CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 aprile 2010
311.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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COMITATO DEI NOVE

Martedì 20 aprile 2010.

Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori.
C. 2100-C. 2157-C. 2158-C. 2452-C. 2890-C. 3102-A.

Il comitato dei nove si è riunito dalle 12.40 alle 12.55.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.

La seduta comincia alle 12.55.

Norme in materia di nomina del Comandante generale del Corpo della guardia di finanza.
Testo unificato C. 864 Vannucci, C. 3244 Bocchino, C. 3254 Di Pietro e C. 3269-ter Cicu.

(Parere alla IV Commissione).
(Esame e conclusione. - Parere favorevole con osservazione - Nulla osta su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

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Giuliano CAZZOLA, presidente, nel far presente preliminarmente di essere stato delegato a svolgere le funzioni di relatore dal presidente Moffa, momentaneamente impossibilitato a partecipare ai lavori, osserva che la Commissione è chiamata a rendere il parere di competenza alla IV Commissione sul testo unificato delle proposte di legge in esame, recante disposizioni in materia di nomina del Comandante generale del Corpo della guardia di finanza, nonché sulle relative proposte emendative presentate presso la Commissione di merito e trasmesse alla XI Commissione.
Evidenzia in premessa che l'esame di tre di tali proposte di legge (n. 864 Vannucci, n. 3244 Bocchino, n. 3254 Di Pietro) è stato avviato in sede legislativa nella seduta del 9 marzo 2010; successivamente, alla luce degli elementi emersi nel dibattito, la Commissione di merito ha ritenuto opportuno - al fine di approfondire le tematiche oggetto dei diversi provvedimenti - costituire, nella seduta dell'8 aprile 2010, un Comitato ristretto, che - anche a seguito dell'abbinamento di una nuova proposta di legge (n. 3269-ter Cicu) - ha elaborato un testo unificato - adottato come testo base dalla Commissione di merito, nuovamente convocata in sede legislativa, nella seduta del 14 aprile 2010.
Fa notare, peraltro, che su tale testo sembrerebbe registrarsi un consenso generalizzato dei diversi gruppi parlamentari, presupposto indispensabile per una positiva e sollecita conclusione dell'iter del provvedimento in sede legislativa.
Con riferimento al testo in esame, composto da due articoli, rileva che esso si pone la finalità principale di modificare la legge 23 aprile 1959, n. 189, ovvero i criteri di nomina del comandante generale del Corpo della guardia di finanza, consentendone la nomina anche tra i generali di corpo d'armata della stessa guardia di finanza, e non solo, come avviene attualmente, tra quelli dell'esercito. Tra le motivazioni dell'intervento legislativo è, infatti, indicata la necessità di eliminare la differenza attualmente esistente rispetto al Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, che è scelto all'interno dell'Arma dei carabinieri stessa.
Rileva che il provvedimento contiene, inoltre, disposizioni in materia di durata del mandato del comandante generale del Corpo della guardia di finanza, di collocamento in congedo dello stesso, nonché norme di collegamento con il Ministero della difesa di natura organizzativa, connesse ad esigenze addestrative di carattere militare o ad attività di concorso alle operazioni militari in caso di guerra e alle missioni militari all'estero. Si prevedono altresì norme disposizioni mirate alla modifica dei criteri di nomina e della durata in carica del Comandante in seconda.
Per quanto riguarda le disposizioni di più diretto interesse della Commissione, segnala, in particolare, l'articolo 1, che, aggiungendo un ulteriore comma all'articolo 4 della legge 23 aprile 1959, n. 189, prevede che il Comandante sia collocato in congedo, al termine del mandato, e che tale collocamento sia equiparato a quello per raggiungimento dei limiti di età, con applicazione delle disposizioni dell'articolo 6, comma 3, secondo periodo, del decreto legislativo n. 215 del 2001. Quest'ultimo attribuisce in tali casi, in aggiunta a qualsiasi altro istituto spettante, il trattamento pensionistico e l'indennità di buonuscita che sarebbe spettato qualora fosse rimasto in servizio fino al limite di età, compresi gli eventuali aumenti periodici ed i passaggi di classe di stipendio.
Quanto alle proposte emendative presentate al testo unificato, che dovranno ancora essere oggetto di discussione in sede legislativa, ritiene opportuno rimettersi alle valutazioni di merito che la IV Commissione intenderà svolgere nel corso dell'esame delle stesse, atteso anche che tali proposte di modifica non sembrerebbero presentare particolari profili di problematicità in relazione alle competenze della XI Commissione.
Pertanto, con riferimento a tali emendamenti, propone di formulare un nulla osta, mentre sul complesso del testo unificato in esame, così come attualmente formulato, rilevata la necessità di rimuovere

