quantomeno nei tempi previsti, in ragione delle drastiche riduzioni del turn over sopra indicato. Risulterebbe, quindi, opportuno fare emergere già in questa in sede dagli atti parlamentari la delicatezza del problema e l'esigenza di un intervento correttivo, eventualmente da realizzare nell'ambito della legge di stabilità 2013.

  Salvatore CICU (PdL) osserva come da troppo tempo ormai ci si sia abituati a provvedimenti che, in ragione delle necessità dettate dalla situazione economica-finanziaria, hanno operato drastiche riduzioni nei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Le considerazioni condivisibili del relatore sul fatto che ci troviamo a subire tali scelte senza poter incidere sulle effettive decisioni e le stesse parole oggi pronunciate dal sottosegretario Magri, testimoniano la preoccupazione per il rischio di trovarsi – in un prossimo futuro – a operare con uno strumento militare inadeguato alle esigenze del Paese e inefficiente. Ritiene, pertanto, che sia giunto il momento non più procrastinabile di svolgere in ambito parlamentare un discorso che tenti di andare oltre la cosiddetta politica dei tagli.
  A nome del proprio gruppo, quindi, auspica che al più presto possa avviarsi in Commissione un dibattito che riguardi il tema delle scelte e delle decisioni politiche relative alla Difesa. Si tratta di un compito cui il Parlamento ha il dovere di adempiere, soprattutto in un momento in cui sono i nostri militari a chiedere questo.
  Passando, infine, al problema della stabilizzazione dei volontari di truppa in ferma prefissata di quattro anni, ricorda che lui stesso, quando ricopriva l'incarico di sottosegretario alla Difesa, aveva attivato un meccanismo per l'inserimento di tale personale in altri settori attraverso opportune forme di coinvolgimento.

  Franco GIDONI (LNP) dichiara il pieno appoggio da parte del suo gruppo all'intenzione, prospettata dal collega Cicu, di avviare in Commissione un adeguato approfondimento sul tema delle scelte e delle decisioni di Difesa del nostro Paese.
  Manifesta, invece, perplessità sull'impianto del provvedimento in esame che attinge i maggiori risparmi dal Ministero della difesa, quando sarebbe stato invece opportuno operare riduzioni più ponderate anche in considerazione che, presso l'altro ramo del Parlamento, è in fase di avanzato esame un'importante provvedimento di legge delega sulla revisione dello strumento militare.
  Valuta, altresì, negativamente la disposizione che prevede che per i contratti di forniture pluriennali relativi al rinnovamento e all'ammodernamento dei sistemi d'arma, nell'ambito dei decreti di approvazione del Ministro della difesa, vi sia anche il concerto del Ministro dell'economia e delle finanze.
  Osserva, poi, che il risparmio ottenuto attraverso la riduzione di circa un terzo della dotazione del fondo per il finanziamento delle missioni di pace per l'anno 2013, è stato operato senza che il Parlamento fosse stato chiamato a pronunciarsi in alcun modo. Sul punto, facendo un esercizio di ipotesi, può soltanto immaginare Pag. 128che tale riduzione potrebbe imputarsi a una diminuzione del contingente impiegato nella missione in Afghanistan.
  Analogamente, ravvisa perplessità sulle disposizioni relative alla valorizzazione degli immobili della Difesa tramite la costituzione di una società SGR.
  Per tali ragioni, preannuncia pertanto il voto contrario da parte del suo gruppo.

