CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 marzo 2012
626.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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Mercoledì 21 marzo 2012. - Presidenza del Presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 10.

Comunicazioni del Presidente

Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, comunica che in data di ieri l'on. Alfonso Papa gli ha trasmesso una lettera nella quale esprime valutazioni sull'esito dell'esame presso la Giunta in ordine ai suoi tabulati telefonici. La lettera è a disposizione dei componenti e su di essa non può esprimere considerazioni in ragione dell'esaurimento dell'esame in sede referente.

ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal deputato Lucio Barani, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso il tribunale di Firenze (atto di citazione del dottor Enrico Rossi).
(Esame e rinvio).

Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, fa presente che è stata intentata da Enrico Rossi, già assessore alla sanità della Regione Toscana e oggi presidente della Giunta della stessa regione, un'azione civile per 300 mila euro nei confronti del collega Barani. Il dott. Rossi ha convenuto l'on. Barani, chiedendogli i danni, perché - a suo avviso - questi lo avrebbe offeso con una nutrita serie di dichiarazioni alla stampa risalenti all'autunno del 2010. In tali dichiarazioni, raggruppate dall'atto di citazione in tre serie distinte, il collega Lucio Barani accusa Rossi di essere stato quantomeno inerte rispetto a palesi irregolarità avutesi nella gestione della ASL di Massa e Carrara n. 1, il cui direttore generale era Antonio Delvino. Secondo l'on. Barani, Enrico Rossi conosceva (o comunque avrebbe a tutti gli effetti dovuto conoscere) la situazione di estrema opacità dei conti della ASL e avrebbe tollerato una mala gestio che ha poi portato all'accumulo di un deficit di bilancio di molti milioni di euro. Più in particolare, il Rossi - assessore pro tempore alla sanità - avrebbe coperto operazioni illecite di vari soggetti e avrebbe badato a curare i propri interessi clientelari, in special modo facendo

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assumere altri soggetti con concorsi mirati, come in una sorta di patto scellerato a scapito della trasparenza e dell'efficienza amministrativa. Il Rossi - secondo l'on. Barani - è stato assessore per dieci anni e quindi - anche se fosse estraneo a dirette responsabilità nel dissesto della ASL - sarebbe quantomeno biasimevole per omissione di controllo. E tutto ciò sarebbe dovuto al fatto che egli non aveva interesse a sollevare polveroni giacché un faro acceso sulla questione avrebbe potuto pregiudicare la sua candidatura a presidente della Giunta regionale, carica a cui poi effettivamente è stato eletto nella primavera del 2010.
Sa che ampia documentazione è a disposizione dei membri della Giunta e quindi - in attesa di ascoltare il deputato Barani - illustra quanto segue in ordine alla possibile riconduzione delle frasi per cui è in corso il processo all'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Ricorda che la giurisprudenza della Corte costituzionale, certamente in una visione non lassista, è nel senso che - per riconoscere l'insindacabilità parlamentare - occorre che le dichiarazioni extra moenia contestate in giudizio abbiano una corrispondenza sostanziale con pregresse affermazioni o atti parlamentari resi intra moenia. Ritiene in proposito che in questa fattispecie si possa verificare l'esistenza di questo requisito. Il collega Barani è membro della Commissione monocamerale d'inchiesta, presieduta dall'onorevole Leoluca Orlando, sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 5 novembre 2008. Il 17 novembre 2009 la Commissione d'inchiesta ha ascoltato il dott. Rossi, in qualità sia di assessore della Regione Toscana sia di coordinatore degli assessori regionali alla sanità. In quella sede - se dapprima il dibattito era stato improntato alla correttezza e alla reciproca intesa - successivamente invece erano emerse delle marcate diversità di vedute, tanto che addirittura il collega Barani aveva sostenuto di essere stato oggetto di un avvertimento mafioso: si riferiva probabilmente ad un passaggio dell'audizione del dott. Rossi in cui questi gli contestava di approfittare dello scudo dell'immunità parlamentare (v. pag. 19 del resoconto stenografico dell'audizione). Inoltre, sempre nell'ambito dell'attività della Commissione d'inchiesta, la situazione della ASL di Massa e Carrara n. 1 è stata oggetto di una specifica relazione, approvata da ultimo il 15 febbraio 2012. In quella sede il deputato Barani ha svolto una dichiarazione di voto nella quale ha ribadito i concetti sopra esposti. In precedenza, il 13 ottobre 2010, l'on. Barani aveva presentato un'interrogazione a risposta scritta (la n. 3585) nella quale - sebbene non facesse riferimento espresso all'assessore Rossi - sollevava il problema del deficit della ASL di Massa e Carrara che, a suo avviso, si aggirava tra i 40 e 60 milioni di euro, cifra considerevole per una provincia di dimensioni medio-piccole. A tale interrogazione ha risposto la sottosegretaria Martini nella seduta della Commissione affari sociali del successivo 14 ottobre. Di seguito, lo stesso on. Barani ha replicato.
In conclusione, si riserva di avanzare una proposta: sin d'ora anticipa però un orientamento volto a ravvisare una comunanza d'argomento tra le dichiarazioni rese alla stampa e contestate al deputato Barani e le discussioni alla Camera e dunque un chiaro radicamento parlamentare della vicenda, sia nelle attività di sindacato ispettivo sia in quelle della Commissione d'inchiesta.

Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, dispone l'audizione del deputato Lucio Barani.
(Viene introdotto il deputato Barani)

Lucio BARANI (PdL), autorizzato dal Presidente, deposita un voluminoso plico di documenti e una memoria che si accinge ad illustrare. Premesso di essere membro della Commissione affari sociali della Camera e della Commissione monocamerale d'inchiesta sugli errori sanitari e sulle cause dei disavanzi regionali, chiarisce di aver reso oggetto della sua costante

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attività fin dal 2009 la gestione della ASL n. 1 di Massa e Carrara. In tale contesto egli ha sempre denunciato scarsa trasparenza nell'amministrazione di tale unità sanitaria con particolare riferimento all'assunzione, improntata a criteri chiaramente nepotistici, di 54 persone per fare il lavoro di una sola. Inoltre deve sottolineare l'episodio della costruzione dell'ospedale delle Apuane e della connessa fittizia bonifica di un terreno. Tutto ciò in definitiva ha condotto ad un disavanzo di bilancio della ASL di 60 milioni di euro, peraltro rilevato anche dalla Corte dei conti.
Non disconosce certamente il livello qualitativo della sanità toscana, ma deve ribadire quanto già esposto durante i lavori della predetta Commissione d'inchiesta in ordine allo specifico caso della ASL di Massa e Carrara. Di esso si è occupata anche la procura della Repubblica interessata dallo stesso Rossi e al proposito emerge chiaramente la posizione del direttore amministrativo, il quale ha confessato di aver intascato assegni circolari per circa 3 milioni di euro, commettendo così un chiaro peculato. Tutte queste circostanze furono sostanzialmente occultate dall'allora assessore Rossi perché questi intendeva presentarsi come candidato presidente della Giunta regionale. Molto più funzionale a tale disegno sarebbe stato (ed è effettivamente stato) far emergere questa situazione soltanto nell'anno successivo, ad elezioni amministrative concluse. A suo avviso, però, il «buco» di bilancio - che oggi si può quantificare in 300 milioni di euro - poteva già essere messo in evidenza sin dagli inizi del 2009. Per questo risulta anomala la rimozione del direttore generale Delvino, rispetto alla quale si rivelano significative le considerazioni del giudice del lavoro Lama il quale, in un primo tempo, lo ha reintegrato.
Ribadito che tutte le sue affermazioni sono sostenute e documentate da ampi riscontri contabili e amministrativi, rimarca di aver svolto una critica politica a quella specifica gestione sanitaria. È quindi sorpreso dell'iniziativa giudiziaria del presidente Rossi che, invece, lo dovrebbe ringraziare per aver fatto luce su aspetti opachi. Grazie a tali iniziative di denuncia e critica politica, ad esempio, la Regione ha risparmiato sul prezzo di acquisto del terreno da bonificare cui poc'anzi ha fatto riferimento. Che tutto l'argomento meriti ulteriore approfondimento è attestato anche da una dichiarazione a stampa, che ha allegato alla sua memoria, dell'on. Leoluca Orlando che paventa infiltrazioni mafiose nell'area degli appalti in Toscana, le cui procedure, a suo avviso, spesso risultano illegittime.

Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, nel ringraziare il collega Barani dell'ampia esposizione, osserva che il merito specifico del contendere tra lui e il presidente Rossi non riguarda la Giunta per le autorizzazioni, dovendosi questa limitare a verificare la sussistenza del nesso funzionale. Da questo punto di vista, lo ritiene esistente giacché fin dal 2008 il deputato Barani si interessa della vicenda in Parlamento.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) domanda chi difenda Rossi, se l'avvocatura regionale o un avvocato del libero foro. Chiede inoltre se in giudizio sia stata già eccepita l'insindacabilità.

Francesco Paolo SISTO (PdL) domanda che lavoro egli faccia.

Armando DIONISI (UdCpTP) domanda se vi siano atti parlamentari specifici pregressi rispetto alle dichiarazioni a stampa.

Vincenzo D'ANNA (PT) gli domanda se sappia che - in realtà - il deficit regionale sanitario toscano sarebbe pari a 800 milioni e se condivida il giudizio per cui per ripianare questi debiti occorra tutto sommato accentrare la gestione sanitaria in sede statale.

Marilena SAMPERI (PD) gli domanda se vi siano specifici passaggi del dibattito in Commissione d'inchiesta (e, in particolare, in sede di audizione dell'allora assessore Rossi) nei quali egli abbia sostenuto

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che Rossi avrebbe reso false dichiarazioni in sede ufficiale per procedere ad assunzioni clientelari e che il commissariamento della ASL da lui disposto fosse motivato, non dalla necessità di rimediare al disavanzo, bensì da quella di gestire più direttamente un giro opaco di subappalti. A parte le considerazioni di contesto, è infatti di questi specifici addebiti, mossi sulla stampa dal collega Barani al presidente Rossi, di cui quest'ultimo si duole.

Lucio BARANI (PdL), rispondendo ai colleghi Dionisi e Samperi, precisa che i contenuti delle sue dichiarazioni alla stampa si ritrovano in atti di sindacato ispettivo o agli atti della Commissione d'inchiesta. Egli ha sempre inteso criticare e contestare il sistema di gestione della ASL e non ha mai fatto il nome di Enrico Rossi, altrimenti avrebbe indirizzato sul piano personale quella che ha sempre inteso come una battaglia politica e di servizio al suo territorio. In proposito, rammenta di essere stato sindaco di Aulla per molti anni e di aver fatto parte della Conferenza dei sindaci che esprimeva pareri anche sulla materia sanitaria. Al collega Sisto risponde di essere un medico, dipendente della ASL n. 1 di Massa e Carrara dal 1989 e di essersi occupato in passato di igiene e medicina legale. Concorda con l'osservazione del collega D'Anna e precisa che anzi il disavanzo sanitario della Regione Toscana attualmente ammonta a un miliardo di euro. Da ultimo, al collega Paolini risponde che non risultano agli atti della Giunta regionale delibere di conferimento di mandato ad avvocati per conto della Regione, sicché deduce che lo studio che difende Rossi lo faccia per il Rossi medesimo a titolo privato. In giudizio ha certamente eccepito l'insindacabilità anche per tentare di sottrarsi a questa e ad altre azioni civili che sono state contro di lui intentate a motivo della sua attività parlamentare.

Dopo che Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), a proposito dell'ultima considerazione che ha ascoltato, gli ha domandato se egli si senta intimidito dalle azioni risarcitorie contro di lui intentate in ragione della sua attività parlamentare, Lucio BARANI (PdL) conferma di sentirsi indebitamente attaccato per la sua incessante attività di denuncia politico-parlamentare in ambito sanitario.

(Il deputato Barani si allontana dall'aula)

Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, considerata anche la necessità di consultare la documentazione depositata dal collega Barani, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE ALL'ACQUISIZIONE DI TABULATI TELEFONICI NEI CONFRONTI DELLA DEPUTATA CATIA POLIDORI (DOC. IV, N. 17)
(Esame e conclusione).

Marilena SAMPERI (PD), relatrice, espone che si tratta di una domanda di acquisizione dei tabulati nel contesto di un'indagine su minacce e insulti telefonici nei confronti della deputata Polidori. Constata che i precedenti sono tutti nel senso della concessione: menziona, per esempio, i casi dei colleghi Teodoro Buontempo e Lorenzo Diana nella XIV legislatura, e degli onn. Granata, Bocchino e della stessa Polidori nella legislatura corrente. Propone quindi che la Giunta deliberi per la concessione.

La Giunta, all'unanimità, approva la proposta della relatrice, conferendole l'incarico di predisporre il documento scritto per l'Assemblea.

La seduta termina alle 11.