CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 gennaio 2012
590.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05754 Fedriga: Vigilanza sull'attività e sul funzionamento dell'ENPAPI.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la presente interrogazione, l'onorevole Fedriga chiede di «fare piena luce sulle scelte strategiche, sugli investimenti e sulle spese per gli organi statutari effettuate dall'ENPAPI» nonché sul funzionamento dell'Ente medesimo.
  Sulla base delle informazioni fornite dalla competente Direzione Generale per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero che rappresento, rappresento quanto segue, precisando tuttavia che la vigilanza dell'ENPAPI spetta altresì al Ministero dell'economia e delle finanze.
  Dal bilancio di esercizio per l'anno 2009 emerge che i costi per gli organi amministrativi e di controllo per l'anno 2008 risultano pari a 911.154 euro e che gli stessi per l'anno 2009 sono pari a 1.043.215 euro con un incremento di 132.061 euro. Dal predetto documento contabile, nella parte dedicata ai costi degli «Organi amministrativi e di controllo», si evince che gli importi corrispondono alle somme erogate a titolo di compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese di viaggio e soggiorno degli organi collegiali. L'incremento delle spese è dovuto principalmente ad un maggiore numero di giornate di attività effettuate nel 2009 dagli organi amministrativi dell'Ente. Al riguardo, nella relazione del collegio sindacale sul bilancio emerge che «(...) Il collegio ritiene poi che vadano limitate e razionalizzate le spese per gli organi».
  Relativamente all'importo di circa 86 milioni di euro citato dall'interrogante, si rappresenta che trattasi di impegni di investimento assunti dall'Ente, e riportati tra i conti d'ordine del bilancio consuntivo per l'anno 2009, nella voce «Impegni» che accoglie le somme impegnate per la sottoscrizione di fondi di investimento.
  Al riguardo, si precisa che tali investimenti sono realizzati con le disponibilità rivenienti dalle riserve appostate in bilancio e che si alimentano annualmente dei versamenti per i contributi correnti.
  In merito a quanto sopra preciso, infine, che il covigilante Ministero dell'economia e delle finanze non ha, ad oggi, formulato osservazioni.
  Con riferimento alla procedura di acquisto dell'immobile di via Alessandro Farnese n. 3, attuale sede dell'ente, si riportano alcune informazioni assunte dal verbale n. 9/2010 del 28 ottobre 2010 del Collegio sindacale.
  In sintesi, la vicenda ha avuto inizio il 20 dicembre 2007, data in cui il Consiglio di amministrazione dell'ENPAPI, con deliberazione n. 216 del 2007, ha valutato positivamente l'opportunità di acquisto dell'immobile, mentre l'atto definitivo di compravendita è stato stipulato il 29 aprile 2009.
  Inizialmente, l'Ente ha presentato offerta irrevocabile di acquisto ad un prezzo di 23.500.000,00 euro oltre IVA. Tale offerta era subordinata, tra le altre cose, all'esito positivo di una due diligence ed è, successivamente, decaduta per esito negativo della due diligence stessa (una porzione dell'immobile non era utilizzabile secondo i requisiti di cui alla destinazione d'uso A/10).
  All'esito positivo della due diligence, e ad avvenuta liberazione dell'immobile, si è Pag. 327perfezionata la procedura d'acquisto per un importo di 20.000.000,00 euro oltre IVA.
  Da ultimo, in merito alla vicenda relativa alla posizione del Presidente in carica, posso illustrare quanto risulta dai verbali n. 8 e n. 9 del 2010 del Collegio sindacale.
  In particolare, il 26 ottobre 2010 si è tenuta una riunione del Consiglio di Amministrazione in auto-convocazione alla quale hanno partecipato quattro Consiglieri di Amministrazione (assente il Presidente) e a cui non ha ritenuto di assistere nessun componente del Collegio dei Sindaci, data l'illegittimità della convocazione. In assenza del Presidente in carica, i Consiglieri di Amministrazione – che lamentavano un disagio circa la conduzione della gestione, a loro avviso, poco partecipata – si sono determinati per la revoca del Presidente a suo tempo eletto e all'elezione di uno nuovo.
  Il superamento delle divergenze all'interno del Consiglio di Amministrazione e la ritrovata correttezza dei rapporti tra i componenti del Consiglio di Amministrazione (il Presidente ha precisato che da quel momento la sua linea gestionale avrebbe consentito un maggior coinvolgimento dei componenti del Consiglio di Amministrazione) hanno fatto sì che il Consiglio decidesse di non procedere all'elezione di un nuovo Presidente.
  Giova ricordare che la composizione della questione è avvenuta anche grazie all'intervento del Collegio dei Sindaci, che, «evidenziando l'illegittimità di taluni comportamenti e le conseguenze che avrebbero determinato l'azione surrogatoria da parte delle Amministrazioni vigilanti, ha consentito di ricondurre l'attività dell'Organo di Amministrazione nell'ambito della necessaria legittimità, trasparenza e responsabilità richieste agli Amministratori, secondo i principi codicistici».

