CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 luglio 2011
519.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 28 luglio 2011. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI, indi del presidente della III Commissione, Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato alla difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 9.05.

DL 107/2011: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria.
C. 4551 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e conclusione).

Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in titolo.

Renato FARINA, relatore per la III Commissione, illustra, per le parti di competenza, il provvedimento in titolo segnalando che il decreto semestrale di finanziamento delle missioni italiane all'estero richiama l'attenzione della rappresentanza parlamentare e dell'opinione pubblica su una delle principali e più efficaci direttrici della nostra politica estera, evidenziando come negli ultimi anni l'Italia abbia ricoperto un ruolo essenziale nelle missioni internazionali, sia per la presenza cospicua di personale civile e militare sia per i ruoli ricoperti in diversi teatri, molto eterogenei e distanti tra loro.
Ricorda che le principali aree in cui è impegnato il nostro Paese sono fondamentalmente tre: i Balcani, il Libano e l'Afghanistan, ai quali cui si è aggiunta la più recente partecipazione alla missione in Libia.
Nei Balcani, il principale contributo italiano si è registrato nella missione in Kosovo, che ricopre il terzo posto fra le missioni più costose (132 milioni di euro nel 2010). All'avvio della missione, nel 2000, l'Italia ha offerto uno dei maggiori contributi (oltre 6.000 uomini), ridottosi nel decennio successivo nel quadro del

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progressivo disimpegno internazionale, fino alle attuali 533 unità, senza tuttavia fare venire meno la tutela dei luoghi sacri ortodossi.
Un altro dei contributi italiani più significativi si è registrato nella missione UNIFIL, rafforzata nel 2006 a seguito della guerra fra Israele e Libano. Nel periodo 2007-2009, l'Italia non solo ha contribuito con il contingente più numeroso (oltre 2000 uomini), ma ha guidato la missione tanto bene che oggi da più parti si chiede un nuovo comando italiano. Negli ultimi tre anni, non a caso, il contributo italiano ad UNIFIL è stato il secondo più costoso a livello nazionale (260 milioni di euro nel 2010).
In Afghanistan, l'Italia sta svolgendo un ruolo efficace, alla guida del Regional Command West con sede a Herat; offre attualmente il quinto maggior contributo di uomini nella missione. La missione italiana in Afghanistan è la più impegnativa della storia repubblicana, per cui l'Italia ha sostenuto i maggiori costi, tanto sul piano umano, con la perdita di 41 militari - dell'ultimo dei quali si è tenuto ieri il funerale a Roma - quanto su quello economico (681 milioni di euro nel 2010).
Ribadisce che il rientro graduale dei militari italiani dall'Afghanistan, non rappresenterà un ritiro unilaterale, ma sarà analogo a quanto stanno compiendo gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna.
Pone in evidenza che, per quanto concerne la Libia, l'Italia ha messo a disposizione sette basi aeree sul territorio nazionale e contribuisce alla missione Nato Unified Protector con quattordici velivoli e due navi impegnate nelle operazioni di embargo (una delle quali verrà ritirata nel secondo semestre 2011).
Ritiene quindi che le missioni costituiscano un indubbio elemento di forza della proiezione internazionale del nostro paese, tanto più necessario quanto più appare indefinita una posizione coerente dell'Unione europea sullo scenario internazionale, a partire dalla crisi che sconvolge il Mediterraneo.
Evidenzia come l'Italia sappia bene - a differenza delle istituzioni di Bruxelles - che ciò che accade lì, in tutto il Mediterraneo, ci riguarda molto da vicino: il Libano, i Balcani occidentali, il Nord Africa sono aree le cui turbolenze hanno immediati e diretti riflessi sulla nostra società e sulla nostra vita quotidiana.
Osserva che si possono e si debbono graduare gli impegni in campo internazionale, sottoponendoli a verifica per valutarne l'efficacia ma è fuor di dubbio che le missioni all'estero rappresentino un valore strategico non solo per il nostro sistema di sicurezza, ma anche per la credibilità internazionale del Paese.
Con riferimento agli ambiti di competenza della Commissione Esteri sottolinea come nel corso dell'esame al Senato siano stati significativamente aumentate le dotazioni finanziarie a sostegno degli interventi di cooperazione allo sviluppo, dei processi di pace e di stabilizzazione.
L'Italian Way of Peacekeeping non vive infatti soltanto attraverso la dimensione militare, ma rappresenta qualcosa di più in virtù di una forte componente civile, come si intende ribadire con la legge-quadro alle esame delle Commissioni affari esteri e difesa della Camera.
In tale quadro assumono un rilievo centrale le disposizioni introdotte dall'articolo 1 che prevedono l'integrazione, nella misura di 10,8 milioni di euro, per il periodo dal 1o luglio al 31 dicembre 2011, delle risorse finanziarie per la cooperazione allo sviluppo a dono gestita dal Ministero degli Affari esteri per consentire interventi di cooperazione in Afghanistan.
Lo stesso articolo, al comma 2 autorizza, per il secondo semestre del 2011, la partecipazione italiana a una missione di stabilizzazione economica, sociale e umanitaria in Pakistan e Afghanistan, al fine di sostenere i Governi dei due Paesi nello svolgimento delle attività prioritarie per lo sviluppo e il consolidamento delle istituzioni locali e nell'assistenza alla popolazione. Sottolinea al riguardo il sacrificio che lo stesso Ministero degli Esteri ha effettuato in termini di copertura, nell'attesa certa di un reintegro entro l'anno delle risorse del resto indispensabili alla continuità della nostra politica estera.

