CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 settembre 2011
537.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 22 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti e Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 11.10.

Modifica all'articolo 13 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, in materia di attribuzione delle funzioni ai magistrati ordinari al termine del tirocinio.
C. 2984 e abb.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Roberto MARMO (PT), relatore, fa presente che il provvedimento interviene in materia di assegnazione di magistrati agli uffici giudiziari al termine del tirocinio e non è corredato di relazione tecnica. In particolare, segnala che l'articolo 1 consente, con alcuni limiti, l'assegnazione di magistrati ordinari al termine del tirocinio anche a funzioni requirenti e a funzioni giudicanti monocratiche penali, mentre l'articolo 1-bis dispone l'abrogazione dell'articolo 9-bis del decreto legislativo n. 160 del 2006, che prevede determinati limiti per l'assegnazione dei magistrati al termine del tirocinio e dopo la prima valutazione di professionalità. L'articolo 2 dispone che la legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione

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nella Gazzetta Ufficiale. Rileva, quindi, che il provvedimento non sembra presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Al riguardo, reputa, comunque, opportuna una conferma da parte del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma che la proposta in esame non presenta profili finanziari problematici.

Roberto MARMO (PT), relatore, propone di esprimere nulla osta.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni per l'introduzione della patente nautica a punti e del patentino nautico a punti e delega al Governo in materia di sanzioni per le violazioni commesse dai conducenti di imbarcazioni.
Testo unificato C. 841 e abb.

(Parere alla IX Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole, con condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 settembre 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, alla luce dei chiarimenti forniti dal Governo nelle precedenti sedute, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il testo unificato del progetto di legge C. 841 e abb. recante disposizioni per l'introduzione della patente nautica a punti e del patentino nautico a punti e delega al Governo in materia di sanzioni per le violazioni commesse dai conducenti di imbarcazioni;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo il quale:
alla copertura degli oneri derivanti dall'organizzazione da parte delle amministrazioni pubbliche dei corsi di aggiornamento di cui all'articolo 2, comma 5, si provvederà mediante il pagamento da parte dei richiedenti di tariffe che assicurino la copertura integrale dei costi;
la clausola di invarianza prevista dall'articolo 5 relativamente all'istituzione dello sportello telematico del diportista è idonea a garantire che dall'attuazione delle presenti disposizioni non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
l'estensione delle procedure di registrazione telematica degli atti di cui all'articolo 6-ter comporterebbe la realizzazione di onerosi investimenti per l'Agenzia delle entrate suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
rilevata l'opportunità di specificare, al fine di evitare il determinarsi di una dequalificazione della spesa, che per l'istituzione della banca dati di cui all'articolo 3 è autorizzata la spesa di 600.000 euro per l'anno 2012 e per il suo funzionamento quella di 100.000 euro a decorrere dall'anno 2012;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
all'articolo 2, comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Con il decreto di cui al terzo periodo è altresì stabilito l'importo delle tariffe da porre a carico dei richiedenti al fine di garantire la copertura integrale dei costi dei corsi di aggiornamento svolti dalle amministrazioni pubbliche.
all'articolo 3, comma 5, sostituire l'alinea con la seguente: «È autorizzata la spesa di 600.000 euro per l'anno 2012 per

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l'istituzione della banca dati di cui al presente articolo, e di 100.000 euro a decorrere dall'anno 2012 per il funzionamento della stessa. Al relativo onere si provvede:
sopprimere l'articolo 6-ter».

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta di parere.

La Commissione approva la proposta di parere formulata dal presidente, in sostituzione del relatore.

La seduta termina alle 11.20.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 22 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti e Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 11.20.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alla ripartizione delle risorse previste dall'ultima voce dell'elenco 1 di cui all'articolo 1, comma 40, della legge 13 dicembre 2010, n. 220.
Atto n. 401.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 20 settembre 2011.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore, nel ringraziare il presidente per avergli affidato l'incarico di relatore sul provvedimento, sottolinea che il medesimo presenta profili di delicatezza e ritiene opportuno che la Camera esprima un parere conforme a quello testé reso dalla 5a Commissione del Senato della Repubblica. Auspica inoltre che si possa celermente procedere all'assegnazione di risorse già stanziate che seguono procedure analoghe. Formula quindi la seguente proposta di parere:

Il sottosegretario Bruno CESARIO concorda con il relatore.

Marco MARSILIO (PdL) chiede di chiarire le ragioni dell'introduzione nel parere approvato dalla 5a Commissione del Senato della Repubblica di una condizione volta ad escludere il finanziamento di eventi celebrativi di carattere internazionale.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore, in relazione alla richiesta formulata dall'onorevole Marsilio, fa presente che tale parere è condizionato alla soppressione del finanziamento, pari a 4,5 milioni di euro, per eventi celebrativi internazionali e al trasferimento di tale somma in favore degli interventi per la gratuità dei libri di testo. Rileva che tale condizione è stata introdotta poiché la documentazione a supporto della spesa per gli eventi celebrativi è risultata, ad una più attenta verifica, non sufficiente e pertanto è stata decisa, con il consenso anche del Governo, una diversa allocazione delle risorse.

