CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 aprile 2012
644.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 aprile 2012. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 13.35.

Documento di economia e finanza 2012.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che, in relazione all'esame in sede consultiva del Documento di economia e finanza 2012, l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi ha convenuto, nella riunione del 18 aprile scorso, di esaurire nella giornata odierna il dibattito di carattere generale e procedere subito alla votazione di competenza della Commissione, considerato che la V Commissione (Bilancio) è chiamata a concludere l'esame in sede referente entro il primo pomeriggio di oggi e che il calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che la discussione in Aula del Documento medesimo abbia luogo nella giornata di giovedì 26 aprile.

  Giulio SANTAGATA (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esaminare in sede consultiva, per l'espressione del relativo parere alla V Commissione (Bilancio), il Documento di economia e finanza (DEF) 2012: si tratta del secondo DEF presentato dall'Italia nel quadro del «Semestre Europeo» di coordinamento delle politiche macroeconomiche e di bilancio; di esso fanno parte il Programma Nazionale di Riforma 2012 (PNR), il Programma di Stabilità (PdS) e il Documento di analisi e tendenze della finanza pubblica. Nel ricordare, quindi, che il Documento di economia e finanza è ormai Pag. 239divenuto il principale strumento della programmazione economico finanziaria del Paese, il quale, in coerenza con il quadro degli impegni europei, dovrà essere presentato al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile, passa ad illustrare i principali dati macroeconomici in esso riportati. In primo luogo, osserva che il Documento afferma che nel 2013 l'Italia dovrebbe raggiungere una posizione di bilancio in valore nominale pari al –0,5 per cento del PIL, in conformità con il Trattato sul Fiscal Compact, che stabilisce che «il saldo strutturale annuo della PA è pari all'obiettivo di medio termine specifico per il Paese (...) con il limite inferiore di un disavanzo strutturale del 0,5 per cento del PIL ai prezzi di mercato»; lo stesso DEF assicura che il rispetto dei margini europei è ulteriormente confermato dal fatto che in termini strutturali nel 2013 verrà raggiunto un surplus pari allo 0,6 per cento del PIL e che anche l'impegno ad introdurre il vincolo del pareggio di bilancio nell'ordinamento costituzionale è stato rispettato in anticipo rispetto alle scadenze fissate dal Fiscal Compact, grazie alla revisione dell'articolo 81 della Costituzione, che è stata approvata definitivamente il 17 aprile scorso. Fa notare, inoltre, che le cifre indicate nel Documento pongono in rilievo che l'avanzo primario (cioè il saldo al netto degli interessi sul debito pubblico) raggiungerà il 5,7 per cento nel 2015, in significativo incremento rispetto allo 1,0 per cento del 2011 e al 3,6 per cento dell'anno in corso; questo permetterà al debito pubblico – al netto dei prestiti diretti alla Grecia e della quota di pertinenza al Fondo di stabilità (EFSF) e al capitale del ESM (Meccanismo di stabilità europeo) – di calare dal 120,3 per cento nel 2012 al 110,8 per cento nel 2015; il Governo, inoltre, stima che il PIL nel 2012 si contrarrà di una percentuale pari all'1,2 per cento per tornare positivo nel 2013 (+ 0,5 per cento) e accelerare ulteriormente nel biennio successivo (1,0 e 1,2 rispettivamente).
  Informa che, sotto il profilo delle politiche generali, il Documento inquadra le riforme che l'Italia sta portando avanti coerentemente con il quadro europeo: il consolidamento delle finanze pubbliche, la riforma del mercato del lavoro, l'aumento della concorrenza, la semplificazione della pubblica amministrazione, il completamento delle infrastrutture. In questo contesto, segnala che il DEF reputa essenziale anche la prosecuzione del risanamento dei conti pubblici, in particolare attraverso la spending review e il rafforzamento della lotta all'evasione fiscale; particolare importanza è, altresì, attribuita alla promozione della crescita, senza la quale ogni strategia di consolidamento finirebbe per annullare i suoi stessi effetti: il Governo indica, a tal fine, tra gli obiettivi prioritari quelli del miglioramento delle condizioni di accesso al credito, della riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni alle imprese, degli incentivi alle start-up innovative, del completamento dell'agenda digitale.