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Richiama a questo proposito l'esigenza di continuare a promuovere la tutela dei cristiani in Pakistan, rinnovando il cordoglio per l'assassinio terroristico del Ministro Bhatti.
Rammenta che un emendamento del Senato ha ripristinato la norma per la realizzazione di una «Casa della società civile» a Kabul, quale centro culturale per lo sviluppo delle relazioni tra Italia e Afghanistan in esito alla Conferenza regionale della società civile per l'Afghanistan, svoltasi a Roma nel maggio 2011, dopo una lunga preparazione che ha visto la collaborazione tra la Cooperazione italiana allo sviluppo e la Rete di Organizzazioni non governative «Afgana».
L'articolo 2, al comma 1, modificato dal Senato, stanzia 8,6 milioni di euro, per il periodo 1o luglio - 31 dicembre 2011, al fine di consentire interventi di cooperazione in Iraq, Libano, Myammar, Pakistan, Somalia e Sudan. Detti interventi sono finalizzati al miglioramento nelle condizioni di vita delle popolazioni e dei rifugiati nei Paesi limitrofi ed al tempo stesso ad assicurare i processi di ricostruzione civile.
L'autorizzazione di spesa è altresì estesa, per lo stesso periodo e nella misura di 350 mila euro (300 mila nel provvedimento originario), agli interventi previsti dalla legge 7 marzo 2001, n. 58, istitutiva del Fondo per lo sminamento umanitario, già finanziati in precedenza con interventi legislativi di contenuto analogo a quello in esame.
Sottolinea la portata del comma 2 che mira a consentire l'utilizzo di beni pubblici libici congelati in Italia quale garanzia del finanziamento di spese umanitarie in favore della popolazione libica, o in favore del Consiglio nazionale transitorio libico, attraverso l'apertura di linee di credito da parte di banche private.
Il comma 4 prevede una spesa di 2.295.224 euro per gli interventi a sostegno della stabilizzazione in Iraq e Libia per il periodo 1o luglio - 31 dicembre 2011. Nello stesso periodo, ove si dovessero verificare urgenti necessità in altre aree di crisi, il Ministero degli esteri può autorizzare, con proprio decreto e nell'ambito del medesimo stanziamento, la destinazione di risorse a tali altre aree.
Vengono altresì integrati di 1.000.000 di euro, relativamente all'arco di tempo già menzionato, gli stanziamenti già assegnati per l'attuazione della legge n. 180 del 1992 e per la realizzazione degli interventi e delle iniziative a sostegno dei processi di pace e di rafforzamento della sicurezza nell'Africa sub-sahariana.
Per quanto riguarda la disciplina degli interventi previsti dagli articoli 1 e 2 del provvedimento, l'articolo 3 ricalca le disposizioni dei precedenti decreti, confermando le deroghe indispensabili al Ministro degli esteri per operare nei contesti di crisi.
Ribadisce come desti tuttavia forti perplessità il fatto che gli stanziamenti aggiuntivi previsti dagli emendamenti approvati dal Senato, pari ad otto milioni di euro (cinque milioni per le iniziative in Afghanistan ex articolo 1, più tre milioni per gli interventi di cooperazione allo sviluppo ed a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, ex articolo 2), non siano coperte con le risorse individuate all'articolo 10, (vale a dire il fondo per gli interventi strutturali), ma con una riduzione delle dotazioni finanziarie relative alle spese rimodulabili del bilancio di previsione del Ministero degli Affari esteri.
Richiama l'attenzione dei Commissari su tale criticità e chiedo al rappresentante del Governo di fornire assicurazioni in ordine alla provvisorietà di tale misura che rischia altrimenti di tradursi in un'ulteriore quanto ingiustificata decurtazione dei fondi di quel Dicastero.
Conclude auspicando che anche alla Camera, come al Senato, ci sia la più ampia convergenza a sostegno del provvedimento.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, osserva che il provvedimento in esame, in questa occasione più ancora che nelle precedenti, è stato accompagnato da un serrato ed attento dibattito che ha messo al centro dell'attenzione politica e parlamentare la

