CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 febbraio 2010
283.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 17 FEBBRAIO 2010

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SEDE REFERENTE

Martedì 16 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso

La seduta comincia alle 10.40.

DL 195/09: Disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla protezione civile.
C. 3196 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

Sull'ordine dei lavori.

Raffaella MARIANI (PD) esprime perplessità sul fatto che si possa proseguire una discussione in assenza del rappresentante del Governo e nell'incertezza su quali modifiche si intendano apportare al testo in esame, sui cui contenuti ritiene necessario procedere ad una approfondita discussione; avanza quindi forti riserve su un eventuale ricorso al voto di fiducia sul decreto-legge in titolo. Sostiene che la Commissione non sia stata posta in grado di procedere ad un compiuto esame del provvedimento in quanto il Governo non si è ancora pronunciato in ordine a taluni profili particolarmente delicati e controversi del provvedimento. Fa notare che autorevoli esponenti della maggioranza hanno inviato segnali contraddittori in relazione ad eventuali modifiche da apportare al testo; esorta pertanto il relatore ed il Governo ad intervenire con maggiore chiarezza al riguardo.

Agostino GHIGLIA (PdL) relatore, precisa che sono in corso approfondimenti al fine di pervenire alla presentazione di emendamenti da parte del relatore e del Governo.

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Mauro LIBÈ (UdC), pur comprendendo la difficoltà del relatore a pronunciarsi sul merito del provvedimento, fa notare che la Commissione non può che prendere atto delle dichiarazioni rese dal Presidente della Camera in ordine alla preannunciata proposta di soppressione dell'articolo 16 del decreto-legge.

Guido DUSSIN (LNP) sostiene che la Commissione deve farsi carico della necessità di esaminare senza alcuna pregiudiziale il provvedimento al fine di apportarvi le opportune modifiche volte a migliorare, in particolare, la vigente normativa in materia di lavori pubblici e codici di appalti.

Andrea MARTELLA (PD) osserva che il decreto-legge in esame assume una particolare valenza anche in relazione alle vicende scandalistiche e giudiziarie che stanno emergendo in ordine alla gestione di taluni interventi emergenziali da parte della Protezione civile. Il Governo non può quindi sottrarsi ad intervenire in questa fase dei lavori della Commissione. Ritiene necessario, in particolare, che il Governo fornisca elementi chiari sull'orientamento che intende assumere con particolare riferimento alle previsioni di cui all'articolo 16 del testo.

Angelo ALESSANDRI, presidente, in attesa dell'arrivo del rappresentante del Governo, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 10.55, riprende alle 11.15.

Agostino GHIGLIA (PdL), relatore, preannuncia la presentazione di emendamenti al testo del provvedimento.

Raffaella MARIANI (PD) rappresenta l'esigenza dei gruppi di opposizione di conoscere quale orientamento il Governo intenda assumere in merito ai contenuti del decreto-legge, con particolare riferimento alle disposizioni contemplate dall'articolo 16. Deplora l'esiguità dei tempi di seduta riservati alla discussione generale, nonché la mancata presenza del Governo nella precedente seduta e l'evidente ritardo con cui è giunto nella odierna seduta.

Il Sottosegretario Guido BERTOLASO, nel preannunciare la presentazione di specifiche proposte di modifica del testo del decreto-legge, sostiene la necessità che il provvedimento sia approvato nei tempi prestabiliti; il decreto-legge, rileva, reca utili disposizioni in relazione all'emergenza del terremoto in Abruzzo, tese a garantire una corretta gestione nel trasferimento di competenze dal Commissario delegato del Governo al presidente della regione. Fa notare che il provvedimento assume un particolare rilievo anche in relazione alle disposizioni che prevedono la conclusione dello stato di emergenza nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania; enuncia al riguardo il passaggio di specifiche competenze a livello territoriale e locale, la realizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti, la gestione del termovalorizzatore di Acerra e le previsioni sul personale dei consorzi. In ordine alle previsioni dell'articolo 16, osserva che non si configura affatto, come paventano i gruppi di opposizione, una mera privatizzazione della Protezione civile, in quanto la nuova società ivi prevista si delinea quale struttura di servizio e di supporto del Dipartimento della Protezione civile, che rimarrebbe alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri. Segnala peraltro che il Governo, alla luce degli elementi emersi nel corso del dibattito sul punto, ritiene opportuno sopprimere le disposizioni relative alla suddetta società , pur intendendo salvaguardare talune puntuali previsioni relative alla regolamentazione delle attività di controllo della società che gestisce la flotta aerea antincendio dello Stato.

