CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 settembre 2011
537.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05377 Ghiglia e Stradella: Interventi per messa in sicurezza degli impianti nel torrente Orba.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito all'interrogazione a risposta immediata presentata dall'onorevole Stradella riguardante la revisione dell'arginatura del Torrente Orba nella provincia di Alessandria si rappresenta quanto segue.
L'asta del Torrente Orba fa parte del tratto a valle del comune di Ovada di competenza dell'Agenzia interregionale per il Po (A.I.PO), alla quale, con la programmazione CIPE 2005, la regione Piemonte ha destinato un finanziamento per lo studio idraulico proprio di questo torrente, nel tratto fasciato da Rocca Grimalda fino alla confluenza Bormida, e per lo studio del fiume Bormida da Acqui a confluenza Tanaro, con redazione di studio di fattibilità finale delle opere di arginatura del torrente Orba.
Nel dicembre 2010, l'Agenzia ha assegnato l'incarico, per effettuare questo studio, all'associazione temporanea di impresa costituita da Hydrodata, ART e DHI Italia per un importo netto di circa 200.000 euro.
Va anche ricordato che, nel corso degli anni, alcuni corsi d'acqua della provincia di Alessandria sono stati oggetto di una variante al Piano stralcio per l'assetto idrogeologico; in particolare, per il torrente Orba, la delimitazione delle fasce fluviali è stata estesa dal comune di Silvano d'Orba al comune di Molare, e la regione ha chiesto una estensione dello studio di «gestione dei sedimenti» a tale tratto.
Per la redazione di tale studio l'Agenzia interregionale per il Fiume Po ha utilizzato le ortofoto AGEA fornite dagli uffici regionali, le risultanze del PST (piano straordinario telerilevamento) del Ministero dell'ambiente e rilievi a terra di sezione topografiche trasversali condotti da AIPO, oltreché sopralluoghi specifici avvenuti nel corso dell'ultimo anno.
Il lavoro di studio dovrebbe essere concluso e consegnato alla regione entro il mese di ottobre.
I comuni interessati spostati tenuti informati sullo sviluppo dello studio da parte della regione Piemonte, Settore difesa del suolo, e un prossimo incontro con i comuni, al quale parteciperà anche l'Autorità di bacino, è previsto per il giorno 12 ottobre p.v. per decidere, sulla base degli esiti dello studio, le iniziative necessarie per la realizzazione degli interventi programmati.
Eventuali atti di competenza dell'Autorità di bacino potranno, di conseguenza, essere sottoposti all'Organo istituzionale dell'Autorità di bacino nella prossima seduta che si dovrebbe tenere entro il mese di dicembre.
Per quanto riguarda gli atti di gli atti di programmazione la competenza è della regione Piemonte, Direzione generale difesa del suolo, mentre per gli aspetti gestionali connessi alla realizzazione e manutenzione delle opere la competenza è dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO).

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ALLEGATO 2

5-05378 Dionisi e Delfino: Interventi per la messa in sicurezza nell'alveo del torrente Mellea.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito all'interrogazione a risposta immediata presentata dagli onorevoli Dionisi e Delfino, concernente le iniziative da avviare per assegnare in tempi rapidi alla regione Piemonte i fondi FAS necessari per la realizzazione delle sponde artificiali per la messa in sicurezza del torrente Mellea, nel territorio del comune di Savigliano (Cuneo), si rappresenta quanto segue.
Attualmente, la programmazione dei fondi per le aree sottoutilizzate (FAS) 2007/2013 è regolata dalla delibera CIPE n. 1 dell'11 gennaio 2011, in base alla quale è stata aggiornata l'assegnazione dei fondi alle regioni.
La quota FAS assegnata alla regione Piemonte, in sede di aggiornamento, è passata da euro 833.335.800 a euro 750.022.200. Per conseguenza, la regione ha adottato un atto deliberativo (deliberazione della giunta regionale n. 10-1997 del 9 maggio 2011) con il quale:
ha così confermato il valore complessivo del programma attuativo regionale (PAR) FAS 2007-2013 in 1 miliardo di euro (valore fissato prima della citata delibera CIPE), impegnandosi a coprire la restante parte con proprie risorse, nel periodo di validità del programma;
ha adeguato il quadro finanziario delle azioni, articolato per assi e linee di azione, alle nuove risorse FAS disponibili.

