CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 11 dicembre 2009
262.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Venerdì 11 dicembre 2009. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI, indi del vicepresidente della IV Commissione, Giovanni FAVA. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 8.40.

DL 152/2009: Disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3016 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 dicembre 2009.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD), nel sottolineare come negli ultimi tempi si sia assistito ad una progressiva riduzione del periodo di proroga delle missioni internazionali, evidenzia che se, in un primo momento, tale riduzione da 1 anno a 6 mesi era stata ragionevolmente giustificata con l'esigenza di attribuire maggiore flessibilità alla presenza militare nei vari teatri operativi, ora invece appare evidente che le ultime due proroghe, disposte per un periodo particolarmente breve, rispettivamente di due e quattro mesi, siano state determinate unicamente dalla scarsità delle risorse stanziate in bilancio, con ciò ingenerando una sorta di «precarizzazione» delle missioni con inevitabili riflessi, sia di carattere psicologico sui militari impiegati nei teatri operativi, sia sull'affidabilità della strategia del Governo in ordine alle missioni stesse. Evidenzia,

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quindi, lo stridente contrasto tra quanto affermato dai Ministri La Russa e Frattini nel corso delle comunicazioni rese alle Commissioni riunite Esteri e Difesa dei due rami del Parlamento nella seduta di ieri, con riferimento all'invio in Afghanistan di ulteriori mille militari, e quanto invece verificatosi di recente con il rientro, a seguito della conclusione delle elezioni presidenziali, di circa 500 uomini dallo stesso Paese, nonché con la riduzione dello stanziamento destinato alle missioni internazionali per il 2010, quale risultante dal disegno di legge finanziaria 2010, da 1,5 miliardi a soli 750 milioni di euro. Sottolinea, inoltre, che, mentre da un lato l'Italia appare confermare piena adesione alle iniziative del Presidente Obama, dall'altro l'incremento della presenza militare italiana in Afghanistan avverrebbe solo a partire dall'ottobre 2010, ossia poco prima del ritiro delle truppe da quel Paese, previsto, secondo le dichiarazioni dello stesso Presidente degli Stati Uniti, nel 2011. Passando alle disposizioni in materia penale contenute nel decreto-legge in esame, osserva come le norme introdotte dal Senato all'articolo 4, che prevedono sensibili modifiche alla disciplina penale applicabile al personale militare, appaiano in contrasto, quantomeno dal punto di vista del metodo, con quanto recentemente preannunciato dal Ministro della difesa, riguardo ad un'imminente iniziativa governativa di riforma organica dell'intera disciplina penale militare. Ritiene altresì che il metodo con cui vengono introdotte nell'ordinamento le citate modifiche non solo non risulti giustificabile alla luce della durata limitata a soli due mesi del provvedimento in esame, ma anche rischioso dal punto di vista degli effetti che potrebbero derivare dall'applicazione delle disposizioni stesse dal momento che esse entrerebbero in vigore, senza il necessario approfondimento, proprio in una fase della missione afgana particolarmente delicata che vedrà un'estensione dei territori affidati alla responsabilità del contingente italiano. Infine, esprimendo l'auspicio che nel prossimo futuro non ci si debba trovare nuovamente nelle condizioni di dover votare un rifinanziamento di così breve durata, anche per rispetto della professionalità dei militari coinvolti nelle missioni internazionali, sottolinea che il provvedimento sarà comunque votato favorevolmente dal gruppo del Partito Democratico.

Mario BARBI (PD) esprime, in primo luogo, la sua profonda insoddisfazione per come si configura il rapporto tra Governo e Parlamento su una materia rilevante come quella delle missioni internazionali. Osserva in proposito che il Parlamento è chiamato in qualche modo a ratificare formalmente, quasi allo scadere del periodo oggetto del decreto-legge in esame, decisioni già assunte in sede governativa. Rileva inoltre che un finanziamento delle missioni limitato ad un bimestre mostra al mondo l'immagine di un Paese che non è in grado di programmare i suoi impegni internazionali e di farsi carico fino in fondo delle proprie responsabilità.
In secondo luogo, ritiene che la frequente presentazione in corso d'anno di decreti-legge di proroga delle missioni internazionali da parte del Governo costringa le Commissioni parlamentari a riservare una parte considerevole del proprio tempo all'esame di tali provvedimenti, e al tempo stesso a sacrificare gli approfondimenti a suo avviso doverosi sulla revisione in atto del quadro strategico della missione in Afghanistan. In proposito giudica inadeguate le condizioni in cui tipicamente si svolge il confronto tra le Commissioni e il Governo su tali temi, come nell'occasione delle comunicazioni dei Ministri degli esteri e della difesa svoltasi ieri, anche a causa dei tempi ristretti a fronte di una platea molto numerosa e del fatto che molte informazioni erano state anticipate nei giorni precedenti da notizie di stampa, come peraltro segnalato nel corso del dibattito dal collega Fassino.
In terzo luogo, entrando nel merito delle posizioni del Governo, sottolinea la