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responsabilità che Italia ha per il suo ruolo ed il suo peso nel consesso internazionale, cui si devono correlare le necessarie risorse. Ricorda, peraltro, che il quadro generale della politica italiana in questo settore - prima ancora che l'Esecutivo adottasse in via definitiva il decreto-legge - è stato posto anche all'attenzione del Consiglio supremo di difesa.
Rileva come, inevitabilmente, la complessa e difficile situazione economica del nostro e di numerosi altri paesi abbia imposto di riflettere, ancor più che in passato, sulle esigenze di ottimizzare l'impegno militare in alcuni teatri, cercando le migliori sinergie con gli alleati e con le istituzioni internazionali. A complicare il quadro, unitamente ai noti fattori di crisi economica, si è aggiunta la necessità di assicurare un adeguato intervento militare per evitare un'altrimenti sicura emergenza umanitaria di dimensioni inimmaginabili che si sarebbe consumata al confine meridionale. L'intervento in Libia, in adempimento di risoluzioni dell'ONU e delle determinazioni assunte con gli alleati, costituisce un impegnativo nuovo fronte, sia sul piano finanziario sia su quello dell'uso di uomini e mezzi.
Registra che il fisiologico confronto dialettico ha fatto comunque emergere una sostanziale condivisione delle scelte e delle posizioni assunte nei rapporti con i partner europei e nell'ambito della NATO.
Dopo aver svolto tali considerazioni, rinviando alla documentazione predisposta dagli Uffici per l'analisi delle parti in cui il testo si limita a riprodurre norme già previste in precedenza, passa ad illustrare, per i profili che riguardano specificamente la competenza della Commissione Difesa, le principali novità del decreto in esame rispetto ai precedenti provvedimenti di analogo contenuto.
Segnala come primo elemento di novità il finanziamento della missione militare riferita alla Libia, in attuazione degli interventi per la protezione dei civili e delle aree a popolazione civile e per l'embargo di armi, di cui alle Risoluzioni n. 1970 (2011) e n. 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per tale missione, per cui si prevede uno stanziamento di circa 58 milioni di euro e l'impiego di 1886 unità di personale - a differenza delle altre autorizzazioni di spesa, valide per il periodo dal 1o luglio al 31 dicembre 2011 - il finanziamento è disposto solo fino al 30 settembre 2011. Gli oneri di svolgimento per il periodo 18 marzo-30 giugno 2011, pari a 142 milioni di euro (di cui 8 milioni di euro stanziati a favore del ministero degli affari esteri) risultano invece coperti con l'attivazione del meccanismo di aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti, contemplato dall'articolo 5, comma 5-quinquies, della legge n. 225 del 1992.
Evidenzia che le altre spese autorizzate dall'articolo 4 riguardano missioni già previste nei precedenti decreti salvo che, per ovvi motivi, quella del Corpo della guardia di finanza per esecuzione degli accordi di cooperazione con la Libia.
Altra disposizione di contenuto innovativo è la previsione della progressiva riduzione del personale impegnato nelle missioni. Infatti, l'articolo 9, al comma 1, nel testo modificato dal Senato, prevede una razionalizzazione dell'impegno militare nelle missioni internazionali che - sulla base di comunicazioni alle Commissioni competenti - consenta al Governo di procedere entro il 30 settembre 2011 alla riduzione di almeno 1.000 unità (dalle 9.250 complessivamente impegnate nel primo semestre 2011) e ad un'ulteriore riduzione di almeno 1.070 unità entro il 31 dicembre 2011. Il comma 2, introdotto al Senato, prevede inoltre che entro 60 giorni dalla scadenza del decreto semestrale o annuale, di proroga delle missioni, il Governo presenti al Parlamento una relazione analitica sulle missioni militari e di polizia con riferimento all'evoluzione di ciascuna missione, agli obiettivi prefissati e alla verifica dei risultati conseguiti. In base alla relazione verrà, quindi, indicato un piano per la rimodulazione dell'impegno militare.
Giudica particolarmente apprezzabile l'impegno del Governo di riferire alle Camere su tale aspetto, che appare necessario anche alla luce dei consistenti tagli di

