CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 settembre 2011
534.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05270 Narducci: Sul conferimento degli incarichi al personale docente delle scuole italiane all'estero.

TESTO DELLA RISPOSTA

Vorrei innanzitutto fornire una rassicurazione in merito al rischio che, secondo l'Onorevole interrogante, non sia garantito il regolare avvio dell'anno scolastico nelle scuole italiane all'estero e nei corsi di lingua e cultura italiana, a seguito della disattivazione di una trentina di posti dell'organico del personale scolastico disposta dal MAE con i Decreti Dirigenziali 3365 del 30 maggio e 3933 del 1o agosto 2011.
Al riguardo, vorrei premettere che tale, contenuto, provvedimento di congelamento, che ha riguardato 29 posizioni su un organico complessivo di 1053, deriva dalla necessità di porre tempestivamente in essere iniziative volte a limitare gli impegni di spesa, a fronte della riduzione dei fondi disponibili per l'esercizio finanziario 2011 causata dalle note esigenze di contenimento della spesa pubblica.
In realtà è proprio grazie all'adozione di questo provvedimento che è stato possibile garantire l'avvio dell'anno scolastico, superando le riserve degli organi di controllo contabile e rendendo possibile la registrazione del Decreto Interministeriale relativo al contingente docenti.
Nel definire il piano di disattivazione, il Ministero degli Esteri ha toccato posizioni ricoperte da personale in rientro in Italia per scadenza del mandato, e ha considerato innanzitutto le sedi nelle quali si sono verificate contrazioni di ore di studio, ovvero scuole straniere che hanno optato per la concessione di contributi o ancora corsi di cui si è rilevata l'esiguità delle frequenze da parte degli alunni in età scolare. La disattivazione dei lettorati si è invece verificata in concomitanza con la chiusura delle Ambasciate d'Italia in Tripoli (ora come sapete riaperta) e Sana'a per le note vicende interne o per richiesta stessa delle Università locali.
Nessuna sede è stata lasciata in condizioni operative critiche, avendo il Ministero concertato tutte le decisioni assunte con i dirigenti scolastici, con le Rappresentanze Diplomatiche e con gli uffici Consolari competenti.
Per quanto riguarda il Decreto di sospensione delle nomine dei lettori in università straniere situate in area linguistica spagnola, si tratta di una misura emessa dalla Farnesina in ottemperanza al dispositivo della sentenza del giudizio di appello vinto da due lettori di area spagnola nei confronti dell'Amministrazione degli Esteri. Ciò in attesa di conoscerne le motivazioni per concordare con l'Avvocatura Generale dello Stato eventuali iniziative sul piano giurisdizionale.
Peraltro, va detto che tale Decreto è un provvedimento temporaneo a cui l'Amministrazione non ha potuto al momento sottrarsi e che ha riguardato solo tre università (Valencia, Saragozza e Arequipa in Perù, dove peraltro vi è un secondo lettore).
In merito al rinvio delle prove concorsuali, è opportuno sottolineare che la validità delle attuali graduatorie è stata prorogata dalla legge n. 10 del 2011 (articolo 2 comma 4-novies) fino al 31 agosto 2012, quindi le nomine per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 sono in realtà assicurate dalle graduatorie in vigore. Le graduatorie esaurite interessano soprattutto l'area linguistica tedesca e in particolare i corsi di lingua e cultura italiana

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(ex articolo 636 del decreto legislativo n. 297 del 1994). Le sedi non sono, tuttavia, rimaste vacanti, in quanto sono stati nominati i supplenti in grado di garantire un adeguato livello di insegnamento.
Si conferma inoltre che, relativamente alle prove di selezione per il rinnovo delle graduatorie, l'Amministrazione - nel quadro della situazione generale, anche sotto il profilo delle necessarie risorse finanziarie - si sta adoperando in vista della loro indizione. L'inizio dell'attività didattica potrà avvenire senza ritardi. Le procedure di nomina si stanno concludendo e l'anno scolastico si svolgerà quindi in modo regolare.
Per quanto attiene al ricorso, nei corsi di lingua e cultura italiana, a personale locale per supplire alla mancanza di personale di ruolo dall'Italia, si fa presente che il personale docente locale, se in possesso dei requisiti previsti per l'insegnamento della lingua italiana, può già fare richiesta ed essere utilmente inserito nelle graduatorie dei supplenti circoscrizionali.
Per quanto attiene infine alla scuola media paritaria «Fermi» di Zurigo, la Farnesina ha sempre sostenuto e continua a sostenere la scuola per garantire la continuità del servizio ed ha fornito, in accordo con il Consolato Generale d'Italia, un significativo sostegno anche finanziario. L'auspicio è che il progetto del polo scolastico dalla scuola dell'infanzia al liceo, che rappresenterebbe una soluzione ideale, possa realizzarsi compiutamente, grazie anche alle garanzie di professionalità e di sostenibilità economico-finanziaria nel medio periodo che potrà fornire il nuovo Ente, individuato localmente per la gestione amministrativa.