  Con riferimento, poi, alle parti di più diretto interesse della XI Commissione, segnala anzitutto che il Documento dedica ampio spazio all'analisi dell'impatto dell'invecchiamento della popolazione sulle spese pubbliche e, in particolare, alla riforma dei sistemi pensionistici e ai conseguenti effetti sulla dinamica della spesa pubblica. Rileva che, in base alle previsioni del Governo, nei prossimi decenni l'evoluzione attesa dei fenomeni demografici condurrà verso una situazione contraddistinta dal crescente peso della popolazione più anziana e a un aumento della spesa legata all'invecchiamento pari a 2,4 punti di PIL nel periodo 2005-2060; sotto questo profilo, il DEF osserva che, grazie alle riforme degli ultimi venti anni e al riordino del sistema pensionistico, l'impatto dell'invecchiamento su alcune componenti di spesa pubblica, direttamente o indirettamente legate all'evoluzione dei fenomeni demografici, risulta essere, per l'Italia, sotto controllo. Fa notare che, dopo avere svolto una rassegna delle recenti riforme adottate (da ultimo, con il decreto-legge n. 214 del 2011), il Documento si sofferma poi sugli aspetti finanziari, evidenziando gli effetti di medio-lungo periodo delle Pag. 240riforme sulla dinamica della spesa pensionistica rispetto al PIL: in particolare, la spesa per pensioni, dopo una fase iniziale di sostanziale stabilità intorno al 15,7 per cento del PIL, comincia a ridursi significativamente a partire dal 2015 e raggiunge il 14,7 per cento del PIL nel 2028; successivamente, per effetto del pensionamento delle generazioni del cosiddetto «baby boom», la spesa previdenziale riprende a crescere di nuovo fino toccare il proprio livello massimo del 16,0 per cento del PIL nel 2045, sebbene negli anni finali dell'orizzonte di proiezione la spesa pensionistica torni a decrescere speditamente, fino a raggiungere, nel 2060, un livello pari al 14,4 per cento del PIL. Osserva, peraltro, che il DEF 2012 sottolinea come i risparmi nella spesa pensionistica in rapporto al PIL ammontino a circa 0,1 punti percentuali nel 2012, per crescere fino a circa 1,2 punti nel 2020; successivamente, i risparmi dovrebbero diminuire a 0,8 punti nel 2030, a 0,4 punti nel 2035, per infine annullarsi intorno al 2045. Nel complesso, fa presente che i risparmi derivanti dal processo di riforma attuato a partire dal 2004, ammontano cumulativamente a circa 60 punti percentuali del PIL fino al 2050: circa due terzi di tali risparmi sono dovuti a precedenti interventi, mentre un terzo è dovuto alla riforma recentemente introdotta con la legge n.214 del 2011. Un ulteriore dato di interesse, inoltre, è – a suo avviso – contenuto nell'Allegato al Programma Nazionale di Riforma, ove viene riportata la griglia delle misure adottate, che al n. 2 richiama il processo di soppressione di INPDAP ed ENPALS e incorporazione all'interno dell'INPS, da cui deriveranno benefici, in termini di minori spese, sia per il bilancio dello Stato (1,9 milioni per l'anno 2012 e 0,7 milioni negli anni 2013 e 2014), sia per la PA (1,6 milioni nel 2012 e 0,4 milioni nel 2013 e 2014). Rispetto a tali tematiche, senza entrare nel dettaglio dei singoli interventi di riforma, ritiene comunque essenziale che la XI Commissione – secondo quanto a più riprese segnalato con propri atti di natura legislativa e di indirizzo – segnali che occorre completare la riforma previdenziale risolvendo il problema di quanti, avendo perso il lavoro, si sono trovati senza copertura di ammortizzatori sociali e senza la possibilità di accedere alla pensione.
  Per quanto riguarda, poi, l'occupazione e il mercato del lavoro, sottolinea che la Sezione I (Capitolo II) del Documento evidenzia che il recupero dell'occupazione avviato nell'ultimo scorcio del 2010 ha subito una lieve frenata, a seguito dell'indebolimento del ciclo economico: in questo contesto, nel 2011, pur con una offerta di lavoro in aumento dello 0,4 per cento, il tasso di disoccupazione si è attestato in media all'8,4 per cento, invariato rispetto al 2010; inoltre, lo scorso anno le ore autorizzate di CIG sono diminuite del 19 per cento circa rispetto al 2010, sebbene si mantengano su livelli elevati (973 milioni di ore circa), mentre la cassa integrazione ordinaria si è ridotta del 33 per cento e il calo di quella straordinaria e in deroga è stato più limitato (rispettivamente –13 e –14 per cento). In questo ambito, atteso anche il peggioramento dei dati sulla cassa integrazione dei primi mesi del 2012, segnala l'opportunità di proseguire, nei limiti posti dagli equilibri di bilancio, lungo un percorso che muova verso la piena universalità degli ammortizzatori sociali per la