Salvatore MARGIOTTA (PD) avanza richieste di chiarimento in ordine al contenuto degli emendamenti preannunciati dal relatore.

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Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) fa notare che, in merito all'articolo 16, sussiste una stretta correlazione tra le previsioni che regolano il controllo della flotta aerea e quelle che disciplinano la nuova società di servizio della Protezione civile.

Agostino GHIGLIA (PdL) relatore, assicura che gli emendamenti saranno presentati quanto prima.

Ermete REALACCI (PD) manifesta forti riserve per gli esigui tempi di svolgimento del dibattito e chiede chiarimenti al riguardo al presidente.

Angelo ALESSANDRI, presidente, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 11.25, riprende alle 12.15.

Tino IANNUZZI (PD) manifesta il proprio sconcerto per la confusione e l'approssimazione dimostrata oggi dalla maggioranza e dal Governo di fronte alla giusta battaglia dell'opposizione contro un provvedimento che, partendo dalla condivisibile esigenza di porre termine all'emergenza rifiuti in Campania, rischia di rendere oltremodo difficile il ritorno alla normalità. Esso, inoltre, è venuto assumendo un contenuto disastroso con riferimento alle norme sulla messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e, soprattutto, a quelle sulla protezione civile, che rischiano di snaturarla e di alimentare una perversa tendenza a sovraccaricare di compiti un organismo che va, invece, preservato come bene comune di tutto il Paese.
Precisa che nel suo intervento si limiterà ad illustrare le giuste critiche rivolte dal partito democratico alle norme relative alla chiusura dell'emergenza rifiuti in Campania e le altrettanto ragionevoli proposte emendative presentate per migliorare il testo del provvedimento.
Passa quindi sinteticamente in rassegna gli articoli da 2 a 13 del decreto, denunciando anzitutto la mancanza di qualsiasi certezza in ordine alla realizzazione dei quattro previsti impianti di termovalorizzazione. Si tratta di una lacuna, a suo avviso, particolarmente grave, che dimostra palesemente l'incapacità del Governo, al di là della propaganda, di realizzare effettivamente il programma di chiusura dell'emergenza rifiuti in Campania.
Stigmatizza, poi, la norma che senza alcuna giustificazione espropria, di fatto, il sindaco di Salerno dei compiti commissariali assegnatigli solo un anno fa dal Governo in carica, norma che rischia di vanificare lo sforzo e l'impegno positivo fin qui profuso dallo stesso.
Ritiene, altresì, grave la scelta operata dal decreto di procedere alla riorganizzazione in capo alle province dei compiti di regolazione, programmazione e gestione del ciclo dei rifiuti, scelta che viola norme fondamentali dell'ordinamento degli enti locali, privando i comuni di competenze costituzionalmente garantire e azzerando esperienze positive, sia pure non generalizzabili, di buona ed efficiente gestione del ciclo integrato dei rifiuti da parte di numerosi comuni campani. Al riguardo, ritiene indispensabile apportare alcune modifiche al decreto che, pur mantenendo in capo alle province i compiti di individuazione del numero e della localizzazione degli impianti, mantengano in capo ai comuni le competenze relative alla gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Giudica, quindi, altrettanto grave la sottrazione ai comuni del potere impositivo relativo alla TARSU e alla TIA, ritenendo indispensabile dare definitività alla soluzione transitoria introdotta al Senato con riferimento al solo anno 2010.
Ritiene, infine, inaccettabile il testo dell'articolo 3, comma 5, che si presenta come un vero e proprio scudo che viola i diritti fondamentali dei cittadini e i principi costituzionali relativi all'esercizio della giurisdizione.

Alessandro BRATTI (PD) nell'associarsi a quanto detto dal deputato Iannuzzi, ritiene che il decreto- legge in esame solleva più di un dubbio sulla reale possibilità di uscire dall'emergenza rifiuti in

