CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 novembre 2012
732.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-07737 Renato Farina: Sulla condizione dei cristiani in Pakistan.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel ringraziare l'On. Farina per quest'interrogazione, che porta all'attenzione della Commissione un caso che è stato seguito personalmente e con grande attenzione dal Ministro Terzi, vorrei rassicurare sul fatto che la bambina cristiana accusata di blasfemia ed arrestata il 16 agosto a Islamabad è stata scarcerata il 7 settembre scorso. Al momento è custodita in stato di libertà provvisoria in luogo protetto e segreto, in attesa dello svolgimento del procedimento pendente a suo carico.
  Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la piccola Rimsha, affetta da disabilità mentale, sarebbe stata sorpresa a bruciare dei rifiuti contenenti pagine di un testo che riporta versi coranici. Le indagini avviate hanno poi portato all'arresto del principale accusatore di Rimsha, l'Imam della moschea del quartiere, accusato dai suoi stessi collaboratori di avere inserito nei rifiuti bruciati dalla bambina pagine di testi sacri. L'obiettivo, secondo alcuni testimoni, sarebbe stato quello di cacciare le famiglie cristiane dal quartiere in quanto stanziate su terreni oggetto di speculazione edilizia.
  La liberazione di Rimsha e l'arresto dell'Imam costituiscono un segnale senza precedenti. L'atto del magistrato che ha deciso la scarcerazione è stato certamente facilitato dalle prese di posizione assunte fin dalle prime ore, oltre che dal Consigliere per le minoranze religiose Paul Bhatti e dal Ministro per l'Armonia Nazionale Gill, anche dallo stesso Presidente Zardari, dal Ministro dell'Interno, dalla società civile e dai leader di partiti islamisti quali Jamat-e-Islami e di movimenti estremisti islamici quali il Consiglio per la Difesa del Pakistan e Jamat Ahl-e-Hadith. Immediate reazioni a favore della scarcerazione si erano avute anche da gran parte della comunità internazionale. L'Italia e l'Unione Europea sono state le prime ad effettuare un apposito passo sulle Autorità pakistane, per rappresentare la propria attenzione e preoccupazione per la vicenda.
  Nonostante le pressioni internazionali, vorrei sottolineare come la positiva evoluzione descritta sia stata originata principalmente dall'interno della società pakistana, innestando nuove e favorevoli dinamiche, con autorevoli pubbliche prese di posizione contro la violenza interconfessionale e l'estremismo. Sulla scia dell'episodio di Rimsha, e di altri analoghi contro le minoranze sciite, a fine settembre è stato presentato al Parlamento un disegno di legge per l'incremento dei seggi in Assemblea Nazionale e Senato riservati alle minoranze. In precedenza era stato istituito un nuovo Ministero per l'Armonia Nazionale ed erano state lanciate delle iniziative a favore del dialogo interreligioso, tra le quali va certamente menzionata quella che ha portato alla recente ratifica da parte pakistana delle Convenzioni sui Diritti Civili e Politici e Contro la Tortura. Il Presidente Zardari ha inoltre ribadito in più occasioni l'impegno del Governo a favore delle minoranze.
  A fronte di questi sviluppi, resta notevole il divario tra l'apertura delle Istituzioni e la situazione sul terreno, nell'ambito di una società dove il contesto politico, economico e di sicurezza hanno favorito la diffusione dell'intolleranza. Di Pag. 61fatto continuano a verificarsi discriminazioni ed episodi di violenza settaria e religiosa in tutte le aree del Pakistan. Ad essere colpiti sono sia gli sciiti che le sette sunnite moderate, oltre che le minoranze non musulmane (circa il 5 per cento fra indù, cristiani, sikh, buddisti, parsi, baha'i, ahmadi). Alla radice di tali episodi si trovano una crescente intolleranza e fanatismo, ma anche povertà, disoccupazione, frustrazione per una situazione sociale ed economica gravemente deteriorata. Non è un caso che la stragrande maggioranza degli episodi di intolleranza abbia luogo in situazioni in cui vittime e carnefici sono accomunati da povertà, analfabetismo ed emarginazione.
  In questo contesto, l'Italia resta al fianco della autorità pakistane per aiutarle a far uscire il Paese dalla spirale della povertà e dell'estremismo, avviando un processo di profondo rinnovamento. Il rispetto dei diritti umani e delle libertà civili, e in particolare della tutela delle minoranze, è, in tal senso, essenziale ed è un tema regolarmente sollevato durante colloqui politici con le autorità di Islamabad, sia dalla nostra Ambasciata che durante i contatti del Ministro Terzi con la sua omologa Hina Rabbani Khar, e con il Consigliere Paul Bhatti. Lo stesso Presidente Monti aveva sollevato l'argomento della libertà religiosa in Pakistan in un incontro dello scorso aprile con il suo omologo pakistano Gilani a margine del Forum di Boao.
  Sul piano più generale, il Governo italiano, resta impegnato in maniera prioritaria per tenere alta l'attenzione della Comunità internazionale sugli episodi di violenza ai danni di minoranze religiose.
   Per quanto concerne in particolare le Nazioni Unite, l'Italia si sta adoperando affinché anche quest'anno l'Assemblea Generale possa approvare consensualmente una risoluzione in materia. A tal proposito, e per sottolineare il carattere prioritario del tema, il Ministro Terzi, di concerto con il suo omologo giordano, ha promosso a New York in settembre scorso un evento collaterale sul ruolo della società civile e dell'educazione ai diritti umani come strumenti per la promozione della tolleranza religiosa.
  In ambito europeo, merita infine segnalare come il 25 giugno scorso, il Consiglio Affari Esteri abbia adottato la Nuova Strategia dell'Unione Europea sui Diritti Umani, nella quale, grazie anche all'esplicita richiesta più volte formulata dal Ministro Terzi, la tutela della libertà di religione viene annoverata tra le principali priorità.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-08346 Narducci: Sui corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera.