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ALLEGATO 2

5-05624 Gatti: Sui controlli per la tutela economica delle lavoratrici madri.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Gatti – nell'atto parlamentare che passo ad illustrare – richiama nuovamente l'attenzione sul delicato fenomeno delle cosiddette «dimissioni per maternità».
  Al riguardo corre l'obbligo di ricordare la particolare attenzione da sempre riservata dall'Amministrazione che rappresento all'attività volta all'accertamento delle violazioni in ordine alla tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri.
  A testimonianza di ciò, faccio presente che già il Documento di Programmazione dell'attività di vigilanza per l'anno 2010, elaborato dalla competente Direzione Generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha stabilito che l'attività ispettiva debba essere indirizzata verso specifici obiettivi programmatici, caratterizzati da irregolarità di rilevante impatto socio-economico, fra i quali le verifiche aventi ad oggetto l'esistenza di fenomeni discriminatori nonché l'effettività della tutela delle lavoratrici madri.
  Con riferimento al numero di controlli effettuati nel corso degli anni 2009 e 2010, aventi ad oggetto la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri, informo che allo stato la raccolta statistica compiuta dai competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento tiene conto esclusivamente del numero delle singole violazioni accertate dagli uffici territoriali del lavoro all'esito della attività di vigilanza finalizzata a verificare il rispetto della legislazione sociale e previdenziale.
  Tanto premesso, sono in grado di fornire i dati – contenuti nelle allegate tabelle, che metto a disposizione della Commissione – relativi alla ripartizione, su base regionale, delle violazioni, accertate nell'anno 2010, in ordine alla tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri (All. 1), nonché quelli relativi alla ripartizione – in ambito regionale – dei provvedimenti di convalida delle dimissioni per maternità, emessi nel corso del medesimo anno (All. 2).
  Inoltre, come richiesto dall'onorevole Gatti, metto a disposizione della Commissione il report concernente il monitoraggio, per l'anno 2010, delle dimissioni di cui all'articolo 55 del decreto legislativo n. 151/2001 (All. 3).
  Tale documento, si ricorda, è elaborato da un Tavolo Tecnico di studio – istituito con decreto direttoriale del 12 gennaio 2009 – composto da rappresentanti del competente Ufficio dell'Amministrazione che rappresento, dell'Ufficio della Consigliera nazionale di parità e della Rete nazionale delle Consigliere e dei Consiglieri di parità.
  In conclusione ritengo opportuno segnalare che la questione delle cosiddette «dimissioni in bianco», richiamata dall'onorevole interrogante, è all'attenzione del Governo e in particolare del Ministro del lavoro e delle politiche sociali cui, come è noto, è stata attribuita anche la delega alle pari opportunità. In proposito sono allo studio i modi e i tempi di un intervento complessivo che, anche grazie all'uso delle tecnologie informatiche, possa assicurare efficaci forme di tutela alle lavoratrici soprattutto in caso di dimissioni presentate nel corso del periodo di maternità.

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Allegato n. 1 alla risposta del Governo

Regione Violazioni tutela economica Violazioni tutela fisica
Abruzzo  20  16
Basilicata  13   0
Calabria  11   1
Campania 565  21
Emilia Romagna  25  18
Friuli Venezia Giulia  22   4
Lazio  15 507
Liguria  19  23
Lombardia   8 198
Marche   4   3
Molise   5   1
Piemonte 299  61
Puglia  88  14
Sardegna  90  68
Toscana  36   8
Umbria   1   5
Valle d'Aosta   0   0
Veneto  59  25

Allegato n. 2 alla risposta del Governo

Regione Provvedimenti convalida dimissioni
Abruzzo  368
Basilicata  121
Calabria  204
Campania  895
Emilia Romagna 1557
Friuli Venezia Giulia  550
Lazio 1353
Liguria  568
Lombardia 4586
Marche  578 Pag. 330
Molise   56
Piemonte 1206
Puglia  848
Sardegna  385
Toscana 1206
Umbria  291
Valle d'Aosta   60
Veneto 2650
Sicilia  702
Bolzano  582
Trento  251

Allegato n. 3 alla risposta del Governo

ANNO 2010

Fasce di età Anzianità di servizio Figli Ampiezza aziendale Settore produttivo Motivazione dimissioni
numero numero numero numero
fino a 18 anni 39 fino a 3 anni 9178 0 1571 fino a 15 11954 Agricol- tura 152 a1 4062
da 19 a 25 anni 2030 da 4 a 10 anni 7853 1 10878 da 16 a 50 3241 Industria 2988 a2 4394
da 26 a 35 anni 11964 da 11 a 15 anni 1391 2 5417 da 51 a 100 1299 Com- mercio 6864 a3 2905
da 36 a 45 anni 4856 da 16 a 20 anni 409 >2 951 da 101 a 200 1102 Credito e Assicurazioni 643 b 2173
oltre 45 anni 128 oltre 20 anni 112 oltre 200 1393 Altro 8345 c 1594
Totale 19.017 d 4631

a1 – incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per mancato accoglimento al nido;
a2 – incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per assenza parenti di supporto;
a3 – elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (es. asilo nido o baby sitter);
b  – passaggio ad altra azienda;
c  – mancata concessione del part-time;
d  – altro (es. desiderio di cure della prole in maniera esclusiva, ricongiungimento al coniuge, etc.).