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Campania, in particolare per quanto concerne le disposizioni in tema di impiantistica, di organizzazione della raccolta differenziata e di bonifica dei siti inquinati. Nel riconoscere che si è fatto molto in Campania per fronteggiare l'emergenza, stigmatizza l'atteggiamento del Governo, a suo avviso, improntato a sterile propaganda che rischia oggi di non consentire un ritorno alla normalità, mentre in vaste aree del Paese, a partire dalla Sicilia, la situazione si va aggravando e rischia di tradursi in nuove e altrettanto gravi emergenze. Svolge, poi, una serie di puntuali domande al rappresentante del Governo in ordine al funzionamento del termovalorizzatore di Acerra e alla lentezza con cui si procede ad attuare le procedure necessarie per la realizzazione degli altri impianti previsti, manifestando perplessità per la distanza fra quanto affermato alcuni mesi fa dal sottosegretario Bertolaso presso la Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e quanto oggi emerge dal testo del provvedimento in esame, a partire dai dati relativi alla produzione di rifiuti nella regione Campania e dalla ipotesi di cessione dell'impianto di Acerra a soggetti diversi dalla regione Campania.
Quanto, poi, alle norme che consentono il reclutamento di personale ad opera del Dipartimento della protezione civile, in deroga alla vigente normativa sul pubblico impiego, denuncia il fatto, a suo avviso, inaccettabile che quel che viene concesso alla protezione civile non lo sia ad altri organi ed enti dello Stato, a partire dall'ISPRA, i cui dipendenti precari da mesi combattono, inascoltati dal Governo, una sacrosanta battaglia per poter continuare a lavorare in quell'Istituto.
Infine, soffermandosi sull'articolo 17 del provvedimento in esame denuncia il comportamento irresponsabile di un Governo che, di fronte ad una pubblica amministrazione che non funziona o funziona poco, sceglie, invece che di affrontare e risolvere questa questione, di creare un'amministrazione parallela, privata, slegata da ogni controllo e foriera di sperperi di risorse e di inutili duplicazioni di attività.

Gianpiero BOCCI (PD) Nel ripercorrere le vicende che hanno portato in Italia alla costruzione di un sistema della protezione civile di assoluta eccellenza, invidiato all'Italia dalla comunità internazionale, ritiene che se di responsabilità si deve parlare oggi è prima di tutto in relazione all'omissione di quanti, e fra questi anche il Capo del Dipartimento della protezione civile, che non si sono opposti e hanno, quindi, consentito che sul sistema della protezione civile si scaricassero tutte le criticità e i problemi e, negli ultimi due anni, tutte le questioni che, agli occhi del presidente del Consiglio dei ministri, apparivano propagandisticamente meritevoli di essere portate all'attenzione dei media e della pubblica opinione come esempi di efficienza e di rapidità di azione. Sennonché, così facendo, a suo avviso, si è finito per deturpare il volto della protezione civile, se ne sono snaturati quel profilo e quella missione - far fronte alle emergenze conseguenti alle calamità e ai disastri naturali e portare aiuto alle popolazioni che ne hanno bisogno - che avevano suscitato l'entusiasmo dei cittadini e fatto sì che intorno alla protezione civile si realizzasse uno straordinario impegno di volontariato e di collaborazione a tutti i livelli territoriali.
Ritiene, sotto questo aspetto, che soprattutto due sono gli errori strategici compiuti ed ai quali occorre, fin da subito, porre rimedio. Il primo è dato dall'aver associato i cosiddetti grandi eventi alla protezione civile, con la conseguente proliferazione di attività e una vera e propria inflazione di ordinanze e decreti, ai quali non ha tuttavia fatto riscontro un contestuale rafforzamento del sistema dei controlli. Al contrario, si è assistito al progressivo svuotamento dei controlli contabili e amministrativi, nonché all'indebolimento degli enti locali, attraverso un sempre minore coinvolgimento degli stessi, che ha portato alla deriva e alle deviazioni alle quali assistiamo oggi e che rischiano di disperdere un grande patrimonio che non è del Governo o dell'opposizione, ma del Paese.

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Passa quindi a commentare le norme in materia di messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico, rilevando con rammarico che anche in questo caso si assiste all'inaccettabile scelta del Governo di trasformare in emergenza una questione addirittura storica, con il triste corollario della nomina anche in questo caso di commissari straordinari, e di indebolire e marginalizzare le regioni e gli enti locali, vale a dire i soli soggetti in grado di interloquire efficacemente con il Governo per porre in essere interventi strutturali e coerenti nel tempo per la salvaguardia e la difesa del territorio. Conclude sottolineando che il Paese vuole bene alla protezione civile e che, proprio per questo è necessario ricondurla alla sua missione originaria, tornando indietro rispetto a scelte deleterie che rischiano di offuscarne irrimediabilmente l'immagine e il ruolo.