  Francesco BOSI (UdCpTP) sottolinea la necessità che, oltre ad attuare una politica di tagli, si avvii un percorso di riordino complessivo dello strumento militare dotandolo di armamenti ed equipaggiamenti adeguati. Diversamente si rischia di minare la credibilità delle nostre Forze Armate, anche nel confronto con i nostri partner internazionali. Auspica, inoltre, che la Commissione promuova un dibattito sulle conseguenze derivanti dall'applicazione del provvedimento in esame, anche di quanto è all'esame del Senato sul riforma dello strumento militare. Alla luce di quanto emerso dal dibattito, incoraggia la presentazione di un ordine del giorno il più possibile condiviso da tutte le forze politiche presenti in Parlamento per indicare un percorso futuro utile a correggere eventuali difetti e a scongiurare il più possibile la riduzione del gettito fiscale dovuta al generale impoverimento della popolazione contribuente. Rileva la scarsa chiarezza delle norme in tema di procedura di alienazioni del patrimonio della Difesa ritenendo che esse dovrebbero contemplare una previsione per cui gli introiti sono acquisiti pro quota dal Ministero della Difesa. Ribadisce quindi che il comparto della Difesa e delle strutture preposte a garantire la sicurezza dei cittadini rappresentano un elemento costitutivo dello Stato da cui dipende in larga misura il prestigio internazionale di un Paese.

  Francesco Saverio GAROFANI (PD) ringrazia il relatore e, in particolare, il rappresentante del Governo per la rappresentazione obiettiva degli aspetti più problematici e preoccupanti connessi all'approvazione del provvedimento in titolo, con particolare riferimento all'articolo 14. Rileva come i tempi del dibattito alla Camera dei deputati, come appare ormai essere la norma, siano estremamente contratti, a paragone di quanto avviene in Senato, con l'aggravante della «blindatura» delle disposizioni. Sottolinea, quindi, come il provvedimento intervenga in modo particolarmente severo nei confronti del Ministero della Difesa, a partire dalla considerazione che le misure di risparmio sono distribuite su un biennio in luogo del triennio previsto per le altre amministrazioni. Condivide l'opinione di chi ravvede un rischio nell'intreccio tra le norme del provvedimento di spending review e quelle all'esame del Senato e concorda, conseguentemente, con l'onorevole Cicu quando propone una riflessione di più ampio respiro sulla politica di difesa nel suo complesso. Quanto ai risparmi realizzati sulla cosiddetta mini-naja, ritiene che essi vadano in una direzione più volte auspicata, alla luce della valutazione negativa a suo tempo espressa rispetto a tale istituto. Nell'auspicare pertanto che dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari le attività della Commissione possano riprendere a partire dalle tematiche generali evocate in questo dibattito, preannuncia un voto favorevole sulla proposta di parere del relatore pur non celando riserve e perplessità connesse soprattutto ai tempi di esame.

  Augusto DI STANISLAO (IdV), pur rilevando che la logica che sottende il provvedimento in esame non è più quella dei cosiddetti tagli lineari, evidenzia che le disposizioni del decreto-legge mostrano scarsa sensibilità per il futuro di uomini e donne che servono il Paese attraverso le Forze armate, nonché poca considerazione per un settore – quello della Difesa – che insieme a quello del Welfare dovrebbe invece fungere da cartina di tornasole per verificare quanto uno Stato sia davvero presente.
  Ritiene che durante l'esame dei precedenti provvedimenti di riduzione della spesa pubblica si sarebbe dovuto fare di più e meglio per sviluppare un dibattito politico forte che invece non c’è stato e, Pag. 129pertanto, in questo momento risulta difficile «piangersi addosso». Tale situazione ha finito per impoverire l'intero comparto e, anche adesso, il provvedimento in esame mostra troppe ombre e poche luci. Nel dichiarare, pertanto, un voto contrario, auspica che prevalga in futuro un atteggiamento di responsabilità che possa sgombrare il campo da ogni tipo di demagogia per consentire al Parlamento di riappropriarsi delle proprie prerogative.

  Giacomo CHIAPPORI (LNP), nel percepire una sorta di amarezza da parte dei colleghi intervenuti per le cose non fatte in passato e che avrebbero potuto evitare le ulteriori riduzioni al bilancio della Difesa previste dal provvedimento in esame, evidenzia come tale considerazione rafforzi la sua convinzione per un voto contrario sul provvedimento. Infatti, giudica non veritieri i bilanci prospettati da questo provvedimento di spending review e, piuttosto che assoggettarsi a dati falsi, preferisce interrompere una pratica di riduzione delle risorse priva di qualsiasi prospettiva.