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ALLEGATO 2

5-04989 Renato Farina: Sugli attacchi alla minoranza cristiana in Indonesia.

TESTO DELLA RISPOSTA

I gravi episodi d'intolleranza e di violenza che hanno colpito le comunità cristiane in varie zone del mondo sono fonte di preoccupazione ed apprensione per il Governo.
Come sottolineato dal Ministro Frattini lo scorso 12 settembre in occasione del 25esimo Incontro Internazionale per la Pace a Monaco di Baviera, a dieci anni dall'attacco alle Torri Gemelle, che rappresenta il simbolo forse più eclatante del tentativo di incrinare in modo irreparabile le ragioni del vivere insieme, questi attacchi sono, purtroppo, la conferma di una crescente cristianofobia: in Iraq, in Nigeria, in Pakistan, Paesi dove la voce dei cristiani rischia di spegnersi. Sarebbe un danno irreparabile, una catastrofe per la ricchezza di quei territori, per la causa della libertà e per le speranze di pace del mondo.
Di fronte a questo rischio, è essenziale porre in essere ogni sforzo per difendere e promuovere la libertà di religione, libertà che si colloca al centro dei diritti umani, e che costituisce la base fondamentale di ogni convivenza pacifica, tanto sul piano interno come su quello dei rapporti internazionali.
Venendo specificamente all'Indonesia, possiamo rilevare che la maggioranza delle comunità religiose opera generalmente in condizioni di libertà, sebbene si siano registrate delle violazioni episodiche, anche gravi, della libertà di culto, quali quelle ricordate dall'onorevole Farina.
Alcuni gruppi di matrice islamica, oppositori del pluralismo religioso, hanno infatti usato la violenza e l'intimidazione per provocare la chiusura, negli ultimi mesi, di almeno una trentina di chiese cristiane. I membri delle minoranze religiose hanno subito discriminazioni anche sotto forma di ostacoli amministrativi, nei casi di registrazione civile dei matrimoni e delle nascite o il rilascio di carte d'identità. Talvolta, appartenenti a minoranze cristiane hanno difficoltà a trovare ministri di culto che possano celebrare il matrimonio, vedendosi costretti, quindi, a sposarsi all'estero o ricorrere, quando possibile, al matrimonio consolare. Va ugualmente rilevato che i requisiti per i visti dei religiosi sono più onerosi rispetto a quelli previsti per altre categorie. Alcune comunità cristiane hanno anche riportato difficoltà in materia di costruzione di nuovi luoghi di culto nelle province di Giava Occidentale e Banten.
Il Governo indonesiano ha promosso diverse iniziative nella lotta alla violenza e all'intolleranza di matrice religiosa, soprattutto nelle aree più sensibili come le regioni di Ambon e nelle Sulawesi centrali. La sua azione resta tuttavia fortemente criticata, a livello interno nonché internazionale, per non aver reagito alle violenze in modo sufficientemente deciso, permettendo che esse continuassero nel tempo. L'atteggiamento del Paese asiatico appare, peraltro, in contraddizione con il suo noto impegno nella lotta al terrorismo religioso, che ha portato ad un effettivo indebolimento dei principali gruppi radicali operanti nel Paese. Va sottolineato che a tali critiche si sono associate anche le due principali organizzazioni musulmane del Paese.
Tale situazione rischia di gettare un'ombra sul Paese, principale comunità