disoccupazione. Evidenzia, quindi, che il Documento passa ad enunciare i più rilevanti interventi fin qui realizzati per contenere gli effetti della crisi sull'occupazione e rilanciare una dinamica positiva del mercato del lavoro: l'Accordo interconfederale del giugno 2011, finalizzato alla promozione della contrattazione decentrata e di una dinamica dei salari coerente con la stabilità dei prezzi; la liberalizzazione dell'intermediazione tra domanda e offerta di lavoro; le azioni per il contrasto al lavoro irregolare e sommerso; le misure di contrasto all'abuso dei tirocini formativi; il nuovo credito d'imposta per l'assunzione a tempo indeterminato nel Mezzogiorno di lavoratori svantaggiati; i nuovi benefici fiscali per l'assunzione di lavoratrici o di lavoratori under 35; il potenziamento del contratto di apprendistato; il rafforzamento del contratto Pag. 241di inserimento per l'occupazione femminile nelle zone svantaggiate; la varie azioni intraprese per promuovere le pari opportunità sul lavoro, il lavoro regolare degli immigrati, il lavoro dei disabili e la mobilità internazionale del lavoro; le nuove regole per il pensionamento anticipato dei lavoratori impiegati in attività usuranti.
  Osserva che, proprio al fine di realizzare un mercato del lavoro più efficiente, equo e inclusivo, il Documento (Capitolo IV, 4) definisce quattro capitoli di intervento: la riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita; la tutela della famiglia e delle pari opportunità; giovani e crescita; contrastare la povertà e le disuguaglianze. Soffermandosi, in particolare, sulla riforma del mercato del lavoro, fa notare che il Documento cita il disegno di legge governativo presentato al Senato (AS 3249), evidenziando che esso è ispirato: alla razionalizzazione delle tipologie contrattuali esistenti (con la valorizzazione dell'apprendistato come canale di accesso privilegiato al lavoro); alla ridefinizione delle tutele del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo; alla ridefinizione degli strumenti assicurativi e di sostegno al reddito; al rafforzamento delle politiche attive e dei servizi per l'impiego; all'introduzione di specifiche forme di tutela dei lavoratori anziani; alla previsione di misure per accrescere l'occupazione femminile. Nel rinviare all'analisi del Documento per quanto concerne l'impostazione della riforma, fa presente che, nell'ambito dei principi sopra individuati, un ruolo di rilievo può essere giocato dall'ulteriore rilancio dell'apprendistato; al riguardo, tuttavia, osserva che, mentre gli specifici benefici contributivi legati a tale figura contrattuale produrranno significativi oneri aggiuntivi – opportunamente quantificati nella relazione tecnica di accompagnamento al disegno di legge governativo – per il bilancio dello Stato e positive ricadute per le imprese, occorre evitare che maggiori oneri per le altre tipologie producano un maggiore costo complessivo per le imprese stesse e, in ultima istanza, più elevati oneri contributivi e assicurativi a carico dei lavoratori.
  Rimarca, da ultimo, che, nell'ambito dell'analisi dei principali settori di spesa, un riferimento specifico è rivolto alla spesa per redditi da lavoro dipendente nelle amministrazioni pubbliche: il Documento (Sezione II, Capitolo III) evidenzia che per la prima volta dal 1998 si registra una riduzione su base annua (-1,2 per cento nel 2011 rispetto al 2010), grazie alle numerose misure contenitive della spesa per il pubblico impiego disposte nel corso degli anni in occasione delle manovre correttive dei conti pubblici; lo stesso Allegato al Programma Nazionale di Riforma, nella griglia delle misure adottate, richiama (al n. 7) il processo di razionalizzazione e contenimento della spesa di personale (in particolare, la limitazione del turn over e il blocco dei trattamenti economici), da cui deriveranno risparmi di spesa in termini di indebitamento netto di 70 milioni per il 2013, e 1,4 miliardi per il 2014.