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una palese iniquità allo stato esistente nei criteri di nomina del comandante generale del Corpo della guardia di finanza e preso atto positivamente dell'esigenza di equiparare il suo collocamento in congedo a quello per raggiungimento dei limiti di età, formula una proposta di parere favorevole.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) prospetta l'esigenza di inserire nella proposta di parere una osservazione che rilevi la necessità di modificare l'articolo 1 del testo in esame, nel senso di assicurare la permanenza in servizio del Comandante generale della Guardia di finanza fino al termine del mandato, anche nel caso in cui nel frattempo vengano raggiunti i limiti di età o si verifichino altre cause di cessazione dal servizio previste dalla legge. Ritiene, infatti, essenziale evitare un continuo ricambio nel vertice del Corpo, che rischierebbe peraltro di determinare l'attribuzione di una carica di particolare rilievo a un numero potenzialmente molto elevato di soggetti.

Cesare DAMIANO (PD), anche alla luce delle considerazioni testé espresse dal deputato Fedriga, ritiene necessario che i gruppi beneficino di un margine temporale per svolgere ulteriori approfondimenti sul provvedimento in esame.

Giuliano CAZZOLA, presidente, considerate le osservazioni testé formulate, ritiene utile concedere ai gruppi adeguati margini di approfondimento del testo in esame.
Sospende quindi la seduta, avvertendo che essa riprenderà prima dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13.15, è ripresa alle 13.50.

Giuliano CAZZOLA, presidente, sulla base del dibattito svolto e degli approfondimenti nel frattempo effettuati, presenta una proposta di parere favorevole con osservazione sul testo unificato in esame e di nulla osta sugli emendamenti trasmessi dalla Commissione di merito (vedi allegato 1).

Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere testé presentata.

Giuseppe BERRETTA (PD), pur prendendo atto positivamente dell'osservazione contenuta nella proposta di parere presentata, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo, osservando che durante l'esame di merito del provvedimento sono state introdotte norme che hanno contribuito a snaturarne l'originaria impostazione.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazione sul testo unificato e di nulla osta sugli emendamenti trasmessi dalla IV Commissione.

La seduta termina alle 13.55.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 13.55.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-02766 Damiano: Chiusura dello stabilimento Bialetti di Omega.

Cesare DAMIANO (PD) illustrando l'interrogazione, chiede al Governo che interventi intenda mettere in atto - anche in termini di azioni politiche di

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sostegno industriale - per tutelare i marchi tipici del «made in Italy» e scongiurare episodi di delocalizzazione all'estero, come quelli descritti nel suo atto di sindacato ispettivo.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (allegato 2).

Cesare DAMIANO (PD), replicando, prende atto della risposta del rappresentante del Governo, sottolineando la necessità di intraprendere adeguate azioni di sostegno per le produzioni locali, rispetto alle quali si pongono rilevanti questioni inerenti alla tracciabilità, alla trasparenza e alla qualità del prodotto a tutela dei consumatori, nonché esigenze di tutela dei lavoratori locali che intervengono nel ciclo produttivo.

5-02767 Delfino: Politiche a sostegno del lavoro e del reddito delle famiglie.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto, chiedendo al Governo quali iniziative intenda adottare sul piano dell'integrazione del reddito dei lavoratori e delle loro famiglie, soprattutto quelle numerose, che appaiono largamente svantaggiate in termini assoluti rispetto a quelle dei principali Paesi europei.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (allegato 3).

