CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 novembre 2010
394.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e IX)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 9 novembre 2010. - Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Michelino Davico.

La seduta comincia alle 13.10.

Abrogazione dell'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, concernente limiti all'esercizio e all'uso delle postazioni pubbliche per comunicazioni telematiche e dei punti di accesso ad internet mediante tecnologia senza fili.
C. 3736 Lanzillotta e C. 3787 Bergamini.

(Esame e rinvio).

Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI), relatore per la I Commissione, sottolinea come le due proposte di legge in esame, di contenuto identico, siano state sottoscritte - fin dall'inizio o successivamente - da deputati appartenenti a gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione, a riprova del carattere trasversale dell'iniziativa, la quale mira a soddisfare un interesse collettivo alla semplificazione dell'accesso alla rete internet. La proposta di legge nasce quindi - oltre che dalla richiesta del cosiddetto «popolo di internet», che non comprende perché in Italia debbano esistere limitazioni all'uso di internet che in altri Paesi non si danno - dall'esigenza di semplificare gli oneri burocratici a carico delle piccole imprese che gestiscono un internet point e nel contempo di promuovere la diffusione di internet e quindi della tecnologia, nell'interesse dello sviluppo economico del Paese.
Quanto al contenuto della proposta di legge, ricorda che nel 2005, a seguito di una particolare situazione internazionale, l'Italia, come altri Paesi europei, adottò speciali misure antiterrorismo; a differenza degli altri Paesi, però, l'Italia incluse nel pacchetto antiterrorismo anche misure che in sostanza scoraggiano l'utilizzo del wi-fi e che impongono ai gestori di internet point l'identificazione degli utenti, la raccolta e la custodia dei dati e il loro periodico inoltro alle autorità di pubblica

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sicurezza. Disposizioni come queste, ispirate alla anacronistica convinzione che le comunicazioni via internet siano qualcosa di diverso dalle comunicazioni per via postale, limitano fortemente l'imprenditorialità in questo settore e danneggiano il turismo. Certamente c'è un'esigenza di sicurezza, ma questa non è soltanto italiana e va comunque conciliata con l'esigenza di assicurare la libertà delle comunicazioni, la libertà d'impresa e la promozione delle sviluppo tecnologico e quindi economico del Paese.
Nel prendere atto con soddisfazione del fatto che il 5 novembre scorso il Consiglio dei ministri ha affrontato il problema annunciando l'adozione di norme per la liberalizzazione dell'accesso alla rete, auspica però che non si tratti di un intervento meramente dilatorio: il Consiglio dei ministri ha infatti adottato un pacchetto sicurezza formato da un decreto-legge e da un disegno di legge e la norma in questione - il cui contenuto, a quanto le risulta, non è stato tra l'altro ancora ben definito - è stata inclusa non nel decreto-legge, come sarebbe stato preferibile, bensì nel disegno di legge. Considerato però che i tempi di approvazione del disegno di legge sono molto incerti e che le disposizioni vigenti in materia cesseranno di avere efficacia, per scadenza dell'ultima proroga prevista, il 31 dicembre prossimo e che entro tale data occorre pertanto prendere una decisione normativa, la via da percorrere, a suo parere, è quella di proseguire il più celermente possibile l'esame delle proposte di legge in titolo, senza attendere il disegno di legge del Governo.

Deborah BERGAMINI (PdL), relatore per la IX Commissione, nel rilevare preliminarmente la condivisione da parte delle forze politiche di maggioranza e di opposizione sul contenuto delle proposte di legge in oggetto, osserva che l'obiettivo delle proposte stesse è quello di superare la rigidità normativa nella regolamentazione dell'accesso alle reti wi-fi aperte, che caratterizza negativamente l'ordinamento italiano rispetto a quelli dei principali paesi europei. L'articolo 7 del decreto-legge n. 144 del 2005, come è noto, ha prescritto l'identificazione, mediante preventiva acquisizione dei dati anagrafici riportati su un documento di identità, dei soggetti che utilizzano postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche ovvero punti di accesso a internet dotati di tecnologia senza fili.
Osserva che queste misure traevano origine dall'esigenza di garantire la sicurezza dello Stato e dei cittadini, contrastando il terrorismo internazionale, nel periodo successivo agli attentati nella metropolitana di Londra, avvenuti il 7 luglio 2005. In realtà, tali norme si sono dimostrate poco efficaci rispetto a questi obiettivi, in considerazione della facilità di attivare comunicazioni telematiche o di utilizzare collegamenti internet senza fili evitando di ricorrere a pubblici esercizi. Esse hanno invece prodotto pesanti effetti negativi in relazione alla diffusione degli esercizi che permettono di accedere alla rete internet mediante tecnologia senza fili. L'obbligo di identificazione, mediante rilevazione dei dati anagrafici da un documento di identità e riproduzione del documento stesso, risulta infatti assai gravoso per il titolare o per il gestore dell'esercizio e fortemente invasivo nei confronti dell'utente. Anche da simili disposizioni può essere dipeso il fatto che i punti di accesso alla rete internet senza fili siano in Italia molto meno diffusi non soltanto in confronto con gli Stati Uniti o la Cina, ma anche rispetto agli altri Stati europei, come la Francia, il Regno Unito e la Germania.
Sottolinea che la diffusione dell'impiego di internet può offrire un contributo determinante alla crescita economica e allo sviluppo sociale del Paese, come del resto appare pienamente confermato dal Piano di azione della Commissione europea, elaborato nell'ambito dell'Agenda Digitale europea, che pone a tutti gli Stati membri l'obiettivo di garantire entro il 2020 al 50 per cento della popolazione il collegamento a internet superveloce (100 Mb al secondo), e sottolinea come la massima diffusione dell'accesso a internet è da considerarsi

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un requisito essenziale per una crescita economica forte, per la creazione di nuovi posti di lavoro e di prosperità, e per garantire che i cittadini possano accedere ai contenuti e ai servizi che desiderano.
Rileva altresì che, anche alla luce di questi indirizzi, e delle prospettive che ne vengono delineate, il definitivo superamento della norma che limita le possibilità dei collegamenti wi-fi, attraverso l'approvazione della proposta di legge in esame, appare dunque necessario e urgente.
Infine, nell'evidenziare favorevolmente l'iniziativa legislativa che - come già sottolineato dal relatore per la I Commissione - è stata recentemente assunta dall'Esecutivo, auspica che sulla materia in oggetto si possa sviluppare, anche grazie al contributo del Governo, un proficuo esame parlamentare.

Pierluigi MANTINI (UdC), nell'esprimere l'orientamento favorevole del suo gruppo sulle proposte di legge in esame, sottolinea il ritardo nella diffusione dei punti di accesso alla rete internet senza fili in Italia, cui ha accennato la relatrice Bergamini, e la conseguente urgenza di provvedere nell'interesse del Paese: la preoccupazione per la sicurezza è infatti senz'altro importante, ma non si deve trascurare neanche l'importanza di promuovere lo sviluppo economico della nazione.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.25.