CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 settembre 2012
705.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

TESTO AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2012

ALLEGATO 1

Relazione annuale 2011 sui rapporti tra la Commissione europea e i Parlamenti nazionali. (COM(2012)375 final.).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea;
   esaminata la Relazione annuale 2011 della Commissione sui rapporti con i Parlamenti nazionali (COM(2012)375 final);
   tenuto conto degli elementi di conoscenza e valutazione riportati nella Relazione annuale sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità (COM(2012)373 final);
   premesso che:
    il consolidamento dei rapporti tra la Commissione europea e le altre Istituzioni dell'UE, da un lato, e i Parlamenti nazionali, dall'altro, costituisce una condizione imprescindibile per assicurare la democraticità del processo decisionale europeo, accrescere la consapevolezza dei cittadini in merito ai vantaggi dell'integrazione europea e migliorare la qualità della regolamentazione europea;
    occorre a questo scopo che il dialogo diretto dei Parlamenti con la Commissione e le altre Istituzioni così come il raccordo con i rispettivi Governi non si traduca in un esercizio puramente formale ma abbia una effettiva incidenza sul merito delle scelte strategiche e normative dell'Unione;
    le misure adottate dall'UE in risposta alla crisi e, in particolare, la costruzione del nuovo sistema di governance economica rendono urgente la creazione di nuovi canali per il coinvolgimento diretto dei Parlamenti nazionali nella formazione delle scelte politiche e normative dell'Unione;
    per un verso, i nuovi meccanismi, adottati o in corso di definizione, ai fini del coordinamento ex ante delle politiche economiche e di bilancio, del rispetto dei vincoli di finanza pubblica e della stabilizzazione dell'area euro, si articolano in procedure intergovernative che contemplano la mera informazione del Parlamento europeo e, per l'urgenza delle decisioni da assumere e la pressione dei mercati, rendono non agevole il raccordo tra i Parlamenti e i rispettivi Governi;
    per altro verso, il riconoscimento ad alcuni Parlamenti nazionali, per effetto di leggi o prassi interne o pronunce delle Corti costituzionali, del potere di opporsi all'adesione dei rispettivi Governi a decisioni dell'UE di particolare importanza e delicatezza, pur essendo in linea di principio espressione di democratica rappresentativa, potrebbe creare profonde asimmetrie tra gli Stati membri e tradursi in un ostacolo allo sviluppo del processo di integrazione;
    l'esercizio, secondo una logica meramente nazionale, di tali prerogative potrebbe, in particolare, pregiudicare il percorso dell'Area euro e dell'Unione nel suo complesso verso un'Unione bancaria, un'Unione fiscale ed economica, avviato dal Vertice dei Capi di Stato e di Governo del 29 giugno 2012, e che dovrebbe avanzare secondo scadenze precise e rigorose;
    le significative cessioni di sovranità richieste da questi passaggi dovranno essere deliberate in modo consapevole dai Parlamenti dei Paesi partecipanti. Al tempo stesso va prevenuto il rischio che il Pag. 92Parlamento di un singolo Paese ponga un sostanziale veto alla creazione di forme più avanzate di integrazione e al funzionamento dei nuovi strumenti di governance;
    a questo scopo, è necessario individuare sedi e procedure attraverso cui i Parlamenti nazionali, anche in cooperazione con il Parlamento europeo, possano dialogare effettivamente e tempestivamente con le Istituzioni europee in tutte le fasi della formazione ed attuazione delle politiche e della normativa dell'UE. A questo scopo andrà valutata anche l'introduzione di apposite disposizioni nell'ambito di una più ampia revisione delle disposizioni dei Trattati, in particolare relative all'Unione economica e monetaria;
    nella Relazione in esame la Commissione propone opportunamente di rafforzare il dialogo con i Parlamenti nazionali su alcuni temi chiave, tra cui la governance economica – ed in particolare il semestre europeo – il quadro finanziario pluriennale e il controllo su Europol ed Eurojust;
    con riguardo al semestre europeo, la Commissione propone un dialogo intensificato con i Parlamenti stessi dopo la pubblicazione dell'analisi annuale della crescita, e l'approvazione da parte del Consiglio delle raccomandazioni specifiche per ciascun Paese;
    occorre raccordare le proposte della Commissione con le iniziative già avviate per rafforzare la cooperazione interparlamentare in materia e, in particolare, con l'attuazione dell'articolo 13 del Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'unione economica e monetaria (cd. fiscal compact) che demanda al Parlamento europeo e ai Parlamenti nazionali l'organizzazione e la promozione di una conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti;