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musulmana al mondo ed al contempo quarta più grande democrazia del pianeta, tradizionalmente considerato un modello di Islam moderato nonché di società religiosa tollerante. La presenza dell'estremismo islamico in Indonesia - che ha come obiettivo indistintamente tutte le minoranze religiose presenti nel Paese, incluse talune sette musulmane - costituisce una minaccia ai princìpi di secolarizzazione, pluralismo ed uguaglianza sanciti nel fondamento filosofico di tale Stato, conosciuto come la dottrina della «Pancasilà». La Costituzione indonesiana contiene infatti una garanzia espressa della libertà di religione e quella cattolica è tra le sei confessioni che godono del riconoscimento statale.
L'attuale governo ha inserito il dialogo interreligioso tra le sei priorità della sua azione di politica estera e vengono tenuti regolari incontri bilaterali sul tema sia con Stati dell'Unione europea, sia con altri Paesi della regione.
In tale contesto, l'Italia contribuisce attivamente alle riunioni di coordinamento organizzate mensilmente dalla Delegazione dell'Unione Europea a Jakarta, unitamente alle ambasciate di tutti gli Stati membri, per discutere di temi politici e di diritti umani, incluso quello del trattamento delle minoranze religiose, e per promuovere costanti iniziative di sensibilizzazione e di dialogo con il governo. Nell'ottobre prossimo la Delegazione dell'Unione Europea, in collaborazione con il Governo indonesiano e l'organizzazione musulmana «più ortodossa» del Paese, Nahdlatul Ulama, organizzerà un seminario sui diritti umani e la tolleranza religiosa, con l'obiettivo di adottare raccomandazioni nell'ambito del dialogo in atto tra Unione Europea ed Indonesia su questo tema.
In considerazione delle peculiari caratteristiche prima descritte, che fanno dell'Indonesia un interlocutore-chiave in tema di dialogo inter-religioso, l'Italia ha anche avviato un dialogo bilaterale in materia. Questo ha preso l'avvio con la tenuta nel 2009, presso la Farnesina, della conferenza «Unità nella diversità - il modello indonesiano per una società del convivere», organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, in occasione della visita del Ministro degli Esteri Indonesiano Waruda.
L'Indonesia, nell'apprezzare fortemente l'iniziativa italiana, ha proposto la tenuta di una seconda edizione a Jakarta, in concomitanza con la prossima visita del Ministro Frattini, le cui date devono essere ancora concordate. Il Governo italiano attribuisce grande rilievo a tale evento, e, a maggior ragione, alla luce delle spinte radicali islamiche in atto in Indonesia negli ultimi anni, intende ricorrere a tale importante foro bilaterale per continuare la sua azione di promozione dei diritti delle minoranze religiose nel Paese asiatico.
Sul piano più generale, come accennavo all'inizio, il Governo italiano sta proseguendo con determinazione la sua politica di sostegno alle iniziative internazionali di promozione della libertà di religione e di tutela delle minoranze confessionali. Questo avviene sul piano bilaterale, come nel caso appena descritto dell'Indonesia, ma anche sul piano multilaterale in tutti i fori internazionali di cooperazione. Nell'ambito multilaterale, per rafforzare la nostra azione, abbiamo in particolare promosso e sostenuto iniziative proprie dell'Unione Europea.
Grazie alla costante azione di stimolo esercitata dal Ministro Frattini, al Consiglio Affari Esteri del 21 febbraio scorso, dopo un dibattito non privo di difficoltà, l'Unione Europea ha infatti rinnovato la sua condanna per il crescente numero di atti di intolleranza compiuti ai danni di cristiani ed altre comunità religiose, e dei loro luoghi di culto. L'Unione Europea, con l'attivo concorso del nostro Paese, ha quindi avviato un esercizio di monitoraggio finalizzato all'elaborazione periodica di un rapporto sullo stato della libertà religiosa nel mondo. Questo risultato contempera le posizioni di tutti i Ventisette su una questione, per noi di massima priorità, che richiede equilibrio tra diverse sensibilità, senza però attenuare la gravità né la natura dei fatti che hanno colpito diverse minoranze religiose nel mondo, in modo particolare quelle cristiane. Si tratta

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della base di partenza, e non certo di un punto d'arrivo, di un processo - al cui sviluppo l'Italia sta continuando a lavorare - che dovrà portare l'UE ad un ancor più efficace coinvolgimento in materia di protezione dei diritti delle minoranze religiose nel mondo.
Facendo quindi leva sull'Unione Europea, va sottolineata, tra le iniziative intraprese in ambito Nazioni Unite, la risoluzione contro ogni forma di intolleranza e discriminazione religiosa, promossa proprio dall'UE ed adottata dall'Assemblea Generale nel dicembre 2010. Grazie all'azione dell'Italia, essa contiene elementi specifici che richiamano l'aumento degli episodi di violenza contro gli appartenenti a minoranze religiose e il dovere ogni Stato di esercitare la massima vigilanza per prevenirli e punirne i responsabili. Analoga iniziativa è stata adottata dal Consiglio Diritti Umani, a seguito del rapporto del Relatore Speciale ONU sulla libertà di religione.
Vorrei concludere rassicurando quindi la Commissione circa l'assoluta determinazione del Governo a continuare a promuovere, con tutti i mezzi bilaterali e multilaterali di cui dispone, la tutela della libertà religiosa e delle comunità cristiane nel mondo, in conformità al forte mandato politico ricevuto dalla mozione unitaria approvata dalla Camera dei Deputati lo scorso 12 gennaio.