Nell'ambito di tale nuova programmazione, assume rilevanza l'asse ambientale, asse 2, che destina la somma di 150.085.946 euro al «Sistema fluviale del Po e reti idriche».
Si ritiene, pertanto, che l'intervento sul torrente Mellea, oggetto dell'interrogazione, possa trovare realizzazione nell'ambito di tali fondi.
Nello specifico, infatti, all'interno dell'asse 2, è individuata la linea d'azione «Sistema fluviale del PO e reti idriche - Nodi idraulici» per una copertura finanziaria totale di euro 33.755.946. Nell'ambito di questa linea d'azione sono previsti per il territorio di Savigliano (Cuneo) due interventi, uno sul torrente Mellea ed un secondo sul torrente Maira, per l'importo complessivo di euro 5.814.711. Questi interventi sono previsti a completamento di quanto già finanziato e realizzato, od in corso di realizzazione, per la messa in sicurezza dell'abitato di Savigliano dalle esondazioni dei torrenti Maira e Mellea.
Per quanto attiene alle procedure di assegnazione dei fondi FAS alla regione Piemonte, il relativo decreto di messa a disposizione delle risorse a favore delle regioni del Centro-Nord il cui programma attuativo regionale sia stato recepito da parte del CIPE (la regione Piemonte è fra queste), è al vaglio dell'Ufficio centrale di bilancio che lo trasmetterà successivamente alla Corte dei conti per la registrazione.
Non appena ultimato l'iter di controllo, dunque, potranno essere prontamente attivate le procedure di trasferimento effettivo delle risorse spettanti e consentire, quindi, alla regione Piemonte, si assumere le determinazioni di competenza riguardo alla politica di tutela dell'ambiente.

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ALLEGATO 3

5-05379 Piffari e Messina: Sull'impatto ambientale di talune attività di ricerca geotermica in Sicilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento alle richieste di chiarimenti in merito alle attività della società K Energy nell'ambito di un permesso di ricerca denominato «Campo Geotermico di Sciacca» in Sicilia, si segnala anzitutto che lo stesso non risulta ancora conferito dalla competente regione siciliana, come peraltro le ulteriori 3 istanze di permesso ricadenti sempre nell'ambito regionale, e, pertanto, non possono essere in corso di svolgimento le relative operazioni minerarie.
Per completezza di rappresentazione, per quanto può rilevare in relazione al contenuto dell'interrogazione, va precisato che la competenza normativa e amministrativa della regione siciliana, in virtù dello statuto speciale, è totale, per il settore minerario, e quindi anche per il rilascio dei titoli minerari per gli idrocarburi e per le risorse geotermiche.
Peraltro, con la legge sviluppo (n. 99/09) ed il relativo decreto legislativo di attuazione (n. 22/10 e successive modificazioni), si è inteso rilanciare nel nostro Paese l'opzione geotermica, riconducendo in un ambito coordinato a livello centrale le azioni delle diverse regioni. In questo quadro, la normativa di settore prevede uno stretto coordinamento tra il Ministero dello sviluppo economico e quello dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche con l'ausilio dei rispettivi enti di ricerca, per favorire uno sviluppo sostenibile delle attività geotermiche. In questa direzione, è stata prevista anche la possibilità che il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione interessata, sia l'autorità competente per il conferimento di particolari titoli abilitativi per risorse geotermici finalizzati alla sperimentazione di impianti pilota per la produzione di energia elettrica ad emissioni nulle.
Il potenziale geotermico in Italia è molto grande ma, naturalmente, lo sfruttamento di questa risorsa deve essere coniugato con un utilizzo sostenibile del territorio, più facile per gli usi diretti di calore, che potrebbero in 10 anni almeno quintuplicare, consentendo un risparmio di oltre un milione di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio), e più complesso per la produzione dell'energia elettrica, che già con gli oltre 800 MW installati produce circa 5.500 GWh/anno ma che potrebbe raddoppiare in dieci anni, superando la soglia dei 10.000 GWh/anno, pari ad un risparmio di oltre due milioni di TEP.
Appare, però, indispensabile definire una strategia organica di espansione della geotermia per raggiungere e superare quel contributo del 3 per cento dei fabbisogni al 2020 previsto nei documenti programmatici sugli obiettivi da raggiungere con le Fonti energetiche rinnovabili.
Allo scopo, è stata di recente istituita, presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la Piattaforma tecnologica italiana per l'energia geotermica, cui partecipano la comunità tecnico-scientifica, le aziende di settore e i Ministeri competenti. Gli esiti del lavoro della piattaforma saranno di particolare importanza, anche per sperimentare cicli binari di produzione di energia elettrica a basso impatto ambientale e per riprendere

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studi e ricerche nel settore geotermico più avanzato, sia in materia di EGS (Enhanced Geothermal Systems), in particolare per quanto riguarda le «rocce calde secche», che sulle potenzialità offshore e in particolare quelle collegate ai sistemi vulcanici del Tirreno, per il quale è stato stimato un potenziale di almeno 1 GW con la previsione di una installazione di capacità produttiva di almeno 600 MWe con orizzonte temporale di medio-lungo periodo.