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profonda differenza tra l'intervento svolto dal sottosegretario Cossiga nella seduta del 1o dicembre al Senato, in cui si affermava che non era stata ancora definita la nuova strategia della missione NATO in Afghanistan, e le dichiarazioni governative rese nella settimana successiva. Pur dichiarandosi consapevole delle importanti novità determinatesi nello scenario internazionale, a cominciare dal discorso del Presidente Obama all'accademia di West Point, ritiene che il Governo dovrebbe fornire maggiori elementi rispetto a quanto emerso ieri circa gli sviluppi degli ultimi giorni e le posizioni dell'Italia all'interno del processo decisionale della NATO.
In conclusione, auspica una maggiore partecipazione del Parlamento alla definizione della strategia italiana in Afghanistan e sottolinea che al riguardo sussiste una specifica aspettativa da parte dell'opposizione. Rileva in proposito che mentre alcuni Paesi, a cominciare dalla Polonia, hanno immediatamente dato seguito all'appello degli Stati Uniti annunciando un incremento delle truppe schierate in quel teatro, altri, tra cui la Francia e la Germania, hanno deciso di attendere gli esiti della Conferenza che si terrà a Londra alla fine di gennaio del prossimo anno. Ritiene quindi che la scelta tra queste due opzioni debba essere approfondita in sede parlamentare.

Giovanni FAVA, presidente, replicando alle osservazioni del deputato Barbi, sottolinea come il Governo, di propria iniziativa, abbia reso nella seduta di ieri comunicazioni alle Commissioni Esteri e Difesa dei due rami del Parlamento, che si sono svolte con un dibattito ampio e ordinato.

Enrico PIANETTA (PdL), pur riconoscendo l'importanza del ruolo di stimolo dell'opposizione attraverso l'espressione di considerazioni problematiche, ritiene che sia sbagliato fare passare l'idea che sia in atto una sorta di «precarizzazione» delle missioni italiane all'estero. In proposito, richiama le parole precise e coerenti con le quali il Ministro Frattini ha ieri ribadito la qualità dell'impegno italiano, sia dal punto di vista umano che dei mezzi impiegati. Rileva come l'azione del nostro Paese sia caratterizzata da un intreccio tra le azioni per garantire la sicurezza ed un'attività di cooperazione, in particolare nei settori della sanità, della formazione e del sistema giudiziario. Sottolinea come l'importanza di questo impegno, in particolare nei tre settori chiavi dell'Afghanistan, Balcani e Medio Oriente, sia condivisa da tutte le forze parlamentari.
Ricorda che nella giornata di ieri il Governo ha mostrato disponibilità ad un confronto parlamentare da svolgersi prima dell'avvio della Conferenza di Londra. Sottolinea l'importanza della dimensione regionale per la soluzione della crisi afgana, manifestando il suo apprezzamento per il coinvolgimento di alcuni Paesi arabi riferito dal Ministro Frattini. Conclude ribadendo la necessità di inviare un messaggio forte e chiaro ai militari italiani impegnati in missioni all'estero circa la continuità dell'azione del nostro Paese, al di là dell'orizzonte bimestrale del decreto-legge in esame considerati gli stanziamenti di risorse effettuati con la legge finanziaria per il 2010.

