CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 novembre 2011
557.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Comunicazione della Commissione del Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Proposta relativa alla posizione comune dell'UE per il Quarto Forum sull'efficacia degli aiuti (COM(2011)541).

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminata la Proposta relativa alla posizione comune dell'UE per il IV Forum sull'efficacia degli aiuti, che si terrà a Busan, in Corea del Sud, dal 29 novembre al 1o dicembre 2011, e finalizzato alla definizione di una nuova strategia a livello globale in tema di finanziamento dello sviluppo, anche in vista della scadenza del 2015;
tenuto conto della bozza di Documento finale del Forum di Busan, elaborata dal Gruppo di lavoro sull'efficacia degli aiuti istituito presso l'OCSE/DAC;
richiamata la discussione delle mozioni, approvate dall'Assemblea lo scorso 26 ottobre, in tema di iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo;
richiamato, altresì, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, approvato da questa Commissione lo scorso 1o febbraio 2011;
preso atto delle conclusioni del Summit G20, svoltosi a Cannes dal 3 al 4 novembre scorsi, con particolare riferimento agli strumenti di finanziamento innovativi per lo sviluppo e per il clima e alla necessità di dare nuova regolazione alla dimensione sociale della globalizzazione;
sottolineata la centralità delle questioni della prevedibilità, della trasparenza e della frammentarietà degli aiuti, cui l'Unione europea ha inteso porsi in modo costruttivo grazie al ricorso alla cooperazione delegata, con ciò offrendo un modello virtuoso e da valorizzare presso la comunità internazionale;
condivisa la centralità, riservata dalla Commissione europea, innanzitutto al principio della «titolarità democratica», definita in termini di sviluppo delle capacità, potenziamento dei sistemi nazionali e fissazione di condizioni basate sui risultati;
richiamati anche gli altri obiettivi, individuati dalla Commissione in vista del Documento finale di Busan, in tema di trasparenza e prevedibilità, allineamento, responsabilità per risultati, riduzione della frammentazione e proliferazione, come pure l'attenzione ai Paesi in situazione di fragilità;
tenuto conto della valutazione operata a livello europeo sui limitati progressi raggiunti nella gestione dei risultati in termini di sviluppo e di responsabilità reciproca, nonché dell'inversione di tendenza a livello di prevedibilità degli aiuti rispetto al 2005;
valutato positivamente l'impegno, fissato dalla Commissione, per i donatori in tema di trasparenza e prevedibilità, a divulgare pubblicamente (su base annuale e continuativa) informazioni regolari, det

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tagliate e tempestive sui volumi degli aiuti, così come sulle condizioni e sui risultati ottenuti grazie alle risorse destinate allo sviluppo; ad allinearsi con i piani di sviluppo nazionali dei paesi partner; infine, a utilizzare e potenziare, insieme ai paesi partner, i sistemi nazionali per tutte le modalità di aiuto onde migliorare l'efficacia delle istituzioni e delle strategie;
tenuto conto che la riduzione della frammentazione degli aiuti consentirebbe risparmi all'UE pari a oltre 700 milioni di euro all'anno e che pertanto i donatori devono impegnarsi a proseguire il processo di concentrazione e divisione dei compiti, passando passare da strategie individuali per paese a strategie comuni di assistenza;
sottolineata, quindi, la necessità che, rispetto alla responsabilità per risultati, a Busan sia conferita centralità alla capacità di monitorare, misurare e riferire i risultati e utilizzare questi dati per l'adozione delle successive decisioni;
richiamata l'opportunità di favorire un dibattito globale ad alto livello sulla divisione del lavoro tra i paesi in base al lavoro analitico del Comitato per gli aiuti allo sviluppo (CAS) sulla frammentazione e sui piani prospettici, includendo anche i paesi che ricevono pochi finanziamenti e dando particolare attenzione ai Paesi in situazioni di fragilità;
considerato prioritario che la nuova strategia per l'efficacia degli aiuti coinvolga adeguatamente i donatori che non fanno parte del CAS, con specifico riferimento alle economie emergenti, alla cooperazione sud-sud, alle organizzazioni della società civile, autorità locali, fondazioni private e settore profit privato;
tenuto conto dell'urgenza di riformare la struttura della governance mondiale in modo da promuovere l'impegno politico e adottare decisioni rafforzando i collegamenti tra l'attuazione dell'efficacia degli aiuti e i forum globali sulla politica di sviluppo;
considerata, quindi, la necessità che l'Unione europea si impegni in modo rafforzato a favore dell'Africa per l'attuazione degli Obiettivi del Millennio;
valutata, inoltre, l'opportunità di estendere i principi dell'efficacia degli aiuti ai finanziamenti relativi ai cambiamenti climatici;
tenuto, infine, conto che il principio della titolarità democratica, ma anche quelli della trasparenza, della prevedibilità e della responsabilità per risultati, implicano un richiamo di fondo al principio della rappresentanza e dunque al ruolo dei Parlamenti nazionali, non menzionati dalla Comunicazione in titolo, quali soggetti istituzionali protagonisti del processo per lo sviluppo, nonché snodi nevralgici nell'attuazione delle strategie elaborate a livello globale;
esprime una valutazione favorevole
impegnando il Governo a far sì che sia assunta una strategia specifica da parte della comunità internazionale a favore dell'Africa come area di privilegiato impegno per il miglioramento dell'efficacia degli aiuti e per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio; che sia operato il pieno coinvolgimento delle cosiddette economie emergenti sui temi dell'efficacia e della trasparenza degli aiuti, secondo i principi fissati a Parigi ed Accra; infine, che le conclusioni del Forum di Busan individuino nelle assemblee rappresentative uno degli snodi chiave per la realizzazione della nuova strategia in tema di sviluppo, anche in un'ottica di riforma della governance mondiale.