CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 1° marzo 2012
615.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05928 Misiti: Iniziative relative alle attività dell'ambito territoriale ottimale n. 2 (Lazio Centrale) ATO2.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione n. 5-05928 presentata dall'On. Misiti, si rappresenta che l'Ambito Territoriale Ottimale 2 Lazio Centrale - Roma (AT02) è costituito dai Comuni individuati dalla Legge Regionale del 22 gennaio 1996 n. 6 poi modificata dalla legge regionale 31 del 1999.
Nell'ambito ricadono n. 112 Comuni, di cui:
2 comuni appartengono alla Provincia di Viterbo (Comuni di Veiano ed Oriolo Romano);
108 comuni appartengono alla Provincia di Roma (tutti i Comuni tranne: Campagnano di Roma, Magliano Romano, Mazzano Romano, Montelibretti, Montorio Romano, Monteflavio, Moricone, Nerola, Palombara Sabina, Vallinfreda, Vivaro Romano, Anzio, Nettuno) ivi compreso il nuovo Comune di Fonte Nuova istituito con legge regionale 25 del 1999;
2 comuni appartengono alla Provincia di Frosinone (Comuni di Filettino e Trevi nel Lazio).

L'ATO 2 dal punto di vista idrografico comprende la parte terminale del bacino del Tevere (sottobacini in destra a valle del Treia ed in sinistra a valle del Farfa), tutto il sottobacino dell'Aniene ed i bacini regionali del litorale dal fiume Mignone ad Ardea ed il bacino Valle Sacco-Area Prenestina.
I Comuni e le Province dell'ATO 2 hanno deciso di cooperare, con apposita Convenzione di Cooperazione, al fine di realizzare una gestione unica del servizio idrico integrato, ove gli acquedotti, le fognature e gli impianti di depurazione di proprietà sono affidati ad un unico soggetto, individuato nella ACEA 2 S.p.a.
Al fine di semplificare le consultazioni tra gli Enti locali è prevista una Consulta d'Ambito, ossia una Conferenza di Sindaci.
La Segreteria Tecnico Operativa (S.T.O.), ufficio tecnico della Conferenza dei Sindaci e della Consulta d'Ambito, ha il compito di effettuare tutti i necessari controlli sull'operato del gestore, elaborare le proposte tecniche per la stesura dei programmi di intervento e dei relativi aggiornamenti nonché elaborare le valutazioni sulla tariffa da applicare.
Il Piano d'Ambito, che è il documento illustrativo del programma degli interventi, del modello gestionale ed organizzativo e del piano finanziario, è parte integrante della Convenzione di Gestione.
Gli investimenti individuati nel Piano d'Ambito allegato alla Convenzione di Gestione sono classificati come previsione di spesa vincolante per il gestore, e non come interventi puntuali da realizzare.
Sebbene i fabbisogni economici complessivi previsti nel Piano d'Ambito per le opere da realizzare siano stati quantificati in 3.810 milioni di euro: 1.165 milioni di euro per nuove opere e 2.645 milioni di euro per il mantenimento a nuovo, l'importo di investimento è stato ridotto a 2.066 milioni di euro ai fine di contenere l'incremento tariffario e reperire finanziamenti pubblici.
Al completamento della presa in carico di tutti i servizi dell'ATO è prevista una revisione straordinaria del Piano d'Ambito;