Salvatore MARGIOTTA (PD) si associa a tutto quello che hanno detto i deputati del partito democratico che lo hanno preceduto negli interventi. Ricorda, quindi, che il partito democratico si è opposto al provvedimento in esame ben prima che le dolorose vicende di questi giorni assumessero di fronte all'opinione pubblica l'attuale rilievo. In tal senso, dichiara di volersi attenere strettamente al merito del provvedimento, rivolgendo anzi al sottosegretario Bertolaso l'augurio sincero di uscire presto e indenne dalla vicenda giudiziaria che lo riguarda. Riconosce che si è ben operato nell'affrontare l'emergenza rifiuti in Campania e che, se è vero che oggi l'autonomia e l'autosufficienza di quella regione - in ordine alla gestione dei rifiuti - è di due anni, mentre lo scorso anno era al più di due settimane, molto si è fatto per riportare ad una condizione più accettabile la situazione. Ritiene, tuttavia, che la propaganda non debba fare aggio sulla buona politica e che, per questo, non si debba nascondere che tale situazione è ancora a rischio, in primo luogo a causa di una perdurante carenza di impianti. Passa, quindi, ad elencare i punti di maggior debolezza e criticità del decreto-legge in esame, dalla ingiustificabile sottrazione di competenze ai comuni nella gestione del ciclo dei rifiuti, all'estromissione immotivata del sindaco di Salerno dai compiti relativi alla costruzione del termovalorizzatore in quella città, all'inammissibile compressione dei diritti fondamentali dei cittadini prodotta dalla norma contenuta nel comma cinque dell'articolo 3 del testo in esame.
Ribadisce, infine, che se davvero si vuole preservare lo straordinario patrimonio rappresentato dal sistema della protezione civile, allora è necessario riconoscere che la strada intrapresa con il decreto-legge n. 343 del 2001 - di equiparare alle calamità naturali i grandi eventi - e recentemente enfatizzata con l'attribuzione alla protezione civile dei compiti più vari e più lontani dalla sua missione - dai mondiali di nuoto, al piano carceri -, è una strada sbagliata e pericolosa, dalla quale si deve tornare indietro restituendo la protezione civile ai suoi compiti originari e alla stima e affetto di tutti gli italiani.
Sotto questo aspetto, non è casuale, a suo avviso, che anche le deviazioni che sono oggi all'attenzione della magistratura, si siano verificate non in connessione alle emergenze vere e alla gestione delle calamità naturali, ma proprio in collegamento con eventi e attività che nulla hanno a che vedere con il ruolo e i compiti più propriamente istituzionali della protezione civile.
Con grande sincerità, ritiene, infine, di dover manifestare al sottosegretario Bertolaso una limpida contrarietà alla norma che nominandolo sottosegretario fa emergere un grave conflitto di interessi ed una palese incompatibilità fra due ruoli, quello di Capo della protezione civile e di membro del Governo in carica, il primo dei quali fondato sull'imparzialità e sullo spirito di servizio ed il secondo, all'opposto, sull'adesione ad un indirizzo politico e su un incomprimibile sentimento di appartenenza.
Conclude, ribadendo la netta contrarietà del partito democratico al provvedimento in esame e la sua ferma volontà di

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migliorarne il testo, dopo il primo importante risultato conseguito con le modifiche oggi sottoposte dal Governo all'attenzione della Commissione.

Mauro LIBÈ (UdC), preliminarmente osserva che il provvedimento in esame viene all'attenzione della Commissione in un contesto oggettivamente delicato e difficile.al riguardo, osserva che altro è il giudizio sull'operato della protezione civile e del suo Capo, altro è il giudizio su un provvedimento che via via si è appesantito di misure e interventi incoerenti, parziali, sbagliati, per soddisfare la consueta voracità di un Governo che non perde occasione per trasformare in provvedimenti omnibus tutti quelli che porta all'attenzione del Parlamento. Nel ribadire la stima del suo gruppo al sottosegretario Bertolaso, sottolinea che la colpa dell'attuale situazione più che sua e di chi ha voluto scaricare sulla protezione civile una marea di compiti, incurante del rischio gravissimo di costruire una macchina mastodontica, inefficiente e indifferente ad ogni tipo di controllo e di richiesta di collaborazione.
Ricorda che il suo gruppo si era espresso sul provvedimento al Senato con un voto di astensione, poiché riteneva e ritiene che sia giusto chiudere la fase emergenziale in Abruzzo nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 e che sia giusto cercare di uscire, finalmente, dall'emergenza rifiuti in Campania. Rileva, peraltro, che se è vero che i passi compiuti oggi dalla maggioranza e dal Governo, con l'annunciata modifica del provvedimento, vanno nella giusta direzione, occorre che altri passi siano fatti, a partire dall'esclusione della gestione dei grandi eventi e del piano carceri dai compiti della protezione civile, se davvero si vuole che questa torni ad essere quello che era un tempo e a fare quello per cui si era guadagnata la stima e l'affetto di tutti gli italiani.