Franco GIDONI (LNP) sottolinea, in primo luogo, come le comunicazioni del Governo rese nella giornata di ieri dai Ministri Frattini e La Russa abbiano costituito un momento di grande rilievo nel dialogo Governo-Parlamento in tema di missioni internazionali, a differenza di quanto avvenuto invece in passato in occasione di altre missioni internazionali come quella in Kosovo, quando l'allora maggioranza di Governo non manifestò la stessa sensibilità nei confronti del Parlamento. Per quanto concerne i problemi sollevati dall'opposizione in materia di rifinanziamento delle missioni internazionali, nel ricordare come l'attuale Governo non abbia mai fatto mancare i necessari finanziamenti ai militari impegnati nei teatri operativi, osserva come l'ampiezza del periodo di proroga sia legata fondamentalmente

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a questioni di tecnica contabile che non vanno confuse con valutazioni politiche sulla priorità degli interventi finanziati. Al riguardo apprezza le dichiarazioni rese nella seduta di ieri dal sottosegretario Cossiga che ha confermato lo stanziamento di 750 milioni di euro destinato al Fondo missioni internazionali e ha assicurato il ricorso al Fondo per le spese impreviste per la copertura dell'ulteriore fabbisogno finanziario in corso d'anno. Giudica pertanto «acrobatiche» le critiche mosse dall'opposizione, dal momento che quest'ultima voterà comunque a favore del provvedimento. Infine, nel condividere pienamente le affermazioni rese ieri dal Presidente Obama, che ha giudicato la guerra come un mezzo talvolta necessario per raggiungere la pace, proprio in occasione della cerimonia per il ritiro del premio Nobel per la pace, ribadisce il pieno appoggio del gruppo della Lega Nord al provvedimento in titolo.

Pier Fausto RECCHIA (PD), nel replicare alle osservazioni del deputato Gidoni, osserva come risulti contraddittoria non già la posizione del Partito Democratico quanto quello della Lega Nord, ove si considerino le dichiarazioni rese dal Ministro Bossi sul ritiro del contingente italiano in occasione dei tragici attentati avvenuti di recente in Afghanistan. In riferimento, invece, alle comunicazione rese ieri dal Governo, sottolinea come esse abbiano costituito un momento di dialogo ex post con il Parlamento, poiché avvenute soltanto dopo che il Governo aveva già di fatto assunto impegni a livello internazionale. Nel condividere, inoltre, le valutazioni del deputato Pianetta sul collegamento tra gli interventi per la sicurezza e quelli per la cooperazione, sottolinea come tuttavia entrambi andrebbero finanziati con adeguate risorse. A tale proposito rileva l'esistenza non solo di un problema di quantità di risorse, ma anche di qualità. Infatti, nel rimarcare come le modalità con le quali le risorse vengono allocate rivestano estrema importanza, sottolinea come il mancato rifinanziamento dello specifico Fondo destinato alle missioni internazionali rappresenti, a livello governativo, un indubbio spostamento del baricentro decisionale verso il Ministero dell'economia. A questo riguardo, cita le dichiarazioni del Ministro della difesa che, in una recente intervista, se da un lato ha evidenziato che l'invio di ulteriori mille uomini in Afghanistan comporta nuove spese, dall'altro ha sottolineato come esistano altre missioni che possono essere ridotte con un adeguato piano di riequilibrio che ha già ottenuto il consenso entusiastico del Ministro Tremonti. Nel sottolineare come tutto ciò dimostri ancora una volta che l'attuale Governo pone al primo posto le risorse e in funzione di queste ultime determina gli obiettivi in un campo strategico come quello delle missioni internazionali, rileva l'esigenza indifferibile di invertire l'ordine logico delle priorità, partendo innanzitutto dal livello di ambizione del Paese per poi passare, in una fase successiva, allo stanziamento delle risorse occorrenti.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA sottolinea in primo luogo come ciclicamente si apra in Parlamento una polemica sul rapporto tra l'azione politica svolta tramite le missioni all'estero e le modalità del loro finanziamento, ricordando come l'allora Ministro degli affari esteri D'Alema abbia tentato, senza successo, di modificare l'attuale procedura di finanziamento. Ritiene in ogni caso che il Parlamento, essendo a conoscenza con largo anticipo delle scadenze connesse al finanziamento delle missioni, possa attivare per tempo un adeguato dibattito politico su di esse.
Rispondendo alle critiche avanzate da alcuni esponenti dell'opposizione, afferma che il parziale ritiro di truppe da altri scenari, come il Libano o il Kosovo, non deriva da scelte improvvisate ma da decisioni concordate con gli alleati in considerazione anche della mutata situazione sul campo. Sottolinea inoltre come la natura dell'impegno italiano in Afghanistan