Nedo Lorenzo POLI (UdC), pur prendendo atto della limitatezza delle risorse attualmente a disposizione dell'Esecutivo, in ragione della quale diversi provvedimenti pendenti alla Camera incontrano problemi di copertura finanziaria (con il conseguente parere negativo della V Commissione), evidenzia la necessità di focalizzare l'attenzione su forme di intervento a sostegno dei soggetti più deboli della società, ovvero famiglie numerose e giovani precari in difficoltà a causa della crisi economica.

Giuliano CAZZOLA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.05.

RISOLUZIONI

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro per le pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna.

La seduta comincia alle 14.05.

7-00274 Codurelli: Sulle politiche a sostegno delle donne e dell'occupazione femminile.
7-00285 Pelino: Sulle politiche a sostegno delle donne e dell'occupazione femminile.
7-00306 Paladini: Sulle politiche a sostegno delle donne e dell'occupazione femminile.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

Giuliano CAZZOLA, presidente, ricorda che al termine della precedente seduta, nella quale è proseguita la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, si è convenuto di completare oggi la fase di acquisizione dell'orientamento del Governo sugli atti di indirizzo in discussione, contando anche sul contributo del Ministro per le pari opportunità.

Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA osserva anzitutto che - prima di esporre ed esaminare le finalità ed i contenuti delle iniziative poste in essere dal Governo,

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ed in particolare dal Ministero per le pari opportunità, in ordine alle politiche di sostegno a favore delle donne, delle madri lavoratrici e dell'occupazione femminile - occorre svolgere alcune riflessioni.
Fa presente che, nell'ultimo decennio, il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ha assunto un ruolo centrale nelle politiche nazionali ed europee di pari opportunità; le azioni intraprese nella direzione della conciliazione mirano a favorire l'equa distribuzione dei carichi di cura ed a conquistare nuovi modelli di organizzazione del lavoro che consentano alle donne di accedere e permanere nel mondo del lavoro; e politiche di conciliazione sono, dunque, strettamente legate all'obiettivo di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e restringere conseguentemente il gender gap occupazionale.
Osserva che un impulso molto forte in questo senso è stato dato dalla Strategia di Lisbona, adottata nel 2000 dai Paesi dell'Unione europea, nella quale si è fissato l'ambizioso obiettivo di raggiungere nel 2010 un tasso di occupazione delle persone dai 15 ai 64 anni del 70 per cento nel complesso e del 60 per cento per le donne: la decisione di adottare come criterio di riferimento il tasso di occupazione, invece del tradizionale tasso di disoccupazione, costituisce un importante paradigma nelle politiche europee del lavoro, dovuto alla nuova condizione della donna nella società; oggi, infatti, un numero crescente di donne è presente nel mercato del lavoro come occupate o in cerca di lavoro e molte altre vi rientrerebbero se vi fossero minori difficoltà a trovare un'occupazione o se esistessero adeguati sostegni ai carichi di lavoro familiare. I dati Eurostat riferiscono che dal 2005 al 2008 l'occupazione femminile nel Paese è aumentata dal 45,3 per cento al 47,2 per cento.
Fa notare che il rapporto CNEL sul mercato del lavoro 2008/2009 segnala che gli effetti della crisi economica sono stati inferiori sulla componente femminile, dove si è registrato addirittura un lieve aumento dell'occupazione a fronte di una sostanziale immobilità del tasso di occupazione maschile. Ciò è dovuto all'incremento di occupazione ad orario ridotto, a tempo parziale o flessibile che ha interessato più le lavoratrici che i lavoratori; dal 6 per cento di soli dieci anni fa siamo passati nel 2008 a una percentuale di lavoro parziale pari al 14,8 per cento.
Segnala che il timore è, tuttavia, che sulle donne, che costituiscono la componente più debole del mercato del lavoro per livello di istruzione, esperienza, mobilità territoriale e forti carichi di conciliazione tra lavoro e cura della famiglia, si manifesti un'onda lunga della crisi i cui effetti potranno essere visibili già dai dati del 2010 e comunque in un arco temporale più ampio. A ciò si aggiunge la necessità di ridurre il divario che comunque si frappone tra occupati uomini e occupate donne, che è ancora molto consistente (70,3 per cento uomini e 47,2 per cento donne nell'anno 2008), specie nelle aree del Mezzogiorno. Fa notare che tale divario è particolarmente significativo proprio nell'età - tra i 25 ed i 35 anni - in cui massimo dovrebbe essere lo sforzo non solo per l'inserimento, ma anche per gettare le basi per ottenere soddisfacenti risultati in termini di carriera e, quindi, di retribuzione. Su questo incidono fortemente le difficoltà che le donne affrontano nel conciliare maternità e lavoro.
Rileva che, in considerazione di ciò, il dicastero per le pari opportunità ha ritenuto necessario intervenire attraverso politiche di inclusione delle donne nel mercato del lavoro tendenti a raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo ovvero un tasso di occupazione femminile del 60 per cento. Tra le iniziative poste in essere rientrano il Piano recante il «Sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro» ed il «Programma di azioni per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro». Il Piano di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro investe 40 milioni di euro del Fondo pari Opportunità in finanziamenti per le tagesmutter, per il telelavoro, per la formazione volta a sostenere il rientro nel lavoro dopo un

