CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1° marzo 2011
446.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 1o marzo 2011. - Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO.

La seduta comincia alle 14.15.

Sui lavori della Commissione.

Federico TESTA (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea che da notizie di stampa si è appreso che il testo del decreto legislativo sulle energie rinnovabili, sul quale le competenti Commissioni parlamentari hanno recentemente espresso il proprio parere, sarebbe stato ulteriormente modificato dal Governo con l'introduzione di nuove disposizioni. Si tratterebbe, in particolare, di un blocco agli incentivi per il solare fotovoltaico per i quali si è stabilito un tetto a 8 mila MW. Lamenta che, con questo irrituale modo di procedere, le Commissioni parlamentari sono state private della possibilità di esprimere il loro parere su una questione di fondamentale importanza, atteso che il limite posto per l'incentivazione al fotovoltaico ne vanifica, di fatto, l'applicabilità.

Manuela DAL LAGO, presidente, osserva che le Commissioni riunite VIII e X hanno espresso, con una sostanziale e dichiarata condivisione da parte del Governo, il proprio parere contenente numerose condizioni e osservazioni. Sottolinea che, anche da notizie in suo possesso, il parere espresso sarebbe stato ampiamente disatteso nel testo che i ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente si accingono a presentare in Consiglio dei ministri. Assicura che, unitamente al presidente dell'VIII Commissione, Angelo Alessandri, sta seguendo costantemente la questione affinché siano recepite nel testo del decreto legislativo sulle fonti rinnovabili le condizioni e il maggior numero di osservazioni contenute nel parere parlamentare.

Federico TESTA (PD) osserva che si tratta di questioni diverse: il Governo può anche parzialmente disattendere il parere delle Commissioni parlamentari, ma non può inserire nel testo definitivo disposizioni nuove che non sono state in alcun modo esaminate dalle Camere.

Fabio GAVA (PdL) esprime la preoccupazione che nel nuovo testo del decreto

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i tagli previsti per l'eolico potrebbero avere carattere retroattivo e applicarsi anche a istanze in corso di autorizzazione.

Manuela DAL LAGO, presidente, osserva che, se queste informazioni fossero confermate, il Governo verrebbe meno ad un rapporto di leale collaborazione con il Parlamento.

Andrea LULLI (PD) sottolinea che il proprio gruppo, se fossero confermate le notizie sull'introduzione di nuove disposizioni nel testo del decreto, interverrà con azioni opportune in seguito alla sua pubblicazione.

Schema di decreto legislativo recante codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo.
Atto n. 327.

(Rilievi alla Commissione parlamentare per la semplificazione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 22 febbraio 2011.

Manuela DAL LAGO, presidente, comunica che la Commissione per la semplificazione normativa ha chiesto una proroga al prossimo 22 marzo per l'espressione del parere e che, pertanto, la X Commissione dovrebbe esprimere i propri rilievi in una data utile, possibilmente entro il prossimo 16 marzo.

Elisa MARCHIONI (PD) sottolinea che il provvedimento in esame presenta un eccesso di delega. Per questo motivo, la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha espresso sul provvedimento un parere contrario, riservandosi di impugnarlo, se approvato, per eccesso di delega. Ricorda altresì che il Consiglio di Stato, valutando che l'articolo 14 della legge n. 246 del 2005, non consentiva un intervento normativo di tale ampiezza, nell'adunanza del 13 gennaio 2011, ha consigliato al Governo di rivedere il Codice e ritirarlo. Ritiene necessario ripartire da capo con un provvedimento che risponda davvero alle necessità del turismo italiano, che ha bisogno di un piano di rilancio e sviluppo e non di un confuso insieme di norme come è il Codice, che contiene parti della legge n. 135 del 2001, parti del Codice del consumo, con articoli che vengono accorpati e assorbiti, diminuendo le tutele già previste con pochi elementi di novità significativi. Chiede, pertanto, che lo schema di decreto sia interamente riscritto con il pieno coinvolgimento della Conferenza Stato-regioni e di tutte le altre realtà interessate al mercato del turismo. In sintesi, ravvisa una carenza nel metodo di approvazione del testo presentato alle Camere che non è stato oggetto della necessaria concertazione, ma anche nel merito per eccesso di delega. Ricorda che il provvedimento è stato presentato in Consiglio dei ministri solo pochi giorni prima della 5a Conferenza nazionale del turismo, svoltasi a Cernobbio nello scorso mese di ottobre, senza alcun coinvolgimento delle categorie operanti nel settore.
Osserva che l'unico elemento di novità è rappresentato dal concetto di danno da vacanza rovinata. Giudica l'articolo sull'Enit scarso di indicazioni e contenuti per una realtà così importante cui è affidata tutta la promozione del "marchio Italia" all'estero. Ritiene che si sarebbe potuto fare a meno dell'istituzione dei premi per chi promuove il turismo: il turismo merita attenzione vera, una strategia complessiva, risorse e un progetto di medio e lungo periodo, le infrastrutture per farlo crescere, perché è un comparto produttivo che può portare l'Italia oltre la crisi.
Osserva che anche le regioni concordano sul fatto che sia utile un intervento nazionale per il turismo. Ricordando che vi sono sentenze della Corte costituzionale in merito, che ribadiscono come un intervento quadro sia sempre nelle competenze dello Stato, affermando la necessità di promuovere attraverso un'intesa Stato-regioni un piano strategico nazionale. Ecco perché ritiene che il Codice del turismo sia