Il sottosegretario Bruno CESARIO concorda con le considerazioni del relatore, osservando che allo stato non sussistevano sufficienti elementi di chiarificazione in ordine alle spese per gli eventi celebrativi. Nel far presente che i fondi necessari potranno essere assegnati nell'ambito di futuri provvedimenti, sottolinea l'esigenza di concludere celermente l'esame del provvedimento in esame, che stanzia risorse per interventi sociali particolarmente urgenti, quali le convenzioni per i lavori socialmente utili e la parziale gratuità dei libri di testo.

Maino MARCHI (PD) osserva come il testo iniziale predisposto dal Governo prevedesse l'assegnazione dei 4,5 milioni di euro per eventi celebrativi di carattere

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internazionale e chiede come mai solo ora il Governo abbia valutato carente la documentazione relativa a tali spese. Chiede inoltre al rappresentante del Governo di chiarire se la somma stanziata per il pagamento dei lavoratori socialmente utili di Napoli e Palermo, ridotta a 130 milioni di euro, rispetto ai 370 milioni dell'esercizio precedente, possa essere ritenuta sufficiente.

Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) nell'apprezzare la proposta di destinare maggiori risorse alla gratuità parziale dei libri di testo, osserva come il Governo non abbia fornito alcuna indicazione in ordine alla destinazione, nell'ambito dello schema, di 4,5 milioni di euro ad eventi celebrativi di carattere internazionale. Richiamando anche le osservazioni del collega Marchi, ritiene, pertanto, che il Governo dovrebbe essere più puntuale nell'indicazione dei criteri seguiti nella ripartizione delle risorse. In ogni caso, anche alla luce dell'esigenza evidenziata dal sottosegretario Cesario di assicurare il celere finanziamento di interventi sociali particolarmente urgenti, ritiene che si possa procedere all'espressione del parere nella seduta odierna.

Massimo BITONCI (LNP) pur annunciando il voto favorevole del suo gruppo, sottolinea tuttavia che la Lega Nord avrebbe votato contro nel caso non fosse stato espunto il finanziamento di 4,5 milioni di euro per gli eventi celebrativi di carattere internazionale di cui non appare chiara ed esaustiva la relativa documentazione di spesa. Dichiara invece di condividere la scelta di finalizzare tali risorse per la gratuità dei libri di testo. Evidenzia che il suo gruppo stigmatizza l'assegnazione di risorse per i lavoratori socialmente utili di Napoli e Palermo, mentre non si danno adeguate risposte in favore dei lavoratori del nord e auspica che il Governo effettui al più presto l'assegnazione delle risorse in favore delle scuole paritarie.

Il sottosegretario Bruno CESARIO, con riferimento ai chiarimenti richiesti dall'onorevole Marchi, fa presente che le risorse da destinare ai lavori socialmente utili erano state oggetto di precisa quantificazione in sede di approvazione della legge di stabilità per il 2011, assicurando che esse non solo garantiscono la copertura integrale degli interventi realizzati nel 2010, ma dovrebbero consentire anche in alcuni casi un incremento delle somme disponibili.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore, osserva che, alla luce della situazione rappresentata, si pone in astratto l'alternativa tra la semplice esclusione del finanziamento degli eventi celebrativi di carattere internazionale e la destinazione di quelle risorse ad un altro intervento. Nel rilevare che la 5a Commissione del Senato ha scelto di destinare tali risorse alla gratuità parziale dei libri di testo, ritiene che, al fine di consentire la celere assegnazione delle risorse, sia opportuno che la Commissione approvi un parere di analogo contenuto. Formula, quindi, la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alla ripartizione delle risorse previste dall'ultima voce dell'elenco 1 di cui all'articolo 1, comma 40, della legge 13 dicembre 2010, n. 220 (atto n. 401);
considerato che l'articolo 21, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, ha disposto che la dotazione del fondo per il finanziamento di interventi urgenti e indifferibili, di cui all'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, sia ridotta di 12,5 milioni di euro per l'anno 2011;
rilevato che lo schema in esame non assegna risorse alla finalità relativa alla

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partecipazione italiana a banche e fondi internazionali, dal momento che l'articolo 21, comma 6, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, ha già autorizzato per la medesima finalità la spesa di 200 milioni per l'anno 2011, a fronte dei 130 milioni di euro destinati alla medesima finalità dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 marzo 2010;
considerata l'opportunità di destinare agli interventi per assicurare la gratuità parziale dei libri di testo di cui all'articolo 1, comma 3, anche le risorse destinate agli eventi celebrativi di carattere internazionale ai sensi del comma 2 del medesimo articolo 1;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
all'articolo 1, sopprimere il comma 2;
conseguentemente, al comma 3, sostituire le parole:
103 milioni di euro con le seguenti: 107,5 milioni di euro».

Il sottosegretario Bruno CESARIO precisa che la destinazione di ulteriori risorse alla gratuità parziale dei libri di testo è frutto di una autonoma decisione della 5a Commissione del Senato e non è stata indicata dal Governo.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva che nell'ambito di futuri provvedimenti, potrà valutarsi se prevedere un finanziamento per gli eventi celebrativi, anche a fronte di una precisa quantificazione delle spese sostenute dagli enti interessati.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 11.30.

SEDE REFERENTE

Giovedì 22 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 13.05.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010.
C. 4621 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011.
C. 4622 Governo.