Augusto DI STANISLAO (IdV) preliminarmente esprime il rammarico del gruppo di Italia dei Valori per la traiettoria assunta dalla protezione civile, che è incompatibile con la sua missione e il suo ruolo. Rivolge, per questo, al sottosegretario Bertolaso una specifica domanda sul perché non abbia ritenuto di dover rinunciare alla messe di incarichi e di compiti diversi da quelli connaturati alla missione della protezione civile che negli ultimi tempi si sono ammassati, concentrandosi, invece, sui compiti per i quali la protezione civile è chiamata ad intervenire davvero e che hanno fatto apprezzare da tutti i cittadini il suo operato e il suo impegno. Ritiene che il decreto-legge in esame abbia un contenuto che presenta diversi profili di incostituzionalità e che si presenta in palese contrasto con gli interessi del Paese, annunciando una ferma battaglia del suo gruppo affinché non si ceda di fronte alla deriva imposta dal Governo in carica.
Sottolinea che un ragionevole punto di equilibrio fra Governo e opposizione non possa che passare attraverso il rifiuto della logica secondo cui la protezione civile deve sviluppare azioni che nulla hanno a che vedere con la gestione di emergenze dovute a calamità naturali e che investe, invece, attività ordinarie, sicuramente programmabili nel tempo, solo perché si vuole sottrarre ad ogni controllo di legalità tali attività.
Sottolinea, altresì, che questa logica è pericolosa anche perché rischia, da un lato, di far sembrare ai cittadini che nessun altro organo dello Stato o istituzione, a partire dagli enti locali, funzioni o sia capace di dare risposta alle esigenze della collettività, approfondendo in tal modo la distanza fra cittadini e istituzioni e la fiducia nei loro confronti; dall'altro, di far risultare vincente una subcultura della gestione immediata delle cose e dei problemi, a completo detrimento della capacità progettuale e dell'obiettivo della programmazione nel tempo delle attività delle pubbliche amministrazioni.
Sotto questo aspetto, giudica particolarmente grave il contenuto dell'articolo 17 del decreto che trasforma la questione della messa in sicurezza del territorio in un'unica emergenza, sottraendo inaccettabilmente ai comuni e agli altri enti territoriali

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tutte le competenze in materia di difesa del suolo e di governo del territorio.
Conclude, denunciando che la politica dell'attuale Governo sta riducendo lo Stato alla gestione di continue emergenze perché l'attuale Governo vede in questo il grimaldello per scardinare il sistema democratico dei controlli e per impedire, finalmente, al Parlamento - e in ultima istanza al Paese - di riappropriarsi della capacità di assumere scelte strategiche e di mettere in campo politiche organiche e adeguate alla rilevanza dei problemi e alle esigenze dei cittadini.

Chiara BRAGA (PD) rileva che la decisione del Governo di espungere dal testo del decreto l'articolo 16, accolta con soddisfazione dal suo gruppo e frutto della battaglia condotta dallo stesso, non risolve, tuttavia, tutte le criticità che ancora presenta il provvedimento in esame.
Passa dunque a illustrare sinteticamente tali criticità, a partire da quelle relative all'articolo 14 che autorizza procedure straordinarie di reclutamento di personale da parte della protezione civile, che, a suo avviso, appaiono gravide di conseguenze, non solo in relazione a quanto succede in altri ambiti, altrettanto importanti della pubblica amministrazione, ma anche sul piano della imparzialità dei comportamenti dei futuri pubblici funzionari dello Stato. Rileva, quindi, che anche l'articolo 15 presenta analoghe, se non maggiori, criticità in ordine alla incompatibilità fra le cariche e i ruoli che il sottosegretario Bertolaso viene a ricoprire, in deroga alla stessa legge sul conflitto d'interessi e ponendo a rischio la fondamentale distinzione fra attività di indirizzo politico e attività amministrative.
Ritiene, inoltre, con riferimento all'articolo 17 che sia inaccettabile che lo Stato guardi alla questione della messa in sicurezza del territorio esclusivamente come ad un'emergenza da affidare a commissari straordinari o a società in house, invece di approntare strumenti adeguati, nel dialogo con le regioni e gli enti locali, per mettere in campo politiche strutturali e di lunga durata.
Dopo avere espresso rilievi e critiche sulle disposizioni relative alla realizzazione del piano carceri, sia pure riconoscendo che la soppressione della protezione civile s.p.a., depotenzi alquanto tali criticità, conclude ribadendo che la contrarietà del partito democratico al decreto-legge in esame muove da una ragione globale e profonda. Ad avviso del partito democratico, infatti, dal decreto emerge in tutta la sua gravità la volontà del governo di sottrarre le proprie attività al sistema democratico dei controlli e la sua altrettanto grave sfiducia nella capacità di fare ben funzionare lo Stato e la pubblica amministrazione. In questa sfiducia il partito democratico vede un pericolo e la motivazione vera a ricorrere da parte del Governo a strumenti eccezionali che indeboliscono gli organi di controllo, con i rischi gravi che in questi giorni si stanno riproponendo all'attenzione della pubblica opinione.