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periodo di congedo per maternità. In particolare, sottolinea che le risorse saranno destinate alla:
creazione o implementazione - nelle diverse realtà territoriali - di nidi, nidi famiglia, servizi ed interventi similari (mamme di giorno, educatrici familiari o domiciliari); si tratta di una figura molto diffusa nei Paesi del Centro e del Nord Europa e già utilizzata in alcune Regioni, che accudisce un massimo di cinque bambini - di età compresa tra gli zero e i tre anni - nel proprio domicilio;
facilitazione per il rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione anche tramite percorsi formativi e di aggiornamento, acquisto di attrezzature hardware e pacchetti software, attivazione di collegamenti ADSL;
erogazione di voucher di sostegno all'acquisto di servizi di cura offerti da strutture specializzate (nidi, centri estivi, ludoteche) o in forma di «buoni lavoro» da prestatori di servizio (assistenza domiciliare, pulizia, pasti a domicilio e simili);
sostegno di modalità di prestazioni di lavoro e di tipologie contrattuali facilitanti come ad esempio la banca delle ore, il telelavoro, il part-time;
sostegno di interventi innovativi e sperimentali proposti dalle Regioni e dalle Province autonome.

Osserva che sarà cura del Dipartimento per le pari opportunità, anche attraverso campagne informative ed eventi di lancio pubblicitario, garantire la promozione unitaria delle linee di intervento più innovative e che meritano un maggior impegno di divulgazione e di sensibilizzazione; dopo varie riunioni tecniche con i rappresentanti della Conferenza Unificata, si è deciso di non predestinare quote fisse dello stanziamento complessivo alle diverse misure rinviando la valutazione ad una fase successiva alle proposte che perverranno da parte delle Regioni. Sul Piano, non appena saranno riavviati i lavori della Conferenza Unificata, sarà acquisita l'intesa.
Segnala, inoltre, che sulla Gazzetta Ufficiale del 17 dicembre 2009, è stato pubblicato il bando (scaduto il 17 marzo 2010) per il finanziamento - per complessivi 7 milioni e 200mila euro - di nuovi nidi d'infanzia presso i luoghi di lavoro delle Pubbliche Amministrazioni Nazionali: co-autori dell'iniziativa sono il Ministro per la Pubblica Amministrazione ed il Sottosegretario per le Politiche della Famiglia. Con il citato bando si intende avviare un Progetto Pilota di apertura di «nidi aziendali» presso le sedi centrali e periferiche delle Pubbliche Amministrazioni, con l'obiettivo di favorire l'incremento del numero di nidi d'infanzia e dei posti in nidi d'infanzia esistenti sul territorio nazionale nonché di promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno alle famiglie, distribuendo così i carichi di cura e favorendo la parità tra donne e uomini e contestualmente favorire la flessibilità del mercato del lavoro. A breve la Commissione di valutazione esaminerà le domande pervenute dalle diverse Amministrazioni per l'ammissione ai contributi.
Sottolinea che anche nel «Programma di azioni per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro», elaborato d'intesa con il Ministro del Lavoro, sono previste misure volte a favorire la conciliazione. In particolare sono state inserite cinque linee di intervento. La prima linea di azione prevede il potenziamento dei servizi di assistenza per la prima infanzia e la sperimentazione dei buoni lavoro. Come è noto, infatti, l'offerta di servizi all'infanzia è ancora insufficiente, specie nel Sud. L'idea è quella di incoraggiare i lavori di cura dell'infanzia attraverso la diffusione dell'utilizzo dei buoni lavoro previsti dalla «legge Biagi», che offrono al datore di lavoro uno strumento duttile, poco costoso, con pochi oneri amministrativi (essendo i contributi previdenziali e gli oneri assicurativi conglobati nel prezzo di acquisto del buono) e che potranno essere adoperati anche per l'avvio, in cooperazione

