CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 gennaio 2012
588.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05882 Evangelisti: Sulle linee programmatiche delle politiche per la cooperazione allo sviluppo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) della Farnesina ha avviato fin dal 2009 l'esercizio di programmazione triennale delle proprie attività. Tale esercizio viene sottoposto a revisione annuale.
  Come già indicato dal DG Belloni nel corso della sua audizione di maggio scorso, riteniamo della massima importanza mantenere il Parlamento informato sulle Linee Guida Triennali, pur non sussistendo un obbligo di legge, come peraltro specificato dall'Onorevole interrogante. La legge 49 del 1987 individua infatti (agli articoli 2 e 3), soltanto due distinte relazioni da redigere a cura del MAE e da sottoporre al Parlamento: la Relazione Previsionale e Programmatica e la Relazione Consuntiva sulle attività svolte nell'anno precedente.
  L'esercizio di redazione del documento di Linee Guida triennali (e loro revisione annuale) nasce dall'esigenza di esprimere, in un documento scritto, gli indirizzi programmatici delle attività di cooperazione in un contesto caratterizzato da una crescente pluralità di attori di cooperazione. Il MAE ed il MEF, a cui fa capo la gestione di oltre il 70 per cento dei fondi cooperazione, hanno infatti avvertito l'esigenza di promuovere, in uno spirito inclusivo, il più ampio coordinamento con gli altri attori della cooperazione italiana. Società Civile e ONG, il mondo delle imprese, i coordinamenti della cooperazione decentrata (Regioni e Enti Locali), le Università, il settore privato e le fondazioni, in particolare quelle di emanazione bancaria. Nel 2010, il MAE ha ulteriormente rafforzato l'esigenza di promuovere ogni forma possibile di coordinamento con e fra i differenti attori interessati al mondo della cooperazione creando anche un Tavolo Interistituzionale.
  Il Documento di Linee Guida viene tradizionalmente presentato all'ultima riunione del Comitato Direzionale dell'anno per una più efficace programmazione delle attività future della DGCS. Solo a fine anno si può infatti conoscere il quadro complessivo delle risorse a disposizione.
  Per quanto riguarda le linee guida 2012-14, in considerazione del fatto che, al momento della presentazione al Comitato Direzionale, non fossero ancora noti né l'ammontare relativo ai fondi stanziati sul c.d. «Decreto Missioni» né la possibilità, in seguito alle successive manovre finanziarie del 2011, di trascinabilità dei residui dell'esercizio finanziario 2010, si è introdotto, nella premessa del documento, il rimando a una successiva occasione, individuata nel primo scorcio del 2012, di più approfondita e aggiornata condivisione del documento. Si desidera quindi ribadire che tale esercizio potrà essere affrontato con il Parlamento, nelle forme e nei tempi che riterrete più opportuni.
  La stessa delibera adottata dal Comitato Direzionale lo scorso 14 dicembre riconosce l'esigenza di riprendere la concertazione con tutti gli attori di cooperazione internazionale. Al riguardo, è già in programmazione una prossima riunione del Tavolo Interistituzionale da parte della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.Pag. 44
  Quanto alla riduzione dei paesi prioritari della Cooperazione italiana, questi sono da ricondurre nel preciso contesto di una necessaria concentrazione del nostro aiuto a fronte di risorse finanziarie in diminuzione: dalla lettura del documento emerge infatti con chiarezza come i fondi a dono a disposizione della DGCS limitino la possibilità di varare nuove iniziative e di come i margini di operatività si riducano di fatto al ricorso ai crediti di aiuto e alla conversione del debito, ma con i caveat che tali strumenti impongono. In un tale contesto, la concentrazione su un numero ridotto di paesi prioritari, pur assicurando l'ordinata conclusione delle iniziative in essere, appare un cammino obbligato.