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in tale sede le opere da realizzare nei sei anni successivi, grazie alle conoscenze nel frattempo raggiunte, saranno individuate in maniera univoca.
Giova precisare che la normativa vigente in materia di scarichi di acque reflue, ai sensi del decreto legislativo n. 152/2006, individua chiaramente i limiti per l'immissione su suolo o corpo idrico degli effluenti dei depuratori, assegnando specifiche responsabilità ai Comuni e ai soggetti gestori degli impianti.
Tali responsabilità, prescindendo dallo stato di manutenzione dell'impianto, sono relative esclusivamente alla qualità delle acque di scarico e generano in capo al titolare dello scarico, in caso di anomalia, sanzioni amministrative e/o penali.
La Regione Lazio nel segnalare quanto l'attuale impegno profuso per l'aggiornamento/adeguamento del sistema non sia sufficiente a superare le criticità connesse allo scarico, rendendo quindi di difficile attuazione il trasferimento degli impianti dal Comune al gestore unico dell'Ato, che, quale subentrante, richiede, legittimamente una perfetta messa a norma dell'impianto stesso, ha posto la questione di poter auspicare deroghe ai parametri di scarico dei reflui, a fronte comunque di un rigido cronoprogramma degli interventi, oltre il quale tornerebbe in capo al gestore stesso ogni responsabilità per il mancato adeguamento/aggiornamento.
Tuttavia, la Direttiva Comunitaria 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane, recepita nell'ordinamento italiano con il Decreto legislativo n. 152/2006, dispone agli articoli 3, 4 e 5 che gli agglomerati siano provvisti di rete fognaria e che le acque reflue urbane siano sottoposte prima dello scarico ad un opportuno trattamento depurativo entro scadenze temporali ben definite, che vanno dal 1998 per la realizzazione di reti fognarie ed il trattamento degli scarichi recapitanti in aree sensibili al 2005 per la realizzazione di reti fognarie ed il trattamento degli scarichi recapitanti in aree normali.
È evidente quanto la situazione di non conformità sia grave se si considera che i termini di scadenza per l'adeguamento posti dalla Direttiva, come su genericamente riportati, sono ampiamente superati.
Siamo attualmente in presenza di una procedura d'infrazione comunitaria, la n. 2009/2034, in relazione alla quale la Commissione Europea ha emesso il parere motivato ex articolo 258 Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (ex articolo 226 Trattato Comunità Europea).
In tal senso, il Ministero è fortemente impegnato nel coordinare ed indirizzare gli enti territoriali verso soluzioni definitive che garantiscano la massima conformità alla norma.
Pertanto, si ritiene che una deroga alla normativa, così come richiesta, non sia compatibile con la normativa comunitaria; tuttavia, il Governo sarà comunque attivo al fine di dare evidenza dell'operatività degli interventi tesi a garantire il conseguimento dei risultati attesi, in tempi certi.

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ALLEGATO 2

5-06137 Margiotta: Sulle iniziative riguardanti il dissesto idrogeologico in Basilicata.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione n. 5-06137 dell'On. Margiotta, relativa alle problematiche connesse con la fase di attuazione degli accordi di programma sottoscritti con le regioni, che individuano e finanziano gli interventi prioritari diretti a rimuovere le situazioni a più alto rischio idrogeologico, si rappresenta quanto segue.
Si riepiloga, ancora una volta, che l'articolo 2, comma 240, della legge finanziaria 2010 aveva destinato 1.000 milioni di euro alla realizzazione di Piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più alto rischio idrogeologico individuate dalla Direzione generale competente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sentite le Autorità di Bacino e il Dipartimento della protezione civile nazionale. La stessa norma aveva altresì individuato, quale strumento privilegiato per l'utilizzo delle risorse, l'accordo di programma da sottoscrivere con le regioni interessate.
Già dai primi mesi del 2010 il Ministero dell'Ambiente aveva avviato le procedure per dare attuazione alle citate disposizioni normative avviando una serie di consultazioni con tutte le regioni interessate, coinvolgendo le Autorità di bacino competenti nonché il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, concluse poi con la sottoscrizione di specifici accordi di programma con tutte le regioni ove venivano individuati e finanziati gli interventi prioritari diretti a rimuovere le situazioni a più alto rischio idrogeologico.
Tutti gli accordi di programma sono stati registrati alla Corte dei conti.
Le risorse stanziate dalla legge finanziaria 2010, sono state dapprima ridotte di 100 milioni per far fronte ai danni provocati dall'alluvione del dicembre 2009 in Liguria, Toscana ed Emilia (articolo 17, comma 2-bis del decreto-legge n. 195 del 2009, convertito dalla legge n. 26 del 2010). Un'ulteriore riduzione, sempre per 100 milioni di euro, è stata successivamente disposta questa volta per far fronte alle spese conseguenti allo stato di emergenza in Veneto, Liguria, Campania e Sicilia (articolo 2, comma 12-quinquies, del decreto-legge n. 225 del 2010, convertito dalla legge n. 10 del 2011, il cosiddetto «decreto mille proroghe»).
Il Ministero dell'ambiente ha incrementato la dotazione di risorse prevista dalla legge finanziaria 2010, pari a - tenuto conto dei tagli - 800 milioni di euro, con le risorse disponibili sul proprio bilancio per la difesa del suolo (annualità 2008-2009-2010-2011), per un importo di circa 386 milioni di euro.
A queste vanno aggiunte le risorse regionali per un importo di circa 950 milioni di euro, considerato che al momento della sottoscrizione degli accordi di programma tutte le Regioni hanno cofinanziato, in misura variabile ma sostanziale, gli interventi inseriti negli stessi.
Per favorire l'accelerazione dell'attuazione degli interventi, per ogni regione è