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con cooperative sociali e di servizio ed associazioni non profit, dei nidi familiari, con non più di cinque o sei bambini assistiti da persone presso il proprio domicilio in un ambiente familiare. La seconda linea di azione si fonda sulla revisione dei criteri e delle modalità per la concessione di contributi ad aziende per progetti che favoriscano la conciliazione. In tal modo si intende rilanciare un sistema di sostegno in favore di progetti i cui beneficiari siano lavoratrici che possano usufruire di forme di flessibilità del lavoro, per esempio il part time o il lavoro a domicilio, il lavoro su sedi diverse. I progetti potranno anche comprendere attività di formazione per favorire il reinserimento della lavoratrice o il lavoratore dopo un periodo di astensione dal lavoro per maternità o paternità o progetti che promuovano l'attivazione di reti di servizi per facilitare la conciliazione.
Segnala che la terza linea di azione prevede la sperimentazione di nuove relazioni industriali per la promozione della flessibilità del lavoro. L'obiettivo che si intende raggiungere attraverso questa linea di intervento è quello di incoraggiare tipologie contrattuali che favoriscano la conciliazione: lavoro a tempo parziale, modulato, flessibile. Lo strumento può essere la contrattazione collettiva, che può fornire il nuovo quadro normativo della flessibilità. A questo proposito, intende segnalare che, in data 11 marzo 2010, è stato avviato un tavolo con le parti sociali per sondare la disponibilità all'inserimento nella contrattazione collettiva di misure idonee a favorire la conciliazione. Tutti - sia le categorie datoriali che dei lavoratori - hanno manifestato la loro adesione: occorre, quindi, lavorare perché, soprattutto a livello di contrattazione decentrata, si intervenga in questa direzione.
Fa presente che con la quarta linea di azione, dedicata all'incentivazione dei lavori verdi al femminile, si intende estendere alle donne la cultura delle nuove professioni nel settore delle energie rinnovabili, dove attualmente si registra una forte presenza maschile, incoraggiandole a distaccarsi dai tradizionali percorsi formativi per intraprendere una formazione orientata alla ricerca ed alle nuove tecnologie in questo settore, mentre l'ultima linea di azione comprende misure specifiche per il Mezzogiorno, attraverso l'utilizzo di contratti di inserimento o di reinserimento destinati a chi vuole uscire dallo stato di disoccupazione o a chi desidera rientrare nel mercato del lavoro dopo un lungo periodo di assenza. Tali tipologie contrattuali possono trovare nelle donne le principali destinatarie.
Osserva che le linee del Piano sono senza alcun dubbio un passo importante per la progressiva inclusione delle donne nel mercato del lavoro: si tratta di un impegno costante, al quale il Governo vuole dedicare i massimi sforzi, perché convinto che proprio la fase di uscita dalla crisi può rappresentare un'occasione per dimostrare quanto le donne possano contribuire alla crescita economica ed al raggiungimento degli obiettivi di coesione economica e sociale. Fa rilevare che - se poi si sposta l'attenzione all'impianto normativo di tutela della madre lavoratrice nel confronto internazionale e comparato - l'Italia presenta indubbiamente una delle legislazioni più avanzate del mondo e pienamente in linea con la normativa comunitaria: si riferisce al Testo Unico sulla maternità o al recente recepimento della Direttiva n. 54 del 2006, relativa al principio «delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego,» che ha novellato il Codice per le pari opportunità. Il decreto di recepimento della stessa (decreto legislativo n. 5 del 2010) prevede, tra l'altro, il divieto di discriminazione per ragioni connesse al sesso, allo stato di gravidanza, di maternità o paternità, anche adottive. Si interviene, inoltre, sul cosiddetto «gender pay gap», vietando qualsiasi discriminazione, diretta o indiretta, relativa alle retribuzioni, sanzionando i datori di lavoro che discriminano le lavoratrici con l'ammenda da 250 a 1.500 euro e stabilendo, altresì, qualora il datore di lavoro non ottemperi alla sentenza che accerta la discriminazione, l'ammenda fino a 50.000 euro o