    la forte crescita della quantità di pareri trasmessi dai Parlamenti nazionali alla Commissione nell'ambito del dialogo politico, pur positiva, non deve essere considerata ex se quale indice della qualità dell'istruttoria svolta e soprattutto dell'efficacia dell'intervento parlamentare. Alcuni Parlamenti o Camere trasmettono infatti alla Commissione un numero ridotto di pronunce in quanto concentrano il proprio intervento su progetti legislativi o documenti prelegislativi selezionati in ragione della loro effettiva rilevanza politica, economica o giuridica e privilegiano l'esigenza di svolgere un'istruttoria adeguata;
    è significativo che soltanto 64 dei 622 pareri trasmessi nel 2011 dai Parlamenti nazionali alla Commissione europea abbiano natura di pareri motivati ai fini del meccanismo di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà. Ciò conferma che il valore aggiunto della partecipazione dei Parlamenti nazionali al processo decisionale europeo non consiste nel controllo sull'esercizio delle competenze dell'Unione ma nel contributo alle scelte politiche e normative di fondo;
    va pertanto ribadita la ferma contrarietà ad ogni tentativo di stabilire in seno alla COSAC o in altre sedi di cooperazione interparlamentare meccanismi di coordinamento tra i Parlamenti nazionali intesi a configurare un esercizio sostanzialmente collettivo del controllo di sussidiarietà, in contrasto con le disposizioni dei Trattati e del Protocollo n. 2;
    è opportuno l'invito della Commissione ai Parlamenti nazionali a trasmettere osservazioni sul Programma di lavoro annuale della Commissione stessa, in quanto strumento strategico per contribuire a creare consenso in merito ai temi sui quali l'Unione dovrebbe concentrare le proprie politiche nei prossimi anni. In questa chiave, occorre che la Commissione tenga conto delle priorità dei Parlamenti nazionali nella propria programmazione strategica;
    è altresì condivisibile l'auspicio che i Parlamenti nazionali procedano all'esame – oltre che delle proposte legislative – anche dei documenti di consultazione e di altri documenti non legislativi in Pag. 93relazione ai quali l'impatto dell'intervento parlamentare, inserendosi in una fase precoce del processo decisionale europeo, è maggiore;
    in questa prospettiva, va considerata in modo positivo la disponibilità della Commissione ad allertare sistematicamente i Parlamenti nazionali in merito a tutte le consultazioni pubbliche che vengono varate, nonché ad evidenziare in modo più specifico i contributi dei Parlamenti nazionali alle medesime consultazioni;
    la Relazione in esame non reca una valutazione degli effetti concreti del dialogo politico, non indicando essa se ed in quale misura i pareri dei Parlamenti nazionali siano stati tenuti in considerazione dalla Commissione e dalle altre Istituzioni dell'Unione nel corso del processo decisionale;
    la qualità delle risposte della Commissione alle osservazioni dei Parlamenti nazionali registra un lento ma graduale miglioramento, mentre i tempi per la risposta continuano tuttavia ad essere troppo lunghi. Pur essendo comprensibile la difficoltà di predisporre risposte tempestive a fronte di una forte crescita quantitativa e qualitativa dei pareri dei Parlamenti nazionali, sarebbe auspicabile un feed back più rapido, eventualmente in forma sintetica, compatibile con la possibilità che i Parlamenti nazionali si pronuncino nuovamente sul punto o quanto meno ne tengano conto nel seguire lo sviluppo del processo decisionale europeo;
    va ribadita l'esigenza che la Commissione renda disponibili ai Parlamenti nazionali nelle rispettive lingue nazionali la più ampia tipologia possibile di documenti, con particolare riguardo alle valutazioni di impatto sulle proposte legislative, essenziali per operare un esame compiuto e approfondito delle proposte legislative;
    è auspicabile che anche il Parlamento europeo valorizzi i pareri ad esso trasmessi dai Parlamenti nazionali, dando conto espressamente del seguito dato ai medesimi contributi nelle Relazioni adottate dalle Commissioni in vista dell'esame in plenaria;
    in questa prospettiva, va considerato come un primo passo utile, ai fini di rendere più visibili e conoscibili i pareri motivati e gli altri contributi trasmessi dai Parlamenti nazionali, l'Approccio comune adottato dalla Conferenza dei Presidenti di Commissione del Parlamento europeo nel dicembre 2010;
   sottolineato che:
    in relazione ad alcuni atti o documenti dell'UE, trasmessi ai sensi del Protocollo n. 1, ai pareri espressi dalla XIV Commissione non ha fatto seguito l'approvazione di documenti finali da parte delle Commissioni di merito o l'approvazione è intervenuta con forte ritardo;
    le Commissioni di merito dovrebbero procedere in modo più sistematico e tempestivo all'esame dei progetti di atti e documenti dell'Unione europea;
   rilevata altresì l'esigenza che il presente documento finale sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico informale,