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stato nominato, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, un commissario straordinario delegato all'attuazione degli interventi (articolo 17 del decreto-legge n. 195 del 2009, convertito dalla legge n. 26 del 2010).
Parimenti, in merito al contenimento della spesa da sostenere, ai sensi dell'articolo 15, commi 2 e 3 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 recante «Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria» si sta provvedendo alla rideterminazione dei compensi dei Commissari Delegati già attribuiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 aprile 2011. I nuovi compensi saranno così ridotti complessivamente e soprattutto resi proporzionali al grado di raggiungimento di obiettivi annuali riferiti all'attuazione degli interventi. Inoltre, è in corso la messa a punto di un sistema di monitoraggio continuo degli Accordi di Programma per la mitigazione del rischio idrogeologico che consentirà di avere informazioni dettagliate e aggiornate sullo sviluppo di ogni intervento in essi contenuto.
Tuttavia, nel corso dei due anni dall'entrata in vigore della legge finanziaria 2010, al Ministero dell'ambiente sono stati effettivamente assegnati soltanto euro 100 milioni delle risorse FAS statali previste (peraltro integralmente già impegnate e, sulla base della cassa disponibile, in parte trasferite ai rispettivi Commissari). Tenuto conto che anche le risorse FAS regionali non sono state in molti casi subito disponibili, di fatto il piano straordinario per il dissesto in molte regioni presenta evidentemente notevoli difficoltà di attuazione. La ritardata assegnazione delle risorse previste ha comportato la necessità di operare rimodulazioni (in parte già effettuate) degli Accordi già sottoscritti con evidente pregiudizio dell'azione dello Stato nel campo della difesa del suolo.
Nel complesso, gli Accordi di Programma per la mitigazione del rischio idrogeologico ad oggi sottoscritti prevedono una spesa complessiva di 2062 milioni di euro, di cui: 386 milioni di euro di fondi di bilancio MATTM, 725 di FAS statali, 563 milioni di euro di fondi regionali e 388 milioni di euro di FAS regionali.
Ad oggi, soprattutto grazie alle risorse proprie di bilancio, il Ministero dell'Ambiente ha potuto impegnare circa 486 milioni di euro, di cui circa 335 milioni già erogati.
Peraltro, nella seduta del CIPE dello scorso 20 gennaio 2012, si è proceduto con la assegnazione di circa 679 milioni di euro, a carico della programmazione regionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione e delle risorse del Ministero dell'ambiente, a favore degli interventi condivisi tra Stato e Regioni di contrasto del rischio idrogeologico relativo a frane e versanti nel Mezzogiorno, che di fatto va a coprire quasi integralmente il fabbisogno dei relativi accordi di programma.
Infine, per quanto riguarda la situazione in Basilicata, l'Accordo di Programma siglato nel dicembre 2010 prevede l'attuazione di n. 76 interventi a valere sulle risorse statali che ammontano a circa 28,5 milioni di euro. Di dette risorse ad oggi sono state impegnate risorse economiche pari a 4,5 milioni di euro, di cui una parte effettivamente trasferite nella contabilità speciale del Commissario Delegato.
Lo stato di attuazione degli interventi dell'Accordo in Basilicata che, dettagliatamente è riportata in allegato ed è parte integrante della risposta, pone in evidenza che per 18 interventi vi è una progettazione definitiva/esecutiva, 5 interventi sono da appaltare e i restanti sono in corso di progettazione.
Le risorse economiche statali dell'Accordo della Basilicata sono di provenienza FAS per i quali è imminente la pubblicazione della delibera CIPE che stanzia la restante copertura finanziaria.

