CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 gennaio 2012
590.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 245

SEDE REFERENTE

  Martedì 17 gennaio 2012. — Presidenza del presidente della III Commissione, Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 13.35.

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa.
C. 4864 Governo.

(Seguito esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 gennaio scorso.

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha calendarizzato il provvedimento a partire dal prossimo lunedì 30 gennaio. Ricorda, altresì, che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 17 di oggi, salvo diverso avviso dei gruppi. Fa quindi presente che il sottosegretario alla difesa, Filippo Milone, ha comunicato di essere impossibilitato a prendere parte alla seduta odierna e, ai fini dell'economia dei lavori, ha trasmesso un documento recante le proprie osservazioni in risposta agli interventi svolti dai relatori nella precedente seduta. Non essendovi obiezioni, ne autorizza la pubblicazione (vedi allegato).

  Antonio RUGGHIA (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, ringrazia la presidenza per la disponibilità manifestata a posticipare il termine per la presentazione degli emendamenti. A tal fine esprime un orientamento favorevole allo slittamento del termine alla giornata di domani.

  Stefano STEFANI, presidente, se non vi sono obiezioni da parte degli altri gruppi, concorda con la proposta del collega Rugghia, Pag. 246per cui il termine per la presentazione degli emendamenti è posticipato alle ore 14 di domani, mentre le relative votazioni avranno luogo al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea.

  Le Commissioni concordano.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ ringrazia i relatori per l'esaustività delle relazioni illustrative, con particolare riferimento a quella dell'onorevole Frattini che dà il giusto risalto alla centralità del provvedimento ai fini della politica estera del nostro Paese. Non vi è dubbio, peraltro, che il decreto-legge di proroga del finanziamento delle missioni internazionali rappresenti in tale materia un momento cruciale nella dinamica tra Governo e Parlamento.
  Anche in vista dell'audizione dei ministri degli affari esteri e della difesa, prevista per domani, preannuncia considerazioni essenzialmente riferite alle questioni sollevate dai relatori.
  Sottolinea, innanzitutto, la portata annuale del provvedimento come maggiore aspetto di novità, che dà attuazione ad un indirizzo più volte espresso dalle stesse Commissioni e rafforza l'elemento della certezza nell'erogazione delle risorse.
  Un ulteriore aspetto innovativo, che garantisce celerità e continuità agli interventi, è rappresentato dalla norma, di cui all'articolo 4, comma 2, che prevede l'anticipazione, entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, di una somma non superiore alla metà delle spese autorizzate, pari per il Ministero degli affari esteri a sessanta milioni di euro.
  Richiama, quindi, l'attenzione sul profilo, di particolare interesse per la Farnesina, riguardante il rapporto con il nuovo Ministero per la cooperazione internazionale al fine di garantire il necessario coordinamento degli interventi.
  Passando quindi alle singole osservazioni riferite all'articolato, fa presente che l'articolo 7, comma 1, presenta profili problematici in ragione delle competenze che la legge n. 49 del 1987, riserva all'Amministrazione del Ministero degli affari esteri con riferimento al reclutamento in loco di personale, anche alla luce del dettato del decreto legislativo n. 165 del 2001, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento agli articoli 4, 14, 16 e 17 che disciplinano le competenze degli organi di governo cui spettano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo e dei dirigenti cui spettano specifiche attività amministrative, con potere di spesa che lo stesso provvedimento riconosce. Ne consegue l'opportunità che specifiche proposte emendative contribuiscano a fare chiarezza su questi aspetti, come d'altra parte lo stesso relatore per la III Commissione ha messo in evidenza, anche in merito alle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 dello stesso articolo 7, su cui potrebbe essere approfondita la possibilità di prevedere un'intesa tra il Ministro degli affari esteri e il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione.
  Passando quindi all'articolo 9, comma 1, richiama il parere reso dal Comitato per la legislazione segnalando come occorra che la costituzione delle strutture operative temporanee sia riferita sia alle iniziative di cooperazione allo sviluppo vere e proprie, di cui all'articolo 7, sia agli interventi disciplinati dal successivo articolo 8, che rientrano invece in una tipologia ben diversa riferibile alla partecipazione dell'Italia ad organizzazioni internazionali.
  Richiama quindi il comma 5 dell'articolo 8 per precisare che le iniziative di altre organizzazioni internazionali riguardano essenzialmente missioni delle Nazioni Unite e della NATO. In base a quanto indicato dalla relazione tecnica allegata al provvedimento, si tratta della partecipazione pro quota dell'Italia all'iniziativa Democratization Partnership Challenge, a favore della Moldova e della Tunisia, e all'Ufficio del Rappresentante Civile Internazionale (ICR) in Kosovo.
  Ribadisce conclusivamente l'opportunità che nel corso dell’iter specifiche proposte emendative possano facilitare il coordinamento interministeriale nell'interesse Pag. 247della politica estera italiana, secondo una visione integrata, conforme alle tendenze internazionali, che include anche la cooperazione allo sviluppo e la politica di difesa.

