CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 aprile 2010
315.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 27 aprile 2010.

Audizione del Presidente del Comitato consultivo per gli affari del disarmo delle Nazioni Unite, Ambasciatore Carlo Trezza.

L'audizione informale è stata svolta dalle 13.20 alle 14.15.

SEDE REFERENTE

Martedì 27 aprile 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 14.15.

Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, e all'articolo 13 della legge 26 febbraio 1987, n. 49, concernenti la gestione dei fondi dell'Amministrazione degli affari esteri per la cooperazione allo sviluppo.
C. 3400 Pianetta.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Margherita BONIVER (PdL) relatore, esprime il proprio orgoglio in merito al ruolo di relatore sulla proposta di legge in titolo, presentata da due autorevoli colleghi, gli onorevoli Pianetta e Tempestini, la cui ratio è consentire una gestione più efficace da parte del Ministero degli affari esteri dei fondi, peraltro assai esigui, finalizzati ad attività di cooperazione allo sviluppo.
Ritiene particolarmente incoraggiante che, anche attraverso l'azione di studio e di riflessione avviata dal Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, si sia arrivati ad una consapevolezza bipartisan circa l'esigenza di dare soluzione alle più gravi criticità che affliggono l'aiuto pubblico italiano allo sviluppo,

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puntualmente richiamate dagli organismi internazionali e da ultimo, dalla Peer Review del 2009 promossa dall'OCSE, i cui risultati sono stati pubblicati solo nelle ultime settimane.
Osserva che la proposta di legge si propone di apportare alcuni interventi alla disciplina vigente in materia per garantire una maggiore flessibilità temporale nell'utilizzo dei fondi accreditati per i progetti di cooperazione e per il funzionamento delle unità tecniche istituite dalla cooperazione italiana nei Paesi in via di sviluppo. Al contempo, mira ad un adeguamento della rendicontazione ai tempi di esecuzione dei progetti e ad un superamento dell'attuale pluralità di regimi di rendicontazione a seconda della data dell'accreditamento.
Passando ad una disamina dei contenuti del provvedimento, segnala che l'articolo 1, comma 1, della proposta di legge modifica alcuni commi dell'articolo 1 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.
In particolare, le lettere a), b) e c) dell'articolo 1, comma 1, provvedono a novellare, rispettivamente, i commi 15-ter, 15-quater e 15-quinquies dell'articolo 1 del decreto-legge citato.
Il nuovo comma 15-ter prevede che le somme non erogate dalla rappresentanza diplomatica in esecuzione di specifici progetti di cooperazione possano essere temporaneamente utilizzate per spese di analoga natura derivanti da obbligazioni giuridicamente perfezionate, in attesa della definizione delle procedure di accredito. Successivamente, comunque entro l'anno di riferimento, verrà effettuata la sistemazione contabile di tale operazione. Attualmente, il testo vigente consente la sola utilizzazione dei residui ai fondi accreditati nell'ultimo quadrimestre se indispensabili alla prosecuzione o al completamento di un progetto.
La nuova formulazione del comma 15-quater, riguardante la rendicontazione delle spese per la realizzazione degli interventi di cooperazione, prevede un sistema di controlli - ben più articolato rispetto a quello attualmente in vigore - che si sostanzia in una relazione sullo stato dell'intervento entro 60 giorni dalla chiusura di ciascun esercizio finanziario; nel versamento all'erario delle eventuali economie entro 90 giorni dopo il termine del progetto; infine, nella presentazione della rendicontazione finale, di una relazione e della documentazione di spesa sempre nel termine di 90 giorni dalla conclusione del progetto. Tali obblighi sono posti in capo al funzionario delegato all'interno della rappresentanza diplomatica, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 2000, n. 120. Il nuovo comma 15-quater disciplina inoltre il caso dell'avvicendamento dei funzionari responsabili della rendicontazione.
Il nuovo comma 15-quinquies prevede che il Ministro degli affari esteri, con decreto da emanarsi di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, stabilisca le modalità di armonizzazione del regime giuridico degli interventi di cooperazione conclusi nel 2010 e negli anni precedenti.
Segnala quindi che la lettera d) aggiunge un nuovo comma, il 15-septies, che autorizza le unità tecniche di cooperazione operanti nei Paesi in via di sviluppo, al pari delle rappresentanze diplomatiche, ad utilizzare temporaneamente le anticipazioni di cassa per le spese di funzionamento delle suddette unità, nelle more dell'accredito della rimessa valutaria, analogamente a quanto previsto dalla disciplina riguardante le spese di funzionamento accreditate alle sedi all'estero dagli altri centri di responsabilità del Ministero degli affari esteri. Si tratta di una misura che mira ad evitare di esporre gli uffici esteri della cooperazione italiana, a causa dei ritardi nei finanziamenti annuali, al rischio di intollerabili sospensioni dei servizi essenziali, come spese di locazione, di elettricità o di telefono, evitando nel contempo l'insorgere di maggiori oneri e di contenziosi dipendenti dal ritardato pagamento dei servizi stessi.