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personale dettati dalle esigenze di contenimento degli oneri relativi alle missioni, da effettuarsi comunque nel rispetto degli impegni internazionali assunti.
Richiama, al riguardo la posizione espressa dal ministro La Russa in occasione delle recenti comunicazioni alle Commissioni parlamentari esteri e difesa della Camera e del Senato secondo cui non si assiste ad alcun ridimensionamento né degli impegni assunti a livello internazionale né del ruolo di primo piano assunto dall'Italia nei diversi contesti di crisi. È invece in atto una rimodulazione parziale nel dispiegamento di risorse e mezzi, sulla base di scelte meditate e concordate nelle opportune sedi.
Infatti, come ulteriormente precisato nel corso della suddetta audizione, il decreto aumenta di quasi 19 milioni di euro - a parità del numero di unità ivi impiegate - le risorse destinate alle operazioni in Afghanistan in funzione di migliorare equipaggiamenti e mezzi dei nostri contingenti. Il decreto determina, altresì, una rimodulazione dell'impegno di uomini e mezzi in altri contesti. In particolare, si riduce di oltre 14 milioni di euro lo stanziamento per la missione UNIFIL in Libano, cui sono autorizzate a partecipare un numero inferiore di unità (231 in meno rispetto al semestre precedente). Secondo quanto riferito dal Ministro della difesa vi è l'intenzione di ridurre ulteriormente nel tempo il contingente di circa 700 uomini, subordinatamente a un accordo in sede ONU. Anche per le missioni nei Balcani sono previsti risparmi di circa 2 milioni e mezzo di euro, a fronte di una diminuzione di 90 unità rispetto al primo semestre 2011, che potrà arrivare al dimezzamento del contingente attuale, pari a circa 600 unità entro il 2012, in accordo con i partner europei. Inoltre, si prevedono minori spese anche per le missioni di contrasto alla pirateria internazionale: quella della NATO che opera nel Mediterraneo orientale, denominata Active Endeavour, quella condotta dall'Unione europea che opera al largo della Somalia e nel Corno d'Africa, denominata Atalanta, e, infine, quella della NATO denominata Ocean Shield.
Proprio in relazione all'esigenza di contrastare la pirateria in quelle aree, ricorda che una risoluzione votata recentemente al Senato impegnava il Governo ad introdurre specifiche misure. In linea con i suddetti impegni, l'articolo 5 prevede, quindi, la possibilità di imbarco, a richiesta degli armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP), composti da personale della Marina, ed eventualmente anche di altre Forze armate, dotato dell'armamento previsto per l'espletamento del servizio. Il comandante ed i membri del Nucleo militare di protezione sono a tal fine qualificati rispettivamente come ufficiale e agenti di polizia giudiziaria e gli oneri, anche riferiti al personale, sono a carico degli armatori. In alternativa all'utilizzo dei Nuclei militari di protezione, viene consentito agli armatori l'impiego di guardie giurate per la protezione delle navi negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria. La norma in commento richiede al riguardo che sussistano determinati requisiti relativi all'equipaggiamento delle navi e alle qualifiche professionali delle guardie giurate, preferibilmente individuate tra chi abbia prestato servizio nelle Forze armate, anche come volontario, ma con esclusione del servizio di leva. Infine, la normativa di dettaglio relativa al porto e al trasporto delle armi e del relativo munizionamento, alla quantità di armi detenute a bordo della nave e la loro tipologia, nonché ai rapporti tra le guardie giurate ed il comandante della nave sono demandate ad un decreto del ministro dell'interno, di concerto con i ministri della difesa e delle infrastrutture.
L'articolo 6 detta disposizioni in materia di personale impiegato nelle missioni internazionali, che riproducono quelle attualmente vigenti concernenti l'indennità di missione e la possibilità di avvalersi del personale della Croce rossa ausiliario delle Forze armate. In questo ambito, costituisce invece una novità il contenuto dell'articolo 6, comma 3, che disciplina la corresponsione del compenso forfettario di