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ALLEGATO

Su n. 76 interventi totali, n. 18 hanno una progettazione definitiva/esecutiva:

Comune Località
BernaldaBacino del Fiume Basento - Località Mezzana in Agro di Bernalda
Nova SiriTorrente Toccacielo
Bacino del Fiume AgriLavori di ripristino officiosità idraulica
TrecchinaZillona-SS.585
LatronicoLatronico foglio 211 III N.O.
CastelmezzanoZona a valle strada comunale Cimitero e SP3
GrottoleCentro abitato e aree limitrofe
LauriaSeta-Gremile
PignolaPiatamone
PotenzaCosta della Gaveta
Sant'Angelo Le FratteCostone in località Pescara
TitoVia Gramsci-Via Roma
TolveSelce
Montalbano JonicoVia Sant'Antuono
MissanelloFosso Creta
Montalbano JonicoArea adiacente al centro urbano compresa tra piazza Cirillo e via Caracciolo
Muro LucanoRione San Nicola
ValsinniParete sovrastante e sottostante Piazza Melidoro

e n. 5 sono da appaltare:

Comune Località
TricaricoFiume Basento-Serre del Ponte-Isola Amm. Va di Tricarico
Bernalda - PisticciBacino del Fiume Basento
MateraRione Sassi
TursiRione Rabatana
PomaricoFosso Bordazzo e zone limitrofe

La restante parte di interventi sono in corso di progettazione.

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ALLEGATO 3

5-04036 Tommaso Foti: Iniziative per la sistemazione idrogeologica di talune aree nel comune di Agazzano.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento alla interrogazione n. 5-04036 presentata dall'On. Foti, dove, ponendo in evidenza le problematiche di dissesto idrogeologico che affliggono gli edifici storici costituenti il Borgo di Boffalora, in comune di Agazzano (PC), si chiede quali iniziative siano state assunte in merito alla problematica rappresentata dal Comune di Agazzano (PC) con nota del 7 novembre 2009, n. 6073, si rappresenta quanto segue.
In merito alle attività di prevenzione del rischio idrogeologico, giova ricordare ancora una volta l'Accordo di Programma tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione Emilia Romagna, sottoscritto in data 3 novembre 2010 e rivisto con apposito atto integrativo in data 4 maggio 2011, dove sono stati previsti finanziamenti statali ridotti in complessivi Euro 81.068.400,00.
Ciò premesso, considerata la richiesta dell'interrogante, si rappresenta che nel corso delle attività di confronto propedeutiche alla sottoscrizione dell'accordo, svolte tra gli uffici competenti del Ministero e della Regione Emilia Romagna, con nota di questo Ufficio n. 22886/TRI del 15 settembre 2010 è stato trasmesso alla Regione Emilia Romagna l'elenco delle richieste di finanziamento pervenute fino a quel momento al Ministero, tra le quali risultava indicata anche la richiesta di finanziamento pervenuta con nota n. 6073 del 7 novembre 2009 dal Comune di Agazzano (PC).
Successivamente (con nota n. prot. 2010.0267613 del 29 ottobre 2010), la Regione Emilia Romagna ha presentato a questo Ministero, la proposta di programmazione regionale, approvata con Deliberazione di giunta regionale n. 1200 in data 26 luglio 2010, per gli interventi ritenuti urgenti e prioritari in tema di rischio idrogeologico, ove si teneva conto anche delle richieste ricevute direttamente da questo Ufficio, nonché delle richieste pervenute dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
A seguito di ulteriori verifiche circa le situazioni di criticità presenti sul territorio regionale interessato, sono intervenute alcune modifiche operate sia dall'Assessore Regionale alla Sicurezza Territoriale-Difesa del Suolo e della Costa, sia dalla Protezione Civile. La stessa Regione ha reso noto l'importo delle risorse finanziarie destinate al cofinanziamento degli interventi di difesa del suolo, con il verbale di riunione tecnica del 2 novembre 2010 ove è stato indicato l'elenco definitivo degli interventi ammessi a finanziamento. Non è stata riscontrata tra questi la richiesta del Comune di Agazzano (PC).
In base alle informazioni pervenute, risulterebbe che la problematica rappresentata dal comune di Agazzano non fosse evidenziata agli uffici regionali competenti in materia di difesa del suolo, né risultavano all'attenzione della regione segnalazioni del comune in merito a fenomeni