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sia divenuta notevolmente più complessa rispetto alle prime fasi di intervento.
Ritiene inevitabile che il Governo sia costretto ad assumere decisioni rapide in ambito internazionale, con conseguente esiguità di tempi per un dibattito parlamentare, ricordando in proposito il precedente della crisi libanese dell'estate del 2006.
Replicando alle osservazioni del deputato Barbi circa la scelta di prevedere un incremento della presenza italiana in Afghanistan senza attendere gli esiti della conferenza di Londra, sottolinea come essa sia la logica conseguenza degli avvenimenti degli ultimi mesi, a cominciare dal Rapporto McCrystal e di un approccio multilaterale allo scenario internazionale. Rileva che in ogni caso il Governo ha operato una scelta politica in tal senso che è stata assunta anche sulla base di una visione condivisa tra maggioranza e opposizione parlamentare e del sostanziale sostegno espresso dell'opinione pubblica diversamente da quanto sta accadendo in altri importanti Paesi europei, come ad esempio il Regno Unito.
Ricorda che il Governo ha sempre ritenuto necessario un coinvolgimento regionale per trovare una soluzione alla crisi afgana, a cominciare dalla conferenza tenutasi a Trieste, purtroppo non pienamente riuscita a causa dell'assenza iraniana. Ritiene che attraverso la decisione di aumentare la presenza militare si possa conseguire una posizione più autorevole in vista della Conferenza di Londra, potendo così esercitare in quella sede una maggiore influenza sul Governo afgano al fine di compiere i passi necessari per il raggiungimento di tale soluzione. Auspica in proposito che Abdullah Abdullah, sfidante del presidente Hamid Karzai alle ultime elezioni, possa essere nominato presidente della Commissione nazionale per le Riforme al fine di ottenere una maggiore coesione nazionale.
Conclude sottolineando come il contingente italiano rappresenti, per rilevanza, la terza forza stanziata in Afghanistan, pur non nascondendo le difficoltà connesse alle diverse regole di ingaggio delle forze presenti.

Giovanni FAVA, presidente della IV Commissione, essendo ripresi i lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per oggi al termine dei lavori antimeridiani dell'Aula.

La seduta termina alle 9.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.25 alle 14.30.

SEDE REFERENTE

Venerdì 11 dicembre 2009. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 14.50.

DL 152/2009: Disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3016 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, avverte che entro il nuovo termine di presentazione degli emendamenti, poc'anzi fissato all'unanimità dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sono state presentate 13 proposte emendative riferite al provvedimento in oggetto (vedi allegato).

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Su tali emendamenti formula un invito al ritiro, precisando che, in caso di mancato ritiro, il parere dovrà intendersi contrario.
In particolare, segnala che i dieci emendamenti riferiti all'articolo 1, a prima firma Di Stanislao, prevedono la proroga al 30 giugno 2010, anziché al 31 dicembre 2009, degli interventi di cooperazione allo sviluppo e aumentano proporzionalmente le autorizzazioni di spesa, disponendone la copertura a valere sulle risorse derivanti dalla previsione di un incremento delle aliquote di base dell'imposta di consumo dei tabacchi lavorati. In proposito, segnala come la proroga dei citati interventi di cooperazione sarà disposta per il prossimo anno, come di consueto, con apposito intervento legislativo che attingerà alle risorse già approntate dal disegno di legge finanziaria, senza dover ricorrere ad un inasprimento delle aliquote di imposta, come invece previsto dagli emendamenti in esame. Pertanto, pur valutando positivamente la finalità dei citati emendamenti, ribadisce l'invito al ritiro.
Per quanto riguarda l'emendamento Di Stanislao 3.1, volto a sopprimere la disposizione concernente la proroga del mandato dei componenti in carica dei COCER, rinvia alle motivazioni che giustificano tale proroga, quali risultanti dalla relazione illustrativa all'Atto Senato 1850, peraltro richiamate nella propria relazione introduttiva. Nel ribadire pertanto l'invito al ritiro, ricorda come tale proroga risulti altresì giustificata dall'esigenza di non interferire con i provvedimenti all'esame del Senato che recano disposizioni per la riforma della rappresentanza militare.
Infine, per quanto attiene agli identici emendamenti Villecco Calipari 4.1 e Di Stanislao 4.2, volti a sopprimere le norme penali introdotte, all'articolo 4, durante l'esame del provvedimento al Senato, segnala come tali norme appaiano coerenti con le particolari esigenze derivanti dai teatri operativi in cui operano le Forze armate. Ribadisce pertanto l'invito al ritiro.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA esprime parere conforme a quello del relatore.