TESTO DELLA RISPOSTA

  I corsi di lingua italiana a favore delle nostre collettività all'estero – avviati inizialmente per mantenere vivo il legame con la lingua di origine – sono divenuti negli anni uno strumento cruciale della strategia generale di diffusione dell'italiano all'estero grazie alla loro capillare presenza nelle scuole locali.
  Il loro successo ha contribuito a caratterizzare l'italiano come lingua della cultura. La presenza diffusa di questi corsi ha reso possibile la formazione di un ampio bacino di utenza grazie al quale si sono potuti raggiungere stadi avanzati di apprendimento della lingua sia a livello liceale e universitario.
  Parallelamente si è intensificata l'opera di razionalizzazione delle iniziative di promozione linguistica proprio al fine di promuovere l'integrazione dei corsi di italiano nei sistemi locali, anche per fronteggiare in un'ottica di ottimizzazione delle risorse la contrazione degli stanziamenti che si è purtroppo riflessa anche sui contributi agli enti gestori. Questo approccio è quello ritenuto più rispondente alla complessiva azione di promozione della lingua e cultura italiana all'estero.
  In questo contesto, va sottolineata la significativa integrazione di due milioni di euro destinati agli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana, propiziata nel luglio scorso dall'approvazione del decreto sul rinvio delle elezioni Comites e CGIE grazie al contributo del Parlamento e con il sostegno del Governo ed in particolare del Ministro degli Esteri Terzi. È stato così possibile dare un importantissimo segnale di attenzione alle politiche in questo settore. L'erogazione dei due milioni agli enti gestori è già in corso da parte della competente Direzione Generale.
  Nel ripartire queste risorse, è stata assicurata un'attenzione prioritaria agli enti gestori che operano in circoscrizioni consolari – come quelle in Svizzera – dove hanno concluso il proprio mandato, senza poter esser sostituiti, alcuni docenti di ruolo per effetto delle disposizioni contenute nel provvedimento del Governo sulla «spending review». L'obiettivo è stato quindi anche quello di compensare, per quanto possibile, tale riduzione, attraverso una presa in carico da parte degli enti gestori delle attività svolte dai docenti rientrati in Italia.
  In tale contesto, la Svizzera costituisce un Paese di prioritaria importanza per la promozione della lingua e della cultura italiana. Ciò è testimoniato dagli ingenti contributi erogati nel corso degli anni agli enti gestori in Svizzera. Anche nel 2012 gli enti gestori operanti in Svizzera hanno ricevuto una quota rilevante dei fondi disponibili (il 16 per cento del totale, ovvero 1 milione e 370 mila euro sugli 8,3 milioni complessivi sul relativo capitolo). La Farnesina confida per il 2013, compatibilmente con il quadro finanziario, di assegnare fondi in linea e auspicabilmente maggiori rispetto all'anno corrente.
  Come sopra accennato, vorrei infine confermare che la strategia per l'integrazione dei corsi nelle scuole locali costituisce un obiettivo prioritario per l'Amministrazione. Da questo punto di vista, i corsi di italiano organizzati dagli enti gestori hanno mostrato nel tempo progressi Pag. 63significativi in termini di integrazione nei curricula scolastici svizzeri. Negli ultimi anni si è peraltro registrata un'inevitabile flessione nel numero delle iniziative che non può essere imputata solo al volume dei contributi agli enti gestori ma è da ricondurre anche all'oggettiva minore richiesta di corsi da parte di un'utenza sempre più integrata nel sistema scolastico e sociale locale.
  La Farnesina rimane impegnata lungo queste direttrici. Le modalità per un ulteriore rafforzamento della cooperazione bilaterale ai fini di una sempre maggiore integrazione dei corsi nei percorsi scolastici svizzeri sarà approfondita anche nel corso della prossima riunione della Ventiduesima Commissione Culturale Italo-Svizzera che si terrà a Berna il prossimo 15 novembre.

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ALLEGATO 3

Ratifica ed esecuzione della Convenzione concernente la competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, conclusa all'Aja il 19 ottobre 1996 (C. 3858 Di Biagio, C. 3739 Volontè, C. 3906 Di Stanislao e C. 3947 Schirru).

EMENDAMENTO

ART. 5.

  Sostituirlo con il seguente:

Art. 5.
(Autorità centrale).

  1. In attuazione delle disposizioni previste dall'articolo 29 della Convenzione, l'Italia designa come autorità centrale la Commissione per le adozioni internazionali, di cui all'articolo 38 della legge 4 maggio 1983, n. 184 e successive modificazioni.
  2. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della giustizia, degli affari esteri, dell'interno e per la cooperazione internazionale e l'integrazione, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, provvede ad adottare un regolamento, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, che modifica il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2007, n. 108, per definire, ai fini previsti dalla Convenzione, l'organizzazione ed il funzionamento della Commissione di cui al comma 1, nonché la sua composizione, la cui consistenza numerica non può eccedere, in ogni caso, quella fissata dall'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 108 del 2007. Con il medesimo regolamento sono altresì determinate le forme di collaborazione della Commissione con le altre pubbliche amministrazioni, nonché le modalità ed i criteri numerici per l'utilizzo del personale comandato da altre pubbliche amministrazioni da assegnare alla Commissione, senza oneri aggiuntivi.
  3. La Commissione, di cui al comma 1, assume la nuova denominazione di «Commissione per la protezione dei minori e per le adozioni internazionali».
5. 100. Il Relatore.
(Approvato)