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franosi interferenti con elementi infrastrutturali e relative richieste di pronto intervento. Si spiegherebbe così il dato in base al quale sia stata riconosciuta la priorità ad altri interventi risultanti dall'elenco generale.
Da parte sua, il Ministero dei beni e attività culturali ha rappresentato che il complesso del Borgo di Boffalora è stato dichiarato di interesse culturale con provvedimento del 22 marzo 2010 e che ai proprietari sono state rilasciate, da parte della competente Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Parma e Piacenza, nel periodo ottobre 2008-luglio 2009, delle autorizzazioni per la realizzazione di una serie di progetti di restauro e consolidamento del castello, riguardanti fondazioni, murature in elevato, orizzontamenti e coperture.
I lavori autorizzati ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio sono stati già in parte eseguiti, la proprietà ha infatti presentato per essi istanza di contributo ministeriale in conto capitale, la cui istruttoria è in corso di definizione.

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ALLEGATO 4

5-05674 Montagnoli: Sulle iniziative da intraprendere per la manutenzione della strada statale 434 Transpolesana.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante lamenta lo stato in cui versa la strada statale n. 434 «Transpolesana», evidenziando la pericolosità della stessa, tenuto conto anche delle condizioni del manto stradale, rese pessime a causa del transito quotidiano di migliaia di mezzi pesanti.
Al riguardo, informo che, proprio in considerazione di tale situazione, lungo la strada statale in argomento è in fase di svolgimento un intervento di manutenzione straordinaria, che riguarderà in parte anche la statale n. 309 «Romea», per un impegno economico complessivo di circa 950 mila euro. I predetti lavori manutentivi, regolarmente iniziati il 20 dicembre 2011 ma sospesi per le avverse condizioni metereologiche, riprenderanno entro i prossimi quindici giorni per concludersi il 15 maggio 2012.
Inoltre, come previsto nel Contratto di Programma Anas 2011, sulla statale «Transpolesana» si effettueranno, nel corrente anno, lavori di stesura del manto stradale: al riguardo, devo far presente che pur essendo il predetto Contratto di programma Anas ancora in fase di formale definizione, è già stato pubblicato il bando di gara, con riserva di aggiudicazione, per un importo di circa un milione di euro.
ANAS ha, inoltre, comunicato che sono in avanzata fase di esecuzione i lavori di manutenzione straordinaria per la raccolta e lo smaltimento delle acque della galleria di S. Giovanni Lupatoto (Vr), per un importo totale di circa 1.250.000 euro. L'intervento manutentorio, che terminerà il 16 marzo 2012, consentirà di risolvere le criticità connesse agli allagamenti che si verificano in occasione di forti fenomeni temporaleschi.
Infine, per completezza d'informazione, faccio presente che ANAS, al fine di migliorare la sicurezza e la compatibilità ambientale sulla statale n. 434, caratterizzata da consistenti volumi di traffico, ha comunicato di aver installato, nell'ultimo triennio, barriere di sicurezza e fonoassorbenti in tratti saltuari, per un importo complessivo di circa 2.900.000 euro.

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ALLEGATO 5

5-04885 Ventura: Sulla realizzazione della bretella autostradale di Fiorenzuola (FI).