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una forzatura inaccettabile di un Governo miope che pensa di dettare la linea sul turismo alle regioni. Aggiunge che il provvedimento ha l'intento di sostituire la legge quadro sul turismo, la n. 135 del 2001, che viene di fatto abrogata. Sulla legge n. 135, il proprio gruppo ritiene che, a 10 anni dalla sua approvazione, sia necessaria una revisione, soprattutto perché parti della legge sono rimaste da sempre inapplicate, in quanto solo pochi mesi dopo la sua pubblicazione, la riforma del Titolo V della Costituzione ha affidato alle regioni la competenza residuale sul turismo.
Osserva altresì che il Codice del turismo risulta privo di orizzonte strategico e di risorse; non c'è respiro né di breve né di medio né di lungo termine e risulta, insomma, un confuso e disarticolato collage di articoli che provengono anche dal Codice del consumo. Nel Codice del turismo, inoltre, non sono previsti incentivi. Sottolinea che il PD ritiene che il turismo rappresenti un volano economico ed è in grado di garantire una crescita immediata, ad esempio, investendo su questo comparto i 100 milioni di euro poi destinati a rottamare lavatrici e i motorini. Sottolinea altresì la necessità di un Piano nazionale per il turismo che il Governo non ha ancora elaborato. Ribadisce, infine, la richiesta di ritirare il decreto legislativo per procedere ad una revisione della legislazione nazionale per il turismo d'intesa con le regioni.

Gabriele CIMADORO (IdV), a nome del proprio gruppo, esprime un giudizio decisamente contrario sul provvedimento in esame che ritiene assolutamente inadeguato a risollevare il settore turistico poiché, allo stato attuale, manca di risorse finanziarie aggiuntive per il rilancio dell'intero comparto. Ricordate le risibili dichiarazioni rese dal ministro del turismo e dal presidente dell'Enit in occasione della Borsa internazionale del turismo svoltasi nello scorso mese di febbraio, sottolinea che la perdita di fatturato complessiva dell'offerta turistica italiana nel 2010, per effetto del calo del mercato interno di 58 milioni di notti per vacanza, sarebbe di 6 miliardi di euro.
Rileva, altresì che il vuoto lasciato dall'abrogazione nel 1993 del Ministero del turismo, non è stato colmato dal protagonismo delle regioni, sancito nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione. A questo proposito, ricorda che il proprio gruppo ha presentato due distinte proposte che prevedono, da un lato, l'istituzione del Ministero del turismo e, dall'altro, l'introduzione del turismo nell'elenco delle materie attribuite alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle regioni.
Nel merito del provvedimento, osserva che le disposizioni introdotte sulle guide turistiche si sovrappongono a quelle contenute nella legge comunitaria per il 2010, che reca una delega legislativa per il riordino della professione di guida turistica. Aggiunge che nello schema di decreto in esame manca qualsiasi riferimento al turismo balneare di capitale importanza per il sistema produttivo italiano. Sollecita pertanto il Governo a riconoscere l'importanza del settore del turismo ricreativo balneare sulla base della specificità del sistema italiano, prevedendo peraltro un'adeguata applicazione della direttiva servizi n. 123/2006/CE riferita esplicitamente al settore balneare. Sottolinea, infine, che sulla base di dati recenti, sul territorio nazionale sono attualmente operativi circa 28 mila stabilimenti balneari che, nella stagione estiva occupano circa 300 mila addetti, ai quali vanno aggiunti quelli dell'indotto (esercizi pubblici e commerciali che si trovano a contatto con gli stabilimenti balneari).

Manuela DAL LAGO, presidente, nessun altro chiedendo di parlare, rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40