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l'arresto fino a sei mesi. Quanto all'accesso alle prestazioni previdenziali, viene riconosciuto alle lavoratrici il diritto, non più un'opzione, di proseguire il rapporto di lavoro fino agli stessi limiti di età previsti per gli uomini.
Desidera poi sottolineare il proprio impegno per il rilancio di misure di sostegno all'imprenditoria femminile, specie nel Sud: la legge n. 215 del 1992 è ora in una fase di stallo, non essendo stata rifinanziata da parte di molti Governi; il limite dell'attuazione di quella legge è stato, tuttavia, quello di concedere finanziamenti «a pioggia», senza una seria regia ed un monitoraggio costante degli effetti in termini di incremento dell'occupazione femminile. La sua idea, alla quale si sta lavorando con il Ministro dello Sviluppo Economico nel quadro del più ampio Piano per il Sud, è quella di reperire nuove risorse, ricorrendo a fondi europei, per favorire l'accesso al credito delle imprese femminili operanti nel Mezzogiorno, attraverso l'utilizzazione della garanzia del Fondo per le piccole e medie imprese di cui alla legge 662 del 1996 ed un contributo in conto interessi. Si tratta, a suo giudizio, di un altro importante tassello delle politiche volte a raggiungere l'obiettivo qualificante indicato dalla Strategia di Lisbona del 60 per cento di occupazione femminile entro il 2010; politiche che, nel loro insieme, devono ormai considerare la prospettiva di genere in tutte le azioni di governo, analizzando i diversi ruoli dell'uomo e della donna, promuovendo il peso delle donne nei processi decisionali, incoraggiando l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, affrontando il problema del divario di retribuzione tra uomini e donne.
Assicura, in conclusione, che l'impegno del Governo e del suo dicastero in questa direzione deve essere considerato forte e costante.

Marialuisa GNECCHI (PD), pur ringraziando il Ministro per l'esauriente relazione svolta sull'argomento in oggetto e prendendo atto positivamente di talune iniziative assunte dal Governo nell'ambito della materia delle pari opportunità, fa notare che si sarebbe aspettata oggi talune risposte più precise ai quesiti posti in una precedente interrogazione presentata dal suo gruppo.
Si riferisce in particolare all'esigenza di rifinanziamento urgente e straordinario del piano del Governo Prodi su nidi e servizi all'infanzia, alla necessità di ripristino della legge n. 188 del 2007 contro le «dimissioni in bianco» (attraverso il superamento dei problemi di natura tecnica che hanno portato l'attuale Governo al suo indebolimento), al potenziamento dei servizi sul territorio deputati alla vigilanza alla luce delle violazioni amministrative accertate in ordine alla tutela economica (astensione obbligatoria e facoltativa) della maternità, al ripristino del finanziamento della legge n. 53 del 2000 e in particolare dell'articolo 9 per le piccole realtà produttive, agli incentivi a favore dell'occupazione femminile.
Chiede, inoltre, chiarimenti al Ministro in ordine alle effettive disponibilità finanziarie del Dipartimento per le pari opportunità, atteso che nel corso della discussione sul disegno di legge finanziaria 2009 la Commissione prese atto negativamente, con una deliberazione unanime, di una riduzione degli stanziamenti disposti in materia, osservando altresì che sul tema sono stati presentati taluni atti di sindacato ispettivo, il cui svolgimento ha confermato questa tendenza.