TESTO DELLA RISPOSTA

La realizzazione della bretella di Fiorenzuola è prevista nell'ambito degli investimenti inseriti nella vigente Convenzione tra ANAS e Autostrade per l'Italia S.p.A., alla voce «Interventi sul territorio» (articolo 2.2 lettera Ai).
L'infrastruttura è suddivisa in 4 lotti, in un primo tempo indicati come lotti 14-15-16 e 17 dell'intero potenziamento autostradale Firenze-Bologna, poi ridenominati lotti 1-2-3 e 4.
I lavori sui lotti 2, 3 e 4 sono ultimati, mentre, per il lotto 1, l'iter approvativo è sospeso, a causa delle difficoltà emerse con riguardo all'eseguibilità dell'opera.
Queste criticità, evidenziate già nelle prime fasi progettuali, riguardano i rischi di natura ambientale ed economica connessi all'interferenza dell'opera con l'acquifero in concessione alla Società Acqua Panna.
Per il completamento dell'itinerario, appare utile ricordare che, in passato, sono state esaminate numerose alternative di tracciato e, tra queste, sono state elaborate, studiate e approfondite ben sei soluzioni.
Al riguardo, ANAS ha precisato che, nel corso degli ultimi dieci anni, al fine di giungere alla condivisione di un tracciato che fosse compatibile con l'acquifero Panna, anche in considerazione delle relative istanze degli Enti territoriali, sono stati svolti, per il solo lotto di completamento, approfondimenti e aggiornamenti progettuali, studi idrogeologici e indagini geognostiche, con una spesa di circa 8 milioni di euro.
Gli approfondimenti e le verifiche di tipo geologico, geomeccanico e idrogeologico, che hanno comportato la continua evoluzione del progetto, sono stati esaminati da un'apposita Commissione di studio, composta da rappresentanti degli Enti territoriali e della Società concessionaria, da un tavolo di verifica istituzionale, costituito da rappresentanti delle istituzioni locali interessate nonché dal comitato tecnico «Bretella di Firenzuola», del quale fanno parte sette esperti, di cui cinque designati dagli Enti territoriali e due da Autostrade per l'Italia.
I pareri degli Enti competenti hanno sempre evidenziato la complessità del quadro idrogeologico dell'area interessata al progetto; infatti, in sede di Conferenza dei servizi, le istituzioni coinvolte nel procedimento approvativo, ed in particolare la Provincia di Firenze, hanno espresso numerose riserve e preoccupazioni anche per l'ultima soluzione individuata, che inizialmente si era manifestata compatibile con l'acquifero Panna.
Il Ministero che rappresento, considerato il lungo e complesso iter progettuale, ebbe a convocare, nel luglio 2010, una riunione cui parteciparono la Regione Toscana, il Comune di Fiorenzuola, ANAS e Autostrade per l'Italia, al fine di una disamina congiunta della questione, volta ad individuare una positiva soluzione dell'iter progettuale e, in particolare, a verificare la compatibilità delle opere con la tutela delle acque sotterranee nonché con l'esistenza di possibili movimenti franosi.
In merito, la Concessionaria Acqua Panna, anche a seguito di numerosi approfondimenti

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tecnici, ha evidenziato l'impossibilità di eliminare o ridurre il rischio di depauperamento delle acque sotterranee.
Si è quindi determinata una situazione particolarmente critica, che ha indotto l'Ispettorato per la vigilanza sulle concessioni autostradali dell'Anas a richiedere il parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici in merito all'eseguibilità dell'opera, a norma dell'articolo 2, comma 1, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica n. 204 del 2006, che riconosce in capo alle Amministrazioni competenti la facoltà di richiedere al predetto Organo consultivo pareri in ordine alle linee fondamentali dell'assetto del territorio nazionale.
L'Assemblea generale del Consiglio superiore, nella seduta del 27 maggio 2011, nel condividere i timori legati all'interferenza del progetto con l'acquifero dell'Acqua Panna, ha rappresentato l'opportunità di riattivare l'attività progettuale, per trovare nuove soluzioni al tracciato, tali da escludere o limitare il superamento della zona di valico mediante un attraversamento sotterraneo.
Il predetto Organo ha fatto presente, altresì, che «siffatte soluzioni, che si ritengono possibili, oltre a risolvere alla radice i problemi relativi ai rischi ambientali ...paventati, consentirebbero di ricostituire la sostanziale coerenza tra le caratteristiche della maggior parte del tracciato e quelle del tratto posto alle quote più elevate».
Pertanto, a seguito del suddetto parere, l'ANAS, nel luglio 2011, ha richiesto ad Autostrade per l'Italia di attivare i necessari approfondimenti progettuali alle soluzioni proposte dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Assicuro che il Ministero che rappresento seguirà con la massima attenzione l'evolversi degli sviluppi progettuali necessari per il riavvio delle procedure volte alla realizzazione dell'opera.

