CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 marzo 2012
630.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
Pag. 6

SEDE REFERENTE

Mercoledì 28 marzo 2012. - Presidenza del presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gianfranco Polillo.

La seduta comincia alle 10.40.

DL 21/2012: Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni.
C. 5052 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 marzo scorso.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che sono state presentate 70 proposte emendative (vedi allegato) riferite al testo del decreto-legge n. 21 del 2011, alcune delle quali presentano profili di criticità relativamente alla loro ammissibilità.
In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera.
Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricordo, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo».
La necessità di rispettare rigorosamente tali criteri si impone ancor più a seguito della recente sentenza della Corte

Pag. 7

Costituzionale n. 22 del 2012 e della lettera del Presidente della Repubblica del 23 febbraio 2012.
In particolare, nella recente sentenza n. 22 del 2012 la Corte costituzionale, nel dichiarare l'illegittimità costituzionale del comma 2-quater dell'articolo 2 del decreto-legge n. 225 del 2010, in materia di proroga dei termini, introdotto nel corso dell'esame parlamentare del disegno di legge di conversione, ha sottolineato come «l'innesto nell'iter di conversione dell'ordinaria funzione legislativa possa certamente essere effettuato, per ragioni di economia procedimentale, a patto di non spezzare il legame essenziale tra decretazione d'urgenza e potere di conversione». «Se tale legame viene interrotto, la violazione dell'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, non deriva dalla mancanza dei presupposti di necessità e urgenza per le norme eterogenee aggiunte, che, proprio per essere estranee e inserite successivamente, non possono collegarsi a tali condizioni preliminari (sentenza n. 355 del 2010), ma per l'uso improprio, da parte del Parlamento, di un potere che la Costituzione gli attribuisce, con speciali modalità di procedura, allo scopo tipico di convertire, o non, in legge un decreto-legge».
Il principio della sostanziale omogeneità delle norme contenute nella legge di conversione di un decreto-legge è altresì stato richiamato nel messaggio del 29 marzo 2002, con il quale il Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, ha rinviato alle Camere il disegno di legge di conversione del decreto legge 25 gennaio 2002, n. 4, ed è stato ribadito nella lettera del 22 febbraio 2011, inviata dal Capo dello Stato ai Presidenti delle Camere ed al Presidente del Consiglio dei ministri nel corso del procedimento di conversione del decreto-legge. Da ultimo, il 23 febbraio scorso, il Presidente della Repubblica ha inviato un'ulteriore lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei ministri in cui ha sottolineato «la necessità di attenersi, nel valutare l'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, a criteri di stretta attinenza, al fine di non esporre disposizioni a rischio di annullamento da parte della Corte Costituzionale per ragioni esclusivamente procedimentali».
Pertanto, alla luce di tali considerazioni, i Presidenti non possono che applicare rigorosamente le suddette disposizioni regolamentari e quanto previsto dalla citata circolare del Presidente della Camera dei deputati del 1997. Con riferimento al provvedimento in esame, quindi, sono da considerarsi ammissibili solo gli emendamenti che intervengono sulle materie già oggetto del decreto-legge in esame o che siano strettamente connesse o consequenziali alle stesse.
Sono pertanto da considerarsi inammissibili le seguenti proposte emendative, che non recano disposizioni strettamente connesse o consequenziali a quelle contenute nel testo del decreto-legge:
Fugatti 3.11, volto a consentire al Fondo Strategico Italiano l'acquisizione di partecipazioni in banche italiane considerate di importanza strategica;
Fugatti 3.12, che intende porre limitazioni alle operazioni sul mercato azionario da parte di chi ha effettuato dichiarazioni pubbliche volte ad escludere la futura presentazione di offerte di acquisto.

