CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 luglio 2011
507.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05064 Barani: Piano informativo sulle pratiche da attuare per evitare eventuali contaminazioni da batterio Escherichia Coli.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento al Question Time in esame, inizio fornendo informazioni sull'epidemia di infezioni da Escherichia coli O104 enteroemorragico (EHEC), produttore di shiga-tossine (STEC), in Germania è stata causata da un ceppo batterico che raramente viene isolato in corso di epidemie. Tale batterio provoca diarrea emorragica e, in una certa percentuale di casi una grave complicanza, la sindrome emolitico uremica (SEU), a causa dei danni della tossina a carico delle cellule renali.
Il focolaio epidemico ha colpito la parte settentrionale della Germania e, ad oggi, sono state notificate 3.338 infezioni da EHEC con 17 decessi e 898 casi di SEU con 33 decessi.
Inizialmente le autorità sanitarie tedesche hanno considerato come cibi sospetti cetrioli, pomodori, lattuga e, successivamente, è stata identificata una contaminazione da E. coli O104 in germogli di legumi: a tutt'oggi non è stata ancora accertata la modalità della contaminazione.
Per quanto riguarda l'Italia, i casi di diarrea da E. coli, produttrici di Shiga-tossine (STEC) e verocitossine (VTEC) sono notificabili in classe II, secondo il DM 15 dicembre 1990, nell'ambito delle diarree infettive non da Salmonella. È noto, tuttavia, che queste infezioni sono soggette a forte sottonotifica anche a causa della difficoltà diagnostica e scarsa disponibilità di metodi, soprattutto per i siero gruppi non-O157, nei laboratori territoriali che raramente eseguono questo tipo di indagine.
Le infezioni da STEC/VTEC rientrano, inoltre, nella rete di sorveglianza di laboratorio Enter-net Italia, coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), che fornisce anche i dati sulle infezioni da STEC/VTEC che vengono Inviati dal Ministero della Salute al sistema europeo di sorveglianza epidemiologica delle malattie trasmesse da alimenti, presso l'ECDC.
In Italia, la SEU non è soggetta a specifica notifica obbligatoria nell'ambito del sistema di sorveglianza delle malattie infettive. La sua sorveglianza su base nazionale viene attuata da una rete di centri di nefrologia pediatrica nell'ambito delle attività del Registro italiano della SEU, coordinato dall'istituto Superiore di Sanità e dalla Società Italiana di Nefrologia Pediatrica.
Il numero di casi di SEU segnalati ogni anno al Registro è di circa 40. I siero gruppi VTEC più frequenti, in Italia, sono O157 e O26. Dal 1998 al 2010, i casi in totale, notificati al Registro Italiano della SED, sono stati 721, età mediana 25 mesi, per il 52 per cento le persone colpite sono di sesso maschile.
Nel merito della questione posta dall'Onorevole interrogante, per la particolare gravità e dimensione del focolaio tedesco e le peculiari caratteristiche epidemiologiche dei casi, il Ministero della Salute il 3 giugno u.s. ha immediatamente allertato

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gli Assessorati alla Sanità Regionali e, attraverso il continuo contatto con il centro di referenza dell'istituto Superiore di Sanità, ha sollecitato l'attenzione dei centri di nefrologia operanti sul territorio nazionale sulla possibile occorrenza di casi anche nel nostro Paese e la loro immediata segnalazione.
Inoltre, tramite comunicati di aggiornamento periodico sull'epidemia, questo Ministero ha fornito ai cittadini consigli sulle precauzioni da adottare contro tali infezioni: lavarsi frequentemente le mani dopo aver maneggiato alimenti, lavare a fondo le verdure, evitare il consumo di carne cruda, lavare bene coltelli, taglieri e altri utensili usati per la preparazione dei cibi, evitare di utilizzare senza lavare lo stesso tagliere e/o utensile per più alimenti e lavare bene le mani prima di manipolare i cibi e dopo aver usato la toilette.
Le persone che hanno recentemente soggiornato in Germania devono prestare attenzione alla comparsa di sintomi gastroenterici e nel caso di diarrea emorragica di rivolgersi al proprio medico.
È inutile, ingiustificata, e spesso dannosa, l'assunzione di antibiotici per via preventiva.
Si segnala, inoltre, che nel sito istituzionale del Ministero della Salute è stato dedicato alla problematica in questione un apposito spazio «Focus sicurezza» (http: //wwsalute.gov.it/dettaglio/principaleFocusNuovo.jsp?id=21&area=batterioKilier) contenente le informazioni aggiornate e le risposte alle domande più frequenti sull'argomento.