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impiego e della retribuzione per lavoro straordinario spettante al personale che partecipa a talune missioni che, pur non specificate nel testo, dovrebbero essere le missioni Atalanta, Active Endeavour e quella relativa alla Libia, come peraltro precisato nella relazione illustrativa che accompagna il decreto. A suo avviso, costituisce comunque un'anomalia la circostanza secondo cui l'indennità di missione non è riconosciuta al personale impiegato in missioni che non richiedono la presenza sul territorio estero, quand'anche in ipotesi essi siano chiamati a svolgere azioni di sorvolo aereo.
Non si sofferma sulle previsioni degli articoli 7 e 8 in quanto recanti disposizioni in materia penale e in materia contabile che rinviano integralmente alla disciplina già vigente.
Inoltre, segnala che dalle disposizioni relative alle coperture finanziarie emerge che sono stanziati complessivamente 744.358.397 euro coperti, quanto a 725.064.192 euro, sul fondo per interventi strutturali di politica economica (a tal fine incrementato dal recente decreto-legge 98 del 2011) e, quanto a euro 11.294.205, sul fondo per le missioni internazionali di pace. Gli ulteriori 8 milioni di euro sono coperti mediante riduzione delle dotazioni finanziarie relative alle spese rimodulabili riferite al Ministero degli Affari esteri. Risulta invece finanziato separatamente l'articolo 4, comma 31, finalizzato al completamento delle attività di attuazione del memorandum di intesa di cooperazione tecnica nel settore della sicurezza tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Panama, stipulato il 30 giugno 2010, in base al quale anche il precedente decreto aveva autorizzato la cessione a titolo gratuito di 4 unità navali classe 200/s in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto.
Richiama conclusivamente i contenuti delle principali modifiche apportate al provvedimento durante l'esame al Senato. L'articolo 4, comma 31-bis, destina alle esigenze di funzionamento del Corpo della capitaneria di porto le maggiori entrate derivanti dall'incremento delle tariffe per i servizi resi dal Corpo stesso, di cui alla Tabella D allegata al decreto-legge n. 533 del 1954, che viene dunque modificata. L'articolo 4-bis destina risorse, nel limite di 10 milioni di euro, per l'adozione di misure di sostegno e di rilancio dei settori dell'economia delle provincie interessate da limitazioni imposte dalle attività operative militari derivanti dalla Risoluzione ONU n. 1973, a ristoro dei danni legati alla chiusura dello scalo aeroportuale. L'articolo 6, comma 4-bis introduce una norma interpretativa riferita alla composizione delle commissioni di avanzamento nell'ambito del Corpo della guardia di finanza, che consente la partecipazione alle medesime anche da parte di chi non appartenga ai ruoli del servizio permanente effettivo, purché ricopra cariche per le quali è prevista la partecipazioni a tali commissioni. L'articolo 6, comma 4-ter, proroga nuovamente (fino al 31 dicembre 2011) i termini per l'utilizzo del fondo destinato a favorire l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni del personale civile alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica, o di quelli dei singoli Stati esteri che ne fanno parte, operanti sul territorio nazionale, che siano stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di soppressione o riorganizzazione delle basi militari degli organismi medesimi. L'articolo 6, comma 4-quater, analogamente a quanto avvenuto per il 2010, reca un finanziamento destinato al reclutamento delle tre Forze armate che integra i fondi per la cosiddetta «professionalizzazione», pari a 53 milioni di euro per l'anno 2011, a valere sulle risorse originariamente stanziate per eventi celebrativi, sui rimborsi corrisposti dall'ONU e derivanti dal taglio lineare delle spese rimodulabili riferite al ministero della difesa. L'articolo 8, comma 2-bis ha introdotto una norma interpretativa riferita al procedimento di alienazione degli immobili della Difesa, finalizzata a porre a carico degli acquirenti i costi di funzionamento della Commissione che esprime i pareri di congruità del valore dei beni da porre a base d'asta e che pone il termine del 31

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ottobre 2011 per l'espressione del suddetto parere in relazione a procedimenti in cui vi è già un'istanza di acquisizione.
Infine, osserva che risulta modificato anche il titolo del decreto-legge. Invertendone i periodi, esso è adesso del seguente tenore: proroga delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonché degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. Misure urgenti antipirateria.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA si riserva di intervenire in una fase successiva.

Enrico PIANETTA (PdL), nell'apprezzare l'incremento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo introdotto al Senato anche con riferimento allo sminamento, ne lamenta però la copertura a carico del bilancio del Ministero degli affari esteri, ormai ridotto allo 0,25 per cento del bilancio statale. Ritiene che vi sia un impegno morale del Governo e del Parlamento al più tempestivo reintegro di risorse messe a disposizione per puro senso di responsabilità. Si sofferma quindi sulla missione in Afghanistan, che assorbe circa il 60 per cento dell'impegno economico ed impiega circa 4 mila unità, lamentando le conseguenze luttuose dell'insorgenza talebana ed invitando ad accelerare la transizione della governance alle autorità afgane.

Francesco Saverio GAROFANI (PD), chiede alla presidenza di posticipare i termini di presentazione degli emendamenti, fissati ieri alle ore 10, a seguito della ritardata trasmissione del provvedimento dal Senato.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, accedendo a tale richiesta, d'intesa con il Presidente della Commissione Affari esteri e non essendovi obiezioni, fissa alle ore 12 il termine per la presentazione degli emendamenti.