esprime una valutazione positiva
  con le seguenti osservazioni:
   a) è necessario che la Commissione europea assicuri un pieno ed effettivo supporto alle sedi e procedure di cooperazione in materia di governance economica che saranno stabilite dal Parlamento europeo e dai Parlamenti nazionali, anche al fine di dare attuazione all'articolo 13 del Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'unione economica e monetaria (cd. fiscal compact);
   b) a questo scopo, sarebbe utile che la Commissione trasmettesse tempestivamente ai Parlamenti nazionali, oltre ai documenti previsti dai Protocolli n. 1 e n. 2, ogni ulteriore elemento di informazione Pag. 94e valutazione utile in merito alle decisioni relative ai nuovi meccanismi di governance economica;
   c) la Commissione dovrebbe accelerare, assicurando il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, la predisposizione dei regolamenti che definiranno, ai sensi degli articoli 85 e 88 del Trattato sul funzionamento dell'Unione, le modalità di associazione dei Parlamenti stessi alla valutazione dell'attività di Eurojust ed al controllo delle attività di Europol;
   d) la Commissione europea, in coerenza con il regime linguistico previsto dai Trattati, dovrebbe rendere tempestivamente disponibili ai Parlamenti nazionali, nelle rispettive lingue ufficiali, la più ampia tipologia possibile di documenti, con particolare riferimento alle valutazioni di impatto sulle proposte legislative;
   e) sarebbe necessario ridurre i tempi per la trasmissione delle risposte della Commissione ai pareri dei Parlamenti nazionali ed assicurare che le risposte stesse diano conto in modo più puntuale del seguito dato ai rilievi formulati in tali pareri;
   f) è auspicabile che le prossime Relazioni annuali indichino – anche sulla base di alcuni esempi concreti – come i pareri dei Parlamenti nazionali sono stati tenuti in considerazione dalla Commissione stessa ed eventualmente dalle altre Istituzioni dell'Unione nell'ambito del processo decisionale nonché se, in linea generale, essi sostengono la posizione dei rispettivi Governi;
   g) sarebbe opportuno che, a partire dal Programma di lavoro per il 2013, la Commissione desse conto in modo espresso delle indicazioni pervenute al riguardo dai Parlamenti nazionali e del seguito dato ad esse ai fini della individuazione delle priorità strategiche e legislative dell'Unione;
   h) anche il Parlamento europeo dovrebbe dare espressamente conto del seguito dato ai contributi ad esso trasmessi dai Parlamenti nazionali, in particolare mediante l'inserimento di un apposita sezione nelle relazioni preparate sui singoli atti dalle Commissioni in vista della seduta plenaria.

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ALLEGATO 2

Legiferare meglio – 19a relazione riguardante l'anno 2011
COM(2012)373 final.