Maria Grazia GATTI (PD), nel ringraziare il Ministro, fa notare che l'Italia sconta ancora un pesante ritardo rispetto agli altri Paesi europei sul terreno delle pari opportunità, dal momento che le donne, pur vantando un livello di preparazione universitaria maggiore rispetto agli uomini, incontrano notevoli ostacoli sul piano occupazionale, anche in relazione ai livelli stipendiali, e sul fronte della tutela della maternità.
Dopo aver manifestato profonda preoccupazione per i dati relativi al fenomeno delle «dimissioni in bianco» riferiti al 2009, fa notare al Ministro che in tema di conciliazione dei tempi tra lavoro e vita

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privata il Governo è incorso recentemente in una nuova palese contraddizione: invita, a tal proposito, a leggere gli articoli 16 e 46 del provvedimento collegato alla manovra finanziaria in materia di lavoro - recentemente rinviato alle Camere dal Presidente Napolitano - con i quali, da un lato, si indebolisce il ricorso allo strumento del part-time (sulla scia di quanto disposto con il decreto-legge n. 112 del 2008), mentre dall'altro si delega il Governo a prevedere incentivi in vista dell'introduzione di forme di orario di lavoro più flessibili. Chiede pertanto al Ministro di fornire al Parlamento elementi di conoscenza più chiari che facciano luce su tali incongruenze e sull'azione che il Governo intende intraprendere in futuro, auspicando che possano essere altresì intraprese adeguate politiche di riduzione fiscale a vantaggio dell'occupazione femminile.

Alessia Maria MOSCA (PD), nel ritenere centrale il tema delle politiche di genere, rileva che il Governo in carica, oltre ad essere vago sul fronte delle misure concrete da adottare e sulle risorse da stanziare, sembra non aver del tutto a cuore l'argomento della tutela dell'occupazione femminile, che ritiene coinvolga anche aspetti connessi alla progressione in carriera delle donne. Ciò sembrerebbe essere confermato dal mancato rispetto di taluni impegni assunti dal Governo, in materia di rappresentanza di genere, in occasione dell'approvazione da parte della XI Commissione di una risoluzione presentata nei mesi scorsi, tesa proprio a fare riferimento all'assenza di nomine di figure femminili nei ruoli apicali degli enti pubblici (tendenza che, allo stato, non sembra sia stata invertita).
Osserva inoltre che in tema di politiche di conciliazione il Ministro sembra proporre piani di azione astratti e fondati su concezioni dei rapporti sociali ormai superate a livello comunitario, soprattutto per quanto concerne il tema del lavoro di cura - che, a suo avviso, non dovrebbe gravare esclusivamente sulle spalle delle donne - e dei congedi parentali.
In conclusione, giudica essenziale estendere la normativa sulla tutela della maternità a tutte le donne lavoratrici, considerato che in diversi versanti occupazionali, soprattutto nel campo dei lavori flessibili, ne risultano totalmente escluse.

Paola PELINO (PdL), nel ringraziare il Ministro, si dichiara fiduciosa rispetto all'operato del Governo, che ritiene stia perseguendo importanti obiettivi collegati strettamente alla tutela delle donne, con riferimento, in particolare, all'ingresso nel mercato del lavoro e alla permanenza in esso. Si dichiara altresì convinta che il Governo continuerà su questa strada, anche recependo le condivisibili osservazioni provenienti dai gruppi di minoranza.