Francesco TEMPESTINI (PD) conferma il tradizionale segnale di responsabilità della sua parte politica, già testimoniato al Senato, al fine di garantire al Paese le migliori condizioni di agibilità a fronte della crisi finanziaria internazionale e della situazione sempre più pericolosa del Mediterraneo e del Medio Oriente. Lamenta però che, come al solito, da parte del Governo non sia venuto un sincero apprezzamento di tale posizione e, come dimostra l'esame del provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento, si è ripetuta l'ennesima «operazione-carciofo» a proposito dell'aumento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo. Un simile atteggiamento mostra ancora una volta l'incomprensione della funzione di tale componente, anche in vista della definizione di una seria exit strategy. Nel cogliere l'imbarazzo del Ministero degli affari esteri per l'ulteriore spoliazione delle già esigue risorse di bilancio, preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti per riaffermare l'inopportunità della copertura adottata. Nel riferirsi brevemente alla delicata e complessa questione del ruolo del Consiglio supremo di difesa, ribadisce l'esigenza, sotto il profilo del metodo istituzionale, della più ampia e costante informativa del Parlamento da parte del Governo.

Francesco BOSI (UdCpTP) rileva che il provvedimento presenta contenuti di particolare rilievo. Si sofferma, in particolare, sulla disciplina che introduce misure di protezione delle navi da atti di pirateria, su cui sarebbe stato opportuno svolgere un'approfondita riflessione che, tuttavia, sarà impossibile effettuare per la ristrettezza dei tempi di esame. Nel riservarsi di formulare appositi ordini del giorno al riguardo, segnala che occorrerà comunque ritornare su tali tematiche in un prossimo futuro, allo scopo di verificare i necessari coordinamenti con l'attuale normativa codicistica, anche a tutela dei militari che saranno impegnati in questa tipologia di

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impiego. Esprime inoltre soddisfazione per l'accordo politico conseguito al Senato in relazione all'incremento dei fondi destinati alla cooperazione internazionale.

Fabio EVANGELISTI (IdV) osserva che la modifica del titolo del provvedimento approvata dal Senato fa stato della sottovalutazione degli interventi di cooperazione rispetto alle missioni delle forze armate, confermata dalla stridente sproporzione nell'assegnazione delle risorse. Nel soffermarsi sull'Afghanistan, evidenzia come una missione inizialmente di peace-enforcing, destinata ad evolvere in peace-keeping, sia invece diventata una guerra in cui siamo una delle parti in campo e paghiamo un alto prezzo in vite umane, senza alcun progresso in termini di stabilità e di pacificazione. Ribadisce quindi l'orientamento del suo gruppo per un ritiro del contingente italiano in Afghanistan, ferma restando la validità di altre missioni, come ad esempio quella in Libano.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta, in attesa che decorra il termine per la presentazione degli emendamenti.

La seduta, sospesa alle 9.50, riprende alle 13.15.

Stefano STEFANI, presidente, nel segnalare che il parere del Comitato per la legislazione è in distribuzione, avverte che sono state presentate quarantuno proposte emendative (vedi allegato). Ricorda che, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento della Camera, non sono ammissibili gli emendamenti che non siano strettamente attinenti alla materia del decreto-legge in esame. Tale criterio risulta in particolare più restrittivo di quello dettato dall'articolo 89 del regolamento medesimo con riferimento agli altri progetti di legge, che attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Alla luce delle disposizioni richiamate ed in considerazione del contenuto del decreto-legge in esame comunica che non sono ammissibili l'articolo aggiuntivo Maurizio Turco 3.01, sulle attività di bonifica degli ordigni esplosivi residuali bellici, l'emendamento Maurizio Turco 6.1, che prevede l'abrogazione di alcune disposizioni riguardanti il trattamento del personale militare quali ad esempio quelle che disincentivano l'esodo del personale addetto al controllo del traffico aereo e dei piloti, e l'emendamento Maurizio Turco 6.2, sui termini procedimentali delle cause di servizio. Avverte altresì che è stato ritirato l'articolo aggiuntivo Schirru 9.01, che presenta peraltro profili di dubbia ammissibilità.