  Il Documento di Linee Guida 2012-2014, fa peraltro specifica menzione, tra le tematiche trasversali nella parte dedicata alle priorità settoriali, a quelle ambientali a conferma della marcata centralità che essa riveste per nostra cooperazione, tanto più in questo 2012 che segna il ventennale della Conferenza di Rio. Giova a tal riguardo ricordare che la stessa seduta del Comitato Direzionale che ha adottato le Linee Guida 2012-2014 ha anche approvato quelle settoriali dedicate alla materia ambientale.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05883 Tempestini: Sulla candidatura italiana al Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite per il biennio 2017-2018.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole Tempestini per questa interrogazione che ci permette di soffermarci su un obiettivo strategico della nostra politica estera.
  Nel 2009 l'Italia ha presentato la propria candidatura a ricoprire nel biennio 2017-2018 uno dei due seggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite assegnati al Gruppo Europa Occidentale. Alle elezioni, che avranno luogo nell'autunno del 2016, sono candidati, al momento, anche Paesi Bassi e Svezia. Si tratta quindi di una elezione altamente competitiva che ci pone in concorrenza con Paesi come Paesi Bassi e Svezia, che risultano rispettivamente al quinto e ottavo posto nella graduatoria dei principali donatori in ambito ONU.
  L'Italia ha tradizionalmente costruito le proprie campagne per l'elezione in Consiglio di Sicurezza valorizzando due fattori principali: l'alto livello di contributi volontari al sistema delle Nazioni Unite (oltre ai contributi obbligatori al bilancio che pongono l'Italia al sesto posto) e il costante contributo alla pace e alla sicurezza internazionale (il nostro Paese è il primo tra i primi contributori di caschi blu tra i membri del G8).
  In quest'ottica la prima fase dell'attuale campagna prevede un'intensa azione di sensibilizzazione politica presso gli Stati Membri delle Nazioni Unite che vede impegnata la Farnesina sia a livello centrale che attraverso le nostre Rappresentanze diplomatiche.
  Al momento abbiamo raggiunto più di trenta assicurazioni di sostegno. Si tratta di un risultato apprezzabile, se si considera che le elezioni avranno luogo tra oltre quattro anni e che generalmente gli Stati tendono a mantenersi «liberi» in attesa che si definisca un quadro preciso delle candidature sul tappeto.
  La Farnesina si prefigge inoltre di elaborare una serie di iniziative volte ad acquisire i sostegni necessari per il coronamento dell'obiettivo che verranno poste in essere con il progressivo approssimarsi delle elezioni.
  Nel bilancio di previsione 2012, sotto la voce «obiettivo strategico del conseguimento del seggio in Consiglio di Sicurezza» è indicata una somma pari a 5 milioni di euro. Tale somma comprende, sostanzialmente, una parte dei fondi destinati alla gestione della Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza (stipendi di una parte del personale, missioni, canoni e utenze della medesima Direzione) e una minima parte (che nel 2011 è stata pari a circa 490 mila euro) di contributi volontari previsti dalla legge n. 180 del 1992, destinanti ad iniziative in ambito ONU a sostegno della pace e sicurezza internazionali.
  La nostra campagna elettorale poggia anche sul ruolo guida che l'Italia svolge da anni nel movimento «Uniting for Consensus» sul processo di riforma del Consiglio di Sicurezza. I Paesi che ne fanno parte sono favorevoli ad una revisione in senso più democratico e rappresentativo, ispirata a criteri di rotazione e più equa rappresentanza regionale. In linea con questa posizione, nella scelta del biennio cui candidarci, abbiamo tenuto conto della necessità di un'equa rotazione tra gli Stati membri del nostro gruppo regionale, accettando Pag. 46quindi un ampio intervallo di tempo rispetto alla nostra ultima presenza in Consiglio.
  In sintesi, come sottolineato dal Ministro Terzi, l'Italia intende mantenere un impegno di alto profilo in seno alle Nazioni Unite. L'elezione al seggio nel 2017- 2018, rappresenta una priorità strategica che il Governo continuerà a perseguire, sulla base dell'azione di primissimo piano che l'Italia svolge nel quadro delle principali missioni internazionali e di cui ci è unanimemente dato atto da parte della comunità internazionale.