Amalia SCHIRRU (PD), pur manifestando apprezzamento per talune misure contenute nel piano di azione annunciato dal Governo, fa notare che i dati sull'occupazione femminile forniti nell'odierna seduta sembrano trascurare un elemento fondamentale, ovvero che molte donne, rassegnate, hanno ormai smesso di ricercare lavoro e non risultano, pertanto, dai censimenti effettuati. Inoltre, prospetta l'esigenza di stanziare risorse per l'attuazione del Piano di riforma dei servizi all'infanzia, predisposto nella precedente legislatura, al fine di intraprendere azioni di sostegno in favore di tutte le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica in atto, comprese quelle meno abbienti.

Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA, dopo aver ringraziato i deputati intervenuti per gli utili spunti forniti alla discussione in corso, intende svolgere talune precisazioni in ordine alle questioni sinora poste. In primo luogo, chiarisce che i 40 milioni di euro iscritti in bilancio, che hanno costituito oggetto di polemica da parte dei gruppi di opposizione, riguardano l'anno 2009 e non l'anno 2010, ribadendo che il Governo ha già provveduto a stanziare, in materia di pari opportunità, ingenti risorse al fine di finanziare un piano di azione comprendete

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l'adozione di valide politiche di conciliazione.
Quanto alle misure da intraprendere sul versante dei servizi all'infanzia, ritiene opportuno rimettersi anche alle determinazioni che, in materia, intenderà assumere il soggetto più direttamente competente, ovvero il dipartimento per le politiche della famiglia, il cui responsabile è il sottosegretario Giovanardi. Ritiene, in ogni caso, che il Governo in carica abbia intrapreso lungimiranti politiche a sostegno dell'occupazione, in particolare a favore dei soggetti particolarmente colpiti dalla crisi, tra cui, appunto i giovani e le donne, avendo stanziato risorse considerevoli in materia di ammortizzatori sociali, favorendo inoltre una ripresa dei consumi e della produzione industriale: la prudente politica economica del Governo, pertanto, è incoraggiata dai segnali di ripresa che si stanno avvertendo nel sistema socio-produttivo.
Da ultimo, fa notare che sul basso tasso di occupazione femminile in Italia pesa in modo rilevante il forte disagio sociale del Mezzogiorno, rispetto al quale il Governo ha già predisposto linee di azione precise, tra cui il finanziamento della legge n. 215 del 1992, comprendente agevolazioni per l'imprenditoria femminile.

Silvano MOFFA, presidente, alla luce dell'odierno dibattito, ritiene opportuno concedere ai gruppi un ulteriore spazio temporale al fine di verificare in via informale se sussistano margini per la predisposizione di un testo unificato delle risoluzioni presentate, anche considerata l'esigenza di valutare nel frattempo l'eventualità di estendere il campo della discussione a tematiche connesse a quella in esame, riguardanti, ad esempio, le politiche per la famiglia, in ordine alle quali potrebbe risultare utile il coinvolgimento del rappresentante del Governo competente in materia.

Lucia CODURELLI (PD), pur ritenendo ragionevole la proposta testé formulata dalla presidenza, invita comunque il Ministro a svolgere una seria riflessione sull'argomento in discussione e ad assumersi la responsabilità di definire una linea di azione definitiva e chiara in materia di pari opportunità, anche attraverso il completamento dell'attuazione di quel piano di riforme dei servizi all'infanzia, predisposto nella scorsa legislatura dal Governo Prodi.

Silvano MOFFA, presidente, nel ribadire che, al fine di conoscere gli orientamenti dell'Esecutivo sul tema delle politiche per l'infanzia e la conciliazione dei tempi di vita delle famiglie sarà necessario valutare l'opportunità di un coinvolgimento del rappresentante del Governo competente in materia, invita intanto i gruppi a lavorare alla definizione di un possibile testo unificato degli atti di indirizzo in titolo.
Rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 20 aprile 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.20.