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ALLEGATO 2

5-05065 Binetti: Incremento dei fondi per il funzionamento del registro dell'ADHD e per l'inserimento nel registro di tutti gli psicofarmaci per l'età pediatrica.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento al Question Time in esame, l'interrogante pone due questioni.
La prima riguarda l'avvio di un'intensa campagna pubblicitaria finalizzata all'inserimento di un nuovo psicofarmaco per bambini in Italia, che sarebbe condotta con modalità non del tutto trasparenti.
Per tale specifico aspetto, segnalo che nessuna pubblicità presso gli operatori sanitari è permessa alle aziende farmaceutiche prima di aver ottenuto l'autorizzazione per l'immissione in commercio del farmaco, e sottolineo inoltre che è vietata ogni forma di pubblicità al pubblico per i farmaci da prescrizione.
Le medesime prescrizioni valgono anche per i convegni e congressi.
Deve ritenersi altresì preclusa ogni forma di pubblicità, ai sensi dell'articolo 113 del decreto legislativo n. 216/2006, consistente nell'attività di supporto diretto dell'azienda nell'organizzare convegni o seminari specifici rispetto al farmaco in sperimentazione, con lo scopo di sensibilizzare e promuovere il futuro utilizzo dello stesso.
Sarebbe pertanto utile per il Ministero, conoscere in modo più dettagliato le attività pubblicitarie di cui l'Onorevole interrogante è venuta a conoscenza, al fine di poter avviare la necessaria istruttori a indagini NAS finalizzata all'applicazione delle relative sanzioni.
Per quanto concerne la seconda questione sollevata dagli onorevoli interroganti, e cioè la diminuzione progressiva delle somme inizialmente stanziate in favore dell'Istituto Superiore di Sanità, l'Agenzia Italiana del Farmaco ha assicurato il suo attuale e futuro impegno a favore del registro ADHD.
Necessita però chiarire che il budget originariamente stanziato, pari a 150.000,00 euro per l'anno 2009, era sostanzialmente elevato in funzione delle necessità connesse alla fase di avvio ed implementazione del registro stesso, avvenuto nel 2008/2009.
Una volta conclusa tale fase di avvio, il mantenimento dello stesso registro necessita di risorse economiche notevolmente inferiori rispetto al periodo iniziale; per questo motivo il finanziamento è stato progressivamente ridotto; va comunque precisato che il tutto non ha pregiudicato o compromesso la funzionalità del registro medesimo.
Comunico inoltre che, per quanto riguarda l'inserimento di ulteriori psicofarmaci nel registro - fatto salvo il necessario e preliminare esame degli organi tecnici competenti - verranno stanziate le somme idonee affinché si possa gestire la fase dell'inserimento degli stessi nel registro.
Da ultimo, per la preoccupazione sollevata circa il potenziale mancato rinnovamento del registro ADHD, comunico che il CINECA, fino al 31 dicembre 2011, garantirà la manutenzione e gestione dello strumento informatico.
A partire dal 1o gennaio 2012, il CINECA continuerà a garantire il funzionamento del server su cui è collocato il

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registro. Verrà però meno l'attività di sviluppo e di assistenza informatica a distanza, che però sarà garantita dal settore informatico dell'istituto superiore di sanità che già sta sviluppando un applicativo web-based su cui far migrare il registro ADHD gestito dal CINECA.
Questa soluzione permetterà un contenimento dei costi, il mantenimento degli standard di sicurezza dei dati sensibili dei pazienti iscritti nel registro ed il monitoraggio dell'uso dei farmaci autorizzati per il trattamento multimodale dell'ADHD e delle terapie psico-sociali.

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ALLEGATO 3

5-05063 Bossa: Possibile correlazione tra un caso di tifo diagnosticato a Napoli e l'emergenza rifiuti.

TESTO DELLA RISPOSTA

Rispondo al Question time precisando in via preliminare che il caso di tifo murino richiamato nell'atto ispettivo in esame non sembra avere correlazioni con la presenza dei rifiuti in strada nella città di Napoli.
Comunico, inoltre, che il Ministero, in merito all'emergenza rifiuti, è costantemente in contatto, anche tramite l'istituto Superiore di Sanità (ISS), con la Regione Campania e gli Enti locali: il 28 giugno 2011 si è svolta una riunione di coordinamento per garantire con la dovuta attenzione il monitoraggio sulla situazione santaria.
Nel merito del caso sottoposto, segnalo che il caso di tifo murino è stato comunicato al Ministero della Salute in data 4 luglio 2011 dal referente per le malattie infettive della Regione Campania e dal Centro nazionale di Epidemiologia e Sanità Pubblica (CNEPS) dell'ISS.
La malattia ha riguardato un paziente immunocomprornesso e con patologie croniche pregresse, la cui sintomatologia è insorta il 25 maggio 2011.
Iniziata una terapia che non risolveva il quadro clinico, il paziente è stato ricoverato il 1o giugno, trattato con terapia antibiodica mirata per infezione da Rickettsia tiphy, diagnosticata in laboratorio, è stato già dimesso in buone condizioni con indicazione della terapia farmacologica da seguire a domicilio.
Dall'indagine epidemiologica effettuata sul caso dal competente servizio della ASL di residenza del paziente, è emerso che questi, nel mese precedente il ricovero, aveva effettuato lavori di ristrutturazione in casa, durante i quali aveva notato la presenza di ratti nell'appartamento.
Il «Tifo murino o endemico» è una malattia causata da Rickettsie, microrganismi veicolati da zecche/pulci/pidocchi, ampiamente presenti in tutto il mondo.
Il loro serbatoio naturale è costituito da roditori, piccoli mammiferi, cani; nel caso del tifo esantematico il serbatorio è l'uomo, oltre che lo scoiattolo volante.
Tranne il tifo esantematico o petecchiale, trasmesso dalla Rickettsia prowazekii attraverso pidocchi, le cui ultime epidemie in Italia risalgono agli anni '50, che è soggetto alla notifica obbligatoria in classe 1, quindi immediata, per le misure preventive da applicare e poiché è sotto sorveglianza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo il decreto ministeriale 15 dicembre 1990 le «Rickettsiosi», come tali, sono soggette a notifica obbligatoria in classe II e inviate con cadenza mensile e, quando vi sia la specifica dell'agente eziologico, in classe V con riepilogo annuale, secondo il DM. 15 dicembre 1990.
Dalle notiflche di «Rickettsiosi», senza specifica dell'agente eziologico, pervenute a questo Ministero, risultano nel 2007, 224 casi in Italia, 18 in Campania; nel 2008, 128 casi in Italia, 10 in Campania; nel 2009, 338 casi in Italia, 4 in Campania.
In italia le rickettsiosi più frequenti sono quelle trasmesse da zecche, che causano la «Febbre bottonosa», causata dalla Rickettsia conorii, ampiamente diffusa nell'area mediterranea.