  Edmondo CIRIELLI, presidente, con riferimento all'articolo 11, comma 2, del provvedimento sottolinea che le missioni svolte dalla Commissione hanno consentito di delineare un quadro assai positivo sulle istituzioni formative in campo militare ed esprime, di conseguenza, una posizione contraria ad ogni intervento che muova nella direzione della loro soppressione. Osserva che occorre tenere conto del ruolo svolto dalle scuole ed istituti militari e della dedizione e passione che caratterizzano gli allievi, come peraltro ha evidenziato il relatore. Sottolinea che i criticabili contenuti del provvedimento in esame potrebbero condurre ad una valutazione complessivamente negativa, tuttavia preannuncia un voto favorevole in onore dello sforzo compiuto dal relatore e, soprattutto, della necessità di contribuire in modo migliorativo al provvedimento in esame. Con riferimento all'articolo 14, comma 2, sottolinea l'esigenza che sia tutelata la legittima aspettativa dei vincitori di un concorso all'assunzione entro un ragionevole lasso di tempo anche al fine di non determinare un inesorabile invecchiamento del personale delle Forze di polizia con conseguenze che sarebbero molto preoccupanti.

  Antonio RUGGHIA (PD), relatore, alla luce del dibattito svolto e delle sollecitazioni da più parti evidenziate, formula una proposta di parere con osservazioni, che illustra (vedi allegato 2).

  Francesco BOSI (UdCpTP) auspica che la proposta di parere formulata dal relatore possa essere integrata rendendo più esplicita la sua preoccupazione per il fatto che le disposizioni sull'estensione dell'aspettativa per riduzione quadri (ARQ) non si armonizzano con le misure in materia di turn-over.

  Francesco Saverio GAROFANI (PD), in considerazione del tema trattato, ritiene che la proposta avanzata dal collega Bosi possa più agevolmente trovare accoglimento in un ordine del giorno da approvare in Assemblea piuttosto che in un'osservazione da inserire nel parere della Commissione.

  Antonio RUGGHIA (PD), relatore, evidenzia che il tema dell'aspettativa per riduzione quadri ha trovato ingresso nel parere in quanto l'attuale disciplina prevede tale istituto esclusivamente per il personale appartenente alla categoria degli ufficiali, mentre occorre garantire ad un ambito soggettivo adeguato, in relazione alla riduzione delle consistenze organiche previste dal provvedimento, l'applicazione delle disposizioni dell'istituto, senza tuttavia estenderlo indiscriminatamente.
  Il sottosegretario Gianluigi MAGRI manifesta compiacimento per il dibattito che la Commissione ha svolto, che giudica ricco di contenuti anche da parte di chi ha espresso posizioni contrarie al provvedimento. Ritiene assai importante che attraverso tale dibattito e gli atti da esso scaturiti possa farsi sentire al personale delle Forze armate la riconoscenza del Paese e delle Istituzioni che lo rappresentano. Ritiene tale atteggiamento positivo e Pag. 130costruttivo per il prosieguo dei lavori che Parlamento e Governo svolgeranno in tale campo.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni, come formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.05 alle 14.10.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 690 del 25 luglio 2012, a pagina 69, seconda colonna, sostituire l'intervento del deputato Walter Verini con il seguente:

  Walter VERINI (PD) si dichiara parzialmente rassicurato dalle dichiarazioni del Governo per la parte che riguarda il contributo per l'anno 2012 alle associazioni combattentistiche e partigiane che, di anno in anno è sempre più esiguo, nonostante il rilevante significato sul piano politico e della testimonianza storica di questi soggetti. Esprime rammarico per il fatto che l'Esecutivo non abbia ritenuto di risolvere, di propria iniziativa e tempestivamente, il problema del finanziamento di tali associazioni che, a partire dall'ANPI, rappresentano un altissimo patrimonio di valori sociali e politici su cui si fonda la Repubblica italiana ed auspica che i medesimi problemi non si ripropongano il prossimo anno.

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