  Salvatore CICU (PdL) fa presente, preliminarmente, che il decreto in esame si muove in un'ottica di continuità rispetto ai precedenti provvedimenti di proroga delle missioni internazionali, ricalcandone sostanzialmente il quadro generale.
  Evidenzia, inoltre, che la scelta di rifinanziare le missioni per l'intero anno 2012, anziché solo per il primo semestre, rappresenti significativamente la volontà, da parte dell'attuale Governo, di volersi spingere in direzione di un rafforzamento della programmazione al fine di renderla più efficace.
  Si riallaccia, quindi, agli interventi svolti dai relatori nella precedente seduta, condividendone pienamente i contenuti. In particolare, richiama le disposizioni che interessano le missioni dell'Unione europea e della Nato volte al contrasto della pirateria nelle acque internazionali, sottolineando come il decreto in esame mostri grande attenzione – anche sotto il profilo dell'impegno finanziario – da parte dell'Esecutivo per questo tema recentemente riportato d'attualità da noti fatti di cronaca. Sul punto sottolinea con favore le novità introdotte dal provvedimento che hanno rafforzato le previsioni del precedente decreto legge volte a consentire di ricorrere a forme di autodifesa a bordo delle imbarcazioni private operanti nelle zone a rischio, mediante il dispiegamento di Nuclei militari di protezione della Marina militare (NMP) o di servizi di vigilanza privata. In particolare, pone l'accento sulla previsione secondo cui i compiti di protezione possono essere svolti da guardie giurate che, pur non avendo frequentato i corsi previsti per l'espletamento di servizi di sicurezza sussidiaria (peraltro non ancora attivi), abbiano partecipato per almeno sei mesi, quali appartenenti alle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi.
  Non può, viceversa, esprimersi favorevolmente con riguardo ad alcune disposizioni, recate dai primi commi dell'articolo 5, che non trovano riscontro in precedenti decreti di proroga delle missioni. Richiama, pertanto, l'attenzione dell'Esecutivo su tali disposizioni che si prestano a critiche anche per il fatto di configurarsi quasi come delle scorciatoie legislative rispetto a provvedimenti di contenuto analogo all'esame delle Commissioni competenti. Si tratta, nello specifico, di alcune modifiche al codice dell'ordinamento militare che troverebbero migliore collocazione in un più ampio e approfondito dibattito sull'articolazione del modello di difesa, che rappresenta un tema di centrale attenzione per il Parlamento. Auspica che tali tematiche possano dunque essere sviluppate nell'ambito dell'esame, attualmente in corso presso le Commissioni, relativo a specifiche proposte di legge quali, ad esempio, la legge quadro sulle missioni internazionali nonché le proposte vertenti sulla riforma del reclutamento nelle Forze armate.

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL) esprime soddisfazione per la portata annuale del provvedimento che consente una pianificazione di ampio respiro e che valorizza lo strumento delle missioni internazionali quale leva nobile della nostra politica estera, soprattutto in un contesto incerto e complesso come quello mediterraneo, mediorientale e, in generale, nell'universo islamico. Sottolinea il proprio compiacimento per l'attenzione rinnovata alla componente umanitaria nelle missioni, che qualifica l'Italia a livello internazionale e valorizza l'impegno dei nostri militari. Concorda con l'opportunità di meglio impostare i rapporti tra il Ministero degli affari esteri e il neo-istituito Ministero per la cooperazione internazionale e l'integrazione, secondo un'ottica che preservi la cifra tradizionale della politica estera italiana. Sottolinea la crescita della dimensione civile che comporta un innalzamento delle risorse.
  Ribadisce, in conclusione, la necessità di considerare la partecipazione italiana Pag. 248alle missioni all'estero nell'ottica dell'impegno dell'Italia a favore dei processi di democratizzazione. In questa luce si possono comprendere le ragioni che inducono il nostro Paese a conservare la presenza in Afghanistan anche oltre la data del 2014 in una visione non assistenziale ma interessata ad irrobustire l'azione internazionale a favore della pace e della sicurezza.