  In conclusione, nell'esprimere – pur con le cautele formulate in precedenza – un orientamento complessivamente positivo su un Documento che riflette necessariamente l'attuale situazione di difficoltà economica e finanziaria globale, si riserva di presentare una proposta di parere al termine dell'odierno dibattito di carattere generale, preannunciando sin d'ora che i rilievi in essa inseriti riprenderanno i punti in precedenza evidenziati.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) si dichiara sorpreso che il relatore, nel suo intervento introduttivo, non abbia fatto alcun cenno a talune importanti questioni, ritenute di massimo interesse per la Commissione, come la nuova disciplina sui licenziamenti individuali, inserita nella riforma del mercato del lavoro (attualmente all'esame del Senato), o le recenti innovazioni introdotte dall'Esecutivo in materia previdenziale – come la questione che pregiudica la condizione dei cosiddetti «esodati» – che giudica dannose soprattutto nei confronti di talune categorie di Pag. 242lavoratori. Si chiede per quale motivo gli esponenti di alcuni gruppi rappresentati in Commissione si esprimano pubblicamente a favore dei lavoratori, ma poi, nella propria ordinaria attività parlamentare, si comportino in senso contrario, astenendosi dal criticare formalmente quei provvedimenti del Governo lesivi delle fondamentali garanzie dei cittadini: ritiene, quindi, che non ci si possa lamentare di un comportamento del Governo irrispettoso delle prerogative del Parlamento, se poi, nella pratica quotidiana, si rinuncia ad esercitare il proprio ruolo rappresentativo nei confronti degli elettori.
  Soffermandosi su taluni aspetti del Documento, chiede delucidazioni sul risparmio derivante dal processo di assorbimento di INPDAP e ENPALS nell'INPS, atteso che non appare chiaro se esso sia da attribuire ad una diminuzione del costo per il personale o ad una forte riduzione dei servizi sociali, rispetto alla quale il suo gruppo manifesterebbe forti preoccupazioni. Rileva poi che il DEF – richiamando soltanto un generico impegno per i lavoratori under 35 – sembra puntare esclusivamente l'attenzione su misure di sgravio fiscale a favore dei territori del Mezzogiorno, ignorando che il problema della disoccupazione riguarda il Paese nel suo complesso, Nord incluso. Ritiene, pertanto, che il provvedimento in esame manchi di una visione d'insieme dei problemi e non proponga una politica di rilancio occupazionale di ampio respiro, che, a suo avviso, non si dovrebbe limitare ad affrontare la questione della riforma del mercato del lavoro, ma dovrebbe estendere il proprio raggio d'azione ad altri campi più generali, riguardanti, ad esempio, la tutela dei mercati produttivi italiani nei confronti della concorrenza sleale di aziende che operano in condizioni di «dumping sociale» o l'accesso al credito da parte delle aziende, a cui sarebbe necessario far confluire una parte delle liquidità messe a disposizione delle banche: si tratta, a suo avviso, di importanti tematiche che il Parlamento e il Governo – non limitandosi soltanto a formulare richieste di finanziamenti o a promettere generici impegni di riforme – dovrebbero avere il coraggio di portare all'attenzione degli organismi internazionali ed europei, affinché gli interessi del Paese siano efficacemente salvaguardati, soprattutto a fronte della gravissima crisi occupazionale che attanaglia l'Italia.
  Nel rilevare, in conclusione, che i gruppi di maggioranza sembrano, di fatto, avere già rinunciato a svolgere un compito critico nei confronti della riforma del mercato del lavoro proposta dal Governo, ritenendo che essa arrivi sostanzialmente «blindata» dall'altro ramo del Parlamento, auspica quanto meno che il relatore – che ha indicato solo una parte di rilievi da introdurre nella sua proposta di parere – possa recepire anche le considerazioni testé svolte, eventualmente sotto forma di condizioni da inserire nella stessa proposta di parere, in modo che si possano fornire al Governo precisi indirizzi, in vista dell'avvio di un'azione di rilancio occupazionale che assicuri risposte certe ai lavoratori in difficoltà.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), nell'apprezzare lo sforzo di sintesi compiuto dal relatore, che ha dovuto necessariamente prendere atto dei condizionamenti derivanti dalla difficile situazione in cui versa l'economia italiana, fa notare che, considerata la natura prettamente ricognitiva e programmatoria del provvedimento in esame, non si potevano pretendere dal DEF indicazioni troppo puntuali circa l'introduzione di misure specifiche sulle materia del lavoro, sulle quali, peraltro, soprattutto per quanto attiene alla disciplina dei licenziamenti individuali, ritiene che lo stesso relatore si sia soffermato a sufficienza. Nel rilevare che i ristretti margini di manovra che la Camera incontrerà rispetto al disegno di legge recante la riforma del mercato del lavoro impongono di scegliere una linea di prudenza, dichiara, pertanto, la propria condivisione rispetto alle indicazioni fornite dal relatore in vista della presentazione della sua proposta di parere, ferma restando la possibilità di verificare l'inserimento di precise condizioni sugli argomenti di maggiore interesse.