Marco CAUSI (PD), relatore per la VI Commissione, informa che nella giornata di ieri hanno avviato un lavoro di approfondimento tecnico, con i rappresentanti del Governo, aperto a tutti i gruppi, al fine di definire alcune proposte emendative, volte anche a recepire i rilievi formulati sul testo dal Comitato per la legislazione, in particolare per quanto riguarda la natura giuridica, i contenuti ed i termini dei decreti con i quali dovranno essere individuati gli ambiti nei quali potranno essere esercitati i poteri speciali previsti dal provvedimento.
In tale contesto ritiene che i relatori potranno esprimere i propri pareri sulle proposte emendative presentate nella seduta di domani.

Antonio BORGHESI (IdV) sottolinea come la massima parte delle proposte

Pag. 8

emendative presentate dal gruppo Italia dei Valori siano volte a consentire il coinvolgimento delle Commissioni parlamentari competenti nel procedimento di emanazione dei decreti per la definizione dei settori sui quali si applicheranno le previsioni del decreto-legge. Ritiene infatti che, vista la rilevanza, anche politica, della tematica, sia del tutto ragionevole prevedere che su tali atti le Commissioni competenti possano esprimere un parere, sia pure non vincolante.

Marco CAUSI (PD), relatore per la VI Commissione, con riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Borghesi, rileva come tale tematica sia stata affrontata nel corso della riunione informale che i relatori hanno svolto nella giornata di ieri, valutando in tale contesto l'opportunità di prevedere la predisposizione annuale, da parte del Governo, di una relazione alle Camere sulle modalità di esercizio dei poteri speciali disciplinati dal provvedimento.

Maurizio FUGATTI (LNP), dal momento che i relatori si sono riservati di formulare alcune proposte emendative, sottolinea la necessità di fissare un termine adeguatamente ampio per la presentazione di subemendamenti a tali proposte.

Antonio BORGHESI (IdV) rileva come il gruppo dell'Italia dei Valori non sia stato informato della riunione informale svolta ieri dai relatori.

Alberto GIORGETTI (PdL), relatore per la V Commissione, assicura agli onorevoli Fugatti E Bitonci che i relatori intendono valutare con la massima disponibilità tutte le proposte di modifica e integrazione del testo presentate, osservando come nell'ambito degli approfondimenti che dovranno essere condotti si dovrà valutare in primo luogo quali modalità debba assumere il controllo parlamentare sui decreti previsti dal provvedimento. Sottolinea, infatti, l'esigenza di individuare, eventualmente acquisendo informazioni di dettaglio rispetto alle esperienze dei principali Paesi dell'Unione europea, procedure che garantiscano un equilibrio tra le esigenze di tempestiva informazione delle Camere e di efficacia delle misure di tutela previste dagli articoli 1 e 2 del decreto-legge in esame. Ritiene, inoltre, che sia necessario precisare in modo univoco il perimetro applicativo non solo delle disposizioni del decreto in esame, ma anche delle proposte emendative presentate, in modo da chiarire, in particolare, in quale modo esse si applichino anche ai servizi pubblici locali e alle reti. A tal fine, ritiene che potrebbe essere utile procedere nella seduta odierna ad una illustrazione del complesso delle proposte emendative presentate, in modo da consentire una loro più compiuta valutazione, anche ai fini della predisposizione di emendamenti da parte dei relatori.

Massimo POLLEDRI (LNP) richiama l'approvazione, all'esito di un percorso condiviso tra i diversi gruppi, della risoluzione a sua prima firma 8-00138 nella seduta del 21 luglio 2011 della Commissione bilancio, rilevando come se ne dovrebbe tenere conto nel momento in cui si affronta un tema così strettamente connesso. Osserva quindi come i relatori dovrebbero ispirarsi, nella predisposizione degli emendamenti, alla legge belga, valutata positivamente dalle istituzioni europee, che prevede la valutazione a posteriori della congruità delle offerte d'acquisto delle quote di società operanti nei settori strategici, sottolineando come, nell'attuazione pratica, essa sicuramente favorisce accordi preventivi con lo Stato, a suo avviso, opportuni per meglio difendere tali imprese.

Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che la seduta odierna possa costituire l'occasione opportuna per consentire, ai deputati che intendessero farlo, di intervenire sul complesso delle proposte emendative presentate, nonché per segnalare ai relatori eventuali questioni. In tale contesto, auspica che sia possibile concentrare l'esame delle Commissioni su quelle proposte

Pag. 9

emendative che i gruppi ritengano di maggiore interesse, al fine di favorire uno snellimento dei lavori.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP), nell'osservare che il proprio gruppo, proprio al fine di facilitare l'esame del provvedimento, non ha inteso presentare proposte emendative, segnala tuttavia ai relatori e al rappresentante del Governo l'opportunità di verificare se sia possibile individuare modalità applicative del principio di reciprocità, richiamato dall'articolo 3, comma 1, che garantiscano una piena tutela degli interessi nazionali, nel rispetto della normativa e dei principi del diritto dell'Unione europea. A tale riguardo, ricorda che nel primo decennio del secolo grandi imprese italiane, come Autostrade e Enel dovettero fronteggiare le conseguenze del patriottismo economico del presidente francese Chirac, che si oppose alle operazioni avviate dalle nostre imprese. Osserva come, in quel frangente, il nostro Paese non fu nelle condizioni di chiedere che cessassero i comportamenti protezionistici adottati dal governo francese, perché la normativa vigente in Italia, poi censurata dall'Unione europea, prevedeva tutele analoghe, se non superiori, per le imprese privatizzate. Rileva, tuttavia, che nel contesto che seguirà all'approvazione del decreto-legge, la disciplina vigente nel nostro Paese, specialmente nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni sarà caratterizzata da una grande apertura nei confronti degli Stati membri dell'Unione europea e, pertanto, l'Italia potrebbe ora richiedere agli altri Stati di assicurare parità di trattamento ai nostri investimenti all'estero. Su questo punto, dichiara quindi di condividere quanto dichiarato in questi giorni alla stampa dall'onorevole Ravetto.

Bruno TABACCI (Misto-ApI) osserva come sia da considerarsi corretto il richiamo al criterio della reciprocità rispetto a soggetti provenienti da paesi extra Unione europea. Osserva quindi come andrebbe meglio precisata la nozione di strategicità, al fine di evitare ambiguità. Ricorda inoltre i risultati non positivi dei tentativi di difesa della proprietà italiana della Parmalat e dell'Edison. Rileva quindi come, nella precisazione dei settori strategici, occorra tenere anche conto della struttura del capitalismo italiano basato essenzialmente su piccole e medie imprese. Sottolinea infine l'esigenza di introdurre norme efficaci che vadano al di là dei semplici annunci.

Francesco BARBATO (IdV) sottolinea come, a poca distanza da Palazzo Montecitorio, sia in corso oggi un'assemblea degli intermediari assicurativi, che stanno approfondendo le numerose problematiche poste dalle norme in materia assicurativa contenute nel decreto-legge n. 1 del 2012, cosiddetto decreto «liberalizzazioni», le quali risultano, in parte, inapplicabili, e che, per altro verso, determineranno gravi scompensi operativi nel settore, in particolare nelle aree del Mezzogiorno.
In tale contesto evidenzia come il proprio articolo aggiuntivo 2.01 intervenga anche sulla materia assicurativa, estendendo le previsioni di cui all'articolo 2 del decreto-legge anche al settore delle assicurazioni, nonché ad altri comparti rilevanti dell'economia italiana. Sottolinea, quindi, come occorra difendere con maggior forza, senza alcun intento protezionistico, ma in una lucida visione degli interessi nazionali, il patrimonio imprenditoriale del Paese, in particolare nei settori del lavoro privato e dell'attività manifatturiera, che rappresentano storicamente una delle eccellenze dell'Italia a livello europeo. Evidenzia, infatti, come tali punti di forza del tessuto produttivo nazionale siano stati mortificati dalle scelte sbagliate compiute da una politica parassitaria, la quale, invece di fornire sostegno concreto dal mondo del lavoro e delle imprese, ha preferito gonfiare a dismisura il settore pubblico, che è ormai giunto a dilapidare una quota esorbitante del prodotto interno lordo nazionale.
Le proposte emendative a sua firma perseguono dunque l'obiettivo di coniugare una sana vocazione europeista con l'esigenza