(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei disegni di legge.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, osserva, preliminarmente, che il Rendiconto fornisce una rappresentazione oggettiva della situazione del bilancio dello Stato ben più attendibile di quella del bilancio di previsione e dovrebbe costituire la base essenziale sulla quale impostare il nuovo ciclo di programmazione economico-finanziaria. Rileva che il rendiconto è, infatti, un documento contabile particolarmente rilevante nel corretto funzionamento di una democrazia parlamentare. Fa presente che dall'esame dei risultati dell'esercizio precedente dovrebbe prendere avvio il nuovo ciclo della programmazione della politica di bilancio, che dovrebbe tener conto degli esiti della gestione pregressa al fine di implementare efficacia ed efficienza della spesa. È questa del resto la logica sottesa alla nuova legge di contabilità e finanza pubblica, che non a caso ha previsto l'ampliamento del corredo informativo del Rendiconto ponendo particolare attenzione ai profili connessi alla valutazione dei risultati di gestione.

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Ricorda che, come sempre, il rendiconto generale comprende il conto consuntivo del bilancio ed il conto consuntivo generale del patrimonio a valore, nonché i conti consuntivi allegati di alcune amministrazioni autonome. Osserva che il conto del bilancio relativo all'esercizio finanziario 2010 si presenta secondo la nuova struttura di classificazione del bilancio dello Stato, articolata su due livelli di aggregazione: missioni e programmi e che tale classificazione funzionale del bilancio - introdotta in via sperimentale nel 2008 e ora messa a regime ai sensi della legge di contabilità e di finanza pubblica - concentra l'attenzione sulle finalità e sui risultati dell'azione amministrativa, favorendo per tale via una valorizzazione del ruolo del rendiconto, che diventa in una sede privilegiata per la valutazione delle politiche pubbliche, in quanto consente di apprezzare i risultati della gestione in vista dei processi di autocorrezione e di effettuazione delle nuove scelte. Ritiene che il rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2010 possa ben rappresentare dunque un momento di conferma del raccordo tra vecchia e nuova normativa. Per quanto concerne il conto del bilancio, in particolare, osserva come questo conservi la struttura espositiva per unità di voto parlamentare a livello di macroaggregati, in coerenza con il bilancio di previsione, ma, nello stesso tempo, accolga talune rilevanti novità della riforma, quali la prima esperienza di illustrazione delle risultanze delle spese relative ai programmi aventi natura o contenuti ambientali, anticipando, in qualche modo, l'applicazione della disposizione dell'articolo 36, comma 6, della legge n. 196 del 2009. Segnala che le note preliminari al rendiconto, già introdotte sin dal consuntivo 2008, presentano, nella loro terza e ultima edizione, segnali di adeguamento, sia nella forma sia nel contenuto, alla nuova disciplina, pienamente in vigore a partire dal rendiconto 2011 con le nuove note integrative, fondamentali documenti illustrativi articolati in due sezioni, la prima analoga agli attuali documenti, la seconda incentrata sui risultati della gestione e sulle motivazioni degli eventuali scostamenti con le previsioni. Nel riepilogare i dati di consuntivo degli andamenti di finanza pubblica registrati nello scorso esercizio, rileva in primo luogo come, nonostante un quadro congiunturale internazionale difficile, l'importo dell'indebitamento netto della pubbliche amministrazioni sia passato dal 5,4 per cento nel 2009 al 4,6 per cento nel 2010, risultato che si colloca tra i migliori nel contesto dei Paesi europei. Rappresenta che, anche l'OCSE, nel rapporto sull'Italia 2011, osserva che, a differenza di altri Paesi dell'Unione europea, il nostro ha reagito alla recessione e alla crisi finanziaria rimodulando la spesa in funzione di sostegno sociale e all'industria, invece che con un pacchetto di interventi espansivi che avrebbe portato ad un aumento del disavanzo. Evidenzia che le misure adottate sono state concepite come provvedimenti aventi un impatto sostanzialmente neutro sul saldo di bilancio, recanti tuttavia taluni incentivi per la rimodulazione della spesa pubblica verso quelle che sono considerate le categorie di spesa con i moltiplicatori più elevati. Fa presente che dalla metà 2010 il Governo ha reso più restrittiva la politica di bilancio per mantenere la finanza pubblica sotto controllo, in coerenza con i requisiti della procedura di disavanzo eccessivo del Patto di stabilità e crescita. Di conseguenza, l'indebitamento netto della pubblica amministrazione nel 2010 è sceso di 0,8 punti percentuali rispetto al livello registrato nel 2009. Rappresenta che, nel dettaglio, delle componenti, sempre in rapporto al prodotto interno lordo, l'andamento rispetto all'anno precedente è ascrivibile sia la lieve riduzione delle spese correnti rispetto al 2009, la cui incidenza si è attestata al 47,8 per cento - a fronte del 48,2 per cento segnato nel 2009 - sia alla riduzione delle spese in conto capitale che, dopo una crescita dello 0,6 per cento registrata nel biennio 2008-2009, segnano nell'anno una riduzione dello 0,9 per cento. Sul versante delle entrate correnti, segnala invece un incremento dello 0,1 per cento, a fronte della diminuzione dello 0,3 per cento registrata nel 2009. Rileva che,