Il sottosegretario Guido BERTOLASO ritiene che talune delle osservazioni svolte dai deputati, che ringrazia, siano senz'altro condivisibili, come ad esempio alcune di quelle relative alla necessità di approntare e di ben calibrare gli strumenti per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania.
In proposito, ritiene, peraltro, che dagli stessi interventi siano emersi elementi di fatto capaci di fornire una esaustiva risposta alla domanda, più volte formulata, circa la necessità da parte sua di accettare l'incarico di commissario per l'emergenza rifiuti in Campania. Passa quindi ad illustrare, in risposta alle domande poste dai deputati, la situazione relativa al funzionamento degli impianti di smaltimento in essere e alla realizzazione di quelli previsti, nonché alle attività di raccolta dei rifiuti da parte dei soggetti a questo deputati, sottolineando - ad esempio - che la rilevata discrepanza dei dati relativi alle qualità di rifiuti prodotti in quella regione è dovuta, principalmente, al fatto che per la prima volta si è riusciti a fare un conteggio rigoroso delle quantità di rifiuti prodotti.

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Sul termovalorizzatore di Acerra, assicura che entro il corrente mese si procederà al suo collaudo e che già oggi l'impianto smaltisce più di quello che si era immaginato potesse fare. Assicura, poi, che provvederà senz'altro a rendere pubblici tutti i dati relativi alle emissioni dell'impianto, confermando, comunque, che essi sono sicuramente inferiori ai limiti imposti dalla normativa nazionale e comunitaria. Riconosce che con il decreto non si pone fine a tutte le criticità che caratterizzano il ciclo di gestione dei rifiuti in Campania, né questo è stato mai affermato da alcuno, ma rivendica alla struttura commissariale di aver conseguito risultati positivi nell'affrontare l'emergenza e nel porre le base per il suo definitivo superamento. Sul tema specifico sollevato da alcuni deputati, relativo al mantenimento del potere impositivo dei comuni sulla TARSU e sulla TIA, segnala il passo, a suo avviso equilibrato, che è stato fatto al Senato. Quanto alla cosiddetta revoca dei poteri commissariali al sindaco di Salerno, assicura che la misura è stata predisposta ben prima della candidatura del sindaco alle regionali, al solo scopo di agevolare una definizione positiva della vicenda legata alle realizzazione del termovalorizzatore, e che la stessa è stata definita d'intesa con la regione Campania. Sulla situazione degli impianti previsti, osserva, infine, che anche a Napoli è stato ormai scelto il sito dell'impianto e ci si avvia a compiere le fasi che porteranno alla realizzazione del termovalorizzatore, mentre comunica che, stante il volume dei rifiuti prodotti, il quarto impianto previsto, ad oggi, non sembra più necessario.
Quanto alla questione della stabilizzazione del personale precario della protezione civile, non può che ribadire l'assoluto valore di tale personale e il suo diritto a vedere riconosciuto infine il ruolo e le competenze che da anni pongono al servizio della struttura che ha l'onore di dirigere. Riconosce che anche altre situazioni meriterebbero analoghe misure e, al riguardo, ricorda di essersi espresso pubblicamente a favore della stabilizzazione dei precari dell'ISPRA volendo in tal modo portare il proprio piccolo contributo ad una positiva soluzione della loro vertenza.
Quanto alle osservazioni svolte sul tesato dell'articolo 15, ricorda che non lui ma il Governo ha voluto e deciso di nominarlo sottosegretario. Riferisce, altresì, che le vicende di questi giorni hanno portato ad una cambiamento della situazione. Al riguardo, con riferimento alla domanda posta sulla ragione della mancata irrevocabilità delle sue dimissioni, risponde che da funzionario dello Stato non ha ritenuto per un solo momento di venir meno ai suoi doveri di ufficio, pur avendo messo a disposizione del Governo non uno ma ambedue gli incarichi da lui ricoperti, di sottosegretario di Stato e di Capo della protezione civile.
Manifesta alla convinzione la sua convinzione che si tratti di incarichi a termine, ma chiede di poter essere messo nelle condizioni di chiarire il grande equivoco di cui è rimasto vittima, al contempo rammaricandosi per non sapere ancora a chi debba rivolgere questo chiarimento, da lui chiesto con forza fin dal primo momento, anche per tenere alto il nome e il prestigio della protezione civile.
Passa quindi ad illustrare la situazione relativa alla richiesta di sospensione di adempimenti tributari e contributivi per i cittadini della Liguria, della Toscana e dell'Emilia-Romagna, colpiti dalle alluvioni di fine dicembre e inizio gennaio informando di avere sottoposto alla firma del presidente del Consiglio dei ministri un'ordinanza con cui si anticiperanno agli imprenditori danneggiati le risorse necessarie per riavviare gli impianti e per scongiurare la chiusura degli stabilimenti. Infine, sulla questione relativa alla gestione dei grandi eventi, sulla quale oggi è agevole svolgere osservazioni critiche, ricorda che nella grande maggioranza dei casi il ruolo commissariale è svolto non dal capo della protezione civile ma dai presidenti delle regioni interessate. Conclude, riferendo che sulla messa in sicurezza del territorio, e dunque sul contenuto dell'articolo 17 del decreto-legge in esame, nessun riferimento può essere fatto alle procedure di cui alla legge n. 225 del