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  Silvano MOFFA, presidente, fa notare che l'eventuale inserimento di condizioni nel parere che sarà approvato dalla Commissione conferirebbe un peso maggiore ai rilievi formulati, ai fini della predisposizione della risoluzione che sarà presentata per la discussione del DEF 2012 in Assemblea.

  Cesare DAMIANO (PD) ritiene importante che il relatore, nella sua proposta di parere, valuti l'opportunità di segnalare con forza talune importanti questioni riguardanti i temi del sostegno al reddito e della tutela previdenziale dei lavoratori, sulle quali fa notare che il suo gruppo si batte da molto tempo. Fa riferimento, in particolare, all'esigenza di salvaguardare quei lavoratori – i cosiddetti «esodati» – che, a causa delle recenti misure introdotte dall'Esecutivo in materia pensionistica, si troverebbero per un lungo periodo senza alcuna forma di remunerazione o ammortizzazione sociale, essendo stati licenziati o posti in mobilità o incentivati ad uscire dal lavoro; al riguardo, peraltro, invita la Commissione a valutare con attenzione l'impatto che tali misure hanno prodotto su alcuni comparti specifici, come quello della scuola.
  Dopo aver sottolineato l'esigenza di prevedere, sempre nella proposta di parere, un riferimento al problema della ricongiunzione onerosa di posizioni previdenziali trasferite all'INPS, sollecitando il Governo a stanziare le necessarie risorse, ritiene anche necessario raccomandare la prosecuzione di un percorso normativo verso la piena universalità degli ammortizzatori sociali per la disoccupazione, soprattutto a favore dei giovani precari. Al riguardo, ritiene che qualsiasi riforma in tema di sostegno al reddito dovrà essere compatibile con le coperture assicurate dai trattamenti di integrazione salariale in corso, al fine di evitare che, come già accaduto per il problema degli «esodati», un numero sempre maggiore di lavoratori rimanga privo di un concreto supporto economico. Auspica, in conclusione, che il relatore possa recepire tali considerazioni, eventualmente formulandole sotto la veste di condizioni, facendo presente che, in tal caso, il voto del suo gruppo non potrà che essere favorevole.