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per quanto concerne il saldo primario rispetto al PIL, esso evidenzia un lieve miglioramento rispetto al 2009 attestandosi ad un -0,1 per cento, mostrando un'attenuazione dell'inversione negativa che il medesimo dato aveva registrato nell'anno precedente, allorché si era attestato al -0,7 per cento, a fronte della crescita del 2,5 per cento segnato nel 2008. Evidenzia come, in uno scenario economico internazionale complesso come quello che si è registrato nel 2010, i risultati in termini di saldi di finanza pubblica, a suo avviso, non possono pertanto che essere considerati favorevolmente. Fa presente che, nell'insieme, i saldi del bilancio, in termini di competenza, hanno registrato dati a consuntivo migliori delle previsioni, iniziali e definitive. Rileva che il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2010, in termini di competenza, al lordo delle regolazioni debitorie e contabili, risulta pari a 21.619 milioni di euro, con un miglioramento di 11.077 milioni di euro rispetto al saldo registratosi nel 2009. Il risultato è migliore sia delle previsioni iniziali che delle previsioni definitive, secondo le quali il saldo netto da finanziare era previsto attestarsi nel 2010, a 63.799 milioni. Osserva che il valore del saldo netto da finanziare, determinato dai risultati di gestione, rientra nel limite massimo di 63.000 milioni fissato dalla legge finanziaria per il 2010, al netto di 4.684 milioni di regolazioni debitorie. risparmio pubblico nel 2010 evidenzia un miglioramento di oltre 5 miliardi rispetto all'anno precedente, risultando pari a 28.742 milioni di euro. Sottolinea che il risultato è migliore sia rispetto alle previsioni iniziali che a quelle definitive, in base alle quali il risparmio pubblico avrebbe dovuto attestarsi addirittura su valori negativi pari rispettivamente a 22.919 milioni secondo le previsioni iniziali e a 13.477 milioni secondo quelle definitive. Osserva che il ricorso al mercato si è attestato nel 2010 a 210.055 milioni di euro, su valori sensibilmente più bassi rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive, con un miglioramento di oltre 1 miliardo di euro rispetto al 2009. Evidenzia che anche il valore del ricorso al mercato nei risultati di gestione risulta inferiore al limite massimo, pari a 286.000 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2010. Precisa che, in termini di cassa, il saldo netto da finanziare è risultato nel 2010 pari a 59.846 milioni, con un miglioramento di circa 7.199 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente. Rileva che, anche in termini di cassa, il saldo netto da finanziare a consuntivo registra valori migliori delle previsioni, sia iniziali che definitive, secondo le quali, il suddetto saldo avrebbe dovuto superare i 120 miliardi di euro nel 2010, mentre gli altri saldi del bilancio, in termini di cassa, risultano invece lievemente peggiorati rispetto all'esercizio 2009. Evidenzia che il risparmio pubblico ha registrato un valore negativo di 10.154 milioni, segnando un peggioramento di oltre 26 miliardi rispetto al 2009, anno in cui il risparmio pubblico si è attestato ad un valore positivo di 15.984 milioni di euro. Rappresenta che l'importo del ricorso al mercato ammonta a circa 249 miliardi di euro, con un peggioramento di 5,8 miliardi rispetto al dato del 2009. Osserva che, per quanto concerne l'analisi della gestione di competenza l'entità complessiva degli accertamenti di entrata, comprensivi delle entrate per accensione di prestiti, è risultata, nel 2010, pari a 778.246 milioni di euro, con una evoluzione positiva rispetto al 2009. Gli impegni complessivi di spesa, comprensivi delle spese per rimborso prestiti ammontano nel 2010 a 715.380 milioni. Rispetto ai risultati dell'anno precedente, la gestione presenta una complessiva diminuzione degli impegni di spesa di oltre 1 miliardo di euro. Per quanto concerne i saldi, in termini di competenza evidenzia, soprattutto, un miglioramento del saldo netto da finanziare nel 2010 di oltre 11 miliardi di euro. Il risultato, pari a 21.619 milioni di euro, discende dalla differenza tra un ammontare complessivo di entrate finali pari a 505.325 milioni di euro e un ammontare complessivo di spese finali pari a 526.944 milioni di euro, che manifestano, entrambe, un andamento in