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1992 sulla protezione civile e che, per quanto in suo potere, egli si è sempre dichiarato a favore del reperimento di risorse adeguate alla messa in campo di politiche pluriennali e strutturali per la messa in sicurezza del territorio, fondate sul coinvolgimento delle regioni e degli enti locali, pur rilevando che spesso - l'ultimo caso è quello della messa in sicurezza dell'ultimo tratto del fiume Magra - sono proprio le autorità regionali a chiedere l'intervento della protezione civile per superare i contrasti e le dispute fra i vari soggetti coinvolti nella realizzazione degli interventi.

Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi (vedi allegato 1), nonché taluni emendamenti del relatore e successivamente del Governo (vedi allegato 2). Propone che il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti presentati dal relatore sia fissato alle ore 14 della giornata odierna e il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti presentati dal Governo sia fissato alle ore 14.30 della medesima giornata.

La Commissione conviene.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15.10.

Angelo ALESSANDRI, presidente, comunica che sono pervenuti subemendamenti agli emendamenti del relatore e del Governo (vedi allegato 2).
Avverte che risultano inammissibili per estraneità di materia i seguenti emendamenti:Fallica 8.01, in quanto relativo alla disciplina su tutto il territorio nazionale degli impianti termoelettrici di produzione di energia rientranti nel campo di applicazione della direttiva 2003/87/CE; Bratti 10.01, inerente la classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi; Tortoli 11.27, in quanto recante modifiche all'articolo 29 della legge n. 99 del 2009, relativo all'Agenzia per la sicurezza nucleare; Bonciani 11.28, che proroga le norme relative al regime di prelievo del servizio raccolta rifiuti; Bonciani 11.29, che prevede il differimento delle norme relative all'istituzione dell'albo nazionale dei gestori ambientali; Tortoli 11.01, che reca modifiche al comma 2-quinques dell'articolo 5 del decreto-legge n. 208 del 2008 relativo al modello unico di dichiarazione ambientale; Cosenza 11-bis.01 che dispone interventi diretti al miglioramento del funzionamento degli impianti di depurazione delle acque nella regione Campania; Fallica 11-bis.02 che reca modifiche alla disciplina in materia di servizio idrico integrato; Cosenza 13.01, che reca norme, non riferibili al testo del decreto-legge in esame, dirette ad inserire la materia dell'educazione ambientale nei programmi scolastici delle scuole della regione Campania; Piffari 14.4 che introduce norme relative alla pubblicizzazione del rapporto di lavoro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; Mariani 15.22, che riguarda la disciplina degli incendi boschivi; Dussin 15-bis.01 che prevede modifiche alla disciplina relativa alla nomina dei direttori degli enti parco; Peluffo 16.02, che istituisce una commissione parlamentare di controllo sull'attività delle società per azioni di emanazione del Governo; Peluffo 16.03, che prevede l'istituzione di un parere vincolante dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori in relazione alla stipula dei contratti della protezione civile; Lo Monte 17.18, che prevede la realizzazione di interventi diretti a fronteggiare l'emergenza idrogeologica nel territorio dei Nebrodi in provincia di Messina; Bratti 17.20, che prevede interventi per la mitigazione del rischio sanitario e ambientale dei siti contaminati; Tortoli 17.01, che prevede disposizioni concernenti le attività di dragaggio e di bonifica; Bratti 17.02, che dispone in materia di salvaguardia delle risorse idriche ad uso potabile; Fallica 17.020, che prevede misure dirette all'attuazione del protocollo di Kyoto; Zeller 17-ter.6, che prevede per gli istituti penitenziari delle province autonome di Trento e Bolzano lo