  Silvano MOFFA, presidente, ad integrazione delle riflessioni appena svolte, ricorda che tra i cosiddetti «esodati» vanno inclusi anche coloro che hanno continuato a versare volontariamente i contributi previdenziali.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, invita, quindi, il relatore a formulare una proposta di parere sul provvedimento in esame.

  Giulio SANTAGATA (PD), relatore, nel fare presente che il provvedimento in esame non fa altro che dare conto di quanto intrapreso finora dal Governo, senza prevedere particolari innovazioni di carattere ordinamentale, rileva di avere preferito non entrare nel merito di talune importanti questioni riguardanti la riforma del mercato del lavoro – tra cui la modifica dell'articolo 18 dello «Statuto dei lavoratori» – e rinviare ad una fase successiva eventuali approfondimenti, tenuto conto, peraltro, che si tratta di affrontare materie su cui è già stato avviato l'esame presso l'altro ramo del Parlamento, concluso il quale anche la Camera avrà modo di esprimersi liberamente. Soffermandosi sui risparmi di spesa derivanti dal processo di assorbimento di INPDAP e ENPALS nell'INPS, fa notare che i dati indicati nel DEF appaiono piuttosto «conservativi», essendo testimonianza di una valutazione molto prudente del Governo in ordine alle possibili economie che potrebbero conseguire da tale forma di razionalizzazione. Osserva, infatti, che, secondo stime effettuate negli anni precedenti dal Governo Prodi, una più completa riorganizzazione funzionale degli enti e un'oculata gestione delle risorse potrebbe condurre a risparmi di spesa molto maggiori. Quanto al tema del lavoro, infine, ritiene che si debba trovare uno spazio politico per una iniziativa comune di Governo e Parlamento sul terreno dell'incremento dell'occupazione.Pag. 244
  In conclusione, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato 1), facendo notare che essa recepisce anche talune considerazioni, emerse dal dibattito, in materia di carattere universale degli ammortizzatori sociali, ricongiunzioni onerose verso l'INPS e salvaguardia previdenziale di talune categorie di lavoratori.

  Antonino FOTI (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, testé formulata dal relatore, atteso che essa si propone di risolvere importanti problematiche di diretto interesse della Commissione, tra cui la questione delle ricongiunzioni onerose di posizioni previdenziali presso l'INPS.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, che giudica poco coraggiosa, visto anche il carattere assolutamente insufficiente del DEF 2012. Prende atto, peraltro, che oggi soltanto il gruppo della Lega Nord Padania – attraverso una critica seria alla nuova disciplina dei licenziamenti introdotta dal Governo, che ritiene metta in discussione la possibilità di un reintegro del lavoratore nei casi di licenziamenti illegittimi – ha assunto una posizione chiara a sostegno dei lavoratori.

  Cesare DAMIANO (PD), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, giudica strumentale e demagogica la posizione critica assunta dal rappresentante del gruppo della Lega Nord Padania nel dibattito odierno, tenuto conto che il provvedimento di riforma del mercato del lavoro, a cui è stato fatto a più riprese riferimento, è già stato sensibilmente migliorato – anche grazie al contributo offerto dal Partito Democratico e dalle parti sociali – soprattutto nella sezione connessa alla disciplina dei licenziamenti individuali, ambito nel quale ritiene che l'attuale formulazione del testo offra ai lavoratori e alle imprese garanzie maggiori rispetto a quelle originariamente prospettate dal Governo, che possono essere ulteriormente migliorate. Ritiene, peraltro, paradossale che un simile atteggiamento provenga da un gruppo che, nel recente passato, si è contraddistinto, a differenza del Partito Democratico, per posizioni politiche quanto meno discutibili sul tema della rappresentanza sindacale e su quello della modifica dell'articolo 18 dello «Statuto dei lavoratori», sia attraverso la rivendicazione di una maggiore autonomia delle organizzazioni sindacali territoriali a scapito dei sindacati più rappresentativi a livello nazionale, sia mediante la richiesta di una maggiore flessibilità nei licenziamenti a favore delle imprese (come testimoniato da talune dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorevoli esponenti del gruppo della Lega Nord Padania). Considerato, inoltre, che recenti notizie di stampa, legate a episodi di cattiva gestione dei finanziamenti pubblici ai partiti, confermano che il sindacato di riferimento del gruppo di appartenenza dell'onorevole Fedriga non supera la cifra di 7.000 iscritti, tutti concentrati in un preciso ambito territoriale, invita ad usare una certe coerenza nelle proprie argomentazioni, anche al fine di evitare di incorrere in evidenti contraddizioni politiche.