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riduzione rispetto all'anno precedente. La gestione di competenza manifesta, inoltre, il miglioramento del risparmio pubblico. Sul punto, la stessa relazione illustrativa sottolinea come il valore positivo assunto dal risparmio pubblico evidenzi la connotazione non soltanto quantitativa, ma anche qualitativa del risanamento finanziario. Segnala che, rispetto al consuntivo 2009, le entrate finali hanno registrato una diminuzione di 2.471 milioni di euro. Tale risultato è riconducibile soprattutto alla riduzione del 6,6 per cento delle entrate extra-tributarie rispetto al 2009, mentre gli accertamenti di entrate tributarie hanno registrato, rispetto al 2009, un incremento dello 0,6 per cento. Precisa che la gestione 2010 ha dato luogo ad impegni di spesa relativi ad operazioni finali per 526.944 milioni di euro. Sottolinea che, rispetto all'anno precedente, le spese finali evidenziano una riduzione di 13.547 milioni di euro, derivante dalla diminuzione degli impegni di spesa sia di conto corrente, in misura pari a 6.916 milioni, sia di conto capitale in misura pari a 6.631 milioni. Osserva che il dato di consuntivo degli impegni relativi alle spese finali si è dimostrato peraltro inferiore anche rispetto alle previsioni, sia iniziali che definitive. Evidenzia come, rispetto alle previsioni definitive, in particolare, gli impegni finali denotano una riduzione di 17.419 milioni di euro. Precisa che gli impegni relativi ad operazioni finali sono riconducibili per 474.662 milioni di euro a spese correnti, che risultano diminuite rispetto al 2009 di circa l'1,4 per cento, e per 52.282 milioni a spese in conto capitale, le quali, rispetto al 2009, presentano un riduzione più consistente, di oltre l'11 per cento. Fa presente che, tra le spese in conto capitale, evidenziano un lieve aumento rispetto all'esercizio 2009 soltanto gli investimenti fissi lordi, che si sono attestati 7.326 milioni, e gli impegni relativi alla categoria acquisizioni di attività finanziarie. Nel rilevare, come tutte le altre voci registrino diminuzioni, ricorda che, in particolare, i contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche, pari a 20.456 milioni, diminuiscono del 7,8 per cento, i contributi agli investimenti ad imprese, attestati a 11.629 milioni di euro, diminuiscono del 17 per cento. Rileva che anche i contributi agli investimenti a estero si riducono di 83 milioni di euro, pari al 9,7 per cento del totale. Per quanto concerne la spesa per rimborso prestiti, osserva che i relativi impegni, pari a 188.436 milioni di euro, hanno registrato un aumento rispetto al dato del 2009 di 12.295 milioni. Gli accertamenti di entrata derivanti da accensioni di prestiti, infine, sono stati pari a 272.921 milioni di euro, con un aumento di 3.203 milioni rispetto all'esercizio 2009, nel quale tali accertamenti erano pari a 269.718 milioni. Segnala che, dall'analisi delle spese finali per missioni, emerge come un ristretto numero di missioni assorba larga parte delle risorse disponibili. Escludendo dal computo la missione debito pubblico - che, data la sua enorme rilevanza quantitativa finirebbe per rendere poco significativi i dati inerenti alle missioni che più propriamente descrivono le finalità dello Stato - si evince che le missioni di maggior rilievo ai fini dell'analisi della gestione di competenza sono: la missione Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali, la quale risulta aver impegnato il 25,6 per cento delle risorse, con una crescita in termini assoluti rispetto allo scorso anno, in cui tale missione rappresentava il 24 per cento della spesa, di circa il 4 per cento; la missione Politiche previdenziali, che si è attestata al 16,9 per cento, rispetto 16 per cento del 2009, con un incremento in termini assoluti del 3,5 per cento rispetto all'esercizio precedente; la missione Politiche economiche-finanziarie e di bilancio, che ha assorbito il 14,2 per cento degli impegni, a fronte del 15,3 per cento registrato nel 2009, anno rispetto al quale le risorse si sono ridotte del 9,1 per cento; la missione Istruzione scolastica, che si è attestata al 9,6 per cento, registrando tuttavia una riduzione in termini assoluti del 2,6 per cento; la missione Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, la quale risulta aver impegnato, come nel 2009, il 5,6 per cento delle risorse complessive, registrando un decremento in termini assoluti dell'1,7 per

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cento. Rileva che, al netto della missione debito pubblico, le uniche missioni di spesa che nel 2010 hanno registrato un incremento in termini assoluti rispetto all'anno precedente sono quelle relative alle Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali e alle politiche previdenziali. Per quanto attiene alla gestione dei residui,osserva che, in base al rendiconto, al 1o gennaio 2010 il conto dei residui indicava residui attivi per un valore complessivo di 194.550 milioni di euro e residui passivi, al lordo dei residui relativi al rimborso di prestiti, per 96.667 milioni di euro, con una eccedenza attiva di 97.883 milioni di euro. Nel corso dell'esercizio 2010, l'entità dei residui si è andata modificando a seguito sia dell'attività di gestione in conto residui sia per la gestione di competenza dell'esercizio 2010, che ha dato luogo alla formazione di nuovi residui. Infatti, rispetto ai 194.550 milioni di residui attivi provenienti dagli esercizi precedenti, si è dato luogo ad accertamenti per 168.606 milioni, di cui solo 17.843 milioni incassati e 150.763 milioni ancora da versare o riscuotere. Fa presente che a tale importo di residui pregressi si sono aggiunti 79.027 milioni di residui di nuova formazione, per un totale di residui, al 31 dicembre 2010, pari a 229.790 milioni. Segnala che, analogamente, per quanto riguarda i residui passivi, dei 96.667 milioni provenienti dagli esercizi precedenti, ne risultano ancora da pagare 41.589 milioni, che unitamente ai 66.687 milioni di nuova formazione determinano residui passivi al 31 dicembre 2010, per 108.276 milioni. Osserva che dal confronto tra lo stato dei residui al termine dell'esercizio 2010 e quello al termine dell'esercizio precedente si rileva che sia i residui attivi che quelli passivi hanno fatto registrare un incremento, rispettivamente, del 18,1 per cento e del 12 per cento. Segnala che l'incremento è relativo sia ai residui pregressi che a quelli di nuova formazione. Come rilevato anche nella relazione illustrativa del disegno di legge di rendiconto, i dati dimostrano come il fenomeno dei residui rimanga, anche nel 2010 su livelli considerevoli, specie per quel che concerne i residui passivi che subiscono un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso esercizio, attestandosi complessivamente a 108.276 milioni di euro nel 2010. Con riferimento al fenomeno dell'accumulo di residui attivi e passivi, ritiene che non possono che essere condivise le preoccupazioni espresse dalla Corte dei conti, nella Relazione sul Rendiconto, laddove essa osserva come esso rappresenti una «anomalia» dei conti dello Stato», che ha addirittura concorso a far rivedere il progetto per il passaggio al bilancio di sola cassa, originariamente previsto dalla nuova legge di contabilità; i residui passivi sono in effetti, come afferma la Corte, «un problema annoso - aggravato negli ultimi tempi da misure di contenimento della spesa spesso orientate allo slittamento dei pagamenti - che dipende sostanzialmente da una cattiva qualità della legislazione di spesa, quasi mai supportata da specifici progetti di fattibilità, da procedure complesse e defatiganti in taluni settori di intervento, da schemi contabili spesso obsoleti, da incongrui comportamenti gestionali». Giudica dunque opportuno prendere in seria considerazione le osservazioni contenute nella relazione sul rendiconto trasmessa dalla Corte dei conti, non solo laddove si sottolinea come la leggibilità del documento risulti appannata da un imponente e crescente accumulo di residui, ma anche laddove si rileva come la stessa leggibilità dei dati sia resa difficile anche in ragione di alcuni particolari meccanismi contabili di gestione degli anni più recenti. Al riguardo, ricorda che in particolare che a fianco del fenomeno, ormai divenuto strutturale, delle regolazioni contabili e debitorie, si è formata - in concomitanza con le restrizioni finanziarie - una massa di debiti pregressi, in parte ripianati con le risorse previste dal decreto-legge n. 78 del 2009 e si è venuto generalizzando il ricorso a «pagamenti in conto sospeso» - di sempre crescente entità - che in gran parte ancora attendono una completa sistemazione contabile in bilancio. Ritiene che su tali fenomeni occorrerebbe compiere una più approfondita riflessione, che dovrebbe affrontare