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svolgimento delle funzioni di commissario straordinario da parte del presidente della provincia.
Infine, in relazione all'emendamento 4.500 del Governo, la Presidenza sottolinea che esso sarebbe meglio collocato nel decreto-legge sugli enti locali attualmente in discussione: peraltro, rilevato che esso fa riferimento ai grandi eventi di competenza della Protezione civile, ritiene che possa essere dichiarato ammissibile, ove fosse verificata la concorde volontà di tutti i gruppi al riguardo e tenuto conto della richiesta del Governo di procedere in questa sede.
Peraltro, in relazione al rilevante numero di emendamenti presentati, propone alla Commissione di procedere all'esame e alla votazione dei soli emendamenti presentati dal relatore e dal Governo e dei relativi subemendamenti, nonché dell'emendamento Fallica 17.26.

La Commissione conviene.

Il sottosegretario Guido BERTOLASO ritira l'emendamento 4.500 del Governo.

Agostino GHIGLIA (PdL), relatore, ritira l'emendamento a sua firma 6.501. Esprime parere contrario sui subemendamenti Piffari 0.3.500.2 e 0.3.500.3, Libé 0.6.501.1, Piffari 0.6.501.2, 0.6.500.1, 0.6.500.2 e 0.11.500.1 nonché Libé 0.16.500.1. Raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 3.500, 10-bis.500, 11.501, 15.500, 15-bis.500, 16.500, 17.501, 17.500, 17-ter.500, 17-quinquies.500. Esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Fallica 17.26. Esprime, inoltre, parere favorevole sugli emendamenti del Governo 6.500, 11.500, 13.500, e 17.502.

Il sottosegretario Guido BERTOLASO esprime parere conforme a quello del relatore.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, i subemendamenti Piffari 0.3.500.2 e 0.3.500.3.

La Commissione approva l'emendamento 3.500 del relatore.

Angelo ALESSANDRI, presidente, fa presente che, essendo stato ritirato l'emendamento 4.500 del Governo, si intende decaduto il subemendamento Piffari 0.4.500.1. Avverte, altresì, che, a seguito del ritiro dell'emendamento 6.501 del relatore, si intendono decaduti i subemendamenti Libé 0.6.501.1 e Piffari 0.6.501.2.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, i subemendamenti Piffari 0.6.500.1 e 0.6.500.2. Approva, quindi, con distinte votazioni, l'emendamento 6.500 del Governo, nonché l'emendamento 10-bis.500 del relatore.

La Commissione respinge il subemendamento Piffari 0.11.500.1. Approva, quindi, l'emendamento 11.500 del Governo.

Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte che l'emendamento del relatore 11.501 deve intendersi assorbito dall'approvazione dell'emendamento 11.500 del Governo.

La Commissione approva, con distinte votazioni, l'emendamento 13.500 del Governo e gli emendamenti 15.500 e 15-bis.500 del relatore.

La Commissione respinge il subemendamento Libè 0.16.500.1. Approva, quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti 16.500 e 17.501 del relatore, l'emendamento Fallica 17.26, nonché l'emendamento 17.502 del Governo.

Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte che l'emendamento 17.500 del relatore deve intendersi assorbito dall'approvazione dell'emendamento 17.502 del Governo.

La Commissione approva, quindi, gli emendamenti 17-ter.500 e 17-quinquies.500 del relatore.

Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri del Comitato per la legislazione, delle Commissioni I, II, IV, VI, VII, X, XI, XII, XIV e della Commissione per le questioni regionali. Avverte che la V Commissione esprimerà il prescritto parere ai fini dell'esame in Assemblea. Fa presente, inoltre, che è pervenuta richiesta da parte del prescritto numero dei deputati affinché il Comitato della legislazione possa esprimere un nuovo parere sul testo modificato

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dalla Commissione, ai sensi del parere della Giunta per il Regolamento del 6 ottobre 2009.

Roberto ZACCARIA (PD) fa presente che il Comitato per la legislazione, di cui è membro, esprimerà il parere sul testo come risultante dalle modifiche apportate dalla Commissione ai fini dell'esame in Assemblea.

La Commissione prende atto.

La Commissione delibera, quindi di conferire il mandato al relatore, onorevole Ghiglia, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Angelo ALESSANDRI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 15.25.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

DL. 194/09 proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 3210 Governo, approvato dal Senato.
Parere alle Commissioni riunite I e V.