  Giuliano CAZZOLA (PdL), nel giudicare necessario, sotto un profilo personale, rinviare ulteriori approfondimenti sul provvedimento di riforma del mercato del lavoro al momento in cui questo sarà trasmesso dal Senato, pur nell'ambito di una discussione i cui i margini di approfondimento appaiono limitati, fa notare che, a una prima sommaria lettura, il testo in questione appare piuttosto confuso e pasticciato. Rileva, peraltro, che il compito del Parlamento nella definizione del provvedimento risulta ancora molto laborioso e richiede l'individuazione di complessi punti di convergenza: per parte sua, se avesse potuto influenzare in qualche modo il Ministro del lavoro e delle politiche sociali nella stesura del disegno di legge, avrebbe comunque suggerito di muoversi lungo un percorso meno tortuoso.Pag. 245
  Dopo avere fatto presente, inoltre, che sarebbe stato preferibile affrontare la questione della modifica dell'articolo 18 dello «Statuto dei lavoratori» con un diverso approccio, eventualmente associando ad una previsione di maggiore flessibilità in uscita l'incentivazione di una maggiore stabilità occupazionale, si domanda se il senatore Ichino – aperto sostenitore della riforma del Governo e convinto propugnatore di una semplificazione testuale delle leggi, che ne faciliti la comprensione anche se tradotte in lingua inglese – sia in grado di avventurarsi nella traduzione in inglese della norma sui licenziamenti individuali: in questo caso, infatti, chiunque incontrerebbe insormontabili difficoltà.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una precisazione rispetto a talune delle considerazioni svolte dall'onorevole Damiano, fa notare che il suo gruppo ha sempre mantenuto una posizione coerente e chiara sugli argomenti in discussione, al contrario del gruppo del Partito Democratico, che ritiene abbia assunto orientamenti palesemente contraddittori in materia di sostegno ai lavoratori. Ritiene, inoltre, scorretto che si utilizzino strumentalmente talune dichiarazioni pubbliche di esponenti della Lega Nord Padania, isolandole dal contesto storico ed economico in cui sono state pronunciate; ritiene, infatti, che – come affermato anche da autorevoli esponenti del suo gruppo in passato – un conto sia parlare di flessibilità in uscita quando l'offerta del lavoro è ancora a livelli accettabili, un altro è farlo quando la situazione occupazionale appare già gravemente compromessa: in questo secondo caso, a suo avviso, non si farebbe altro che generare ulteriore disoccupazione. Invita, quindi, l'onorevole Damiano ad attenersi al merito delle questioni, evitando di svolgere comizi propagandistici, che avrebbero senso soltanto nell'ambito di una trasmissione televisiva di natura elettorale.

  Giulio SANTAGATA (PD), relatore, nel sottolineare che la nuova disciplina dei licenziamenti individuali appare essere, al momento, il più elevato compromesso possibile tra le esigenze dei lavoratori e quelle delle imprese, ribadisce l'opportunità di rinviare qualsiasi ulteriore considerazione sul provvedimento di riforma del mercato del lavoro ad un momento successivo, ovvero quando il Senato avrà approvato il testo e la Camera sarà chiamata ad esaminarlo. Ritiene, pertanto, che oggi la Commissione possa responsabilmente limitarsi ad approvare la proposta di parere presentata.

  Il sottosegretario Cecilia GUERRA prende atto della proposta di parere formulata dal relatore.

  Silvano MOFFA, presidente, prima che si proceda alla votazione della proposta di parere del relatore, intende specificare che la presidenza della Commissione – rispetto alle considerazioni che taluni deputati hanno svolto circa i ristretti margini di intervento della Camera sul disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, attualmente all'esame del Senato – non accetta in alcun modo di limitare il futuro lavoro parlamentare sull'argomento: pur auspicando, quindi, che il testo che sarà approvato dall'altro ramo del Parlamento sia condivisibile, avverte che esso non potrà di certo considerarsi «blindato».

  La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni formulata dal relatore.

Nuove norme in materia di animali d'affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell'incolumità pubblica.
Testo unificato C. 1172 Santelli e Ceccacci Rubino e abb.

(Parere alla XII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 aprile 2012.

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  Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta – dopo che il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con condizioni sul provvedimento in titolo – si è convenuto di rinviarne l'esame, per consentire ai gruppi di svolgere i necessari approfondimenti.