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anche le problematiche, evidenziate dalla Corte, emerse in relazione alle procedure di contabilizzazione sia delle entrate che delle spese. Rileva che le irregolarità riscontrate oggetto di specifica e dettagliata analisi nella Relazione sul rendiconto 2010, si sono nella quasi totalità tradotte in specifici rilievi riportati nel giudizio di parificazione, adottato dalla Corte dei conti a sezioni riunite il 24 giugno scorso. Con riferimento al conto del patrimonio, ricorda, infine, che l'eccedenza passiva, ossia la differenza tra le passività e le attività, nel 2010 è stata superiore del 1,3 per cento rispetto a quella del 2009. Nel 2010, detta eccedenza si è attestata su 1.444,4 miliardi, a fronte dei 1.425,7 miliardi del 2009, con un peggioramento di circa 18,7 miliardi di euro, dovuto all'aumento delle attività, passate da 785,8 miliardi di euro nel 2009 a 835,6 miliardi di euro nel 2010, più che compensato dall'incremento delle passività, passate da 2.211,5 miliardi di euro nel 2009 a 2.279,9 miliardi nel 2010. Rileva che il risultato denota una situazione patrimoniale in peggioramento rispetto all'anno 2009 e riconferma gli andamenti negativi registrati negli anni 2008 e precedenti. In relazione al conto del patrimonio rammenta che la legge di riforma della struttura del bilancio dello Stato ha introdotto un livello di classificazione che deve fornire l'individuazione dei beni dello Stato suscettibili di utilizzazione economica, anche ai fini di un'analisi economica della gestione patrimoniale. Fa presente che, secondo quanto rilevato dalla Corte dei conti, l'incompletezza delle informazioni relative ai beni immobili dello Stato potrà essere superata o quantomeno ridotta a conclusione dell'attività di ricognizione svolta dal Dipartimento del tesoro del Ministero dell'economica e delle finanze in attuazione dell'articolo 2, comma 222, della legge n. 191 del 2009 e finalizzata alla redazione del rendiconto patrimoniale dello Stato a prezzi di mercato. Ricorda che l'organo di controllo conferma inoltre la necessità che la ricostruzione del valore di mercato dei beni e della rilevazione dei costi di manutenzione sovrintenda a tutto il processo di federalismo demaniale per una ricostruzione complessiva del rilievo finanziario dei trasferimenti, anche in considerazione della non omogenea distribuzione dei beni sul territorio nazionale. Per quanto attiene al disegno di legge di assestamento, osserva che anche esso riflette la struttura del bilancio dello Stato, organizzato in missioni e programmi, adottata a partire dalla legge di bilancio per il 2009 e recepisce la nuova struttura del Governo, definita dal decreto-legge n. 85 del 2008 e poi modificata dalla legge n. 172 del 2009. Prima di passare all'analisi dei dati contenuti nel provvedimento di assestamento, ricorda che il disegno di legge di assestamento non tiene conto degli effetti dei provvedimenti di manovra approvati nel corso dell'estate, ad eccezione delle variazioni disposte a seguito dell'approvazione da parte del Senato di un emendamento finalizzato a contabilizzare nell'assestamento, per un importo pari 2,4 miliardi euro, gli effetti dell'articolo 40, comma 1-bis, del decreto-legge n. 98 del 2011, il quale prevede la trasformazione in riduzioni di spesa degli accantonamenti, operati come clausola di salvaguardia ai sensi dell'articolo 1, comma 13, della legge di stabilità per il 2011, degli introiti stimati per l'assegnazione di diritti d'uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica. A tale ultimo riguardo, rileva come le riduzioni di spesa apportate a seguito dell'emendamento approvato al Senato agli stati di previsione dei singoli Ministeri corrispondono negli importi complessivi agli accantonamenti previsti ai sensi della legge di stabilità 2011; tuttavia, le riduzioni relative ai singoli programmi di spesa non sempre coincidono con gli accantonamenti operati originariamente, poiché sulle somme, già rese indisponibili, sono state talvolta effettuate, prima di procedere alle riduzioni di spesa, variazioni compensative, tra i medesimi accantonamenti, anche tra programmi appartenenti a missioni diverse, come previsto dallo stesso decreto-legge n. 98 del 2011. rileva che tale circostanza fa si che i dati contenuti nel disegno di legge sono considerati senza computare le