Renato FARINA, relatore per la III Commissione, formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti Di Stanislao 1.1, Evangelisti 2.1, Barbi 2.2, Leoluca Orlando 2.4, Di Stanislao 2.7, Evangelisti 2.9, Leoluca Orlando 2.10, Di Stanislao 2.12, Narducci 2.13, Tempestini 10.1 e 10.2. Con riferimento agli ultimi tre emendamenti, ne auspica la rifusione in ordini del giorno presso l'Assemblea. Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Maurizio Turco 1.2, 2.3, 2.5, 2.6, 2.8 e 2.11, sugli emendamenti identici Evangelisti 2.14 e Maurizio Turco 2.15, nonché sugli emendamenti Maurizio Turco 3.1 e 3.2, Tempestini 3.3 e Maurizio Turco 3.4 e 3.5.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione e relatore per la IV Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Leoluca Orlando 4.1, Maurizio Turco 4.4, 5.1, 5.2 e 9.1, Di Stanislao 9.2 e Maurizio Turco 10.3. Invita altresì al ritiro, ovveroesprime parere contrario, sugli identici emendamenti Di Stanislao 4.2 e Mogherini Rebesani 4.3 nonché sull'articolo aggiuntivo Vannucci 4.01 e sui restanti emendamenti Maurizio Turco 5.3 e 5.4 e Rugghia 8.1.

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Rileva che, in ragione dell'esigenza di una rapida conversione del provvedimento, ha ritenuto di formulare un invito al ritiro anche sulle proposte emendative Vannucci 4.01 e Maurizio Turco 5.3 e 5.4, che appaiono sostanzialmente condivisibili nel merito. Ove le medesime proposte siano trasformate in ordini del giorno per l'Assemblea, si riserva quindi di esprimersi favorevolmente.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA esprime parere conforme a quello testé formulato dai relatori.

Franco NARDUCCI (PD), nel ritirare l'emendamento a sua firma 2.13, si riserva di aderire all'ipotesi del relatore di rifonderlo in un ordine del giorno in Assemblea. Precisa che l'emendamento non avrebbe comportato alcun incremento di spesa, ma avrebbe soltanto indicato una finalizzazione a cui il suo gruppo tiene in modo particolare, a fronte della sempre più grave crisi politica ed umanitaria che attraversa il Corno d'Africa.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Barbi 2.2, Tempestini 3.3, Mogherini Rebesani 4.3, l'articolo aggiuntivo Vannucci 4.01 e gli emendamenti Rugghia 8.1, Tempestini 10.1 e 10.2, mentre, a causa dell'assenza dei presentatori, risultano decaduti gli emendamenti Di Stanislao 1.1, Maurizio Turco 1.2, Evangelisti 2.1, Maurizio Turco 2.3, Leoluca Orlando 2.4, Maurizio Turco 2.5 e 2.6, Di Stanislao 2.7, Maurizio Turco 2.8, Evangelisti 2.9, Leoluca Orlando 2.10, Maurizio Turco 2.11, Di Stanislao 2.12, gli identici Evangelisti 2.14 e Maurizio Turco 2.15, Maurizio Turco 3.1, 3.2, 3.4 e 3.5, Leoluca Orlando 4.1, Di Stanislao 4.2, Maurizio Turco 4.4, 5.1, 5.2, 5.3, 5.4 e 9.1, Di Stanislao 9.2 e Maurizio Turco 10.3.

Antonio RUGGHIA (PD), richiamando le considerazioni già svolte dal collega Tempestini, ribadisce l'orientamento del suo gruppo di sostegno alle missioni internazionali cui l'Italia partecipa e, pertanto, preannuncia un voto favorevole. Si tratta di un atteggiamento responsabile e coerente con le posizioni costantemente espresse sul tema dalla sua parte politica.
Deve tuttavia manifestare una valutazione critica sul percorso attraverso il quale la maggioranza è pervenuta a questo appuntamento, costellato da inaccettabili atteggiamenti di mera propaganda che hanno oscillato tra retorica nazionalistica e dichiarazioni strumentali sull'annunciata riduzione dell'impegno di uomini e mezzi nel contesto internazionale. Rileva peraltro che, alla prova dei fatti, si sono rivelate inconsistenti le prospettive di riduzione nell'anno 2011 del numero complessivo di unità impegnate e dei relativi oneri finanziari.
Esprime soddisfazione per alcuni miglioramenti del testo apportati al Senato con l'accoglimento di proposte del Partito democratico. Sarà adesso possibile sviluppare un ragionamento complessivo sull'eventuale riduzione degli oneri anche di carattere finanziario gravanti sull'Italia, senza però ridurre tali valutazioni ad una mera logica di cassa. Analogamente, grazie al Partito democratico si è ottenuto un sostanziale incremento delle risorse destinata alla cooperazione internazionale, peraltro senza che allo stato sia garantito che si tratti effettivamente di nuovi finanziamenti. Al riguardo, ribadisce che occorre riconoscere a tale strumento di intervento di sostegno umanitario il massimo rilievo, affinché esso si integri pienamente con l'impegno militare nei luoghi dove quest'ultimo opera.