Augusto DI STANISLAO (IdV), nel sottolineare come il gruppo dell'Italia dei Valori, tramite la presentazione degli emendamenti intenda offrire un fattivo contributo per assicurare alle predette missioni una cornice di maggiore stabilità, esprime il proprio rammarico per le valutazioni del relatore che, a suo avviso, non tengono adeguatamente conto dello spirito collaborativo con il quale le proposte emendative sono state elaborate.
Riguardo alle finalità della missione in Afghanistan esprime l'auspicio che il Governo possa chiarire, come indicato in appositi atti di sindacato ispettivo presentati dal gruppo dell'Italia dei Valori, se gli obiettivi della missione ISAF siano ancora gli originari obiettivi di Peace-keeping, comunicati a suo tempo al Parlamento, oppure se essi siano di fatto mutati nel corso del tempo.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, fa presente al collega Di Stanislao di non aver espresso parere contrario sugli emendamenti presentati dall'Italia dei Valori, ma bensì un invito al ritiro, proprio nella prospettiva di giungere ad una valutazione condivisa tra maggioranza ed opposizione sugli obiettivi del provvedimento, restando inteso che sulle singole questioni, come quelle sul futuro rifinanziamento delle missioni internazionali, potranno essere presentati appositi atti di indirizzo in Assemblea che potrebbero trovare favorevole accoglimento da parte del Governo. Per quanto riguarda, infine, gli obiettivi della missione in Afghanistan, sottolinea come essi possano essere ulteriormente ribaditi dal Governo nel corso del prosieguo dell'esame in Assemblea.

Fabio EVANGELISTI (IdV) chiede se l'eventuale ritiro degli emendamenti in Commissione precluda la possibilità di una successiva ripresentazione delle medesime

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proposte emendative ai fini dell'esame in Assemblea.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, fa presente che il ritiro degli emendamenti riferiti a disegni di legge di conversione di decreti-legge come quello in esame - così come del resto per tutti i progetti di legge diversi dalla finanziaria, dal bilancio e dai collegati - non preclude la possibilità di ripresentare gli emendamenti stessi in Assemblea.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) sottolinea come il proprio gruppo abbia presentato un solo emendamento volto alla soppressione delle disposizioni in materia penale introdotte, all'articolo 4, dal Senato. In particolare, tali disposizioni pongono una questione di merito e una di metodo. Per quanto riguarda il primo profilo, evidenzia come il comma 1-sexies, in materia di non punibilità del militare che fa uso delle armi, della forza o di altro mezzo di coazione fisica, per la necessità di operazioni militari, introduca il concetto di direttiva che, in quanto non sufficientemente definito, potrebbe risultare in contrasto con il principio della tassatività delle norme penali. Per quanto attiene invece al metodo, stigmatizza il fatto che la maggioranza abbia introdotto in un decreto-legge, per altro relativo ad un arco temporale assai limitato, rilevanti disposizioni penali di portata generale, proprio nel momento in cui sono all'esame del Parlamento alcuni progetti di legge di iniziativa parlamentare recanti una riforma organica della disciplina penale militare, e lo stesso Governo ha istituito un'apposita Commissione di studio al fine della predisposizione di una specifica iniziativa legislativa.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, nel replicare alle osservazioni della deputata Villecco Calipari, fa presente che, poiché il combinato disposto dei commi 1-sexies e 1-septies dell'articolo 4 limita l'ambito di applicazione delle disposizioni penali in essi contenute ai soli militari impiegati in missioni internazionali, ne consegue che la nozione di direttiva debba essere riferita esclusivamente alle direttive militari che, potendo essere impartite soltanto per iscritto, presentano un contenuto ben più stringente degli stessi ordini.

Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Di Stanislao 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 3.1, nonché gli emendamenti identici Villecco Calipari 4.1 e Di Stanislao 4.2.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, avverte che sono pervenuti il parere favorevole con osservazioni del Comitato per la legislazione nonché i pareri favorevoli delle Commissioni I (Affari costituzionali), II (Giustizia), VI (Finanze), VIII (Ambiente), XI (Lavoro), XII (Affari sociali) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori per le Commissioni III e IV di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, si riserva, anche a nome del presidente della III Commissione, di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 15.10.