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predette riduzioni di spesa derivanti dalle variazioni apportate dal Senato, le quali sono state peraltro adottate utilizzando in taluni casi i margini di flessibilità di bilancio riconosciuti dalla legislazione vigente e riferite ai programmi di spesa. Ciò premesso, fa presente che i dati contenuti nel disegno di legge di assestamento per il 2011 evidenziano un miglioramento dei saldi di bilancio in termini di competenza, al netto delle regolazioni debitorie, contabili e dei rimborsi IVA, rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio per il 2011. Osserva che il saldo netto da finanziare passa, infatti, da 40.640 milioni a 32.107 milioni, con un miglioramento di 8.534 milioni, pari a circa il 21 per cento rispetto all'entità del medesimo aggregato indicata dalla legge di bilancio; detto importo deriva dalla somma algebrica tra un peggioramento di 1.350 milioni dovuto a variazioni per atto amministrativo ed un miglioramento per 9.884 milioni derivante dalle proposte dell'assestamento stesso. In corrispondenza con l'evoluzione positiva del saldo netto da finanziare, le previsioni assestate di tutti gli altri saldi evidenziano un miglioramento. Evidenzia che il risparmio pubblico registra un miglioramento di 10.698 milioni, attestandosi a 11.072 milioni e che anche il ricorso al mercato registra un miglioramento di oltre 24.445 milioni, comprese anche le regolazioni debitorie. Rileva che il miglioramento del saldo netto da finanziarie che si evidenzia nelle previsioni assestate è attribuibile pressoché interamente all'andamento delle entrate finali, che registrano un aumento di 8.618 milioni di euro, principalmente ascrivibile alle entrate tributarie, con un incremento di 7.667 milioni. In particolare, segnala che, nell'ambito delle entrate tributarie, assumono un particolare rilievo le variazioni in aumento relative all'IRES pari a 3.727 milioni, alle imposte sostitutive pari a 1.337 milioni, all'IVA pari a 3.162 milioni e ai proventi del lotto pari a 587 milioni. In relazione alle imposte sostitutive, ricorda che la variazione in aumento di 1.337 milioni è essenzialmente determinata dalla nuova imposta sostitutiva sui contratti di locazione - cedolare secca, indicata in 2.715 milioni, introdotta dall'articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23. Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento presentato dal Governo determinano una riduzione delle spese correnti di -2.937 milioni, cui fa riscontro una proposta di incremento delle spese in conto capitale per 744 milioni. Osserva che la proposta di riduzione della dotazione di competenza della spesa corrente è principalmente legata alle minori esigenze relative, in primo luogo, alla spesa per interessi che denota nella proposta di assestamento una contrazione significativa di 6.141 milioni, determinata per lo più, come evidenziato nella relazione illustrativa, ad da previsione più aggiornata della dinamica degli interessi sui titoli del debito pubblico, in diminuzione di circa 5.400 milioni di euro in relazione all'andamento del mercato; e, in secondo luogo, alle minori somme da versare per il finanziamento del bilancio dell'Unione europea, ridotte di 600 milioni di euro, in relazione ad un previsto conguaglio positivo a favore dell'Italia reso possibile da eccedenze del bilancio comunitario riferite all'esercizio 2010. Fa presente che proposte in aumento della dotazione di competenza hanno, invece, riguardato, i trasferimenti alle amministrazioni locali, che risultano aumentati di 3.447 milioni, tale importo è essenzialmente relativo alle maggiori risorse da attribuire alle province autonome di Trento e Bolzano pari a 2.909 milioni, «per soddisfare le esigenze minime delle medesime province, in attesa del previsto provvedimento in materia di riscossione diretta», di cui all'articolo 2, comma 108, della legge finanziaria per il 2010. Osserva che le variazioni in aumento proposte alle spese in conto capitale pari a 744 milioni sono in larga misura riconducibili ai contributi in conto impianti da corrispondere all'Anas Spa in relazione a residui perenti dell'esercizio 2003, per i quali non è possibile procedere alla reiscrizione in bilancio. Segnala, altresì, l'aumento dei contributi agli investimenti alle imprese pari a 144 milioni, relativi ad interventi agevolativi alle imprese, al settore aeronautico,