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Segnala infine che l'articolo 2 mira a coordinare la disposizione contenuta nell'articolo 13 della legge n. 49 del 1987 con quella recata dalla citata lettera d) che attribuisce al funzionario delegato la facoltà di utilizzare anticipazioni di cassa per il funzionamento dell'unità tecnica.
Conclusivamente, auspica che una pronta approvazione di questa proposta di legge possa aprire la strada ad una riflessione, da tempo considerata ineludibile, su una più generale e condivisa riforma della legislazione sulla cooperazione allo sviluppo. Osserva che le modifiche normative proposte rivestono un'importanza di per sé in quanto utili a rendere fluidi meccanismi amministrativi e contabili cruciali per svolgere un'efficace attività di cooperazione, nella consapevolezza che resta tuttavia intatta la filosofia di fondo che permea la legislazione in tema di aiuto pubblico allo sviluppo e che si conferma la necessità di procedere al replenishment dei fondi destinati a questo centrale versante di impegno internazionale del nostro Paese.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI si associa alle considerazioni svolte dal relatore rivolgendo un particolare ringraziamento al primo firmatario della proposta di legge, onorevole Pianetta, per il lavoro svolto, in qualità di presidente del Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, sui temi che costituiscono oggetto di considerazione da parte del provvedimento in esame. Quanto al testo, ritiene significativo che si tratti di una proposta bipartisan che mette in luce la consapevolezza condivisa sulle criticità del settore della cooperazione allo sviluppo. Si associa pertanto all'auspicio del relatore sulla celerità dell'iter di esame.

Francesco TEMPESTINI (PD) osserva che, sul piano della politica legislativa, il provvedimento può essere considerato come occasione per affrontare ulteriori questioni urgenti che affliggono il settore della cooperazione allo sviluppo, purché ad impatto non oneroso. Anche al fine di non pregiudicare una rapida approvazione del provvedimento e considerata la forte convergenza tra i gruppi, a suo avviso la Commissione potrebbe valutare di richiedere il trasferimento alla sede legislativa. Resta in ogni caso, a suo avviso, opportuno non trascurare l'approfondimento del rapporto tra settore pubblico e privato nella gestione dei flussi finanziari destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo.

Stefano STEFANI, presidente, segnala che la richiesta di trasferimento della proposta di legge in titolo alla sede legislativa potrà essere sottoposta alla valutazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI ritiene opportuno affrontare nell'immediato le emergenze di gestione individuate dal testo della proposta di legge, rinviando ad una sede futura le ulteriori questioni segnalate in questo dibattito.

Enrico PIANETTA (PdL), nel ringraziare la collega Boniver per la relazione svolta, sottolinea che la proposta di legge presentata intende accrescere la capacità operativa degli uffici esteri della cooperazione italiana, al fine di evitare imbarazzi nei rapporti con gli altri Stati e di non pregiudicare la continuità del lavoro dei cooperanti. Condividendo il richiamo del collega Tempestini, ad evitare l'inserimento di norme ad impatto oneroso per non pregiudicare il buon esito di questo lavoro, fa presente che la prestazione dell'Italia in tema di aiuto pubblico allo sviluppo appare significativa in termini assoluti, essendo valutabile in circa 3,4 miliardi di dollari nel 2009. Indubbiamente tale valore, espresso in termini percentuali, fa emergere l'inadeguatezza della prestazione del nostro Paese che tuttavia è in linea con il trend di drastiche riduzioni apportate in tale settore dagli altri Paesi europei, con l'unica eccezione dei Paesi del Nord Europa, tradizionalmente assai virtuosi sui temi della cooperazione

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internazionale. Fa inoltre presente che l'attività del Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, cui è affidata l'organizzazione dei lavori dell'omonima indagine conoscitiva, ha consentito di registrare talune urgenze normative e procedurali che hanno determinato l'iniziativa legislativa in esame. Nel condividere l'ipotesi di trasferimento alla sede legislativa, richiama comunque la necessità che si affronti in futuro la riforma complessiva della legge n. 49 del 1987.

Paolo CORSINI (PD) osserva che la proposta di legge è frutto di un significativo sforzo condiviso dalla maggioranza e dall'opposizione, come evidenzia l'autorevolezza dei due presentatori. Osserva altresì che il provvedimento conferma la natura non meramente «accademica» dell'attività posta in essere dal citato Comitato permanente sugli Obiettivi del Millennio. Quanto al prosieguo dell'iter di esame, invita a tenere conto di due problemi: il progressivo depauperamento delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo e l'inadeguatezza della legge n. 49 del 1987. Nella piena consapevolezza circa i contenuti dei maggiori documenti internazionali su queste tematiche, rileva che la scelta relativa alla sede legislativa non configura in nessun modo una resa rispetto al trend negativo nel finanziamento del settore ma un tassello di valore decisivo nel quadro di una politica dei «piccoli passi», utile all'avvicinamento dell'obiettivo maggiore, ovvero la riforma della legislazione in materia di cooperazione allo sviluppo.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame - che avverrà nelle modalità che saranno convenute in seno all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi - ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.