Gianpaolo DOZZO (LNP), nel preannunciare il voto favorevole della sua parte politica, dà atto al gruppo del Partito democratico di aver sostenuto, pur dall'opposizione, i propri emendamenti in Commissione, a differenza di altri gruppi politici rimasti assenti. Replicando al collega Rugghia, circa le presunte strumentalizzazioni interne alla maggioranza, ricorda che la Lega Nord non ha mai stampato bandiere pacifiste, che altre forze politiche hanno invece a lungo adoperato e poi messo da parte. Nel ribadire come la partecipazione italiana a ciascuna missione all'estero debba essere oggetto di

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attenta disamina e di puntuale valutazione, ricorda un recente incontro della Commissione con una delegazione di parlamentari di Paesi arabi in cui sono emersi giudizi non esattamente lusinghieri ad esempio sulla nostra presenza nel Libano meridionale.

Salvatore CICU (PdL) dichiara il convinto appoggio del proprio gruppo al provvedimento di rifinanziamento delle missioni internazionali. Rileva come, ormai da più di un decennio, la credibilità internazionale del Paese è legata al suo impegno nei teatri di crisi internazionali. Ciò anche grazie all'operato dei nostri contingenti, che è universalmente apprezzato. Né è in alcun modo ipotizzabile che una grande nazione vi si possa sottrarre.
In questo ambito, proprio il decreto che finanzia tali operazioni costituisce quindi il principale investimento che, dunque, non può certamente essere valutato solo per i suoi profili meramente contabili. Se da un lato è sempre opportuno riflettere su come ottimizzare l'impiego dei contingenti militari nei diversi teatri, dall'altro lato deve però essere sempre chiaro che l'Italia è tenuta ad assolvere agli impegni che gli competono nel quadro internazionale, per garantire quella pace al di fuori dei suoi confini che costituisce il miglior investimento in termini di sicurezza contro le minacce globali.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD) osserva che anche in questa sede sono state ribadite posizioni che, come già rilevato dall'onorevole Rugghia, appaiono strumentali ed inaccettabili. Nuovamente, nelle parole del rappresentante della Lega Nord, ha infatti riscontrato come quella forza politica ritenga che le missioni internazionali cui l'Italia prende parte sono inutili o addirittura dannose. Rileva l'evidente contraddizione tra tale atteggiamento e l'espressione di un voto favorevole sulla loro prosecuzione, tanto più in quanto accompagnato da frasi che denotano mancanza di rispetto non solo per il movimento pacifista, ma anche per i nostri militari che affrontano tali impegni anche sacrificando le proprie vite. Su questo si sarebbe aspettata una replica da parte del rappresentante del Governo o comunque da esponenti della maggioranza che, invece, non vi è stata.

Aldo DI BIAGIO (FLpTP) ribadisce l'importanza della partecipazione italiana alle missioni internazionali, a suo avviso confermata dal sacrificio del caporal maggiore Tobini e degli altri militari caduti all'estero. Nell'elogiarne la serietà e la concretezza del personale militare ivi impiegato, lamenta che se ne abbia memoria solo nel momento del dolore e del cordoglio. Sostenendo le ragioni dell'impegno italiano per la stabilizzazione e la democratizzazione delle aree di crisi, denuncia le facili strumentalizzazioni di forze politiche che sembrano ignorare le dinamiche internazionali ed il riflesso negativo che deriverebbe all'Italia da un eventuale ritiro unilaterale. Apprezza comunque il voto favorevole reso come un gesto di responsabilità, anche se ritiene che esso non cancelli le criticità di fondo, dal momento che è in gioco un fattore essenziale di pace e democrazia nella lotta al terrorismo ed all'estremismo. Nel contestare la mancanza di una gestione omogenea e certa a causa della ricorrente periodicità degli interventi legislativi, sollecita la definizione della legge-quadro da tempo all'esame delle Commissioni riunite, affermando che il suo gruppo la considera una priorità.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Finanze, Affari sociali e Politiche dell'Unione europea, quest'ultimo con osservazioni, mentre la Commissione Bilancio esprimerà il suo parere all'Assemblea. Le Commissioni Ambiente, Trasporti, Attività produttive e Lavoro hanno invece comunicato di non procedere all'espressione del parere.

Le Commissioni deliberano, quindi, di conferire ai relatori, Renato Farina, per la III Commissione, e Edmondo Cirielli, per la IV Commissione, il mandato a riferire oralmente in senso favorevole all'Assemblea

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sul disegno di legge in titolo. Deliberano infine di essere autorizzate a riferire oralmente in Assemblea.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva, anche a nome del presidente della IV Commissione, onorevole Cirielli, di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 13.50.