  Amalia SCHIRRU (PD), pur condividendo l'impianto complessivo della proposta di parere del relatore, ritiene necessario un ulteriore sforzo, che consenta di integrare la predetta proposta di parere con talune indicazioni aggiuntive, al fine di migliorare il testo unificato in esame in taluni suoi aspetti, contribuendo anche a una corretta ed omogenea applicazione della normativa vigente in tutto il territorio nazionale. Fa riferimento, in particolare, all'esigenza di rafforzare il sistema veterinario, anche mediante meccanismi di accreditamento, facendo in modo che non si producano per gli enti locali oneri aggiuntivi derivanti dallo svolgimento di possibili nuovi compiti e funzioni e prevedendo, in tal senso, le opportune coperture finanziarie.
  Fa notare, peraltro, che occorre prevedere iniziative che possano responsabilizzare maggiormente le regioni nella gestione delle risorse finanziarie destinate alla prevenzione e al controllo del randagismo, in particolare per quanto riguarda la loro redistribuzione ai comuni. Ritiene, infine, importante richiamare l'attenzione della Commissione di merito sull'esigenza di avviare un'opera di sensibilizzazione culturale su tali temi, al fine di favorire, oltre che il benessere degli animali, anche le migliori condizioni di sicurezza e tutela della salute pubblica.

  Silvano MOFFA, presidente, avverte che l'onorevole Codurelli – avendo dovuto momentaneamente recarsi presso un'altra Commissione parlamentare – ha consegnato una propria documentazione contenente riflessioni e proposte riguardanti il provvedimento in esame, che ritiene possa essere messa a disposizione dei componenti della Commissione.

  Angelo SANTORI (Misto), dopo aver fatto notare che il provvedimento in esame presenta numerosi profili di criticità, esprime la sua contrarietà rispetto a talune condizioni contenute nella proposta di parere formulata dal relatore, che auspica possa essere drasticamente riformulata.
  Ritiene, infatti, necessario evitare di estendere l'applicazione delle presenti norme anche al settore agricolo, come suggerito, al contrario, da una delle condizioni inserite nella proposta di parere del relatore, giudicando corretta l'impostazione originaria del testo unificato in esame, che prevede legittimamente l'esclusione degli allevatori professionali. Considera poi inopportuno l'invito a prevedere la presenza di volontari e il libero accesso di rappresentanti e operatori di associazioni riconosciute presso i canili e i gattili, senza specificare che tipo di mansioni andrebbero svolte in tale caso, esprimendo altresì perplessità sulla condizione che mira ad escludere l'applicazione delle disposizioni in tema di formazione anche alle associazioni rappresentative degli allevatori e dei commercianti di animali d'affezione, nell'ambito delle quali ritiene vi siano professionalità elevate, che andrebbero tutelate. Infine, giudica pericoloso suggerire alla Commissione di merito di prevedere che le guardie zoofile abbiano la facoltà di agire di propria iniziativa e non su esclusivo coordinamento delle ASL o delle autorità di pubblica sicurezza, atteso che ciò potrebbe portare a situazioni conflittuali con i soggetti interessati.
  Preannuncia, dunque, che – ove il relatore non intendesse modificare le parti evidenziate – si troverebbe nelle condizioni di dover votare contro la proposta di parere.

  Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore, preso atto dei numerosi spunti emersi dal dibattito, presenta una nuova versione della sua proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 2).
  Nell'avvertire che tale nuova versione della proposta di parere accoglie, mediante Pag. 247due ulteriori condizioni relative agli oneri per le autonomie territoriali, diverse delle richieste formulate dai deputati intervenuti – alcune delle quali giudica condivisibili, a differenza di altre che, a suo avviso, lo sono molto di meno – e risponde, in particolare, alle esigenze di controllo dei costi per gli enti locali, esposte dai rappresentanti dei gruppi del Partito Democratico e della Lega Nord Padania, ne auspica l'approvazione da parte della Commissione.

  Massimiliano FEDRIGA (LNP) dichiara l'astensione del suo gruppo sulla nuova versione della proposta di parere favorevole con condizioni formulata dal relatore.

  La Commissione approva, quindi, la nuova versione della proposta di parere favorevole con condizioni formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.35.

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