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alle esigenze connesse alla realizzazione di piattaforme navali nonché al fondo di garanzia in favore delle imprese operanti nel settore aeronautico. Osserva che, in termini di cassa il disegno di legge di assestamento per il 2011 evidenzia un peggioramento del saldo netto da finanziare, che si attesta a 91.925 milioni di euro, manifestando un incremento di 2.687 milioni rispetto alle previsioni iniziali. Al riguardo, segnala gli effetti sensibilmente divergenti che il disegno di legge di assestamento produce sul saldo di cassa rispetto a quanto si registra sul versante della competenza, che presenta invece un miglioramento del saldo netto da finanziare pari a 8.534 milioni. Ritiene che tale divergenza vada peraltro inquadrata nell'ambito della natura dei conti di cassa nel disegno di legge in esame, nei quali si deve tener conto della consistenza dei residui accertati a consuntivo. Per quanto concerne gli altri saldi, evidenzia, invece, un leggero miglioramento del risparmio pubblico, che, pur rimanendo di segno negativo, registra nelle previsioni assestate un miglioramento di 5.143 milioni, attestandosi a 43.569 milioni di euro, e del ricorso al mercato, al lordo delle regolazioni debitorie, che diminuisce rispetto al bilancio di previsione di oltre 13 miliardi di euro, raggiungendo un valore pari a 279.304 milioni. Dal quadro delle variazioni delle autorizzazioni di cassa, evidenzia che il peggioramento del saldo netto da finanziare è sostanzialmente dovuto ad una proposta di aumento delle autorizzazioni ai pagamenti finali per complessivi 9.355 milioni di euro, che non viene completamente compensata dall'aumento delle entrate pure proposto dal provvedimento in esame. Segnala che, nel complesso, le proposte di assestamento delle autorizzazioni di cassa si riferiscono soprattutto a maggiori stanziamenti di natura corrente, per 6.980 milioni, e in conto capitale, per 2.375 milioni. Osserva che la variazione in aumento dei pagamenti finali proposta dal provvedimento di assestamento si riferisce ai pagamenti relativi alla spesa primaria per un importo di complessivi 12.868 milioni, cui fa riscontro una riduzione per atti amministrativi di 3.483 milioni. In particolare, la relazione illustrativa evidenzia un aumento dei pagamenti correnti per maggiori trasferimenti alle amministrazioni locali pari a 3.888 milioni - connessi, come già rilevato nell'analisi della gestione di competenza, alle maggiori risorse da attribuire alle province autonome di Trento e Bolzano - e dei trasferimenti agli enti di previdenza per 5.120 milioni. In relazione a tale ultima voce di spesa, rileva che sarebbe opportuno un chiarimento in merito alle determinanti di tale consistente incremento delle dotazioni di cassa; tale importo risulta infatti considerevole sia in valore assoluto che come percentuale rispetto alle previsioni contenute nella legge di bilancio per il 2011. Come già analizzato con riferimento alla gestione di competenza, nell'ambito della dotazione di cassa della spesa corrente segnala la forte riduzione della spesa per interessi, per un totale di 5.881 milioni, determinato per lo più dall'adeguamento all'effettivo fabbisogno per gli interessi su titoli del debito pubblico. Precisa che, per le spese in conto capitale, la proposta di incremento di 2.375 milioni è imputabile principalmente, come per la competenza, ai trasferimenti alle amministrazioni centrali, derivanti principalmente dalla iscrizione in bilancio dei residui passivi perenti da corrispondere all'Anas Spa, nonché ai contributi agli investimenti alle imprese. Fa presente che, nel corso dell'esercizio, i residui passivi relativi alle spese finali al 31 dicembre 2010 sono risultati pari a 108.203 milioni, al netto di 73 milioni relativi al rimborso prestiti, di cui: 41.516 milioni residuano dalla gestione 2009 e precedenti e 66.687 milioni derivano dalla gestione di competenza 2010. Segnala che la relazione illustrativa evidenzia come l'incremento della consistenza complessiva dei residui nel 2010 sia determinata esclusivamente da quelli di parte corrente, che aumentano di 15.562 milioni rispetto all'esercizio precedente, mentre i residui di conto capitale registrano un decremento di 3.285 milioni. Come già evidenziato nell'analisi del Rendiconto 2010, osserva che l'andamento

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crescente della consistenza dei residui passivi è legato sia al fenomeno dell'aumento di quelli di nuova formazione, che raggiungono nel 2010 i 66.687 milioni rispetto ai 64.615 dell'esercizio 2009, sia al rallentamento del processo di smaltimento dei residui pregressi. Tra le norme dell'articolato ritiene opportuno richiamare infine l'articolo 2 del provvedimento, il quale dispone alcune modifiche all'articolo 2 della legge di bilancio per il 2011 volte, in particolare, ad aumentare il limite massimo di emissione di titoli pubblici, stabilito nella legge di bilancio, da 70.000 milioni a 75.000 milioni di euro; ad aumentare lo stanziamento del Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa, da 10.000 a 12.000 milioni di euro. In proposito, posto che le variazioni al bilancio per atti amministrativi già registrano un significativo aumento delle autorizzazioni di cassa, evidenzia come, a fronte di tale innalzamento del limite di importo del fondo cassa il Governo dovrebbe chiarire i criteri di formulazione delle previsioni iniziali relative alle dotazioni di cassa ed evidenziare le ragioni degli scostamenti; ad autorizzare il Ministro dell'economia ad effettuare variazioni compensative in termini di competenza e cassa, tra gli stanziamenti dei capitoli n. 2751 e 2752 dello stato di previsione del proprio ministero per l'anno finanziario 2011, relativi a somme da versare per il finanziamento del bilancio dell'Unione europea a titolo di risorse proprie, con riferimento a IVA e dazi.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13 alle 13.05.