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ALLEGATO 6

5-05753 Velo: Sullo stato di avanzamento dei lavori di ampliamento dell'Autostrada A1, tratto Firenze Nord-Firenze Sud.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento allo stato di avanzamento dei lavori relativi agli impegni assunti con il Protocollo d'intesa sottoscritto nel mese di giugno 1999 con gli enti locali interessati, Anas ha comunicato che sono in fase di esecuzione le opere compensative inerenti la costruzione della terza corsia dell'A/1 nel tratto Firenze nord-Firenze sud.
Il corretto adempimento di tali obblighi viene verificato non solo dall'ANAS S.p.A. ma anche dal Comitato Tecnico di Garanzia (istituito presso la Regione Toscana), nel quale sono presenti i rappresentanti della Regione, della Provincia di Firenze e dei Comuni maggiormente interessati all'opera. Il Comitato è, altresì, costantemente informato sulle eventuali criticità collegate allo svolgimento dei lavori.
ANAS ha fatto presente, altresì, che gli interventi in esame risultano, salvo quelli oggetto di specifiche difficoltà note agli Onorevoli interroganti, in buona parte assolti.
Infatti, per quanto concerne il parcheggio «Bottai», i lavori di sistemazione sono in via di completamento: ad oggi è finibile circa il 70 per cento degli stalli. È tuttora in corso la bonifica degli ordigni bellici rinvenuti. Inoltre, la Provincia di Firenze, al fine di procedere alla completa apertura del parcheggio, ha autorizzato l'installazione di un semaforo e la realizzazione delle «vasche di compenso»; nei prossimi giorni verrà emessa relativa certificazione.
Inoltre, ANAS ha confermato il completamento delle altre opere da realizzarsi nel Comune di Impruneta, la cui amministrazione ha, recentemente, perfezionato con Autostrade per l'Italia una convenzione, già nota agli Onorevoli interroganti, per la costruzione del «Parco Pali» e del by pass di Cascine di Riccio.
Invece, come è noto, per quanto riguarda il cosiddetto by pass del Galluzzo, comprendente tre gallerie e l'infrastruttura di scavalcamento del fiume Greve, le opere civili sono tuttora sospese a causa delle indagini avviate dalla Procura di Firenze in merito all'uso del materiale proveniente dagli scavi. Comunque, per ciò che riguarda la galleria «Le Romite» la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Firenze ne ha già autorizzato la realizzazione e con il tecnico della Soprintendenza sono state effettuate prove di rivestimento finalizzate all'esecuzione dell'intervento.
Infine, con riguardo ai lavori inerenti al parcheggio di scambio di Certosa, una criticità per la realizzazione dell'intervento è rappresentata dalla previsione di una vasca di espansione sullo stesso sedime, sul quale dovrebbe nascere il parcheggio. Tale circostanza richiede la necessità di individuare altri volumi di compenso, per la realizzazione dei quali, Autostrade per l'Italia ha già offerto la propria disponibilità al finanziamento pro quota. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal fatto che non è stato ancora individuato, così come previsto nel noto protocollo d'intesa, il soggetto gestore del parcheggio.
Assicuro che il Ministero che rappresento seguirà con la massima attenzione lo sviluppo delle procedure necessarie al completamento delle opere in argomento.