CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 maggio 2012
658.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
Pag. 15

  Mercoledì 30 maggio 2012. – Presidenza del Presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

  La seduta comincia alle 9.30.

Comunicazioni del Presidente.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rappresenta che è pervenuta una lettera dal Presidente della Camera con cui è stata trasmessa una nota del presidente del consiglio comunale di Milano. Alla nota è allegata una relazione di servizio della polizia locale di Milano con la quale si dà conto di un fatto accaduto nell'ufficio del consigliere comunale Riccardo De Corato, che è anche deputato. In particolare, per conto del collega De Corato, una terza persona aveva impedito alla polizia municipale di fare accesso all'ufficio per rimuovere uno striscione che calava dalla finestra dell'ufficio medesimo e copriva l'insegna di un esercizio commerciale, opponendo il fatto che il consigliere De Corato è anche parlamentare. Successivamente, peraltro, lo striscione veniva rimosso spontaneamente. Il presidente del consiglio comunale ha domandato al Presidente della Camera se quanto opposto fosse conforme all'ordinamento giuridico, «anche al fine di uniformarsi a future situazioni che potrebbero verificarsi».
  Avendo la questione specifica perso di ogni attualità e concretezza ed avendo dunque la richiesta ad oggetto un parere su ipotesi teoriche, indefinite ed eventuali, informa di aver già preparato una risposta per il Presidente della Camera nel senso che (a parte i profili controversi della vicenda e i fondati dubbi che possono sorgere in ordine alla riconducibilità della fattispecie ai rapporti tra poteri dello Stato e quindi alle immunità parlamentari) la Giunta non svolge dibattiti e non si esprime su casi astratti e a titolo di consulenza, ma solo su formali richieste dell'autorità giudiziaria su casi specifici e attuali, avanzate ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione e assegnatele ai sensi di Regolamento.

  La Giunta prende atto.

Domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni del deputato Verdini.
(doc. IV, n. 28).

(Esame e rinvio).

  Maurizio PANIZ (PdL), relatore, nel riservarsi di svolgere ulteriori considerazioni in una prossima seduta e di avanzare una proposta all'esito della discussione e dell'audizione del deputato Denis Verdini, Pag. 16svolge brevemente, ed in via di prima approssimazione, alcune considerazioni.
  L'indagine della procura della Repubblica di Roma concerne il concorso in corruzione di diversi soggetti tra cui Angelo Balducci e Fabio De Santis, in qualità di pubblici ufficiali operanti presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio (gli intranei), e Francesco De Vito Piscicelli, Riccardo Fusi e lo stesso Verdini, in qualità di extranei, tutti avvinti dalla finalità di ottenere (e far ottenere) appalti e commesse pubbliche, tra cui in via principale la realizzazione della Scuola Marescialli dei carabinieri di Firenze, in violazione delle regole sull'affidamento dei pubblici appalti mediante gare trasparenti.
  Lo stralcio di cui vengono trasmessi gli atti concerne il procedimento n. 37011/10 a carico dei soli Verdini e Pierfrancesco Gagliardi (cognato del De Vito Piscicelli).
  Agli atti trasmessi in allegato alla domanda dell'autorità giudiziaria è una voluminosa informativa della polizia giudiziaria nella quale si descrive un vasto consorzio di persone dedite, secondo la prospettazione accusatoria, ad attività illecite e corruttive.
  Lo spunto investigativo iniziale sarebbe costituito dalle risultanze di un'ispezione di vigilanza della Banca d'Italia sul Credito Cooperativo Fiorentino, banca operante in Toscana ed avente cospicui rapporti con l'altra grande banca toscana, il Monte dei Paschi di Siena. Nell'informativa si dà conto anche dei rapporti tra il Credito Cooperativo Fiorentino e la Banca Antonveneta. Nella relazione della Banca d'Italia, redatta a conclusione dell'ispezione, si afferma che il consiglio d'amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino avrebbe gestito le risorse bancarie in modo contrastante con i principi di sana e prudente gestione, prescritti dal Testo unico bancario del 1993 e anche con le stesse linee strategiche che il medesimo consiglio d'amministrazione si era dato in precedenza. A conferma di questa conclusione, agli atti sono allegati numerosi documenti che attestano operazioni immobiliari finanziate dal Credito Cooperativo e che non risulterebbero avere un'immediata spiegazione gestionale.
  In realtà, questa prima premessa appare come un dato di contesto, utile – sempre secondo l'ipotesi accusatoria – a tratteggiare il più ampio panorama illecito e corruttivo in cui si muovevano gli altri protagonisti della vicenda considerata, vale a dire i dirigenti della Baldassini, Tognozzi e Pontello, una grande ditta edile di Firenze, il cui dominus era Riccardo Fusi.
  Dalle emergenze investigative si trarrebbe che il Fusi si poneva al centro di una rete di rapporti complessa che poteva contare sul sostegno istituzionale di Balducci, presso la Presidenza del Consiglio e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e su quello di Denis Verdini, quale dominus effettivo del Credito Cooperativo Fiorentino. Peraltro, l'onorevole Verdini sembrava offrire al Fusi anche le vantaggiose relazioni dovute al suo ruolo di coordinatore del Popolo della libertà, ruolo che l'onorevole Verdini ricopriva dall'aprile 2008 assieme agli altri due coordinatori (gli onorevoli Bondi e La Russa, peraltro anche ministri del Governo Berlusconi).
  Secondo l'ipotesi accusatoria, Balducci e De Santis avrebbero ottenuto dal Fusi la promessa di ottenere una somma pari al 2 per cento del valore dell'appalto, o del suo equivalente economico risarcitorio, ove il contratto per la realizzazione della caserma dei carabinieri fosse stato riassegnato alla Baldassini, Tognozzi e Pontello – la quale in precedenza era stata estromessa dall'appalto in favore della ditta Astaldi – oppure se alla medesima Baldassini, Tognozzi e Pontello fosse stato riconosciuto un risarcimento per l'illegittima esclusione dal contratto. Altri episodi di connotato corruttivo sarebbero gli impegni assunti da Balducci e De Santis in favore di Fusi e De Vito Piscicelli per le commesse legate ai campionati mondiali di nuoto del 2009 a Roma e altre iniziative ed eventi connessi alle celebrazioni per il 150o anniversario dell'unità d'Italia.
  Secondo l'autorità giudiziaria sarebbe dunque rilevante acquisire al fascicolo per Pag. 17il dibattimento non solo le intercettazioni tra Fusi e Balducci e tra i vari soggetti coinvolti, che non rivestono la qualità di parlamentare, ma anche quelle delle conversazioni cui prende parte l'onorevole Verdini, giacché lo sviluppo dell'inchiesta ha successivamente fatto emergere il suo apparente contributo alle operazioni illecite, che ovviamente – sottolinea – è tutto da dimostrare essendo solo prospettato in chiave accusatoria. È per questo che, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della legge n. 140 del 2003, il GIP – all'atto di decidere sul rinvio a giudizio per gli imputati – si è premurato di domandare l'autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni. Nel precisare come l'autorità giudiziaria abbia trasmesso anche i file audio delle intercettazioni, evidenzia che quelle per cui si richiede l'autorizzazione all'utilizzo sono complessivamente trentuno.

  Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta che convoca sin d'ora per mercoledì 6 giugno alle ore 9.15.

  La seduta termina alle 10.05.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento civile nei confronti del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il tribunale di Brescia (Atto di citazione del dottor Alfredo Robledo) (doc. IV-ter, n. 22) (Rel. Costa).