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ALLEGATO 4

5-05380 Mariani e Braga: Misure urgenti per la difesa del suolo e il ristoro dei danni provocati dagli interventi alluvionali nel luglio 2011 nel comune di Brienno.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione a risposta immediata presentata dagli onorevoli Braga e Mariani, nella quale a seguito degli eventi alluvionali del 7 luglio 2011 che hanno colpito i territori della sponda occidentale del lago di Como ed in particolare il comune di Brienno, si chiedeva l'inserimento del comune di Brienno nell'accordo di programma di difesa del suolo siglato tra il Ministero dell'ambiente e la regione Lombardia, ai sensi della legge 23 dicembre 2009, n. 191, nonché in quale misura e con quale tempistica le risorse attivabili in base al suddetto accordo avrebbero potuto essere destinate al risarcimento dei danni subiti, anche da soggetti privati, si rappresenta quanto segue.
Nel premettere che il Ministero dell'ambiente non è competente in materia di riconoscimento degli indennizzi a privati ed al ripristino dei danni conseguenti ad eventi di calamità naturale; per completezza si precisa che, dalle informazioni acquisite dallo stesso Commissario delegato e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della protezione civile, è emerso che ad oggi nessuna richiesta di dichiarazione di emergenza è pervenuta a quel Dipartimento, il quale, conseguentemente, non ha svolto alcuna istruttoria in tal senso, in conformità anche all'avviso della regione Lombardia secondo la quale l'estensione e l'intensità dell'evento non sono risultati tali da giustificare il ricorso a questo tipo di soluzione.
In relazione, invece, alle risorse impiegabili a valere sull'accordo di programma del 4 novembre 2010 tra questo Ministero e la regione Lombardia e le eventuali rimodulazioni e/o riprogrammazioni operate al momento sullo stesso, per l'importo complessivo di euro 224.893.000,00, di cui euro 77.523.000,00 da parte del Ministero ed euro 147.370.000,00 da parte della regione, per la realizzazione di n. 162 interventi, va precisato che, a seguito della conversione del decreto-legge 29 dicembre 2010, si è dovuto procedere alla rimodulazione di questi importi. La rimodulazione è stata realizzata, nel maggio 2011, con atto Integrativo all'accordo di programma, per complessivi euro 69.770.700,00 di risorse statali da attribuire alla regione Lombardia, formate in parte da risorse già a disposizione del Ministero per l'annualità 2009 (euro 33.700.000,00) ed in parte da risorse di cui all'articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009 (euro 36.070.700,00).
Le prime sono state integralmente impegnate a favore della regione Lombardia in data 15 novembre 2010, e parzialmente già trasferite (per euro 18.000.000,00) al commissario straordinario responsabile della gestione delle risorse per la realizzazione degli interventi del rischio idrogeologico nel territorio della regione Lombardia, nominato nel dicembre 2010. Ed è proprio grazie a queste risorse che regione Lombardia e commissario straordinario hanno potuto dare avvio alle fasi di attuazione dell'accordo di programma.
Le risorse di cui all'articolo 2, comma 240 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 saranno invece messe a disposizione dal Ministero dell'ambiente e della tutela del

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territorio e del mare non appena le stesse saranno direttamente disponibili nel proprio bilancio.
Per quanto concerne la richiesta degli interroganti di inserire i territori colpiti dalle avversità atmosferiche del 7 luglio 2011 tra quelli beneficiari dei fondi per la prevenzione del rischio idrogeologico, si osserva che le risorse finanziarie, sia statali che regionali, inizialmente assegnate all'accordo di programma tra Ministero e regione Lombardia, finalizzato alla individuazione, finanziamento ed attuazione degli interventi di difesa del suolo per la mitigazione del rischio idrogeologico, risultano tutte integralmente destinate agli interventi già individuati nell'accordo stesso. Pertanto l'eventuale inserimento di altri interventi, a parità di risorse assegnate, può avvenire soltanto attraverso rimodulazioni e/o riprogrammazioni del quadro finanziario degli interventi già previsti dall'accordo.
A tale riguardo, nel corso dell'ultima riunione del Comitato di coordinamento «Comitato di indirizzo e controllo per la gestione dell'Accordo», tenutasi in data 26 luglio 2011, la regione Lombardia ha proposto una rimodulazione del quadro programmatico degli interventi, chiedendo l'inserimento di interventi collegati alle sopravvenute calamità naturali nel Comasco e specificatamente nei comuni di Brienno, Argegno e Laglio, prima esclusi.
Per questi ultimi comuni, la regione Lombardia ha comunicato che interverrà inizialmente attraverso il riutilizzo di economie di interventi provenienti dai programmi ex legge n. 183 del 1989 di cui si è già ottenuta autorizzazione all'impiego da parte dell'autorità di bacino del fiume Po. Queste economie saranno impiegate per la realizzazione di uno studio complessivo per i primi interventi di ripristino.
La regione Lombardia si è riservata, una volta conclusi gli studi di cui sopra, di indicare le eventuali necessità finanziarie a cui far fronte con le economie dell'accordo di programma.
Risulta, infine, che la stessa regione, in data 29 luglio 2011, abbia assegnato al comune di Brienno un primo contributo di 123.451,63 euro per la realizzazione di tre opere di ripristino e messa in sicurezza dei luoghi a titolo di finanziamento di pronti interventi e, in data 10 agosto 2011, un ulteriore contributo di oltre 82.834,50 euro per consentire una ricognizione approfondita delle necessità di intervento, definendone anche le priorità.