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE FORMULATA DAL RELATORE

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea;
   esaminata la Relazione annuale sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità «Legiferare meglio 2011» (COM(2012)373);
   tenuto conto degli ulteriori elementi di conoscenza e valutazione riportati nella Relazione annuale della Commissione sui rapporti con i Parlamenti nazionali nel 2011 (COM(2012)375 def.) e nella relazione della Commissione «Ridurre al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano sulle PMI – Adeguare la normativa dell'UE alle esigenze delle microimprese» (COM(2011)803);
   tenuto altresì conto della risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2012 sulla relazione «Legiferare meglio 2010 – applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità» (2011/2276(INI));
   premesso che:
    i principi di sussidiarietà e proporzionalità rivestono un rilievo cruciale per l'avanzamento del processo di integrazione europea, in quanto potrebbero contribuire a superare il paradosso di cui l'Unione europea, come dimostrato dalla risposta sinora tardiva e insufficiente alla crisi, appare prigioniera: l'Unione non riesce ad agire in modo adeguato fronte di questioni la cui complessità su scala globale rende insufficiente l'azione dei soli Stati membri mentre interviene con eccessivo dettaglio in altri settori. Ne consegue che i cittadini europei percepiscono poca Europa laddove ce ne sarebbe più bisogno e troppa Europa ove, invece, l'azione a livello nazionale, regionale o locale, sarebbe più adeguata;
    per sciogliere questo paradosso occorre seguire un approccio, sintetizzato dalla formula «più Europa, più sussidiarietà», imperniato su una concezione dinamica del principio di sussidiarietà, che può comportare un ampliamento dell'azione dell'Unione nel quadro delle sue competenze, ove le circostanze lo richiedano, o, al contrario, una limitazione o cessazione dell'azione in questione quando questa non sia più giustificata;
    i principi di sussidiarietà e proporzionalità non devono pertanto essere intesi quali strumenti per la mera difesa delle competenze o dell'interesse nazionale ma quali criteri modulatori della legislazione europea nei rapporti con gli altri livelli di Governo e con i corpi sociali intermedi;
    la prassi istituzionale e la prima applicazione del meccanismo di allerta precoce da parte dei Parlamenti nazionali dimostrano come, al di là delle differenti e più o meno sofisticate metodologie messe in capo da ciascuna Istituzione, le modalità di interpretazione e applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità durante la fase legislativa dipendono dal contesto politico e dagli interessi nazionali e settoriali in gioco;
    in tale prospettiva, il fatto che soltanto 64 dei 622 pareri trasmessi nel 2011 dai Parlamenti nazionali alla Commissione europea abbiano natura di pareri Pag. 96motivati ai fini del meccanismo di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà, conferma che gran parte dei Parlamenti stessi non intende avvalersi di tale meccanismo quale strumento di blocco del processo decisionale europeo e considera prioritario interloquire sul merito delle scelte politiche e normative europee;
    in una sola occasione, dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, i pareri motivati adottati dai Parlamenti nazionali hanno raggiunto la soglia del «cartellino giallo», in relazione alla proposta di regolamento sull'esercizio del diritto di promuovere azioni collettive nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei servizi (COM(2012)0130), poi ritirata dalla Commissione europea;
    va ribadita la ferma opposizione ad ogni tentativo di stabilire in seno alla COSAC o in altre sedi di cooperazione interparlamentare meccanismi di coordinamento tra i Parlamenti nazionali intesi a configurare un esercizio sostanzialmente collettivo del controllo di sussidiarietà, in contrasto con le disposizioni dei Trattati e del Protocollo n. 2;
    occorre invece utilizzare in modo efficace e sviluppare ulteriormente, anche ai fini della valutazione dei profili di sussidiarietà, gli strumenti per lo scambio di informazioni e valutazioni, quali l'IPEX, come auspicato dal Parlamento europeo;
    è opportuno che anche il raccordo tra i Parlamenti nazionali e le rispettive assemblee legislative regionali si incentri sulla valutazione del merito delle iniziative legislative e prelegislative europee anziché sui profili di sussidiarietà;
    una forte attenzione al controllo di sussidiarietà è stata riservata da parte del Comitato delle regioni attraverso i pareri espressi nell'ambito delle procedure legislative, la rete di monitoraggio sulla sussidiarietà (SMN) e i contributi forniti ai Parlamenti regionali con poteri legislativi ai rispettivi Parlamenti nazionali;
    è necessario migliorare le metodologie e i criteri per valutare il rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, anche al fine di porre i Parlamenti nazionali in condizione di effettuare adeguatamente, nel ridotto termine di otto settimane, il controllo delle proposte legislative trasmesse nell'ambito del meccanismo di allerta precoce;
    a questo scopo occorre che la Commissione motivi in modo dettagliato ed esaustivo le proprie proposte sotto il profilo di sussidiarietà e proporzionalità, conformemente all'articolo 5 del Protocollo n. 2 allegato al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), e che il Parlamento e il Consiglio forniscano analoga motivazione per gli emendamenti eventualmente approvati;
    in questo contesto va considerato positivamente l'impegno assunto dal Parlamento a condurre valutazioni di impatto prima dell'adozione di modifiche sostanziali a proposte legislative, avvalendosi di una nuova direzione per la valutazione d'impatto costituita nell'ambito del suo Segretariato generale. Sarebbe opportuno che le metodologie applicate da tale direzione del Parlamento europeo fossero compatibili e confrontabili con l'approccio adottato per le valutazioni di impatto dalla Commissione europea e che fosse assicurata una adeguata cooperazione con le competenti strutture dei Parlamenti nazionali;
    anche il Consiglio dovrebbe completare i lavori relativi all'istituzione di un proprio meccanismo per la conduzione di valutazioni d'impatto;
    appare condivisibile la richiesta del Parlamento europeo di rivedere l'accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 2003 che è divenuto non adatto al contesto giuridico e politico successivo all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e all'evoluzione della prassi nella procedura legislativa ordinaria, con particolare riferimento al ruolo dei Parlamenti nazionali;
    va considerata prioritaria, per assicurare il rispetto del principio di sussidiarietà, l'attuazione delle iniziative prospettate Pag. 97dalla Commissione per la riduzione al minimo indispensabile degli oneri normativi che gravano sulle PMI;
   rilevata l'esigenza che il presente documento finale sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico informale,