Pag. 10

di disporre di strumenti idonei a inibire i disegni di tutti quei soggetti che, agendo con furbizia, intendono approfittare delle difficoltà economiche del Paese per appropriarsi di settori importanti del patrimonio imprenditoriale nazionale. A tal fine ritiene prioritario, per rilanciare l'economia e ridare ai giovani concrete prospettive di lavoro, definire finalmente una compiuta politica industriale, di cui invece l'attuale Governo, come già il Governo Berlusconi, risulta assolutamente carente.
Considera pertanto completamente sbagliate le reazioni, stizzite e prepotenti, di cui gli organi di informazione stanno dando conto in questi giorni, del Presidente del Consiglio, il quale appare portatore di un sapere astratto, senza tuttavia avere coscienza della reale condizione e delle vere esigenze dell'Italia. Sottolinea inoltre come l'azione del Governo stia acuendo le tensioni sociali nel Paese, a causa delle misure, profondamente sbagliate, assunte nel corso degli ultimi mesi, che rappresentano un vero e proprio strumento di tortura nei confronti dei cittadini.

Antonio BORGHESI (IdV) prende atto dell'intenzione dei relatori di presentare proposte volte ad assicurare un adeguato coinvolgimento delle Commissioni parlamentari nella procedura di adozione dei decreti previsti dal provvedimento in esame e si dichiara disposto a richiedere la discussione di un numero limitato di proposte emendative, segnalando del resto che il proprio gruppo ne ha presentate solo una decina. Segnala, comunque, l'esigenza di chiarire perché non si preveda la cessazione dell'efficacia anche delle clausole in materia di poteri speciali contenute nello statuto di ENI Spa e di valutare le ragioni del mancato riferimento nel decreto-legge alla possibilità di formulare opposizione a patti parasociali, in analogia a quanto previsto nella normativa precedente. Segnala, infine, che alcune proposte emendative presentate dal collega Barbato, che sostengono posizioni a suo avviso eccessivamente protezionistiche, come gli emendamenti 3.8 e 3.9 e l'articolo aggiuntivo 2.01, non rappresentano la posizione del gruppo Italia dei Valori sulla materia in discussione.

Antonio PEPE (PdL) in riferimento all'articolo 2, osserva come il comma 5 non specifichi, nel caso di acquisizioni di quote rilevanti da parte di soggetti estranei all'Unione europea, in capo a chi sussista l'obbligo della notificazione dell'avvenuto acquisto. Chiede quindi ai relatori di valutare l'opportunità di chiarire che, come in altre disposizioni del testo in esame, tale obbligo sia in capo al soggetto acquirente, per evitare l'insorgere di responsabilità anche penali nel caso di omessa comunicazione.

Francesco BARBATO (IdV) fa presente che è evidente che gli emendamenti che riportano solo la sua firma sono riconducibili a lui e non ad altri componenti del gruppo di Italia dei Valori.

Maurizio FUGATTI (LNP) osserva preliminarmente come, ai fini di un esame consapevole e approfondito del decreto-legge, sia necessario acquisire informazioni precise e dettagliate sulla normativa vigente negli altri Stati membri dell'Unione europea. Ritiene, infatti, che l'ambizione di elaborare una normativa che costituisca un esempio per gli altri Paesi dell'Unione europea potrebbe porsi in contrasto con l'esigenza di tutelare gli interessi italiani, qualora gli Stati non rispettino adeguatamente i principi di libera concorrenza e contendibilità dei mercati proclamati a livello europeo. In questa ottica, a suo avviso, dovrebbe valutarsi se alcune delle disposizioni del provvedimento, come quelle di cui all'articolo 2, comma 5, non possano estendersi anche a soggetti interni all'Unione europea, osservando come la legislazione francese consenta l'esercizio di poteri speciali anche nei confronti di imprese di altri stati dell'Unione europea in sette settori ulteriori rispetto a quelli della difesa e della sicurezza, che ha enumerato nel suo articolo aggiuntivo 1.01. Osserva, peraltro, che sulla base delle informazioni