  Antonio RUGGHIA (PD) manifesta una larga condivisione per i contenuti del decreto. Ricorda che la sua parte politica ha coerentemente sostenuto la bontà degli impegni riferibili ai vari teatri operativi che il nostro Paese ha assunto in ambito internazionale, e stimolato la rimodulazione della presenza militare e delle spese di finanziamento riferite alle singole missioni. In particolare, ritiene positiva la scelta di ridurre il contingente impegnato nella missione UNIFIL in Libano di un numero di unità inferiore a quello che era stato in un primo momento ipotizzato, anche in funzione della decisione di riassegnare nuovamente all'Italia il comando dell'operazione stessa. Inoltre, apprezza la decisione di incrementare la presenza italiana nel teatro balcanico, nonché quella di finanziare una nuova missione in Sud Sudan.
  Perplessità, invece, esprime con riferimento ad alcune disposizioni che interessano l'organizzazione del ministero della Difesa, a suo avviso non del tutto omogenee con il provvedimento. Senza avere la pretesa di indicare un ordine di priorità, segnala la norma che consente alla Difesa di avvalersi, per le esigenze di supporto sanitario nelle missioni internazionali, del personale appartenente al Corpo militare della Croce Rossa italiana. Al riguardo si interroga se – anche alla luce del dibattito svolto in Commissione sul recente schema di decreto legislativo di riorganizzazione della Croce Rossa Italiana – non sia il caso di ripensare la disposizione, recata dal comma 4 dell'articolo 2, anche in considerazione del fatto che il relativo utilizzo del personale avverrebbe comunque nell'ambito di finanziamenti non a carico delle stesse missioni.
  Esprime, inoltre, condivisione sulle preoccupazioni manifestate dal collega Cicu riguardo le modifiche recate dall'articolo 5 ad alcune norme del codice dell'ordinamento militare in materia di transiti e di avanzamenti. Sul punto, ravvisando l'esigenza di una riorganizzazione complessiva, ricorda che presso il Parlamento è fermo – essendo venuta meno la disponibilità del fondo che era stato ad esso destinato – il provvedimento sul riordino dei ruoli.
  Manifesta, inoltre, perplessità sulla disposizione che reca la proroga dei contributi a favore dell'Agenzia industrie e difesa e delle relative attività. Al riguardo, osserva che la suddetta Agenzia era stata costituita per risolvere – entro l'anno appena trascorso – il problema delle inefficienze e degli sprechi nell'ambito degli stabilimenti operanti in settori di rilevante interesse per le Forze armate e che la proroga di tali compiti fino al 2014 dimostra, al contrario, che i problemi da affrontare non sono stati risolti. Occorre dunque intervenire in materia, salvaguardando le posizioni dei lavoratori di importanti stabilimenti industriale ma evitando di perpetuare l'esistenza di enti che non appaiono essenziali, eventualmente trasferendone le funzioni al segretario generale della Difesa.
  Si sofferma, inoltre, sulla norma che finanzia lo sviluppo di alcuni programmi d'armamento relativi a settori a elevato contenuto tecnologico. Le criticità di tale disposizione risultano di tutta evidenza qualora si considerino gli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'armamento riportati nel documento conclusivo approvato dalla Commissione difesa, rivolti al potenziamento delle funzioni di indirizzo e controllo degli organi parlamentari. Tale operazione di rimodulazione dei suddetti finanziamenti risulta invece priva di trasparenza proprio in un settore dove si è manifestata un'elevata sensibilità dell'opinione pubblica.
  Infine, si sofferma sulla disposizione relativa all'impiego delle guardie giurate a bordo delle navi private che attraversano le zone soggette a rischio di pirateria, Pag. 249sottolineando come la tematica avrebbe richiesto a suo avviso di essere esaminata nell'ambito delle organiche proposte di legge incardinate nelle competenti commissioni, piuttosto che una disciplina frammentaria su cui si interviene in modo stratificato.

  Margherita BONIVER (PdL) concorda con la collega Nirenstein circa la specificità del modello italiano di missione all'estero che già negli anni Ottanta, in occasione dell'invio del contingente in Libano guidato dal generale Angioni, ottenne riconoscimenti a livello internazionale per i numerosi interventi di ricostruzione di infrastrutture civili, in particolare sanitarie, nella regione di Shabra e Shatila. Tale specificità si è mantenuta nella missione in Afghanistan che, malgrado la scarsità di risorse, resta il maggior beneficiario di progetti di natura civile.
  Quanto alle prospettate modifiche all'articolo 7 e all'articolo 9 del decreto-legge, ritiene che le criticità del provvedimento siano da porre in relazione all'irrompere della nuova figura del Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. A suo avviso, occorre provvedere con celerità al definitivo chiarimento, possibilmente da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle relative deleghe e competenze al fine di scongiurare incroci e sovrapposizioni che possano nuocere ad un settore, quale la cooperazione allo sviluppo, fondamentale per la nostra politica estera.

  Stefano STEFANI, presidente, essendo imminente la ripresa dei lavori presso l'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

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