esprime una valutazione positiva
  con le seguenti osservazioni:
   a) è necessario che le Istituzioni dell'Unione europea informino in misura più rigorosa la propria azione ad una concezione dinamica del principio di sussidiarietà, che può comportare un ampliamento dell'azione dell'Unione nel quadro delle sue competenze, ove le circostanze lo richiedano, o, al contrario, una limitazione o cessazione dell'azione in questione quando questa non sia più giustificata;
   b) la Commissione europea e le altre Istituzioni competenti dovrebbero motivare in modo più analitico la conformità delle proprie proposte legislative sotto il profilo della sussidiarietà e della proporzionalità, fornendo, in coerenza con il Protocollo n. 2, indicatori qualitativi e quantitativi;
   c) appare opportuno, come richiesto dal Parlamento europeo, procedere alla rinegoziazione dell'accordo interistituzionale del 2003 «Legiferare meglio», allo scopo di tener conto del nuovo contesto istituzionale e giuridico creato dal trattato di Lisbona, stabilendo criteri e metodologie rigorose per la valutazione del rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, anche ai fini del ricorso agli atti delegati ed esecutivi;
   d) le metodologie per condurre le valutazioni di impatto condotte dalla Commissione, dal Parlamento europeo e dal Consiglio dovrebbero essere confrontabili e compatibili, anche al fine di agevolare la verifica del rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità da parte dei Parlamenti nazionali;
   e) in coerenza con il principio di proporzionalità, è necessario che la Commissione, al momento della preparazione delle proposte normative, ed il Parlamento ed il Consiglio all'atto dell'esame, rispettino rigorosamente il principio del «pensare anzitutto in piccolo» (Think small first) e riducano al minimo indispensabile degli oneri normativi che gravano sulle PMI;
   f) appare opportuno, a questo scopo, applicare il modo rigoroso il «test PMI» rafforzato, con particolare riferimento alle microimprese ed istituire regimi agevolati ed esenzioni per le piccole imprese.

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ALLEGATO 3

Legiferare meglio – 19a relazione riguardante l'anno 2011. COM(2012)373 final.