Pag. 11

in suo possesso, non gli risulta che vi sia stato alcun ricorso alla corte di giustizia riferito alla normativa francese, per la quale nell'ambito della procedura di infrazione vi era stato un parere motivato nel 2006. Segnala, poi, che anche la normativa belga, spesso indicata come un modello, preveda poteri di controllo pubblico assai rilevanti, che il suo gruppo propone di introdurre anche nella normativa italiana. Fa presente, infatti, che la legislazione belga consente al Governo di nominare due rappresentanti nei consigli di amministrazione delle imprese che svolgono attività di rilevanza strategica, con una disposizione che sembra applicabile anche con riferimento a imprese di Stati membri dell'Unione europea. Considerate la rilevanza e la delicatezza delle questioni indicate, invita il Governo a voler svolgere i necessari approfondimenti tecnici. Segnala, inoltre, ai relatori e al Governo l'opportunità di individuare adeguate forme di coinvolgimento del Parlamento nella procedura per l'adozione dei decreti previsti dal provvedimento, a valutare con attenzione l'estensione del campo di applicazione del decreto-legge anche al settore bancario e ai servizi pubblici e a svolgere un approfondimento sulla limitazione delle attività dei fondi sovrani, materia affrontata dall'articolo aggiuntivo 3.01, di cui è primo firmatario.

Laura RAVETTO (PdL) osserva come, in riferimento ai settori richiamati dall'onorevole Fugatti, non vi sia stata una effettiva cessione di sovranità. Rileva come il problema si ponga piuttosto per quei settori direttamente regolati dalle norme dell'Unione europea che dovrebbero essere salvaguardati a livello europeo. Rileva come sarebbe opportuna la previsione in tale ambito di clausole di reciprocità ed equivalenza, anche nell'ambito dei Paesi membri dell'Unione europea, applicando la normativa dello Stato di provenienza dell'impresa acquirente se più restrittiva. Auspica quindi un approfondimento in sede tecnica con i relatori.
Dichiara, inoltre, di sottoscrivere l'emendamento Marsilio 3.4.

Ivano STRIZZOLO (PD), preliminarmente, osserva come andrebbe favorita una sempre maggiore integrazione dei Paesi europei, specialmente quelli di più recente ammissione. Manifesta quindi la sua sostanziale condivisione rispetto allo spirito ed agli obiettivi del provvedimento in esame, ritenendo tuttavia corretta l'introduzione delle modifiche emerse anche alla luce dell'odierno dibattito. Rileva quindi l'opportunità di mettere in sicurezza alcuni asset strategici del Paese nella linea indicata dal decreto-legge in esame, pur sottolineando come una risposta complessiva e definitiva sin potrà avere, a suo avviso, solo a livello europeo, soprattutto in riferimento all'individuazione stessa dei settori strategici. Osserva quindi come solo una disciplina europea potrà consentire all'Unione europea di reggere all'impatto della globalizzazione.

Maurizio FUGATTI (LNP) chiede alle presidenze se, al fine di disporre di elementi informativi preziosi per l'esame del provvedimento, sia possibile procedere ad alcune audizioni di esponenti delle società interessate dalle norme contenute nel decreto-legge.

Gianfranco CONTE, presidente, con riferimento alla richiesta avanzata dal deputato Fugatti, ritiene che la brevità dei tempi a disposizioni delle Commissioni riunite non consenta di procedere ad un ciclo di audizioni, ferma restando la possibilità di chiedere ai soggetti interessati la trasmissione di eventuali documenti scritti.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, alla seduta già convocata nella giornata di domani il seguito dell'esame al fine di consentire ai relatori di proseguire nel lavoro di approfondimento già avviato.

La seduta termina alle 11.40.