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea;
   esaminata la Relazione annuale sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità «Legiferare meglio 2011» (COM(2012)373 final);
   tenuto conto degli ulteriori elementi di conoscenza e valutazione riportati nella Relazione annuale della Commissione sui rapporti con i Parlamenti nazionali nel 2011 (COM(2012)375 final) e nella relazione della Commissione «Ridurre al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano sulle PMI – Adeguare la normativa dell'UE alle esigenze delle microimprese» (COM(2011) 803);
   tenuto altresì conto della risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2012 sulla relazione «Legiferare meglio 2010 – applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità» (2011/2276(INI));
   premesso che:
    i principi di sussidiarietà e proporzionalità rivestono un rilievo cruciale per l'avanzamento del processo di integrazione europea, in quanto potrebbero contribuire a superare il paradosso di cui l'Unione europea, come dimostrato dalla risposta sinora tardiva e insufficiente alla crisi, appare prigioniera: l'Unione non riesce ad agire in modo adeguato a fronte di questioni la cui complessità su scala globale rende insufficiente l'azione dei soli Stati membri mentre interviene con eccessivo dettaglio in altri settori. Ne consegue che i cittadini europei percepiscono poca Europa laddove ce ne sarebbe più bisogno e troppa Europa ove, invece, l'azione a livello nazionale, regionale o locale, sarebbe più adeguata;
    per sciogliere questo paradosso occorre seguire un approccio, sintetizzato dalla formula «più Europa, più sussidiarietà», imperniato su una concezione dinamica del principio di sussidiarietà, che può comportare un ampliamento dell'azione dell'Unione nel quadro delle sue competenze, ove le circostanze lo richiedano, o, al contrario, una limitazione o cessazione dell'azione in questione quando questa non sia più giustificata;
    i principi di sussidiarietà e proporzionalità non devono pertanto essere intesi quali strumenti per la mera difesa delle competenze o dell'interesse nazionale ma quali criteri modulatori della legislazione europea nei rapporti con gli altri livelli di Governo e con i corpi sociali intermedi;
    la prassi istituzionale e la prima applicazione del meccanismo di allerta precoce da parte dei Parlamenti nazionali dimostrano come, al di là delle differenti e più o meno sofisticate metodologie messe in capo da ciascuna Istituzione, le modalità di interpretazione e applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità durante la fase legislativa dipendono dal contesto politico e dagli interessi nazionali e settoriali in gioco;
    in tale prospettiva, il fatto che soltanto 64 dei 622 pareri trasmessi nel 2011 dai Parlamenti nazionali alla Commissione europea abbiano natura di pareri motivati ai fini del meccanismo di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà, Pag. 99conferma che gran parte dei Parlamenti stessi non intende avvalersi di tale meccanismo quale strumento di blocco del processo decisionale europeo e considera prioritario interloquire sul merito delle scelte politiche e normative europee;
    in una sola occasione, dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, i pareri motivati adottati dai Parlamenti nazionali hanno raggiunto la soglia del «cartellino giallo», in relazione alla proposta di regolamento sull'esercizio del diritto di promuovere azioni collettive nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei servizi (COM(2012)130), poi ritirata dalla Commissione europea;
    va ribadita la ferma opposizione ad ogni tentativo di stabilire in seno alla COSAC o in altre sedi di cooperazione interparlamentare meccanismi di coordinamento tra i Parlamenti nazionali intesi a configurare un esercizio sostanzialmente collettivo del controllo di sussidiarietà, in contrasto con le disposizioni dei Trattati e del Protocollo n. 2;
    è opportuno che anche il raccordo tra i Parlamenti nazionali e le rispettive assemblee legislative regionali si incentri sulla valutazione del merito delle iniziative legislative e prelegislative europee anziché sui profili di sussidiarietà;
    una forte attenzione al controllo di sussidiarietà è stata riservata da parte del Comitato delle regioni attraverso i pareri espressi nell'ambito delle procedure legislative, la rete di monitoraggio sulla sussidiarietà (SMN) e i contributi forniti ai Parlamenti regionali con poteri legislativi ai rispettivi Parlamenti nazionali;
    è necessario migliorare le metodologie e i criteri per valutare il rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, anche al fine di porre i Parlamenti nazionali in condizione di effettuare adeguatamente, nel ridotto termine di otto settimane, il controllo delle proposte legislative trasmesse nell'ambito del meccanismo di allerta precoce;
    a questo scopo occorre che la Commissione motivi in modo dettagliato ed esaustivo le proprie proposte sotto il profilo di sussidiarietà e proporzionalità, conformemente all'articolo 5 del Protocollo n. 2 allegato al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), e che il Parlamento e il Consiglio forniscano analoga motivazione per gli emendamenti eventualmente approvati;
    in questo contesto va considerato positivamente l'impegno assunto dal Parlamento a condurre valutazioni di impatto prima dell'adozione di modifiche sostanziali a proposte legislative, avvalendosi di una nuova direzione per la valutazione d'impatto costituita nell'ambito del suo Segretariato generale. Sarebbe opportuno che le metodologie applicate da tale direzione del Parlamento europeo fossero compatibili e confrontabili con l'approccio adottato per le valutazioni di impatto dalla Commissione europea e che fosse assicurata una adeguata cooperazione con le competenti strutture dei Parlamenti nazionali;
    anche il Consiglio dovrebbe completare i lavori relativi all'istituzione di un proprio meccanismo per la conduzione di valutazioni d'impatto;
    appare condivisibile la richiesta del Parlamento europeo di rivedere l'accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 2003 che è divenuto non adatto al contesto giuridico e politico successivo all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e all'evoluzione della prassi nella procedura legislativa ordinaria, con particolare riferimento al ruolo dei Parlamenti nazionali;
    va considerata prioritaria, per assicurare il rispetto del principio di sussidiarietà, l'attuazione delle iniziative prospettate dalla Commissione per la riduzione al minimo indispensabile degli oneri normativi che gravano sulle PMI;
   rilevata l'esigenza che il presente documento finale sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico informale,

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esprime una valutazione positiva
  con le seguenti osservazioni:
   a) è necessario che le Istituzioni dell'Unione europea informino in misura più rigorosa la propria azione ad una concezione dinamica del principio di sussidiarietà, inteso come presidio alla libertà della persona, che può comportare un ampliamento dell'azione dell'Unione nel quadro delle sue competenze, ove le circostanze lo richiedano, o, al contrario, una limitazione o cessazione dell'azione in questione quando questa non sia più giustificata;
   b) la Commissione europea e le altre Istituzioni competenti dovrebbero motivare in modo più analitico la conformità delle proprie proposte legislative sotto il profilo della sussidiarietà e della proporzionalità, fornendo, in coerenza con il Protocollo n. 2, indicatori qualitativi e quantitativi;
   c) appare opportuno, come richiesto dal Parlamento europeo, procedere alla rinegoziazione dell'accordo interistituzionale del 2003 «Legiferare meglio», allo scopo di tener conto del nuovo contesto istituzionale e giuridico creato dal trattato di Lisbona, stabilendo criteri e metodologie rigorose per la valutazione del rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, anche ai fini del ricorso agli atti delegati ed esecutivi;
   d) è necessario a questo scopo che il Governo si adoperi per la revisione dell'accordo, tenendo costantemente informate le Camere sullo sviluppo dei negoziati;
   e) le metodologie per condurre le valutazioni di impatto condotte dalla Commissione, dal Parlamento europeo e dal Consiglio dovrebbero essere confrontabili e compatibili, anche al fine di agevolare la verifica del rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità da parte dei Parlamenti nazionali;
   f) in coerenza con il principio di proporzionalità, è necessario che la Commissione, al momento della preparazione delle proposte normative, ed il Parlamento ed il Consiglio all'atto dell'esame, rispettino rigorosamente il principio del «pensare anzitutto in piccolo» (Think small first) e riducano al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano sulle PMI;
   g) appare opportuno, a questo scopo, applicare in modo rigoroso il «test PMI» rafforzato, con particolare riferimento alle microimprese ed istituire regimi agevolati ed esenzioni per le piccole imprese;
   h) occorre utilizzare in modo efficace e sviluppare ulteriormente, anche ai fini della valutazione dei profili di sussidiarietà, gli strumenti per lo scambio di informazioni e valutazioni, quali l'IPEX.